Recensioni per
Varulven - La moglie dell'alchimista
di TheLastMidnight

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
27/07/18, ore 00:46

Sono molto curioso di leggere i prossimi eventi, buon lavoro e a presto.

Recensore Master

Storia piuttosto interessante, e queste sono due delle mie due favole preferite.

Nuovo recensore

Ciao,
allora: con tutta la buona volontà purtroppo questo capitolo, cominciato con un buon ritmo, ha iniziato a farmi scendere il latte alle ginocchia quasi subito tanto che al punto in cui compare Hilda pregavo affinché tutto finisse in fretta e solo allora ha iniziato a fluire meglio.
Il problema risiede tutto nell’eccesso di sequenze narrative troppo dense, troppo pesanti che già in terza persona risulterebbero decisamente eccessive ma in prima diventano molto simili ad un supplizio (con ciò non intendo che il capitolo faccia schifo, anzi, perciò ho messo la bandierina bianca ma avresti potuto gestirlo diversamente).
Scendendo nei particolari secondo me il problema risiede nella quasi totale assenza di dialoghi, quelli presenti sono molto scarni e di fatto non forniscono dettagli particolarmente significativi alla trama, eccetto la scena a casa Richter; per buona parte del capitolo (più di metà) si accusa un senso di pesantezza che non facilita certo una lettura di per sé monotona trovandoci nella parte introduttiva del mondo di “Varulven”, introduzione necessaria, sicuramente, però ti consiglierei di snellirla nel tuo interesse.
Altro dettaglio fastidioso sono i numerosi nomi citati lungo il capitolo (Padre Abel, Padre Leonhard, Edmund Jäger, Adalicia, Serhilda Schmied Hermann, Zelma Pohl ) personaggi a cui il lettore è incapace di associare un volto non essendo comparsi e rischiano solo di generare confusione perché la protagonista non ha bisogno di rammentare a se stessa di chi si tratti ma chi legge rimane sommerso da una pletora d’informazioni senza filo logico -per esempio la ragione per cui tale Zelma Pohl renda ancora più ostili gli abitanti nei confronti del marito-.
Con ciò non intendo dire che non devi inserirli però si tratta di un classico caso di “Too much information”, dovresti distribuirli meglio in questo o nei prossimi capitoli invece di buttarli a caso come riaffiorano nella mente di Liesel (sì, nella realtà saltiamo da un punto all’altro secondo nostri collegamenti logici ma nel momento in cui metti tutto su carta devi attribuire loro un ordine comprensibile a terzi).
Altro punto su cui vorrei soffermarmi sono le descrizioni: talvolta sono troppo, troppo specifiche.
Di norma mi piacciono specie se riguardano un paesaggio, un abito, un gioiello, ecc. ma attardarsi a descrivere il modo in cui i mercanti sistemano la merce -soprattutto se le protagoniste non guardano né comprano nulla- mi sembra superfluo, così come specificare che la casa dei Richter abbia molti scalini.
Non è rilevante. A mio parere se proprio volevi parlarne avresti potuto far fare un’osservazione alla protagonista in merito a questi, che so...una volta è scivolata dal terzo gradino e da allora evita di passarci sopra, oppure da bambina sembravano un’infinità. Una sciocchezza simile perché ai fini di trama sapere esattamente la planimetria di casa Richter occorre solo ad allungare il brodo.
L’ultima cosa riguarda l’aspetto di Hilda: hai scritto che portava il fondotinta tuttavia a giudicare dalla mentalità da paesino sperduto e dall’ambientazione una fanciulla perbene, una di buona famiglia, non si azzarderebbe mai a truccarsi al contrario sarebbe più logico fosse Fritzi a farlo in quanto prostituta; risulterebbe più coerente se fosse un’insinuazione di Liesel sull’eccessivo rossore di guance e labbra.
Tra l’altro dubito esistesse il termine fondotinta prima del 1900, al massimo belletto e comunque hai parlato di rosa per cui immagino ti volessi riferire al blush.
Infine più che una critica la mia è una perplessità in merito ai capelli agghindati alla moda francese: non avendo specificato l’anno o quantomeno il secolo, e cambiando la moda da un periodo all’altro, non capisco se devo immaginarmi un’impalcatura vertiginosa con piume, fiori e orpelli vari o una semplice cotonatura. Ripeto: questa è una curiosità mia.
...ora, se sei sopravvissuta al mio papiro passerei a cosa mi è piaciuto del capitolo.
Intanto l’inizio perché ti immerge subito nella lettura e il primo flashback è il mio preferito, mi sono piaciuti anche gli altri riferimenti all’infanzia di Liesel ed hanno aiutato a mandar giù la narrazione.
Mi è piaciuto il fatto che la madre di Helene non fosse una santa perché oltre ad evitare il cliché di pia donna passata a miglior vita.
Qui il carattere di Helene inizia ad emergere meglio e mi sembra sia una ragazza buona ai limiti dell’ingenuità, docile e accondiscendente e con la mania di voler restare in buoni rapporti con chiunque (pensiero di per sé utopistico, ci sarà sempre qualcuno a cui stai sul groppone); la scena in cui viene trascinata dentro casa da Hilda mi ha mandata in brodo di giuggiole perché è evidente che o la ragazza trama qualcosa per soffiarle il fidanzato oppure Helene si lascerà influenzare come Meg in Piccole Donne a casa dei Moffat, nel secondo caso direi che i presupposti ci sono tutti visto lo stile di vita dei Richter e l’estrazione sociale della ragazza.
La presentazione di Fritzi mi ha risollevata un po’ dall’annegare nel mare d’informazioni e devo ammettere che è un personaggio di cui mi piacerebbe sentir ancora parlare magari proprio in riferimento ad Albert Edel; invece il riferimento a Baron Samedì l’ho adorato.
Lo scambio di battute fra Liesel e la cameriera è il momento migliore del capitolo perché finalmente abbiamo un’idea più chiara del perché venga ostracizzata dalla gente del villaggio, del perché sua nonna lo sia a sua volta ed offre uno spaccato migliore della quotidianità in cui vive sin da bambina.
Penso di aver detto tutto. Mi auguro di non averti demoralizzata o essere suonata offensiva o pedante.
A presto,
Phoebe

