Recensioni per
Dopoguerra 2: I° reggimento I.D.G.
di Uptrand

Questa storia ha ottenuto 81 recensioni.
Positive : 79
Neutre o critiche: 2 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
15/03/18, ore 12:39
Cap. 1:

Eccomi qua per lo scambio a catena.
Come ti dicevo, non conosco il fandom, quindi ho provato a leggere questo racconto facendo finta che fosse un originale. Ho scelto proprio questa storia perché era una delle ultime pubblicate (quindi immagino la più vicina al tuo stile attuale) e perché l'introduzione la descriveva come una raccolta di one-shot. Ora, per one-shot si intende "racconto auto-conclusivo", che si regge in piedi da solo, che ha un inizio e una fine. Purtroppo non è quello che ho avvertito leggendo questo primo capitolo.
Mi spiego, è tutto molto interessante: i personaggi che compongono il I Reggimento (a proposito, attenzione, i numeri romani non vogliono il simbolo °: o scrivi I Reggimento, o scrivi 1° Reggimento, non un mix dei due), la loro filosofia di vita (il discorso sulla pigrizia, il fatto che vengano scelti proprio per la loro scarsa voglia di combattere... mi ha fatto sorridere in positivo, è una bella trovata), la missione sul pianeta Sarait, la tratta dei bambini... E' come se tu avessi disposto sul tavolo gli ingredienti per preparare una torta buonissima, facendomi venire l'acquolina in bocca, ma li avessi lasciati lì, senza cominciare effettivamente a cucinare. Questa shot, più che un racconto auto-conclusivo, mi sembra il capitolo introduttivo di una long. Sia chiaro, può essere che tu abbia proseguito la storia della tratta dei bambini nei capitoli successivi, ma l'introduzione parla di "Raccolta di oneshot", non di una long.
A prescindere da ciò, in ogni caso, la parte della missione, secondo me, da lettrice esterna, tenendo presente che tra i generi da te scelti per descrivere la raccolta ci sono "azione" e "avventura", dovrebbe essere quella centrale, quella più corposa. Invece l'ho trovata molto sbrigativa (ci fai vedere solo la parte conclusiva) e poco descrittiva (non ci mostri scene di battaglie vere e proprie, ti limiti a riferire rapidamente quello che è successo). Anche perché, è mostrando il personaggio in azione che egli (o lei) si rivela davvero per quello che è. Mi riferisco in particolare a Sioux. Immagino che su di lei avessi in mente un determinato percorso: lei si crede pigra e inadatta al lavoro per il quale è stata scelta, soffre di tutta una serie di insicurezze che spieghi molto bene; alla fine della missione il comandante le dice "Sapevo che saresti stata adatta a questo ruolo", come a voler smentire e dissipare una volta per tutte i dubbi di Sioux. Ecco, il problema è che se tu non ci mostri la battaglia, questa cosa non traspare da sola. Il lettore deve evincerlo da quello che succede, da come si comporta il personaggio in azione, non da un frase detta en passant da un altro personaggio. E' la stessa differenza che c'è tra guardare un film con i propri occhi e farsi raccontare la trama del film da qualcun altro. Spero che l'esempio sia chiaro.
Spero anche che questo mio commento non ti butti giù, perché il mio intento era lasciarti un commento spassionato che potesse esserti di aiuto. Le basi per una buona storia ci sono tutte. Anche perché è chiaro che ti piace scrivere, descrivere, inserire dettagli fisici (attenzione, inserire l'altezza di un personaggio, soprattutto se indicata in cifre come fai tu, non è molto elegante, non è neanche narrativamente necessario), creare e caratterizzare i personaggi - che tra l'altro mi sono piaciuti tutti, perché ognuno di loro è particolare, originale, mai scontato. Quindi mi auguro che i miei consigli ti possano essere utili, in modo che tu possa esaltare i tuoi punti di forza e limare le spigolature.
A presto!
(Recensione modificata il 15/03/2018 - 12:57 pm)

Recensore Master

Eccoci qui.
