Cara Shilyss 💕
Meglio tardi che mai, giusto? Eccomi qui a proseguire la vita di Edith, scandita sempre dallo stesso giorno denso di significati e soprattutto di ricordi. Sono proprio i ricordi E la loro assenza a segnare la vita di Edith; mi si è stretto il cuore leggendo che ha perso il medaglione, sai? ;-;
Edith non si arrende: persi i ricordi dei dettagli del volto insieme alla foto, perso il ricordo della voce dell'amato, a costo di rovinarsi - ironicamente identica all'ex marito, in questo - si riappropria di Allerdale Hall, cerca le tracce di Thomas ovunque; si trova davanti a un 'ovunque' ben ristretto, tuttavia, perché "i precedenti proprietari si sono disfatti di tutto".
L'unica traccia rimasta è il pianoforte, ma è un oggetto che rimanda a Lucille, più che a Thomas. Lucille, quella che più avanti definisci la sua unica vera rivale, Lucille che resta muta a eterna guardia della residenza.
Lucille che non risponde, e stranamente non dimostra rancore - o comunque, non una rabbia passionale e violenta come quand'era in vita, semmai un livore gelido -, ma semplicemente è lì. C'è sempre, Lucille, e mi piace molto il sospetto di Edith per cui anche lei stia "aspettando" Thomas. [Tutti alla ricerca di Tom, c'è poco da fare.]
Parlando un attimo più in generale, provo a soffermarmi su ciò che mi ha colpita; innanzitutto, la concezione dei fantasmi come cumuli di sentimenti. Non ricordo se la diano proprio nel film [urge un ripasso a cui provvederò senz'altro entro dicembre] o sia un'idea tua, comunque l'ho apprezzata molto.
Riguardo allo stile posso solo farti i complimenti, come sempre: lessicalmente ricco, ma soprattutto curato in modo che aderisca perfettamente a ciò che racconti: potrei star delirando, ma se nelle storie su Loki [*___*] trovo che lo stile abbia un'impronta più epica, il che è giustissimo vista la materia che tratti, qui lo trovo ugualmente cucito sui personaggi e sulle vicende; ci parli della prima metà del novecento [anche un po' oltre], non delle imprese degli dèi norreni, e questo appunto mi sembra si specchi anche nel registro linguistico.
[Piccolissima nota che non inficia minimamente la godibilità della storia, te lo segnalo solo per agevolarti nel correggerlo: ti è sfuggito un "un" nella frase "la storia della sua vita con un colori sempre diversi."]
Ma passiamo al punto che, non scherzo, mi ha fatto spalancare la bocca e mi ha mandata in tilt. "Wow, solo wow", era possibile pensare.
Di che parlo? Ma di questa frase, ovviamente:
"Sei qui, amore mio? In ogni pagina, riga e ombra?"
Edith pone infine a Lucille l'unica domanda davvero importante. Ne approfitti per raccontarci del loro primo incontro [amato nel film e stupendamente ritrovato qui]; poi, Lucille non risponde, ma in un certo senso lo fa: Edith segue il suo sguardo e trova un suo manoscritto.
E a questo punto, tu inserisci il titolo.
In generale amo tantissimo ritrovare il titolo di una storia in mezzo al testo, mi fa sorridere; in questo caso particolare non l'ho proprio visto arrivare. Ho semplicemente amato il modo in cui l'hai inserito, è davvero PERFETTO.
Se finora abbiamo assistito all'assenza-presenza di Thomas, Thomas che si sottrae, ora scopriamo dov'è possibile trovarlo: "In ogni pagina, riga e ombra", come avevamo parzialmente già visto nel capitolo precedente, ed è veramente magnifico.
Davvero, forse può sembrare banale (?) ma io sono rimasta a bocca aperta, in estasi.
Insomma, non solo hai dato alla storia un titolo stupendo e perfetto, l'hai anche inserito al punto giusto nel testo. *-* *90 minuti di applausi*
Mia cara Shilyss, per adesso mi fermo qui, ma davvero bravissima; complimenti!
Ci risentiamo presto! Un bacio,
Mari |