PRIMO POSTO, CON UN TOTALE DI 39,5/40
OldFashioned, con “Amico di Dio, nemico di tutto il mondo”
Grammatica e Stile: 6,75/7 (2,75/3 di g. e 4/4 di s.)
Come ho già specificato, la valutazione della grammatica sarà molto generica: non segnalerò quindi tutti gli errori a meno che essi non comportino una grande sottrazione di punteggio per la loro gravità.
La grammatica è molto buona e il testo appare pulito e privo di errori di battitura, ma ci sono ugualmente alcune piccole imprecisioni; ovviamente so di non essere perfetto, quindi prendi pure con le pinze questi piccoli appunti. Ti riporto un paio di esempi:
*** “Salute, Tilo,” disse il capitano.***
L’errore qui è la seconda virgola dopo “Tilo”; esso è un vocativo, quindi teoricamente dovrebbe trovarsi tra due virgole, ma in realtà qui la seconda virgola dovrebbe essere un punto, perché il personaggio che la pronuncia non parla più per il resto del dialogo. Ad essa, infatti, seguono prima la risposta, e successivamente una descrizione.
*** “Non rividi più né mio padre né mio fratello. Auguro loro ogni bene, ma il periodo trascorso con Störtebeker mi ha fatto capire… ***
Qui il dubbio ce l’ho su “ho fatto”. Nella frase Eike parla al passato remoto, quindi trovo che, per concordanza, avresti dovuto scrivere “fece”; la decisione, infatti, fu presa al tempo, anni prima del racconto, mentre “mi ha fatto capire” indica un azione passata che perdura nel presente: è vero che Eike pensa ancora quelle cose, ma è vero anche che la decisione di diventare un pirata fu presa definitivamente e non più revocata, quindi penso che il passato remoto sarebbe stato la scelta migliore. La frase è comunque ambigua.
Passando allo stile, devo dire che mi ha preso completamente: solitamente la narrazione in prima persona risulta quasi banale, ma qui l’ho trovata perfetta per lo scopo che le hai dato, quello di narrare soggettivamente dell’incontro tra l’allora giovane mercante e il famoso pirata. Ma il meglio di te, probabilmente, l’hai dato nelle parti dialogate: le ho trovate estremamente vere, naturali e mai ripetitive, stereotipate o artificiose. Complimenti! Per quanto riguarda il lessico, infine, l’ho trovato molto accurato e preciso, soprattutto nel descrivere i vari “comandi” che, nella prima scena, vengono attuati per salvare la nave; alcuni ammetto di averli dovuti cercare, ma la scena è ugualmente comprensibile al primo impatto e l’ho apprezzata parecchio.
Trama e originalità: 9,75/10
Anche qui hai fatto un ottimo lavoro: ho commentato meglio il percorso di Eike (che la caratterizza) nella voce “caratterizzazione”, e qui mi sento di fare solo alcune piccole considerazioni sul finale. La prima è leggermente negativa (e ha causato la comunque ridotta detrazione di punteggio): trovo che la fine del flashback sia stata troppo frettolosa. Mi spiego meglio: Eike conclude dicendo: *** Non rividi più né mio padre né mio fratello. Auguro loro ogni bene, ma il periodo trascorso con Störtebeker mi ha fatto capire che la mia strada non avrebbe mai potuto essere la loro.*** Ecco, a me è sembrato un po’ troppo veloce, mi è venuto quasi da chiedermi “perché?” Tu lo esplichi precedentemente con l’introspezione, ma trovo che “manchi” un pezzetto di collegamento (ovviamente la colpa è del limite di parole, che hai praticamente raggiunto, pertanto non lo reputo comunque un “buco”, ma un’omissione che avrei preferito non trovare). Una nota di merito, invece, è per il finale aperto: l’ho trovato quasi un tocco di classe alla storia, perché la battaglia all’interno dell’Aringa, qualunque sia stata la sua conclusione, non avrebbe assolutamente cambiato il messaggio che vuoi far passare attraverso queste pagine, e ho apprezzato molto questa scelta.
