Recensioni per
Nostos
di Clockwise

Questa storia ha ottenuto 34 recensioni.
Positive : 34
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/07/16, ore 22:56
Cap. 11:

La tua storia prosegue sempre avvincente e ben costruita, nel senso che si sente che, ogni atteggiamento dei personaggi, ogni loro frase o gesto, sono supportati da una precisa indagine introspettiva e da un interesse lusinghiero su ciò che può albergare nell’animo umano. Hai aggiunto anche una dimensione “gialla”, che si era “affacciata” anche nel precedente capitolo,; qui allunga la sua ombra sinistra sui fatti e sui personaggi. Da manuale cinematografico la scena (“…sedendosi accanto a lui sui gradini. È una serata insolitamente mite…”) di Sh, John ed Amanda seduti fuori, quasi a sottolineare la distanza che li separa dalla mediocrità, rappresentata da Harry e i suoi invitati. Mi è sembrato di essere lì anch’io, tanta è la precisione con cui costruisci la scena e tratteggi gli atteggiamenti dei personaggi : la freschezza non banale della ragazza, il tormento di John, relativo alle incomprensioni con Holmes, mai sopito durante gli anni, l’apparente calma di Sh che, invece, nasconde la sua disperazione aggrappandosi alla sigaretta ed al silenzio come un naufrago ad un relitto. “…Un altro momento, un’altra possibilità sfumata…”: quando Amanda rientra, lasciandoli soli, è un drammatico ed angoscioso rincorrersi l’un l’altro, mascherato da una formale conversazione, stanchi, svuotati dal tempo trascorso dolorosamente lontani, braccati dal rimorso e dalla realtà di un grande sentimento, reso asfittico dall’incomprensione e da tutto ciò che non ha trovato la giusta via per esprimersi liberamente. La tua scrittura è sciolta, scivola tra dolore e rimpianto fotografandoli con coinvolgente partecipazione. Concludo, con una frase che voglio salvare, per il suo struggente significato, dall’oceano sconfinato del fandom: “…Mycroft era il mio albero, John, tu il mare su cui navigavo…”. Splendido.

Nuovo recensore
15/07/16, ore 22:42
Cap. 11:

Ciao!
Complimenti, davvero, ho letto tutta la storia d'un fiato e mi piace davvero moltissimo. Scrivi molto, molto bene, in modo avvincente e avvincente è anche la storia!
Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!
Un bacio :)

Recensore Master
10/07/16, ore 23:40
Cap. 10:

“…Mrs Hudson se ne era andata…”: il mondo accogliente del 221b si sta via via sgretolando e perde un pezzo importante, e cioè la persona che, sullo sfondo, ha sempre “cucito” le scene di quotidianità con la sua discreta presenza, dando una parvenza di normalità a ciò che “normale”, certamente, non può essere definito. Molto piacevole la scena del flashback in cui i due coinquilini e Mrs Hudson fanno rimbalzare tra loro, come una palla, il consueto argomento che riguarda l’”elefante nella stanza” a Baker Street e interviene uno Sh che sembra più una rigida governante che un brillante detective. Divertente. La tua storia prosegue velata da una profonda malinconia, che nasce da ciò che poteva essere per sempre ma ha avuto una vita travagliata ed asfissiante, non per il raffreddarsi di un sentimento unico ed originale ma per la sua travolgente intensità, troppa per poter essere supportata in una vita di coppia così particolare. Come ho già osservato in precedenza, hai inserito perfettamente Amanda nello svolgersi dei fatti, tanto che sembra, e te lo dico senza retorica, un personaggio presente nella serie BBC. Per quanto riguarda Mary, se posso permettermi di fare un appunto , ma è la mia opinione, quindi, confutabilissima, l’inserimento della scena che la vede dialogare con Watson, non lo trovo in armonia con quello che c’è prima e che c’è dopo. È possibile, comunque, che io non abbia colto esattamente il meccanismo narrativo. Secondo me, hai sbilanciato un po’ la bella costruzione narrativa fatta di incursioni nei vari piani temporali. Ma è un moscerino su un cristallo terso…La storia è veramente valida. Chiudo con un’ immagine efficace che concretizza la speranza che si è accesa tra Sh e John di poter riannodare il legame che li teneva uniti: “…tanto fango e tanta neve da grattare via dalle loro scarpe, prima di poter entrare in casa…”.
P.S. sinceramente questa ff meritava più attenzione da parte dei recensori...

