Recensioni per
L'altra te
di Nina Ninetta

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
18/09/18, ore 16:34
Cap. 3:

Buon pomeriggio.
Sono troppo scosso... non so da quand'era che non restavo così colpito al cospetto di un racconto...
Complimenti...! E' un testo che... che colpisce, che intriga... che... non so come definirlo!
sono molto emozionato dopo questa lettura e mi hai messo in scacco matto, questa volta xD ^^
A presto :)

Recensore Master
31/05/18, ore 20:45
Cap. 3:

Ciao ^^
Una grande emozione, questa storia. Una grande emozione perché attraverso questo diario non scopriamo una Caterina diversa, meno feroce, meno tagliente, ma la 'vera' e autentica Caterina con i suoi giudizi pesanti, la sua durezza, ma anche il suo lasciarsi andare a un momento d'amore e, infine, la scoperta di un'insospettata sapienza di vita.
Nel leggere soprattutto questo capitolo, mi hai coinvolto ed emozionato. A partire dalla prima rivelazione che apre il capitolo, e poi via via in crescendo. Chiara ha perso una madre difficile, con la quale il rapporto è sempre stato conflittuale, ma in lei non c'è traccia di rancore: c'è piuttosto lo stupore di scoprire accanto a sé la presenza di un padre sino ad allora insospettabile, che si dimostra nei suoi confronti presente in modo delicato e sollecito. La storia ha dunque un lieto fine: prima di morire Caterina riesce finalmente a dire alla figlia il suo amore, seppur solo x il tramite del diario.
Chiara scopre di lei un lato inedito: non la dolcezza in luogo della durezza, ma un disincanto con immune da rimpianti e sotto sotto sì, l'affetto. Un personaggio descritto magistralmente. ... sarai un osso duro al prossimo contest , per il quale ti faccio finta da ora un immenso in bocca al lupo.

Recensore Veterano
06/05/18, ore 11:41
Cap. 3:

La paternità di Chiara è stata davvero una sorpresa.
Io sono favorevole alla poligamia, quindi non considero un difetto un rapporto fuori dal matrimonio, ma il tradimento avviene se lo si tiene nascosto.
Adesso che sono arrivato alla fine trovo molto adatto il titolo vedendo la sorpresa di Chiara al passato della madre.
Il pensiero sul desiderio dei parenti di eutanasia l'ho ritrovato in persone che conosco, pur non avendolo provato personalmente.
Mi è piaciuto molto il finale per la frase di rallentamento degli eventi in contrasto con tutto quello che ha appreso Chiara.
Il giudizio neutro è per i vari errori.
In "mia madre e suo marito non gli abbiano" dovresti usare "le" perché ti riferisci ad Annarita. Quando scrivi "facendomi andare letteralmente a fuoco la parte bassa del ventre", "letteralmente" vuol dire che non è una metafora, quindi va sostituito con "decisamente" o simili per fare in modo che Chiara possa nascere.
In "Nonostante siano state scritte solo le prime pagine il resto dell’agenda è praticamente in bianco." quel "nonostante" andrebbe sostituito con "Dato che".
"Meno del 3% dei pazienti affetti da questo male non supera l’anno di vita". Qui avresti dovuto mettere "supera i tot mesi", perché altrimenti dici che la malattia fa vivere a lungo.
"da'" con l'apostrofo è un imperativo; all'indicativo vuole l'accento.

Recensore Master
27/04/18, ore 18:55
Cap. 3:

Cara Nina, anche questa volta mi hai fatto piangere. È incredibile, ognuna delle tue storie mi fa commuovere, e pensare che non mi succede quasi mai... Chiara, finalmente! Finalmente ha scoperto l'identità del padre, quel Guido, che, nonostante i centomila indizi, mi ha completamente colto alla sprovvista... e poi Caterina, alla fine della sua malattia ha forse riscoperto la sua vera identità, ha ammesso i suoi pesanti errori, ma non è mai riuscita a dire la verità: ha solo lasciato dei diari e una collanina, dei piccoli oggetti che le hanno segnato la vita. L'ultima pagina dell'ultimo diario, una lettera per la figlia, sapendo che, prima o poi, avrebbe letto e l'avrebbe conosciuta davvero, avrebbe conosciuto anche "l'altra lei", quella più recondita. E Chiara, con una forza ereditata dalla madre, ha messo una pietra sul passato e ha deciso di andare avanti, di vivere con la verità nel cuore. E Annamaria, la sciacquetta deficiente... non so, ma me la immagino come la mia prof di italiano ;-)!
Bravissima, bravissima, come sempre. Inutile dire che anche questa perla va nei preferiti e che, ancora una volta, una tua storia mi ha lasciato un messaggio. Alla prossima,
mystery_koopa
(Recensione modificata il 27/04/2018 - 06:55 pm)