Ho letto questa storia, come da te consigliato, e, se posso essere sincera, non conosco nulla di nulla dell’ambientazione. Non ho mai sentito parlare di questo videogioco, così l’ho considerata come fosse una storia originale e mi sono buttata.
Devo dire che Isabella è il personaggio che più coccoli. Lei è il faro di questa storia, lei è il personaggio che più ti sei divertito a creare, a sviscerare, a delineare più di tutti gli altri. Altri che si muovono attorno ad Isabella come se fosse un sole, e loro tanti piccoli pianeti (o satelliti, se vuoi).
La storia esplora la presa di coscienza di un androide (mi scuso se la scelta dei termini non è appropriata, ma credo che i phantom possano essere assimilabili agli androidi o ad un qualche tipo di essere umano potenziato) e la scoperta del variegato mondo delle emozioni e delle relazioni umane.
Fatte le debite proporzioni, mi ha ricordato DATA di Star Trek The Next Generation, un androide che, cercando di capire gli uomini, ha finito per essere umano pur restando di silicio.
È una storia molto lunga!
Ho avuto modo di leggerla ieri pomeriggio, attendendo che una persona che avevo accompagnato in ospedale finisse la sua terapia, e mi ha fatto compagnia, un buon modo per ammazzare il tempo. Non spaventarti, io sono una persona logorroica e mi piacciono i capitoli corposi. Tuttavia, visto che il capitolo è così corposo e così sfaccettato (pieno di ellissi – Iddio le benedica – e di momenti che si vanno ad incastrare uno dopo l'altro), mentre leggevo mi si è formata in testa l’idea che forse, dico forse, questa storia potrebbe avere sufficiente forza da camminare colle sue proprie gambe ed uscire, in un certo senso dalla raccolta.
Vedilo come un suggerimento, ché alla fine solo chi scrive sa cosa ficcare dentro ad una raccolta e cosa mandare avanti sulle proprie zampette; trovo, però, che al punto in cui sei arrivato, potrebbe esserti più utile il parere di un lettore smaliziato, così mi sono detta che sarebbe stato utile parlartene.
Di solito, le raccolte funzionano come degli zibaldoni, dei diari, delle buste in cui infilare quei frammenti che non trovano posto altrove o che non possono andare avanti da soli. Siccome questa storia a) è molto sfaccettata e b) è molto sviscerata, forse potrebbe andarsene a passeggio da sola. Pensaci.
Quanto ai personaggi, l’unico ben delineato è Isabella. Forse troppo. Non che Steve e Ilary siano abbozzati con l'accetta, sia chiaro! Si vede che nutri per lei un affetto particolare, ed essendo la protagonista della storia ci sta che sia lei il perno della narrazione. Tuttavia, non ti sembra un po’ troppo carica?
Nel senso: è bellissima, letale, un’arma incredibilmente efficace, non si fa remore nell’ammazzare il nemico (anzi è proprio in questo momento che inizia a chiedersi dove cominci la civiltà e cosa contraddistingua la civiltà dall’essere un androide che funziona su base acceso/spento). Controbilanci questi picchi mostrandocela fragile e confusa quando si deve adattare a comprendere i legami e le correlazioni umane; però, lo sbilanciamento è che ad un picco altissimo di qualità (Isabella è bellissima, letalissima, fortissima, tostissima, il top del top di gamma, insomma) non corrisponde altrettanta debolezza. È una questione di tempo e di spazio, non di impressioni che dai al lettore. È più il tempo in cui la voce narrante esalta le qualità di Isabella che quello in cui controbilancia questi aspetti.
Non esiste una formula, siamo tutti d’accordo; tuttavia, specie quando si regala ad un personaggio una serie di caratteristiche così estreme (come sfilare in passerella nonostante le proteste delle famiglie delle vittime del Casinò Putin), occorre avere occhio e far quadrare i conti, altrimenti rischi di creare un personaggio sbilanciato e che i tuoi lettori non afferrino il personaggio nella sua interezza. Se ho poco tempo e spazio per gustarmi il lato impaurito e spaesato di Isabella, non riesco proprio a coglierlo. Sarebbe un peccato, non trovi?