Recensore Master
28/06/16, ore 16:18

Mi piace sempre di più il modo in cui hai costruito il personaggio di Amanda, senza eccessi, credibile e perfettamente complementare alle vicende che hai messo in piedi. Riporto qui alcune parole: “…rimaneva una vecchia testuggine dal cuore arrugginito…”. Questa è una delle più azzeccate immagini per rappresentare l’umanità di John, cocciuto ma affidabile, purtroppo, però, senza la capacità di cogliere i segnali più reconditi che Sh inviava; del resto credo che, con lui, restiamo nel raggio d’azione di una mente normale. Efficace anche la similitudine che stabilisci tra l’edera ed il consulting, la cui complicata ed inesauribile energia intellettiva bene è rappresentata dalla pianta in questione, che tutto copre con la sua struttura elegante. L’immagine di un muro coperto da quel rampicante è suggestiva, dona un tocco di leggerezza ma, ci si chiede come potesse essere in realtà il pezzo di costruzione avvolto nel verde. La qualità di ciò che segue nella narrazione è reperibile solo raramente nel fandom, e tu sei un autore di quelli affidabili, carichi di una capacità introspettiva matura ed acuta. I moti dell’animo li rendi con reale carica empatica, coinvolgente, davvero.
A conclusione della mia chiacchierata riporto la frase che mi ha provocato una tenera commozione: “…Lo stesso sospiro – tornare a casa…”.

Recensore Junior
22/06/16, ore 14:34

Non credo sia un capitolo superficiale, sinceramente, e ho pianto abbastanza, ancora più sinceramente. Mycroft è uno dei personaggi a cui tengo di più della serie, e non vederlo in questa storia, saperlo addirittura morto, boh, mi spezza il cuore ogni volta. Soprattutto sapendo che è stato avvelenato.
Sherlock è stato talmente vulnerabile, che ho pensato più volte, leggendo, che stesse per crollare. In parte, credo si sia pentito di aver portato Amanda con sè, perché avere lei che gli ricorda John, ma non avere John stesso, è un trauma che Sherlock ha già provato, e Amanda ha subito capito quanto e in che modo Sherlock tenesse a suo padre. Riguardare l'episodio del matrimonio è una sofferenza per me, sapendo cosa succede in seguito.
Ad ogni modo, bello introdurre il personaggio di Molly. Spero anche in Lestrade, ovviamente, altrimenti mi sarebbero mancati parecchio, e sia John che Sherlock hanno a quanto pare bisogno di qualcuno che non sia l'altro, dato la loro attuale situazione.
Un'ultima domanda e perdona la mia ignoranza: il vecchio titolo e questo nuovo cosa significano precisamente?
Baci,
Anja.

Recensore Master
21/06/16, ore 22:12

Capitolo, questo, non di passaggio e non superfluo, nonostante le tue autofustigazioni, in quanto, per esempio, ci fornisce un tassello prezioso che ci servirà per meglio definire e comprendere l’atteggiamento che Sh ed Amanda avranno reciprocamente (“….Sherlock si era preparato ad un lungo interrogatorio, e invece si ritrova a dover guardare la strada…senza sapere cosa dire. La ragazza sembra concentrata…”). Infatti è molto interessante seguire “l’assestamento” relazionale che il consulting avrà nei confronti della figlia di John e le reazioni di quest’ultima, ancora traumatizzata dalla scoperta che Holmes non è suo padre. Inoltre, mi confermi l’impressione che ho avuto nel precedente capitolo riguardante lo Sh che ritorna, dopo tanto tempo, al 221b: sembra in effetti più lucido, più deciso e più equilibrato anche di fronte al grande lutto che lo aspetta al Bart’s, cioè alla morte, rivelatasi misteriosa, di Mycroft. Come lo hai descritto tu, lo trovo gigantesco nel suo dolore, attonito ma composto, quasi maturato dall’altra lancinante sofferenza, lunga sette anni, che riempie di solitudine e di disperazione il vuoto lasciato da John (“…sì, gli sarebbe piaciuto vederla diventare la giovane donna che oggi è – insieme a John…”). Ritrovo il tuo stile piacevole, efficace nella sua essenzialità. Perfettamente IC anche Molly, anche se io, però, non sono completamente d’accordo con te sul refuso che le attribuisci riguardo a Zurigo: forse, e dico forse, lei avrebbe saputo l’esatta collocazione di quella città. Per il resto, splendida storia.

