Ciao!
finalmente il secondo capitolo...lo aspettavo con ansia.
Il mio desiderio di sapere cosa è successo in quei sei anni in cui Dean e Castiel sono stati separati, è stato in parte accontentato da questo aggiornamento, anch'esso caratterizzato da questo parallelismo tra presente e passato.
Nel presente vediamo Dean e Castiel finalmente liberi di amarsi, senza costrizioni e senza doversi nascondere. Emblematico, in questo senso, il gesto di Dean che sfiora la guancia dell'altro con la punta del naso. Un gesto che racchiude un livello di intimità significativo e che di certo non si applica ad un semplice rapporto sessuale senza conseguenze. Quanto successo in quella stanza getta le basi per un nuovo inizio: "Al motel non parlavamo per niente" "Credo che il sesso ci abbia aiutato. Ci siamo sbloccati". E' come riprendere da dove tutto si era interrotto, senza curarsi del tempo trascorso. Ma sarà veramente così? O invece quei sei anni peseranno come zavorre, rendendo la ripresa più difficile? E tutto sta in quei "E' tutta colpa mia. Io sarei dovuto essere con te fin dall'inizio" , "Non eri pronto" , "Eravamo in due situazioni totalmente diverse" , "Ammetto di averti odiato, all'inizio" , "E ho pensato che un uomo che ama la fidanzata non bacia un altro il giorno di nozze" , "Ma sono sei anni, Cas. Sono troppi" , "Ora sei qui...possiamo riprovarci" , "Se solo ci fossimo incontrati qualche anno prima".
Ho sofferto particolarmente quando ci si sofferma sulla descrizione del monolocale in cui vive Castiel. Mi sembrava di essere lì e di guardarmi intorno, e di vedere solo desolazione e tanta solitudine, e più andavo avanti, più la consapevolezza di cosa avesse passato quell'uomo mi stringeva il cuore e mi faceva ripetere: non è giusto. Non è giusto che un uomo del suo calibro e della sua posizione sia finito a lavorare in un negozio ("Alcuni abiti eleganti che non aveva avuto più occasione di usare da tanti anni"), non è giusto che il primo mese abbia dormito sul luogo di lavoro...
Lo scorcio di passato che ci hai mostrato è stato un duro colpo. E non solo per Castiel. In realtà mi sono trovata nella difficile situazione di non sapere per chi parteggiare, e di provare per Meg e Castiel dei sentimenti contrastanti.
Le condizioni di divorzio che ha dovuto affrontare Castiel sono pesanti, in alcuni punti addirittura eccessive, quasi punitive. Certo, l'aggravante omosessuale è prevista dalla legge, ma mi chiedo in che modo l'essere omosessuale possa ritenersi un'aggravante. Il tradimento è tradimento, a mio parere: un rapporto al di fuori del vincolo di legame tra due persone (sposate o no) è grave, indipendentemente da chi sia la persona con cui si effettua il tradimento stesso.
Allo stesso modo, però, riconosco lo sbaglio di Castiel (il tradimento), uno sbaglio che deve essere tenuto in grande considerazione nell'ambito di una separazione.
Le ragioni alle quali Meg si è aggrappata sono valide, non posso fare l'ipocrita su questo. In fondo lei è la parte lesa, e mi è piaciuto questo sottolineare come lei si sia sentita, e che il suo amore e la sua fiducia nei confronti del marito siano stati in qualche modo calpestati. E questo stato d'animo della donna è ben rappresentato dal fatto che abbia voluto incontrare Castiel lontano da casa, in un anonimo locale, o dal fatto che lei mascheri gli occhi (che sono lo specchio dell'anima, o almeno così dicono) dietro un paio di lenti scure. Certo, immagino che l'aggravante omosessuale sia stata una mossa dell'avvocato per far ottenere un cospicuo risarcimento alla sua cliente, visto che lei stessa ammette di aver probabilmente avuto approcci del secondo tipo, diciamo, ai tempi del college.
Contemporaneamente però nutro un po' di avversione per Meg, per questo suo aver infierito in maniera pesante su Castiel, portandogli via tutto ciò che possedeva. Sempre in Meg ho trovato invece molto piacevole questa specie di empatia che fa capolino in alcuni momenti dell'incontro con il marito per sigillare le pratiche di divorzio. I dettagli che lei nota, come il dolore dell'altro nel muoversi, il suo abbigliamento informale, il volto spento, il sollievo nel bere della semplice acqua...tutto questo lei lo considera un segno di debolezza da parte sua, di cedimento, che non dovrebbe avere. Io, invece, lo considero semplicemente "essere umani".
Alla prossima
Sara (Recensione modificata il 19/08/2016 - 03:26 pm) |