Eccomi qui, finalmente a scriverti di questa stupenda storia.
Ci ho messo una vita, per tanti motivi che sai, ma anche perché non sapevo decidermi su come recensirti: se fare un commento capitolo per capitolo o se scriverti qualcosa di riassuntivo alla fine, che provasse a collegare un po' tutto quanto quello che penso e che ho provato. Alla fine ho optato per una sola recensione, perché mi sembrava più sensato e più in linea con come ho vissuto e letto la storia, ossia sparandomela tutta d'un fiato.
Innanzitutto ti scrivo la cosa più banale del mondo, che però tanto banale non è: mi è piaciuta tantissimo. Non è banale, perché rendere una storia piacevole da leggere non è una cosa che sanno fare tutti e tu dosi sapientemente la leggerezza e il dramma, intrecciando e dipanando un filo che si srotola velocemente e senza fatica. In questo, pur con le enormi differenze, mi ricordi Banana Yoshimoto, con la sua leggerezza profondissima: è un cammino che hai iniziato tante fic fa e adesso credo proprio che tu abbia raggiunto la tua piena cifra stilistica.
Non si sente per nulla il periodo di pausa che hai avuto sulla scrittura: anzi, mi sembra che tu ne sia venuta fuori più forte di prima, con le idee più chiare, con una maggiore maturità. Questa fic ha una trama molto semplice, eppure ha una struttura incredibilmente solida, data dalla scrittura perfettamente adatta all'argomento e dai personaggi meravigliosi che hai saputo tracciare: Genzo e Yukari sono figure complesse e vive, che si stagliano imponenti su tutto. Mi è piaciuto molto che tu abbia alternato i punti di vista, come in un contrappunto continuo, un duetto, una conversazione muta, che ha preso per mano il lettore e gli ha impedito di prendere le parti dell'uno o dell'altro, permettendogli di capire.
La storia d'amore è lenta nel suo costruirsi, l'innamoramento, invece, è rapidissimo e questa scelta io l'ho trovata molto acuta: rende benissimo l'idea di come sia facile provare emozioni e sentimenti, mentre dall'altro lato i rapporti sono una giungla di rovi, un lavorio sotterraneo e costante come quello del mare che consuma la riva. Bisogna faticare per mantenerli, per comprendersi, per non ferirsi, per starsi accanto senza che questo diventi un atto aggressivo. Eppure perdersi e lasciarsi fa parte del cammino del crescere. Le amicizie strette andate durante il cammino ce lo ricordano sempre.
Ho amato anche i personaggi secondari: Sanae, il capitano, Taro e così via. Dai tuoi lavori emerge sempre una chiarezza totale nei loro caratteri: pur avendo molte caratteristiche in comune con quelli del manga sono assolutamente personali, sono tuoi personaggi che mantengono una loro certa individualità e coerenza, lavoro dopo lavoro. Mi fa pensare che in qualche modo ognuno di loro per te è simbolo di qualcosa, una figura connessa a certi tipi di rappresentazioni interne, quasi archetipica quindi, e questo mi aiuta nella loro lettura (conoscere interamente il tuo lavoro su loro), perché quando compare Sanae, ad esempio, penso sempre che tu stia riflettendo su qualche particolare aspetto della vita, che lei incarna.
Sante spesso per te è la maschera di perfezione che si incrina, un centro gravitazionale di rapporti, giudizi e pensieri che sembra non conoscere mai la disperazione fino a che un giorno, per caso, non la conosce.
Tsubasa invece è l'uomo concreto e di poche parole, ma talmente connesso con se stesso, con il corpo, con le proprie emozioni, da avere la più acuta forma di sensibilità che riesco ad immaginare. Non ha i baratri di Genzo e forse per questo Genzo è più affascinante.
Anche in questa fic Sanae e Yukari partono da punti opposti: una sembra avere tutto, l'altra niente, una sembra averle indovinate tutte, l'altra sembra vagare senza meta, ma come sempre piano piano nel cammino diventano più simili di quello che all'inizio potesse sembrare. Ognuna sta percorrendo la sua strada ed ognuna inevitabilmente conosce dolori e fallimenti. Di Yukari, lo sai, amo da morire l'incapacità di nascondersi, di non fingere più forza o più chiarezza di quanta non ne abbia. Ci vuole molto più fegato a far così che a nascondersi dietro una patina di perfezione, come talvolta mi sembra faccia Sanae.
Il racconto di formazione è un tuo "topos", in qualche modo. Il passaggio dall'adolescenza all'età adulta, quella zona grigia del giovane adulto che sempre più si dilata e che offre infinite possibilità narrative. I tuoi personaggi sono creature in bilico, persone vive e piene, che si confrontano con il dolore del crescere, con le scelte le decisioni, l'impegno quotidiano e la bruciante sensazione che prende tutti almeno ogni tanto, di aver sbagliato parecchie cose. Però alla fine, a fatica, piano piano la tua Yukari trova la via di stare al mondo nel suo personale modo, al di là degli schemi e delle convenzioni. Ecco, questo ho amato soprattutto del racconto: il fatto che la protagonista alla fine si spoglia metaforicamente davanti a se stessa e ha il coraggio di dire a se stessa: "Questo è quello che voglio davvero", anche se andava contro i piani. E ho amato che tu abbia scelto proprio questa via di rappresentarlo, perché lo rende ancora più vero: sappi che attualmente è una via impopolare. Sarà stata la società in cui viviamo, strangolate in tanti modi, ma oggi come oggi ci si vergogna più a dire di volere i rapporti, che a dire di volere la carriera. Yukari ci riporta con i piedi per terra: al centro, all'essenza, alla bruciante sincerità.
Mi è piaciuta davvero e sono felice che la tua nuova fic sia in realtà il seguito di questa. Ho iniziato a leggerla: presto ti dirò anche di quella. |