Recensore Master
27/04/18, ore 17:00
Cap. 3:

Ciao^^
complimenti per questa storia bellissima. Il percorso del diario della madre è anche un percorso a ritroso, verso quella parte del magistrato che è rimasta umana, emozionale e affettiva. LA parte che non si è indurita e insuperbita, o che non ha avuto reazioni aggressive per mascherare la propria fragilità di fronte all'avanzare della malattia.
In trincea non ci sono atei, si dice, e sicuramente non c'è chi in un letto di ospedale, con davanti la prospettiva di pochi mesi di vita ignobile, mantiene inalterato il suo atteggiamento di freddezza e superbia. La donna fa i conti con se stessa e la sua vita, e finalmente ammette tutto quello che ha sempre pensato della figlia.
Un finale commovente, che restituisce dignità e umanità a una donna che per tutta la storia è apparsa fredda, scostante e concentrata su se stessa.
Ancora complimenti, una storia stupenda, ricca e profonda.

Recensore Master
27/04/18, ore 08:46
Cap. 3:

Ciao :)
E così siamo giunti alla fine di questa breve quanto intensa storia. Lo confesso: sono sorpreso. Mi stavo già immaginando un finale pieno di pathos, invece in questa hai optatp per una chiusura netta, definitiva. Una scelta che mi è piaciuta: ha senso con la morte del magistrato Di Vece, quasi che la storia finisca in concomitanza con le ultime parole verso la figlia. Chiara ha scoperto la verità, ma la sua è un'altra storia, che forse un giorno, volendo, si potrebbe raccontare separatamente. 
È racconto dalle mille facce, che ti spinge a credere a determinati schemi - quelli del primo capitolo - poi stravolti verso la fine. Guido e Annarita non sono quella coppia romantica e felice che sembra, Caterina non è la madre stronza e fredda che appare in un primo momento. Sono persone forti all'apparenza, ma fragili all'interno. Persone che per il frutto di una decisione sbagliata, il rifiuto di Caterina per Guido, sono state condannate a una vita di falsità e segreti, che hanno retto il matrimonio del secondo con Annarita più per senso di colpa che per amore vero.
O, almeno, questo è quello che pensavo a fine secondo capitolo. Hai ragione: c'erano delle sbavature nelle mie previsioni. Perché Annarita resta un vittima incolpevole, ma Guido, pur provando sentimenti per Caterina, penso che Annarita la ami davvero. Che le ami entrambe, anche se è caduto tra le braccia del magistrato solo per disperazione. Di certo, Guido non è il tipo di persona che volta le spalle alla figlia per mantenere in piedi un matrimonio finito. Deve amare davvero sua moglie, e, per quanto codardo sia stato il modo di affrontare le avversità, ha e sta lottando per Annarita. Non vuole che il matrimonio finisca, perché vuole lei; e lo stesso Annarita, che come per il discorso della sterilità finge di non vedere per risparmiarsi: avevi messo l'indizio sin dal primo capitolo, solo che ero troppo attirato da Caterina per farci caso xD Per farla breve, abbiamo una moglie che finge di non vedere, un uomo che opera di nascosto per evitare che una verità scottante lo allontani dalla donna che ama, e una madre che non ha il coraggio di dirlo alla figlia, chiudendosi in una corazza fatta di freddezza e scontrosità. Una donna, il magistrato, che è vissuta con questa colpa, e il rimpianto di non aver mai guardato avanti, concentrandosi solo sul lavoro. Senza occuparsi di Chiara come avrebbe potuto, senza tornare nel mondo esterno, alla ricerca di qualcosa oltre Guido.
Alla fine, quando si parla di sentimenti si arriva al colmo: anche un magistrato famoso per le sue arringhe... può restare senza parole.
E questo, a mio dire, favorisce la chiave di lettura di Chiara. In un contesto del genere, lei si dimostra la persona più forte. Avrebbe potuto essere furiosa, con sua madre, con suo padre. Ha in mano il destino di tutti e tre, basterebbe una semplice parola per scatenare il caos; e dopo aver abbandonato l'unversità, dopo essersi presa cura della madre nonostante gli insulti, dopo aver scoperto la verità sulle pagine di un diario... La sua reazione è liberarsi di un peso.
È la persona più matura e forte in quella gabbia fatta di segreto e tradimento. Decide di tenere per sé la verità non per colpa, ma per pura bontà d'animo.
Caterina Di Vece deve essere ed era orgogliosa della sua bambina.
Sono molto contento di questo lavoro :) Entra di diritto nella top 3 delle tua migliori storie, almeno secondo i miei gusti ^^
A presto! E complimenti vivissimi.
Spettro94