Ho visto che non hai risposto a nessuna delle recensioni sotto la mia, il che è una cosa che generalmente odio. Se vedo un autore che non risponde alle recensioni, non recensisco, punto. Ma questo è un caso a sé, perché la tua storia è di una meraviglia tale che mi sento in dovere di commentarla al meglio che posso, inserendola poi tra le mie preferite quando avrò finito, perché lo merita pienamente.
Comunque mi presento, sono Blue Eich e la tua storia mi ha causato un'angoscia tremenda, ma d'altronde avevi avvertito all'inizio, quindi non posso lamentarmi.
Mi piace innanzitutto la realtà che hai trattato, di un N malato e totalmente indifeso come un bambino, usando moltissimi paragoni che non avevo mai sentito prima e trovo davvero efficaci – come quello delle caramelle, o la descrizione dell'infermiera ai suoi occhi, tante piccolezze che hanno reso la lettura un piacere, una scoperta. Ti assicuro che non mi capita spesso di essere totalmente catturata da qualcosa che leggo al punto di non guardare più la lunghezza della pagina e proseguire soltanto.
Come dicevo, hai reso bene l'apatia di N nei confronti del mondo esterno, ma anche il suo costante bisogno di sostegno, che si condiscono ai sentimenti negativi e di sopportazione che cova Mei, cercando di essere forte per lui, perché ha promesso di amarlo. Il che, a mio parere, è meraviglioso. Mei è giovane e frustrata per la realtà che si trova a vivere, ma è comprensibile che ciò che faccia più male è appunto che N, la persona a cui dedica ogni suo momento, dia più importanza a qualcuno che lo ha ferito piuttosto che a lei che lo cura amorevolmente. Un'ingiustizia a cui può solo stare zitta e sopportare, per il suo bene.
Trovo che tu abbia fatto bene poi a dare un nome – che mi fa pensare alle storie disagio sugli One Direction, ma questo è un altro discorso – e una caratterizzazione all'infermiera, che nella storia svolge un po' il ruolo di mamma e di sostegno per Mei.
Ammetto che mi ha stupito che il motivo di tutto fosse una gravidanza. Non me lo aspettavo proprio, ma questo dà un senso a tutto. Quando si parlava di uccidere una persona, inizialmente pensavo si trattasse di qualcuno caro a N. Personalmente nemmeno io approvo la scelta di Touko e complimenti, perché bisogna essere bravi scrittori per scrivere di qualcosa che non si approva – come argomenti importanti di questo genere, intendo. Io, che amo i bambini con tutta me stessa, ad esempio non sarei riuscita a scrivere qualcosa di così crudo, mantenendo Touko così fredda sull'argomento. E posso capire a pieno la sofferenza e il rifiuto di N, perché anch'io se avrò un figlio avrò prima di tutto il desiderio di trattarlo come nessuno ha mai trattato me. Trovo che sia molto IC per il suo carattere calcolando il suo passato complesso, su Touko non ti so dire, perché è un personaggio interpretabile in diversi modi e qui l'ho sentita molto fredda
Il paragone della lama lo trovo calzato a pennello e molto evocativo, così come il gesto solenne di N di alzarsi dopo tanto tempo solo perché lei è riuscita ad aprirgli gli occhi.
Era prevedibile che avrebbe abbandonato Mei senza esitare, ma mi fa storcere un po' il naso che abbia perdonato Touko subito, considerandola come un faro in mezzo al buio. A proposito, anche il pezzo dove Mei si accorge dell'essere speciale di Touko l'ho trovato davvero bello, anche perché non avevo mai pensato si potesse descrivere un colore di capelli simili come bucce di castagne – la mia mente poco fantasiosa, ahimè, si è sempre fermata alle banalissime sfumature di cioccolato.
La mia parte preferita, comunque, è la seconda, dove ho colto più dolcezza che nelle altre - e forse un pizzico di amarezza, anche.
Si vede che nonostante il poco tempo l'hai scritta con cura perché non c'è neanche una minuscola imperfezione, a parte alcuni dialoghi dove al posto tuo avrei messo il punto dentro le virgolette – ma ho capito che non è il tuo stile.
Un doloroso miscuglio di angoscia, malinconia e disperazione, che però mi è piaciuto da morire, altrimenti non sarei qui a recensirlo. Perché, tra tante Ferris che ho letto, questa mi rimarrà sempre impressa per la sua originalità e per gli argomenti che tratta. Un piccolo capolavoro.
A proposito di originalità: leggendo la spiegazione finale – che tra parentesi secondo me non era necessaria, perché almeno io avevo capito tutto leggendo man mano, è chiarissimo – ho trovato davvero geniale l'uso di Hope. Come ho accennato prima, credendo si trattasse di un nome a caso e all'inizio non mi piaceva, ma trovo che secondo il tuo ragionamento abbia perfettamente senso.
Mi dispiace che probabilmente a questa recensione non risponderai e forse nemmeno la leggerai, ma la vita è cattiva, si sa.
Alla prossima!
-H.H.-♥ |