1. Recensione premio per l’Alternative Universe Contest – I edizione valutato in qualità di giudice sostitutivo.
Buonasera,
finalmente sono riuscita a ritagliarmi un po’ di tempo per cominciare ad elargire le recensioni premio, tuttavia di avverto che sotto questo punto di vista sono piuttosto discontinua, ma non temere, presto o tardi, arriveranno tutte.
Ordunque, questi primi capitoli mi sono piaciuti tantissimo e l’avvertimento “tematiche delicate” non ha fatto altro che aumentare la mia curiosità a riguardo. Dato che al momento sono dodici capitoli, ho pensato di suddividere le tre recensioni che ti spettano ogni quattro capitoli ed una volta terminate, ne leggerò sicuramente il continuo.
Uhm… prima di analizzare i capitoli, vorrei farti notare alcune sviste grammaticali — non intendo offenderti in alcun modo e se notasti un comportamento da maestrina, me ne scuso e ti assicuro che non era nelle mie intenzioni:
• C’era chi li chiamava automi, chi macchine, chi esseri insensibili, ma loro non erano state così. → In questo caso ritengo sia più opportuno dire “c’era chi le chiamava […]” in quanto i termini a seguire sono riferiti alle protagoniste della storia.
• La privò della sua infanzia, della sua fanciullezza, prendendosi la sua purezza per poi gettarla come una bambola di pezza che non serve (serviva) più.
• Era di una bellezza rara, una bellezza che si incontra (incontrava) poche volte nella vita.
• L’Australia è sempre stato un continente lontano, quasi una meta irraggiungibile, piena di mistero. → In questo caso ritengo sia più adeguato coniugare il verbo essere all’imperfetto (era) piuttosto che al presente. Qualora volessi mantenere il verbo al presente, potresti formulare la frase nel seguente modo: L’Australia è sempre stato un continente lontano, quasi una meta irraggiungibile, piena di mistero, dicevano in molti.
• Nessuno conosce (conosceva) il suo passato, nemmeno la suora che la prese con sé e l’allevò all’orfanatrofio di Adelaide.
• Chi perché dimenticato dai propri genitori, chi orfani (orfano) e con parenti che non si sarebbero mai presi cura di loro.
• Tutti i pensieri si infransero nel momento esatto in cui venne spinta un po’ più giù, mentre qualcuno le levo (levò) i vestiti inferiori e la prese con forza.
Dire che sono sconvolta, è dire poco. Sono arci-super-mega-iper-troppissimamente-troppo sconvolta, in senso positivo, d’intende. Alla faccia delle tematiche delicate, miseriaccia. Non pensavo di trovarmi dinnanzi a qualcosa di così sconvolgente, insomma, immaginavo qualcosa di più soft.
Temari, povera piccola. Additata da tutti come un demonio, figlia di una madre che ha giaciuto con un demone perché fisionomicamente diversa dalle altre persone, bambina in costante rapporto con i pregiudizi, maltrattata da tutti e non amata da chi avrebbe dovuto amarla, perdinci, è tua figlia e tu la vendi non appena ne hai l’opportunità al miglior offerente? È una persona, una bambina che non ha colpe, non un oggetto da gettare via. E come se il dolore che ha vissuto nei suoi nove anni non fosse già tanto, viene violentata, costretta al silenzio e per finire subisce anche un trattamento per l’infibulazione. Quest’ultimo elemento mi ha fermato il cuore per non pochi secondi, è stato difficile continuare con la lettura perché comunque si sta parlando di amputare gli organi genitali, o comunque di ricucire assieme i lembi di pelle per ripristinare la purezza, che in questo caso è stata tolta da un… un… guarda, non trovo nemmeno le parole più adatte per esprimermi. Ed i medici sono stati proprio dei codardi, cavolo, quando si presta giuramento si tenta di salvare la vita della persona, non la si ripone in un tappeto e la si butta nel deserto. Non riesco nemmeno ad immaginare le infezioni e le varie complicanze a cui potrebbe andare incontro Temari — pardon, deformazione professionale di una, si spera, futura infermiera.
Ino, invece, è stata quella che mi ha colpita maggiormente dal punto di vista psicologico, forse anche perché mi sono ritrovata in una situazione simile alla sua. È odioso quando le persone, normali persone, ragazze volubili con un corpo sano, vanno incontro a disturbi alimentari per colpa di idioti – perdonami, vorrei usare un altro termine, ma risulterei troppo volgare – che non capiscono che le loro parole fanno male. La gente dovrebbe pensare prima di pensare. Alice la odio a prescindere, potrebbe anche rivelarsi una ragazza ricattata, ma quello che ha fatto alla Yamanaka è veramente orribile; non solo la fa sentire inferiore, la induce ad intraprendere una brutta strada, no, non le basta questo, deve persino portarla dal tatuatore per farle fare un tatuaggio, un tatuaggio che la bionda non ha scelto e come finisce? Con lei che porterà la scritta loser sull’inguine per sempre. Psicologicamente parlando non oso nemmeno immaginare cosa questo comporterà nella sua vita sociale, ci sarà sempre quel pezzo d’inchiostro a ricordarle una bruttissima esperienza, non riuscirà ad avvicinarsi ad un ragazzo per paura che scopra il suo passato, ed il suo fisico è stato completamente trasformato per colpa di una ragazzina invidiosa e dell’amico più stupido dell’amica. Parole come grassona colpiscono sempre e, se come nel caso di Ino, la ragazza è vulnerabile attuerà determinati comportamenti per dimagrire, anche quando il suo peso è quello ideale per una ragazza della sua età; avere delle forme pronunciate non significa avere qualcosa che non va nel proprio aspetto fisico e questo, quando si entra nel circolo, diviene difficile da credere, anche perché le sensazioni provate non si dimenticano mai ed il dubbio che tu sia fuori forma continuerà a tormentarti.
Ed infine c’è Tenten. Mammamia, bullizzata e violentata. Come può il genere umano attuare determinati comportamenti? Ma si rende conto che quello che compie poi si ritorcerà per sempre sulla vita della vittima, la quale se lo ricorderà per sempre? Mammamia, non ho parole, veramente. Quando dal bullismo si giunge alla violenza vera e propria, intesa come quella sessuale, è una cosa orribile. Non basta loro umiliarla tutti i giorni, picchiarla e chiederle di farle copiare i compiti? No, dovevano umiliarla in tutti e modi e hanno attuato questa imboscata. Se mi fossi trovata nei panni di Tenten avrei pensato al suicidio persino io e, la cosa mi fa paura, forse ci avrei pensato già molto prima — yep, non sono proprio una persona forte, mettiamola così.
È stato sconvolgente leggere questi capitoli ed è stato sconvolgente anche l’impatto psicologico che hai creato non solo con i termini, ma anche con il quadro generale, è stato possibile non solo vivere l’orrore delle ragazze, ma anche visionare vividamente le scene.
Per il momento ti saluto,
Himeko |