Recensore Master
11/06/16, ore 16:20
Cap. 7:

“… profilo granitico, dai suoi occhi troppo liquidi, dalle pupille troppo grandi – occhi di bambino…”: nel fandom milioni di parole sono state assemblate in frasi più o meno azzeccate per meglio descrivere l’indescrivibile e cioè l’inafferrabile fascino di Sh. Questo tuo colpo d’occhio è da “copia-incolla” in una virtuale cartella che contenga le migliori definizioni. Davvero. E, com’era prevedibile, John rientra emotivamente nella sua orbita (“…non riesce a staccare gli occhi…”), troppo grande il sentimento che si è acceso tra loro, fin dal primo incontro al Barts e, anche se sono trascorsi sette anni, la ferita di una situazione irrisolta ed incompiuta dal punto di vista sentimentale, è ancora aperta. Con Sh, al 221b ritorna anche la forza della razionalità che travolge le incertezze e le sofferenze nascoste di Watson, basta una frase (“…Perché dici di essere mia figlia?...”) per accendere un potente riflettore che aiuti Amanda a trovare delle risposte e abbagli John per scuoterlo dal suo malinconico ed impotente torpore. Bene completano la scena uno sguardo ad un passato dove già si addensavano le ombre e la voce di Mycroft che giunge attraverso una lettera al fratello. Mi è piaciuto molto questo Sh che fai ricomparire al 221b, uno Sh deciso, lucido, che contrapponi alla disperata stanchezza psicologica di John in un efficace contrasto umano.

Nuovo recensore
09/06/16, ore 21:27
Cap. 7:

Finalmente il nuovo capitolo! Lo stavo aspettando con ansia e non ha deluso! Bellissimo il pensiero finale di John e mi piace molto la caratterizzazione di Sherlock, sempre sociopatico. Non vedo l'ora di scoprire cosa è successo 7 anni fa!!!

Recensore Master
30/05/16, ore 15:11
Cap. 5:

Ciao, dunque. Ho tentennato a lungo su questa storia. Tanto e forse persino troppo. In un primo momento non riuscivo a decidermi se iniziare a leggerla oppure no, poi invece non sapevo se lasciarti o meno una recensione. Mi ritrovo qui a commentare il quinto capitolo, e non il sesto, per una ragione ben precisa. Di fatto, non ho ancora deciso se andrò o meno, avanti nella lettura. Non che non sia bella o che abbia qualche difetto narrativo o stilistico, affatto! Solo che... beh, non è facile da spiegare. Ma ci proverò.

Inizio col dire che sono una che non si fa pregiudizi e se, per caso, trovo una storia nuova di un autore le cui opere non ho apprezzato o non ho apprezzato del tutto, in passato, la leggo lo stesso perché sono la prima a sapere che un autore cambia le proprie idee, muta lo stile, migliora la grammatica... Nel tuo caso, però, la mia indecisione iniziale risiedeva nel fatto che vedevo avvertimenti molto positivi (una storia sentimentale per me è una storia che parla di amore, di sentimenti, emozioni... e se poi ci aggiungi l'introspettivo, ci vado a nozze!) e la cosa, ti confesso, inizialmente mi ha confusa perché mi sembrava di ricordare, dalla tua serie di storie che inizia con Aforismi, che avessi un po' cambiato idea sul Johnlock (e ovviamente va benissimo, non fraintendermi). Per questo ho indugiato a lungo prima di iniziarla, perché non sapevo bene cosa aspettarmi. E guarda, non sono una che mette etichette, al contrario le detesto. Ma quando mi appresto a leggere una storia, così come guardare un film o una serie tv, mi piacerebbe sapere quali potrebbero essere le linee generali. Se, per esempio, entro nel fandom di Sherlock e trovo una tua storia, subito mi viene in mente cos'hai scritto o non scritto in passato e magari mi ricordo subito che una determinata coppia non ti piace, poi però vedo avvertimenti che lasciano intendere che, invece, quelle idee tu le abbia cambiate (forse di poco, magari di tanto oppure solo in parte. Va benissimo ed è anche normale)... ecco spero mi sia concessa un po' di confusione. Per queste ragioni ho pensato di lasciare la tua fic da parte e, magari, riprenderla più avanti. Cosa che ho fatto fino all'altra sera quando ho iniziato a leggerla, vuoi per più che altro per curiosità o magari perché, come accennavo prima, non sono solita dare etichette e ritenere che un qualcuno sia "X" esclusivamente perché in passato ha scritto di un dato argomento. Non l'ho voluto fare nel tuo caso e sono felice di averla iniziata. Però... c'è un però.

