Ciao Sara!
Per mesi, mesi interi non ho recensito questa storia. Per i motivi che sai, e anche perché poi non sono stata bene e non mi sento ancora molto in forma. Ma spesso, anche quando avrei potuto… non so, non mi sentivo mai abbastanza forte per affrontare una storia dai contenuti piuttosto intensi. Non leggo più da un po’, qui, e non aggiorno la mia long da quasi tre mesi, anche se la settimana scorsa ho ripreso a scrivere. Ce la posso fare!
Oggi ho deciso di passare e di riprendere la lettura, perché mi mancava questo romanzo. Mi mancava tantissimo. E, soprattutto, mi mancava Elsa.
Nella scorsa recensione ti avevo domandato cosa sono i M.A.G.O, e siccome non mi hai risposto – probabilmente ti è sfuggito – sono andata su Harry Potter Wiki e ho scoperto che sono gli esami del settimo anno ad Hogwarts. Bene, dubbio chiarito.
Oh, iniziamo con Elsa! Bene, questo mi rende felice, anche se mi dispiace per il momento che lei e la sorella stanno passando, un momento difficile che è il culmine di anni di sofferenza.
“«Elsa!» urlò più forte, ma l’unica reazione che suscitò nella gemella fu quella di correre ancora più forte.”
Cambia il secondo “più forte” con “più in fretta”, così eviti la ripetizione.
Spero che si fermi, ma ne dubito; e così Anna starà di nuovo male, ancora di più, ed Elsa altrettanto.
“«Elsa!»
Anna non ricordava neanche più per quante volte l’avesse chiamata, le sue corde vocali bruciavano come tizzoni accesi. Trasalì quando vide che sua sorella si stava addentrando nella foresta, come per rifugiarsi da qualcosa da cui neanche lei poteva scappare. Era spaventata, disperata. Lei lo vedeva bene.”
Elsa, ma… nella foresta proibita? Io ti voglio bene, Elsa, tesoro della mamma, solo… sei scema per caso? (Che poi dire tesoro della mamma forse non è appropriato, ma pazienza, era solo un ulteriore gesto d’affetto). Ora, io non mi ricordo cosa sia esattamente la foresta proibita e perché sia proibita. Me lo spiegheresti, Sara, per favore? Però il nome mi sa di qualcosa di molto pericoloso, e la cosa non mi piace. E se in quel luogo Elsa venisse presa da qualche potere oscuro, magari da Pitch Black in persona? Ho paura per lei. Non voglio che le accada qualcosa! Mi ha colpita il passaggio in cui dici che Anna vede la disperazione sul volto di Elsa. Il fatto che soffrano così mi strazia fin nel profondo dell’anima, e lo dico sinceramente, senza esagerare. Insomma, è terribile. Due sorelle dovrebbero essere unite, e invece a causa del potere di Elsa, dal quale lei vuole proteggere Anna, non lo sono. I loro genitori sono morti, se non ricordo male, e quindi loro sono tutto ciò che resta loro della propria famiglia, ma sono lontane. Quanto devono sentirsi sole! Anche Anna, nonostante le sue amicizie… è come se le mancasse un pezzo di sé.
Comunque, secondo me la sconosciuta è Meg.
“«Perché vedevo che aveva bisogno di aiuto.»
Sulle due calò il silenzio, poi la Serpeverde lo interruppe di nuovo.
«Che cosa le è successo? E da dove veniva tutto quel ghiaccio?»
Anna, per un momento, non ebbe il coraggio di rispondere, poi disse:
«Da lei. Io... non so cosa sia successo» rivelò, con un filo di voce. «È stata tutta colpa mia» concluse poi, coprendosi il viso con le mani in un gesto disperato.
«Beh, ma a tutto c’è rimedio, no?»