Utilizzo del Pacchetto: 6/6 (2 x categoria)
Ambientazione - Europa occidentale, settentrionale e centrale ( ma non l’Italia!): La storia è ambientata principalmente nel Mare del Nord e lungo le sue coste, quindi l’indicazione è stata rispettata. 2/2
Prompt - battaglia: la scena della battaglia contro la Lega Anseatica e quella in cui i due giovani vengono catturati occupano molto spazio all’interno della narrazione, quindi meriti anche qui il punteggio pieno. 2/2
Obbligo - una delle scene principali deve svolgersi sulla vetta di una montagna o su una nave: anche qui, non so che scena citare: probabilmente quella descritta meglio è quella iniziale, ma oltre il 90% della storia si svolge praticamente a bordo di una Kogge. 2/2
Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Come sempre, qui hai fatto un lavoro magnifico, nonostante la “brevità” della storia (lo so che quel limite di parole ti ha frenato un po’…): la caratterizzazione dei personaggi è eseguita in modo magistrale, e merita assolutamente il massimo del punteggio. Innanzitutto partiamo dal protagonista, Eike: la trasformazione che rivive nel corso del lungo flashback, apparentemente impossibile, scorre invece davanti al lettore molto chiaramente, come se potesse percepirla direttamente. Il classico ragazzo di buona famiglia, studioso e desideroso di studiare nella più prestigiosa università d’Europa, cela in realtà un’altra identità, quella che all’inizio del racconto il padre vuole fargli scoprire; con le descrizioni riesci a farci capire il senso di disagio che vive sulla nave, che svanisce gradualmente fino a tramutarsi in un desiderio di libertà, che vive sedendosi di fronte alle onde, fuori da quella che era stata la sua quotidianità; l’assalto e la “prigionia”, poi, cambiano tutto. È la definitiva conoscenza di un mondo diverso, così come quella visione del villaggio che lo cambia radicalmente.
Passiamo ora ai personaggi secondari, che nelle loro apparizioni, brevi o lunghe che siano, lasciano un profondo segno all’interno della trama: sono veramente tanti, tutti con delle caratteristiche peculiari che influenzeranno il protagonista (la conoscenza di Wigbold, la fedeltà di Hein…), ma credo che debba assolutamente citarne due, che con la loro antitesi segnano un profonda spaccatura nei pensieri di Eike, cioè Albrecht e Störtebeker. Il fratello, al contrario del protagonista, non è affatto attratto dalla nuova realtà, ma rimane ancorato alla mentalità mercantile (probabilmente perché ha impiegato molto più tempo, rispetto al fratello, in quell’attività) e rigetta quella da “Robin Hood” dei Vitalienbruder (e qui aggiungo un ringraziamento per le note accurate, perché io e il tedesco…), definendo orge i loro festeggiamenti e ritenendo la loro attività una mera ricerca di incondizionato supporto. La figura del leggendario pirata, invece, penso che sia molto distante da chi legge, ma penso che sia una scelta necessaria: di fronte a lui ci si sente come quei giovani dell’Aringa, con le loro domande sulle leggende che circolavano sul suo conto ad Amburgo.
Titolo: 2/2
Il titolo è pertinente e ripreso più e più volte nel corso della narrazione: esso è il perno sia della trama che dei personaggi, è il fulcro dell’intera vicenda, in quanto motto di Störtebeker; ho apprezzato inoltre il fatto che l’hai ripreso nel finale, come si il pirata l’avesse “lasciato in eredità” a Eike. Forse è solamente un po’ lungo, ma non avrei saputo trovare titolo migliore.
Gradimento personale: 5/5
Non sto neanche a dire quanto abbia amato la tua storia: ne ho apprezzato tutto, dai personaggi, a ciò che vuole trasmettere fino alle descrizioni. Proprio per quest’ultimo parametro ho deciso di assegnarti il premio speciale “Quo Vadis?”, perché grazie alla tue parole sono riuscito a immergermi completamente in ognuno dei contesti da te descritti: il porto, la nave e la taverna. Ancora complimenti! |