Sì, la storia non si può dire che sia scritta male. Anzi. Ricordavo bene il tuo modo di scrivere, mi piaceva e mi piace. Sapevo la maniera che hai di trattare i personaggi, la capacità di creare una trama avvincente, l'ottima introspezione... in questo senso non sono rimasta affatto delusa. Ma non so, e te lo dico molto onestamente, se continuerò la lettura. Prima accennavo al fatto di essere rimasta spiazzata dagli avvertimenti che hai inserito, ecco la sensazione è aumentata più andavo avanti con i capitoli. Perché mi aspettavo una trama sentimentale e romantica, e invece ho trovato tematiche angst e quasi drammatiche, unite a idee che, seppur legittime, non condivido (soprattutto riguardo Sherlock). Tutti concetti che mi sembrava di ricordare ti appartenessero, che erano il frutto dei miei dubbi iniziali perché li avevo già visti in tue storie passate. Risentimento, su tutto. Questo Sherlock che vedo distante anni luce dal modo in cui io concepisco il personaggio (attenzione: non ho detto OOC, solo diverso dalla mia idea.). E poi, anni che passano senza che i due si dicano la verità e, magari, quando succede non riescono a vivere il loro sentimento e il loro amore. Sono tutte tematiche più che lecite, uno può scrivere quello che vuole e concepire i personaggi come preferisce perché la libertà, e specialmente quella interpretativa, è sacrosanta. Io, però, trovo queste tematiche opprimenti. Immensamente angst. Troppo angst... davvero, non riesco a reggere tutto questo dolore e detto/non detto. Di sentimentale ho visto davvero molto poco, anzi nulla. Vedere gli anni che passano e leggere dell'incapacità di due uomini di parlarsi e di riuscire ad amarsi come dovrebbero, nonostante sappiano di provare amore uno per l'altro... ecco, al momento non credo di riuscire ad andare oltre il capitolo 5 per quanto, e anche qui sono onesta, Amanda sia interessante. Ben caratterizzata e con un background credibile. Hai preso un personaggio femminile originale e lo hai reso plausibile all'interno di fandom come questo in cui, i figli di Sherlock o di John, li ho visti ritratti davvero in tutti i modi possibili e immaginabili. Beh, Amanda l'ho trovata originale e anche avvincente la trama che la riguarda. Sì, anche i ricordi del passato che s'intrecciano al presente sono facili da seguire (cosa affatto scontata).

Questa storia ha davvero tanti punti a suo favore e la stoffa per diventare qualcosa di ancora più bello. Ma adesso come adesso io non so se ce la faccio a leggere di questi John e Sherlock. Chissà, magari più avanti e quando l'avrai terminata riuscirò a proseguire oltre il capitolo 5. Al momento no, e mi dispiace davvero perché ti meriteresti molta più visibilità e recensioni di quante tu non ne abbia.
Koa


Ps. Tengo a precisare un particolare. La mia non è una critica. Anzi, la storia è bella e godibile sotto molti punti di vista, ci tenevo semplicemente a spiegare, secondo quella che è un'opinione del tutto soggettiva e molto personale (e quindi opinabile) la ragione per cui l'ho letta ma non la seguirò oltre. Almeno per ora.