Nuovo recensore
19/03/18, ore 19:33

Ciao,
Mi sono imbattuta nella tua storia per caso e subito la commistione Cappuccetto Rosso-La Bella e la Bestia mi ha attirata.
La tua storia mi incuriosisce e piace molto nonostante non sia una grande fan della narrazione in prima persona perché se da un lato è interessante entrare nella testa di un personaggio seguendo la vicenda con lui dall’altro si rischia di scadere nel ridicolo con descrizioni troppo pompose o con termini che una persona sana di mente non userebbe mai (specie nelle proprie descrizioni, ho letto certi orrori che rasentavano l’autocelebrazione).
Con Liesel questo rischio non si pone tranne forse all’inizio del capitolo un po’ troppo denso in termini di descrizioni ma bisogna pur mostrare a chi legge lo scenario della storia. Liesel pur non spiccando (almeno per ora) per chissà quali pregi non risulta banale o noiosa nonostante ricalchi il cliché della ragazza capace di leggere e scrivere incastrata in un paesino sperduto pieno di bifolchi ma trattandosi di un retelling su La Bella e la Bestia mi sembra il minimo, il contrario probabilmente mi avrebbe delusa.
Non vedo l’ora di scoprire di più sulla famiglia di Liesel, soprattutto su suo padre e su sua nonna che ancora devono entrare in scena. Spendendo due parole su Gudrun devo dire che non riesce a starmi antipatica (questione dei pasti a parte) sarà perché in questo capitolo non mostra chissà quale perfidia nei confronti della figliastra o perché penso sia normale in una condizione come la sua
-povertà, analfabetismo, troppe bocche da sfamare e un marito, mi azzardo ad ipotizzare, incapace di contribuire in casa per via della gamba risultando un peso più che un sostegno- sia normale indurirsi.
Se a ciò si somma la convinzione di essere stata “miracolata”, per così dire, avendo scampato la morte e la sua forte religiosità è naturale che le spigolosità di un carattere non esattamente morbido si accentuino anziché mitigarsi. Potrebbe comportarsi decisamente peggio, mettiamola così.
Su Helene c’è poco da dire. Per adesso sembra una ragazza gentile, pure un po’ (troppo) ingenua ed una buona amica però sono ansiosa di scoprire se rimarrà così oppure subirà un’evoluzione, magari proprio a partire dalle sue nozze dovendo scegliere se restare ferma nel proposito di avere Liesel per damigella oppure deciderà di accontentare il fidanzato e relativi parenti acquisiti.
La figura di Huey m’incuriosisce: non capisco se semplicemente manca di qualche venerdì oppure sta “predicendo” (passami il termine) una sventura che capiterà alla protagonista. Immagino lo scoprirò.
Ciò detto la tua scrittura è molto fluida e il capitolo scorre in fretta verso la fine senza strafalcioni grammaticali (cosa non scontata su efp), riesci a padroneggiare bene uno stile narrativo non facile per i motivi di cui sopra e spargi qua e là piccoli accenni ad altri personaggi che invogliano a sapere di più sulla storia.
Per ultimo voglio azzardare un’ipotesi: considerando che Liesel afferma di aver vissuto le esperienze peggiori della sua vita quando c’era la neve, annoverandovi il suo matrimonio, e che nella trama si menzione un pericoloso compromesso secondo me sarà proprio tale matrimonio.
Magari mi sbaglio ma la buttò lì.
A presto,
Phoebe Moon