Tieni a mente anche che ribadire un concetto troppe volte rischia di farti sbancare.
Anche qui, è giusto battere su di un tasto specifico, come a ribadire un concetto, ché se all’inizio mi dipingi l’assassina definitiva, poi questo aspetto deve tornare, non può andarsene a ramengo, ne va della coerenza interna del racconto; tuttavia, si batte sul tasto prescelto cum grano salis, altrimenti si corre il serio rischio di suonare ridondanti, dando l’impressione, al proprio lettore, di essere insicuri, di non esser certi che il messaggio sia arrivato. E un lettore che si trova davanti uno scrittore insicuro non è invogliato a proseguire la lettura. Tu insicuro non mi sembri. Sbaglio?
L’unica nota stonata riguarda proprio il casino al Casinò Putin (scusa il bisticcio); capisco perfettamente che si cerchi una scusa per giustificare un massacro, un eccidio. Succede, succede fin troppo spesso. Tuttavia, mi pare poco credibile che il principale imputato di questo massacro possa avere una vita pubblica, possa metterci la faccia, diciamo, e possa fare addirittura da testimonial per una linea di lingerie ed essere il sogno bagnato di uomini e donne. Non perché Isabella non ne abbia le capacità, sia chiaro, ma perché di solito dopo questi fatti si tiene un basso profilo, si cerca di non uscire troppo alla ribalta. Non stiamo parlando delle intemperanze di certi politici nostrani; quando c’è di mezzo un massacro, a cui è stata trovata una giustificazione o no, i responsabili hanno cura di restarsene tranquilli per un po’, evitano di attirare su di sé l’attenzione pubblica. Anche quando sei la seconda persona più ricca dell'Universo. proprio perché sei la seconda persona più ricca dell'Universo.
A meno che non si tratti di una sorta di dittatura di qualche tipo, cosa che non mi pare valga per quest’ambientazione, ma qui alzo le mani, potrei non aver compreso io i parametri stessi in cui si muovono Isabella e soci.
Tuttavia, se si trattasse davvero di una dittatura, non credo che i parenti delle vittime avrebbero potuto chiedere giustizia per i loro cari armandosi di cartelloni e slogan, no?
Come sia, come non sia, mi pare ancor più strano che Steve commenti con un sincero «Che botta di culo!», l’incidente del pulmino dei manifestanti. Non perché quell’incidente non tolga loro di mezzo una patata bollente mica da ridere – ANZI! – quanto perché l’incidente stesso peggiora le cose. Solo poche ore prima i parenti delle vittime hanno alzato un putiferio al centro commerciale, e il giorno dopo il pulmino finisce bruciato in un dirupo con tutti gli occupanti. Possibile che i giornalisti non facciano due più due? Possibile che nessuno ricolleghi le due cose e inizino a circolare voci e ipotesi su Isabella?
Capisco la reazione di Isabella (un predatore non uccide per sport, ma per mangiare e per difendere se stesso e la prole), ma è quella di Steve che trovo sinceramente immatura.
Parlando di cose pratiche, ti consiglierei di rivolgerti ad un beta, così da escludere ogni possibile refuso (gli accenti diacritici che distinguono il pronome dalla congiunzione se, o la particella pronominale li dall’avverbio di luogo ; i numerali alla romana che vanno scritti senza ordinale [I battaglione e non I°]; le concordanze che a volte non tornano o la consecutio che spesso acquista i toni del parlato, con l’imperfetto al posto del più corretto congiuntivo) e di inserire un’interlinea.
L’interlinea serve a dare maggior spazio, maggior respiro al tuo testo. Prendi in considerazione il fatto che sempre più spesso si legge su dei supporti digitali, che siano lo schermo di un computer o quello di un tablet, come ho fatto io ieri pomeriggio, e più spazio dai alle righe del tuo testo, meno ci si affatica la vista. Sono piccole accortezze che aiutano i tuoi lettori ad immergersi meglio nelle tue storie.
Alla prossima!