Recensore Master
27/05/16, ore 22:42

“…sono tipo sommerse negli alberi…”: comincio con una velocissima osservazione stilistica, che ho inviato anche ultimamente in un’altra recensione rivolta ad un altro autore; cioè noto, e non è automatico trovarlo in ciò che si legge, la tua capacità di adeguare il registro linguistico ai personaggi o alle circostanze in cui essi si esprimono. Infatti, chi sta parlando all’inizio del capitolo, è Victoria che è una ragazza che vive ai margini della società, si arrangia come può, frequentando persone un po’ “varie”(“… in cambio di un po' d'erba…”). Dunque non può parlare come, per esempio, un Mycroft. Brava, non è secondaria questa attenzione a ciò che contribuisce a rendere credibile la storia. Andando avanti nella lettura, ritorna l’eterna attesa di John (“…Ha lasciato il Sussex…”) e non occorre specificare chi sia partito, lui è presente non solo nel cuore di Watson ma in tutto ciò che scorre dentro e sotto queste vicende. Il passato sembra riaffiorare qui e là, per esempio in uno sguardo arrabbiato di Amanda o in certi, apparentemente incomprensibili, atteggiamenti di John. Ritroviamo in questo capitolo ancora i tuoi validi flashback che riportano delle scene del passato che dovrebbero aiutarci a comprendere meglio il presente ma, ti confesso, che sono un po’ incerta nei confronti di quella Greta: è Mary che che nasconde la sua identità anche alla figlioletta?! Potrebbe essere ma non voglio in alcun modo fare ipotesi azzardate, aspetto con interesse gli sviluppi che promettono senz’altro qualcosa che ci sorprenderà. “…Nessuno ha le chiavi di casa sua. Tranne una persona…”): eccolo, l’attesa è terminata, non c’è bisogno di chiedersi chi è entrato nella stanza facendo trattenere il respiro a John (e a me); chi altri potrebbe guardare le cose che lo circondano “scannerizzandole”?!

Recensore Master
22/05/16, ore 22:53
Cap. 5:

Splendido inizio, con un tuffo nell’atmosfera goliardica ma accogliente del 221b, dei “vecchi” tempi, con tante cose e tante emozioni taciute e non condivise. Due persone le cui esistenze, ad un certo punto, come succede nella vita, s’intrecciano e percorrono un tratto del cammino insieme. Ma, per quanto riguarda Sh e John, non si è avuto il coraggio, o forse il tempo ed il modo, di liberare l’energia di quello che intercorreva fra loro. Nel ritorno al presente ritroviamo la dolce Molly, ora moglie di Lestrade, sempre innamorata senza speranza di Holmes, sempre alla ricerca di un qualche segno di lui che le dia la spinta per continuare a vivere un matrimonio che immaginiamo sereno ma non all’apice della felicità, almeno per quanto la riguarda. Hai trattato questo passaggio con una precisione che ci riporta ai casi della vera quotidianità, tanto, per esempio, è verosimile la titubanza della Hooper per arrivare, nel suo dialogo con Watson, alla domanda che le sta più a cuore (“…E Sherlock?..”). Nell’intersecare, poi, abilmente i piani temporali, ricuci i fili che si erano spezzati e prepari, penso, un incontro che aleggia fin dall’inizio di questa ff. Non tanto tra Amanda e il padre, chiunque esso sia, ma tra Sh e John, dopo sette lunghi anni di separazione. Uno di quelle lievi tracce perdute, cui accennavo nella frase precedente, è ciò che afferma il Bardo nel sonetto e che cioè l’amore è come una stella che guida chi percorre un lungo viaggio, non lo abbandona mai e questo è il legame che sentiamo tra i due protagonisti pur nella lontananza del tempo, delle circostanze e dei meccanismi imprevisti della vita (“…Io sono sposato con il mio lavoro, tu con Mary…È troppo tardi…Una parola, Sherlock, una parola sarebbe bastata…”). A proposito del momento finale del capitolo, dico che è carico di tensione emotiva, mi ha veramente coinvolto, grazie soprattutto alla tua capacità di rappresentare le emozioni e la grandezza dei sentimenti con parole lievi, leggere, quasi tu avessi timore di offuscare lo splendore di quel fiume impetuoso (“…silenzio… La luce fioca del mattino… tepore soffuso… baci soffici…un sussurro della consistenza del mattino…”). A conclusione voglio che non vada perduta una “perla” come la seguente, una delle descrizioni più azzeccate della voce di Sh: “…Era come venire inghiottiti da un mare di seta scura, di soffice velluto…”. E chi non vorrebbe nuotare in un mare del genere?!

