Mia cara Abby (ERA TROPPO CHE VOLEVO RISCRIVERLO),
Finalmente sono a casa, finalmente ho tempo per leggerti, finalmente ho tempo per assaportare tutto questo, e finalmente ho tempo per recensire...
Ho molte cose da dire, quindi mettiti comoda, siediti, fatti un té caldo e rilassati.
In primis voglio complimentarmi con te per una cosa, una cosa in particolare: la tua attenzione nei dettagli. Non è una cosa così scontata come puoi credere, perché non la leggo spesso questa premura nei dettagli più disparati ed è una cosa che, con te, è sempre esistita e qui... qui è forte. Fortissima.
Sei stata capace di intrecciare trame, di mettere del vecchio e del nuovo, di plasmarlo come se fosse stata argilla o pongo e creare dei dialoghi che:
1. funzionano.
2. sono verosimili, specie se associati ai personaggi che conosciamo (Tutti sono sempre molto IC, ma stavolta devo farti i compliementi per Fury. Ti giuro non solo sembrava di avercelo davanti, quando si arrabbia, ma ho letto la frase con la sua voce ruggente XD Non è una cosa che mi capita spesso, leggendo fanfiction, sai? Perciò, complimenti per la caratterizzazione e i dialoghi che ne conseguono **).
Quindi, in questi dialoghi verosimili, con delle congetture e piani che potrebbero benissimo essere quelli reali, nel futuro dei film, veniamo a sapere che è in corso una riunione tra gli Avengers + pacchetto completo di Coulson e Nick Fury... peccato che all'appello manchi un ragnetto che era a scuola e questo... questo è in realtà tutto il clou del racconto, che dovrà trovare la sua risoluzione nel prossimo capitolo... ma ci arriveremo.
L'arrivo di Peter, improvviso, freeza tutti.
Oltretutto con le foto che hai messo (e sono felice che tu abbia avuto la meglio su efp che non voleva fartele pubblicare) hai dato modo di aiutarmi a immaginare la sua faccia, quando ha varcato quella soglia, e ha scoperto che erano tutti lì senza di lui.
Non biasimo Peter, perché avrei reagito allo stesso modo come non biasimo Tony che si è ritrovato a dover scegliere di nuovo se esporsi o no, e forse quello non era davvero il momento di farlo ma... Peter... Peter è così sensibile, così fragile, che è quasi stupido avere dubbio anche solo per un momento di non dare peso a quel fatto.
E Tony, ovviamente, lo fa... non si immedesima, di nuovo, è confuso dal suo "nuovo" modo di fare, ora influenzato dalla presenza positiva del suo Peter ma di cui ancora si deve abituare... per quello non lo biasimo, dopotutto io apprezzo il suo impegno per mostrarsi una persona migliore, ma è ovvio che dopo una vita passata a fare lo stronzo, la cosa risulta ancora difficile.
Appena Peter se ne va, ferito e deluso, così tanto che non riesce a dire niente (non riesce nemmeno a godere del fatto che Coulson lo abbia notato... è davvero ferito...), l'atmosfera cambia. Cambia un sacco.
Già quando Natasha e gli altri redarguiscono Tony quasi con una frecciatina e lui inizia a giustificarsi, inizia un inesorabile countdown, dove la priorità assoluta per l'uomo non è più l salvezza della terra... ma farsi perdonare da peter perché lo sa benissimo di aver sbagliato, lui lo sa, pur continuando a giustificarsi con se stesso come un vigliacco.
E si sente, anche grazie ad una narrazione certosina che h apermesso questo, la sua voglia di finire al più presto la riunione per poter fare qualcosa, per poter risolvere la questione con la persona più importante e inaspettata della sua vita.
L'introspezione finale di Tony, la sua confusione, il suo giustificare sempre le porprie azioni... addirittura quasi dà la colpa a Peter, che è lui che non accetta di allontanarsi, che vuole stargli accanto... come se Tony non volesse.
E' vero che ha paura, sempre, della loro differenza di età, ma hanno giò chiarito questa cosa, no? Peter ha il diritto di scegliere con chi stare, chi frequentare e chi no... senza che nessuno gli dica e pretenda di sapere qual è la cosa migliore per lui. Lui lo sa, cosa è meglio... nessun altro, nemmeno Tony, dovrebbe scegliere per lui.
Tony lo sa benissimo, ma sa anche bene che nemmeno lui riesce a staccarsi dal suo ragnetto... che non vuole e non può, anche volendo.
Così la consapevolezza esplode e capisce... capisce di aver fatto solo un gran casino, di avergli fatto del male ma, siccome è Tony Stark, il suo cazzo di orgoglio gli lascia acceso quello spiraglio di "ho ragione io" che proprio non vuole spegnersi.
Che dirti? Un onda di emozioni contrastanti questa storia.
Dalla bellissima e coinvolgente foga della riunione con gli avengers, che sembrava di averne preso parte; alla tristezza di Peter, che non ha nemmeno aperto bocca qui... e il mio cuore è dilaniato dalla tristezza, per questo... vederlo fuggire via con gli occhi lucidi, con la rassegnazione e la convizione di non valere un bel niente... e il finale, che è davvero aperto. Che lascia quella curiosità immane, che ti lacera e ti fa odiare Tony ma ti fa anche un po' immedesimare in lui, che un po' lo capisci anche se non lo giustifichi per quello che ha fatto a Peter.
Una prima parte meravigliosa, che lascia sulle spine, che lascia sospesi a metà, in attesa di sapere... di sapere se Tony avrà il coraggio o no, di andare da lui e dirgli quanto è stato idiota a tenerlo fuori e ad ignorarlo.
Non vedo l'ora di leggere il seguito, non sai quanto!
Un abbraccio forte Abby, e grazie per averla pubblicata...
mi hai arricchita ancora di loro ♥
a prestissimo
Miryel |