Ciao carissima,
questo capitolo è particolarmente bello, secondo me, soprattutto nella sua prima parte.
Le riflessioni che fai sul dovere e sulla vita mi sono piaciute molto.
Dareg ancora una volta deve confrontarsi con le sue debolezze per superarle. Non l'aveva mai fatto prima, ma adesso si trova in una situazione in cui non può scegliere e il destino, in tutta la sua ineluttabilità, lo mette di fronte proprio a quello che lui teme di più, ovvero non la morte la la vita, e le responsabilità che essa si porta dietro, nascoste nelle scelte che dobbiamo afre tutti i giorni.
Molto bello anche il pezzo in cui il guaritore ricorda a Dareg che non ha il diritto di piangere Madon da solo, che il suo dovere è rappresentare anche in quel frangente un punto di riferimento per i suoi uomini.
Comandare, alla fine, significa proprio questo: abbandonare il proprio egoismo e le proprie velleità per perseguire quelle di altri.
Conoscere chi si ha ai propri ordini, sapere di cosa ha bisogno, pensare alle sue necesità prima che alle proprie. Bisogna impararlo e non è facile, soprattutto se si ha un carattere come quello di Dareg.
Complimenti, una bellissima lettura! |