Dunque, trovo i pensieri di Hiro come "Tadashi non avrebbe più visto la luce, quindi neanche lui", troppo estremi. Coinvolgente la descrizione dello sguardo tra Hiro e l'uomo con la maschera kabuki, ma non convince l'aver definito i microbot "un muro informe"... O meglio, alcune parti sembrano ampollose, esagerate, come quando un bimbo di cinque anni regala una margherita viene descritto "Il bambino diede il pegno del proprio amore colto delicatamente con tutti i suoi sentimenti in mano per poterlo donare alla sua migliore amica" intendo che risulta forzata come descrizione. Questo è l'unico capitolo fino ad ora che rende faticosa la lettura. Apprezzo che citi chi fa le recensioni.

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