Recensore Veterano
22/05/16, ore 16:09
Cap. 5:

Ci vuole bravura (ce ne vuole davvero molta) per muoversi tra i piani temporali come sai fare tu.

Ancora più ne occorre per riuscire a dare un taglio "cinematografico" a quanto si scrive, a rendere le immagini così vivide.

Insomma, questa storia è un vero e proprio viaggio, ed è calibrato alla perfezione. Tutto conduce al qui ed ora, al presente, ma ci viene svelato poco a poco, con grande maestria.

Insomma, rinnovo i miei più sinceri complimenti.

Non vedo l'ora di giungere al centro. Al momento di rottura.
Alla spiegazione.

E l'attesa generata è un'altra prova della validità di questa storia.

B.

Recensore Master
21/05/16, ore 23:41

“…Pugno stretto… Cellulare scagliato via”: Sh non compare , ma lo racchiudi efficacemente in quelle due immagini che esprimono, pur nella loro scarna consistenza, l’atteggiamento che lui ha verso il passato. Infatti non c’è una nostalgica accettazione di quanto è avvenuto, e che noi non conosciamo ancora, che però possiamo immaginare, ma la rabbia e il dolore per cose che, molto probabilmente, avrebbero potuto andare diversamente e non è stato così. Forse c’è stata la rinuncia, c’è stato il sacrificio di sentimenti che avrebbero potuto essere fraintesi o addirittura dannosi per la vita altrui. Chissà, ma Sh è ben presente anche in questo capitolo, con tutta la sua carismatica personalità. Accanto alla sua “ombra” proiettata sulla scena c’è, protagonista assoluto, un John invecchiato, stanco, tornato al suo bastone ma grande nella sua malinconica riservatezza. Sembra reso più opaco nelle sue reazioni da un dolore lontano nel tempo ma sempre causa di sofferenza. Ad un tratto, però, quella specie di nebbia che gli vela lo sguardo, scompare (“…Per un momento, ha colto un lampo negli occhi di John…”) e s’intravvede la luce di sentimenti ed emozioni mai sopiti, troppo grandi per essere dimenticati (“…Più di quanto due persone dovrebbero mai essere…”). La figura di Amanda la considero, se posso, una specie di “deus ex machina” che entra nello scenario ormai pervaso di rassegnazione e provoca uno scompiglio notevole, come un colpo di vento che irrompe prepotentemente facendo sbattere le finestre. Si possono richiudere, certo, ma rimane, forse, un vetro rotto. Così lei provoca in John qualcosa che, probabilmente, potrà essere ricacciato nel buio dell’oblio ma ha lasciato una traccia indelebile, una crepa sottile. Fino a qui, se mi permetti un’immagine personale, la tua ff ha la grazia di un acquerello con i colori e i tratti delle figure sfumati e leggeri ma il colpo d’occhio rivela un insieme sorprendentemente bello.

Recensore Veterano
18/05/16, ore 13:19

Delle volte resto spaesata da come storie assolutamente meritevoli restino con (relativamente) poche recensioni.

Questo è uno di quei casi.

Tutti dovrebbero leggerla, e lasciare una traccia.
Perché scrivi veramente bene. Perché la storia è particolare. Perché racconta tutto un universo, e non è "felice", ma vera, come lo è la vita.

Personalmente ad avermi impedito di goderne prima è stata la presentazione, con quel dialogo così decontestualizzato.

Ma sono felice di averla ripresa.

Grazie di averla condivisa.
B.

Nuovo recensore
17/05/16, ore 23:29

Aspetto i nuovi capitoli! questa storia mi intriga!
Bello l'alone di mistero sul passato, ancora più bella la nostalgia di John e Sherlock. Vediamo come continua!!