Ciao Cristina,
da un po' di tempo volevo leggere questa poesia ma non ne ho mai avuto l'occasione, mi ripromettevo di passare e poi succedeva qualcosa e non ce la facevo. Ora, però, sono qui.
Ancora una volta, noto che le parole che scegli sono molto belle, semplici e per questo ancora più efficaci. Arrivano direttamente al cuore del lettore. O almeno, questo è quanto è successo a me.
"Dalla nebbia spuntano
Le montagne innevate,
sotto un cielo che sta
lentamente tornando azzurro."
In particolare mi ha colpita questa prima parte, probabilmente perché vi ho notato un contrasto: quello tra le montagne innevate, che sembrano ancora addormentate in una specie di sonno dato dall'inverno e dalla nebbia che le avvolge e dalla neve sopra di loro, e il cielo azzurro che invece è come se le volesse svegliare. Non so, magari è una cavolata quella che ho scritto, però questo è il mio pensiero.
"Le nuvole che, candide,"
Qui c'è un errore. Non ci va la maiuscola sulla "l" di "le", perché la frase è già iniziata con "I raggi del sole".
Bella anche quest'immagine del sole che manda via le nuvole invernali, il sole che ricomincia a splendere con maggior forza e dando più calore ad ogni cosa. Io non posso vedere questi piccoli cambiamenti di cui tu ti accorgi, ma penso siano belli. In un certo senso normali visto che accadono ogni anno, ma comunque suggestivi in un certo senso. O sbaglio?
"e già si respira
un soffio di primavera."
Con questi due versi hai invece desritto la primavera che sta per iniziare, per nascere. E' bello perché hai dato sia immagini visive che anche riguardo ad altri sensi (per esempio mi sono immaginata il calore del sole sulla pelle, mi è sembrato proprio di sentirlo).
Questa poesia mi è piaciuta tantissimo, ma non avevo dubbi.
Sei bravissima, hai uno stile semplice e molto scorrevole.
Complimenti e continua così!
Giulia |