Tolse le mani dagli occhi e guardò la ragazza, che la ricambiava comprensiva. Anna si sentì stranamente riconoscente; non che avesse mai avuto pregiudizi sui Serpeverde – del resto, non sarebbe stata la fidanzata di Hans altrimenti – ma quella Megara non le piaceva. Era l’amica di Eris, quella che aveva mandato Merida in infermeria. Ne aveva sempre dedotto che non potesse essere più affidabile di lei, eppure non sembrava di certo come le altre due ragazze che frequentava. Sembrava più... sincera, ecco.
«Non dirò niente a nessuno di tutto questo, se è quello che stai pensando» le promise la ragazza. Finalmente, le labbra di Anna si incurvarono leggermente all’insù.
«Grazie.»
Megara sorrise.
«Non c’è di che, ragazzina.»
Era strana, quella situazione, ma la cosa più strana era che non si sentiva affatto a disagio. Sapeva che Megara l’avrebbe aiutata, glielo leggeva negli occhi.
E lei avrebbe fatto di tutto per trovare sua sorella, ne era certa.”
Nonostante la durezza della voce, Meg è stata gentile a decidere di aiutare Anna e a pensare che anche Elsa avesse bisogno. Forse tanti – io compresa, lo ammetto – sono portati a pensare che tutti i Serpeverde siano cattivi (del resto, quando ho visto Harry Potter e la pietra filosofale, mi ricordo che mio papà mi ha detto esplicitamente che lo erano) ma, almeno per come li dipingi tu, non lo sono tutti. Per esempio, Megara non lo è.
“Elsa sapeva di avere ormai il viso mezzo sfregiato dai rami che aveva incontrato correndo, ma non le importava. Voleva fuggire dal ghiaccio che però sembrava rincorrerla, attaccarsi addosso a lei come una malattia da cui non sarebbe più potuta guarire.
E poi c’era Anna.
Anna...
Anna che aveva lasciato indietro sempre, Anna che c’era – che ci sarebbe stata – e che lei invece aveva evitato crudelmente per due anni.
Le lacrime le rotolavano sul viso una dietro l’altra, andando a bruciare nei graffi che aveva sulle guance. Al suo passaggio, vedeva che la terra si ricopriva di un sottile strato di brina.
Non si sarebbe mai perdonata per tutto il male che aveva fatto a sua sorella, nemmeno con la consapevolezza di averlo fatto perché stesse bene.
Elsa, aspetta!
La sua voce che la chiamava la tormentava.
Elsa!
«Basta!» urlò all’improvviso, fermandosi.
Solo il silenzio le rispose.”
Prima di tutto domanda: cos’è il platano picchiatore? Un albero?
Mi ha colpita la descrizione del ghiaccio come una malattia da cui Elsa non guarirà mai, lo vede come una specie di maledizione. Anna le manca sempre di più secondo dopo secondo, e mentre ricorda tutto quello che è successo, allo stesso tempo è proprio grazie al ghiaccio che si sfoga, giusto? Arrabbiandosi e creando quella tempesta di neve descritta meravigliosamente (mi hai fatto percepire tutta l’energia che esce dalle mani di Elsa, è stato meraviglioso anche se triste visto che è il ghiaccio a separare le due sorelle), ha usato proprio questo come una specie di arma. Un’arma per sfogarsi, per lierarsi da tutto il dolore. Il ghiaccio le fa al contempo bene e male, un po’ come la scrittura, almeno per me: scrivere mi fa bene, mi fa sfogare, mi fa sentire più libera, mi toglie dei pesi almeno per un po’, ma allo stesso tempo siccome nelle mie storie c’è ,olto di me, scrivere di certe cose mi fa anche male. Eppure lo faccio, lo faccio perché senza scrivere mi sentirei morta dentro. È questo che Elsa prova, mi pare di aver capito.
Altra domanda: la tempesta di neve che hai descritto è simile a quell del film di “Frozen” quando si sentono tutti quei rumori mentre lei canta “Let It Go”, o "All'alba sorgerò" che dir si voglia?
“Non sapeva che qualcuno, da lontano, la stava guardando.”
Oddio, e chi è questo o questa, adesso? Elsa non aveva già abbastanza problemi?
