Carissimo,
eccomi qui per lo scambio recensioni.
Procederò come annunciato: stile, trama, trattamento, fermo restando che, per le due ultime voci, non ho al momento molto da dire, essendo questo un capitolo introduttivo.
STILE
Ci sono alcune cose che, secondo me, necessitano ancora un po’ di ricerca stilistica.
A parte qualche piccola ripetizione, comunque non significativa (“sembrava...sembrava”; “messaggio...messaggio”), vedo che hai una predilezione per l’asindeto, ossia, una serie di coordinate divise dall’uso della virgola.
Sebbene una prosa piana e con poche involuzioni sia spesso la cosa migliore, in alcuni punti ho sentito la mancanza di doppi punti e punti e virgola, ossia, di una punteggiatura più variegata, che potesse anche dare maggior rilevanza alle frasi tramite la creazione di pause significative.
Un esempio pratico è quello costituito dalla frase “Una leggera brezza faceva muovere le vele della nave in un ritmico gonfiarsi e sgonfiarsi, era una tranquilla sera di fine maggio (...)”: porre una pausa più forte di una virgola fra “gonfiarsi” ed “era” avrebbe creato un effetto di attesa, di sospensione, che avrebbe valorizzato maggiormente la bellezza dell’immagine che hai usato, quella del moto della vela.
Non è il solo caso del genere che ho riscontrato, ma credo sia un esempio valido: il tuo stile guadagnerebbe molto, perché la descrizione è buona, ma la punteggiatura non la valorizza come meriterebbe.
I dialoghi sono abbastanza naturali, specie lo scambio fra Voldemort e Doflamingo, che funziona bene e termina al punto giusto per invogliare il lettore a proseguire la sua lettura.
Anche i dialoghi fra Silente e la McGranitt sono efficaci, e vedo che la descrizione, nella parte relativa al loro scambio, si fa via via sempre più scorrevole.
La valutazione generale è, quindi, positiva, tolto un mio personale appunto, che però ti prego di prendere con grande relatività, perché ognuno ha il suo stile ed è bene che lo sviluppi autonomamente.
Personalmente, però, sebbene apprezzi le spiegazioni che dai, tendo a preferire quando il narratore non spiega tutto subito ma semina qua e là, attraverso i dialoghi, o attraverso testi interpolati (come quello che usi citando Cornelius Caramel) degli indizi progressivamente più chiari sull’ambientazione.
In parole povere, solitamente tendo ad apprezzare di meno un narratore onnisciente e che si fa sentire spesso: ma questo è, come ripeto, un mio personale gusto, quindi puoi anche accantonare la mia osservazione e continuare per la tua strada nel caso che ti fossi già posto il problema su che tipo di narratore vuoi usare.
TRAMA, INTRECCIO, TRATTAMENTO
Come ti ho detto, per chi è agli inizi della lettura e non consce il mondo di Kindom Hearts è difficile valutare approfonditamente la trama; certamente, vedere personaggi così diversi che collaborano è insolito ed interessante, così come è interessante la tematica del viaggio fra i mondi.
Sono certa che, più in là, sarà stimolante vedere come personaggi così diversi (e che possono anche differire molto per atteggiamento e modo di vedere l’altro) interagiranno.
Sulla trama non mi pronuncio per le ragioni sopraddette; ho apprezzato la costruzione dell’intreccio a incastri, con diverse scene e salti spazio-temporali, che trovo sempre un’eccellente stratagemma narrativo per rendere la lettura più mossa, variegata e piacevole.
Ho apprezzato anche il fatto che, approdando in un mondo diverso dal proprio, si percepisca l’alterità del nuovo ambiente come una persona vera percepirebbe la differenza fra sé e un fondale disegnato; l’effetto straniante mi ha ricordato tantissimo l’episodio di Mary Poppin in cui Mary, i ragazzi e lo spazzacamino entrano nei quadri disegnati sul marciapiede un pezzo del film che da piccola adoravo e che mi ha fatto tante volte desiderare di poter entrare davvero dentro a un quadro o un’illustrazione.
Sul trattamento, come detto, è presto per parlare: mi sembra, però, che i personaggi che conosco siano abbastanza “in character”. Una breve ricerca su Doflamingo mi ha lasciato l’impressione che sia o un prestito da One Piece, o un tuo OC che lo omaggia nel nome, e in ambo i casi non lo conosco tanto da poter giudicare.
Ho appezzato, però, che tu abbia saputo renderne alcuni tratti caratteriali attraverso i suoi gesti, come il rialzarsi prontamente dalla posizione in ginocchio, o l’astuzia di comprendere che l’avversario, Voldemort, è interessato a lui e che potrebbe per questo non ucciderlo.
Per ora è tutto, credo.
A rileggerci,
Noruard. |