Ciao ^^
Eccomi da te per lo scambio, ma sarei passata comunque perché... perché credo di essermi innamorata.
Ho letto i primi tre capitoli di questa mini-long tutti d'un fiato, ieri pomeriggio, e subito ho inserito la storia fra le seguite: sapevo che, rispettando le tempistiche della challenge, avresti postato l'epilogo tra oggi e domani, ma volevo essere sicura di non perdermi l'aggiornamento, per poterlo leggere il prima possibile.
Che dire, come ho già scritto, mi sono innamorata di questa storia, che mi ha lasciato una sensazione dolcissima in fondo al cuore, come un sorso di cioccolata calda in una giornata fredda e piovosa (come quelle di questi giorni, insomma). La perdita di una persona speciale come solo un nonno può essere è un argomento che mi tocca sempre particolarmente da vicino (puoi immaginare perché) ed è bastato leggere il primo capitolo per entrare subito in perfetta sintonia con Luca, il più giovane fra i due protagonisti. Ho immediatamente sentito mio il suo dolore, e ho trovato di una delicatezza e di una malinconia disarmante i ricordi che il ragazzo rievoca nella mente, perché è proprio questo che succede in simili momenti, ci si aggrappa alle minuzie, ai piccoli particolari che sono però pieni della persona che abbiamo amato e che ci ha lasciati. Luca – ragazzo sensibile e fortemente empatico – non regge al dolore del momento e si lascia andare, ma ecco che a sorreggerlo appare una figura che da subito sembra legata a doppio filo al giovane studente. A Vittorio Salvemini, brillante tirocinante di cardiochirurgia, tocca l'ingrato compito di avvertire la famiglia Caruso del decesso del loro congiunto: nonostante abbia già una discreta esperienza in questo genere di situazioni delicate, questa volta è lui per primo ad essere tormentato dai dubbi (dubbi dai quali prima o poi tutti i medici o aspiranti tali immagino siano tormentati: davvero non si poteva fare più nulla? Io ho fatto tutto il possibile? Dovevo fare più del possibile?); così, complice magari il trovarsi un momento della sua vita professionale particolarmente delicato, l'incontro con Luca non può che lasciargli un segno ben impresso, andando a risvegliare in lui qualcosa che credeva si fosse assopito da tempo. Vittorio avverte subito un forte trasporto verso questo ragazzo, conosciuto forse nel suo momento di massima fragilità, e per qualche motivo che non sa spiegarsi, desidera e cerca la sua compagnia, anche se all'inizio c'è da superare la diffidenza di Luca, che, cercando di trovare uno sfogo al dolore che si porta dentro, trova nel dottore una sorta di capro espiatorio. Tuttavia la tensione fra i due in qualche modo si stempera presto ma, ovviamente, non poteva certo mancare l'intervento della proverbiale zampaccia del destino. Giuro che quando Luca arriva in ospedale in quelle condizioni ho avuto una paura assurda, che è poi la stessa paura che deve aver provato Vittorio quando si accorge di cosa soffre effettivamente lo studente dal quale tanto si sente attratto. Momenti di panico puro – che tu sei riuscita a rendere benissimo con la corsa disperata di Vittorio verso lo studio del primario – che per fortuna si stemperano poco dopo grazie alla notizia che Luca è salvo e si riprenderà presto. Da qui in poi comincia la mia parte preferita, l'avvicinamento fra i due, che in realtà si riduce a pochi scambi di battute però accompagnati da intensi giochi di sguardi, come se le anime di questi due ragazzi si fossero in un certo senso già toccate e stessero semplicemente aspettando che anche il resto si decida a raggiungerle. È tutto così bello, dolce e delicato che mi sono quasi commossa. Ho trovato adorabile poi il loro continuo cercarsi (senza però darlo a vedere), e l'angoscia di Luca nel non vedere Vittorio per qualche giorno (ma quest'ultimo, incastrato nei turni di notte, va sempre a controllarlo anche quando dorme), e il finale non poteva essere altro che quello che hai descritto, SMS brevissimi e un incontro nel cuore della notte, a chiacchierare davanti ad una tazza di tè da sapore improbabile. Non c'è bisogno di chissà che cosa, solo di questo, della promessa di rivedersi e di un abbraccio che già dice tutto quello che c'è da sapere.
Insomma, non so se si è capito, ma questa storia mi è piaciuta davvero, davvero tanto: mi è piaciuto come l'hai scritta, con uno stile pulito e lineare ma che non ha paura di entrare più nel tecnico – senza però risultare pesante – quando hai descritto la parte più prettamente "medica" della vicenda: si capisce che sapevi perfettamente cosa stavi scrivendo e questo è di sicuro un valore aggiunto.
In conclusione, complimenti, complimenti e ancora complimenti; inserisco la storia fra le preferite e ringrazio le ragazze del gruppo per aver proposto la challenge che ti ha spinta a scriverla.
Tornerai ancora a parlarci di loro? Vorrei sapere di più su Luca e Vittorio **
Alla prossima allora!
Con ammirazione,
padme |