E ovviamente tu cambi punto di vista e mi fai rimanere con l’ansia e la curiosità, ma soprattutto con l’ansia. Ti odio XD. No, scherzo, lo sai che ti voglio bene!
La battuta di Quentin sull’emozione di riprendere le lezioni mi ha fatta sorridere. Per capire: quanti giorni sono passati da quando si sono fatti male? E come stanno i due? Lo so, in questo capitolo ti sto riempiendo di domande, spero che rispondere non ti porti via troppo tempo.
Hai scritto “Qualcuno ha fato” e non “fatto”.
Hai anche scritto “c’è rischio” dimenticando la parola “il”.
“«E la ragazza, Elsa?»
«È fuggita nella foresta.»
«Che dobbiamo fare al riguardo?»
«Andare a prenderla» fece Merman, deciso. «C’è rischio che qualcuno l’abbia vista. Qualcuno che non dovrebbe mai e poi mai avvicinarsi a lei.»
Per un momento la Fairy non disse nulla. Quentin riusciva quasi ad immaginarsi la sua espressione preoccupata, smarrita.”
Santo Dio sì, sì, andate a prenderla! Anzi no, correte a prenderla! Se le è successo qualcosa, io… Ci credi se ti dico che ho un groppo in gola in questo momento? Non potrei sopportarlo se le succedesse qualcosa di brutto. E se Pitch Black la catturasse e… non so, le facesse del male o le manipolasse la mente per portarla dalla sua parte? E se lei si opponesse e lui la uccidesse? Sto immaginando scenari orribili, te lo giuro.
“«No, Merida. Siamo diventati amici ultimamente, ma questo non significa che io debba buttarmi a capofitto con te in tutto quello che vorresti fare. E poi non sarebbe male se ogni tanto tu fossi un po’ più... prudente, ecco.»
«Proprio perché sei un mio amico dovresti mostrarmi solidarietà, sai?» fece lei. «E io, invece, penso che ogni tanto non ti farebbe male un po’ di avventura.»
Quella frase fece zittire Quentin, che si limitò a guardarla.
E dopo ci fu il colpo di grazia.
«Esmeralda sarebbe fiera di te, se tu accettassi di fare una cosa simile. Si unirebbe anche lei... se solo potesse.»”
Io starei nel mezzo in questa situaione: Anna è mia amica (considero tutti i personaggi di questa storia miei amici, o almeno quelli che mi piacciono), ed è ovvio che se un amico è in difficoltà o in pericolo, se si può si cerca di fare di tutto per aiutarlo. Ma in questo caso è necessaria prudenza, Quentin ha ragione. Merida dice di conoscere i pericoli ai quali andranno incontro, ma secondo me sono più grandi di loro e in realtà ne hanno solo una vaga idea.
Quentin ha fatto bene a frenare un po' Merida, comunque, o perlomeno a farla ragionare. Comunque hanno deciso di farlo, e sono preoccupata.
La determinazione di Merida mi ha colpita.
Altra domanda (ti prego, ricordatele e rispondi a tutte se ce la fai!): quali sono i riferimenti al film originale di cui parli nelle note autrice? La barriera di ghiaccio e quello che fa Elsa o ce ne sono altri?
Non so cosa succederà, ma so he *voce minacciosa* se fai succedere qualcosa di orribile ad Elsa, o se la fai morire, ti uccido! *Risata malefica* Scherzo, ovvio, come dicevo prima in ti voglio bene, e l'autrice sei tu, quindi fai tu le tue scelte. Ma, parlando seriamente, ho paura che qualcuno perderà la vita, in tutta questa faccenda. E che soffrirò per questo e piangerò. Tanto.
Inutile dirlo, ma ho adorato questo capitolo e l'ho divorato dalla prima all'ultima parola. Mi sono dovuta interrompere perché ho avuto una mattinata intensa ed ero stanca, e ho ripreso stasera, ma non ho fatto altro che pensare alla tua storia. E, insomma, mi sento molto coinvolta da tutto quello che succede. Brava!
Giulia |