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Autore: Abby_da_Edoras    17/11/2018    6 recensioni
La vita di Peter Parker si divide tra i suoi doveri di studente e ciò che veramente desidera: stare accanto al signor Stark e partecipare alle missioni degli Avengers. Ma cosa può succedere quando queste due cose entrano in conflitto? Un giorno Peter arriva in ritardo a una riunione degli Avengers e tutto sembra andare storto...
Una nuova Starker AU che io ambiento tra la mia versione di Infinity War e quella che sarà la mia versione di Avengers 4!XD
Questa storia è dedicata a chi mi incoraggia e mi appoggia sempre nelle mie storie: Lilyy e Ciuffettina. Grazie non è mai abbastanza...
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a tutti coloro che detengono i diritti del MCU e di ogni prodotto Marvel.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man, Visione, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legends never die'
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Seconda parte

Le riflessioni di Stark vennero interrotte da Visione e Wanda che, mano nella mano, entrarono nella stanza per parlare con lui.

“Tony, Wanda desidera scusarsi con te” disse Visione, stringendo la mano della ragazza per incoraggiarla.

Wanda, in realtà, non sembrava troppo convinta, teneva lo sguardo basso ed era a disagio.

“Beh, sì… insomma…” cominciò a dire, “è vero, mi dispiace, non avrei dovuto parlare in quel modo, soprattutto non in presenza di Fury e Coulson.”

“Sì, i panni sporchi si lavano in famiglia, così si dice” commentò Tony, che comunque non sembrava irritato con lei. In effetti era come se non la ascoltasse nemmeno, i suoi pensieri erano altrove.

“Voglio dire, è vero che non sei stato gentile con Peter e che non sei molto bravo a trattare i ragazzi, però con me hai fatto un buon lavoro, alla fine” ammise la ragazza. “Io ero instabile, sarei potuta diventare pericolosa e, soprattutto, la gente avrebbe potuto considerarmi una minaccia. Il mio potere non è come quello di Pietro, fa paura alle persone…”

“Ma tu ora hai imparato a controllarlo nel modo giusto” disse Visione, orgoglioso di lei.

“Sì, e… e devo ringraziare te, Tony” buttò fuori Wanda, controvoglia. “Tu hai dato una casa a me e a Pietro, ci hai tenuti al sicuro e hai permesso a lui di scegliere la sua strada e a me di diventare un’Avenger. Forse non sarai l’uomo più simpatico del mondo, ma ti devo ringraziare, anche a nome di mio fratello.”*

“Beh, prego, non c’è di che” rispose Stark, ancora piuttosto distratto.

Visione lo fissò con uno sguardo profondo, indovinando forse cosa stesse tormentando l’uomo, ma non volle metterlo a disagio e cambiò argomento.

“Io e Wanda avevamo pensato di andare con il Dottor Strange allo S.H.I.E.L.D. per collaborare con lui e con gli scienziati di Phil Coulson” disse. “Il potere di Wanda e le mie conoscenze potrebbero essere utili sia per ritrovare le persone scomparse che per aiutare gli scienziati a costruire il portale. Cosa ne pensi?”

“Non avete bisogno del mio permesso, comunque penso che sia un’ottima idea. Allo S.H.I.E.L.D. saranno sicuramente molto felici di avervi” replicò l’uomo, sforzandosi di abbozzare un sorriso.

Quello che desiderava più di ogni altra cosa, in quel momento, era che i due se ne andassero, allo S.H.I.E.L.D., a letto, in qualunque posto purché fuori di lì.

Perché lui sentiva sempre più impellente il bisogno di chiarirsi con Peter e temeva che fosse già tardi. Le parole di Wanda lo avevano motivato ancora di più e Tony non vedeva l’ora di potersi riconciliare con il ragazzino.

“Allora grazie, Tony, e buonanotte” disse Visione, mentre Wanda lo salutò con un sorriso. I due uscirono dalla stanza tenendosi per mano, così come vi erano entrati, e Stark si affrettò a lasciare anche lui la sala riunioni per recarsi il prima possibile in camera di Peter.

Quando vi arrivò, la porta della stanza del ragazzino era accostata, ma lui preferì ugualmente bussare prima di entrarvi.

Non ci fu risposta.

“Peter? Ascoltami, sto entrando, la porta non è chiusa, volevo solo dirtelo. Dobbiamo parlare, ragazzo, e…”

Stark aprì la porta ed entrò nella stanza, ma si bloccò: Peter era seduto alla sua scrivania, con la testa appoggiata sul libro aperto che stava leggendo, profondamente addormentato. Del resto erano già le undici di sera, era stata una giornata molto pesante per il ragazzo e la delusione provata lo aveva distrutto completamente.

Tony rimase per qualche istante a guardarlo, indeciso. Gli spiaceva non poter parlare con lui, spiegare le sue ragioni… ma Peter era così tenero e indifeso, addormentato come un bambino, e non se la sentiva di disturbarlo.

Però non poteva nemmeno lasciarlo dormire in quella posizione scomoda. Con delicatezza, Tony si avvicinò al ragazzino e lo prese in braccio, lentamente, badando a non svegliarlo. Lo sollevò e per qualche attimo ancora si concesse la gioia di sentire il corpo caldo di Peter contro il suo, la testa abbandonata sulla sua spalla, i capelli morbidi che gli solleticavano il collo… come aveva potuto essere così freddo con lui e farlo rimanere male? Com’era possibile che il suo dannato orgoglio gli facesse dimenticare che tutto ciò che veramente contava, nella sua vita, era quel tenero ragazzo addormentato tra le sue braccia?

Lo depose con attenzione sul letto, gli tolse le scarpe e lo coprì con il lenzuolo. Poi si chinò su di lui, accarezzandogli con dolcezza i capelli.

“Mi dispiace, Peter, non volevo che ti sentissi escluso” sussurrò appena, in un lieve soffio. “Mi sono comportato da bastardo egoista come al solito, ma saprò farmi perdonare. Buonanotte, ragazzino…”

Gli sfiorò la guancia con un bacio leggero, lo guardò dormire ancora qualche momento e poi uscì dalla stanza, cercando di fare meno rumore possibile.

La porta della camera si era appena richiusa alle spalle dell’uomo quando gli occhi di Peter si aprirono: Tony aveva sottovalutato ancora una volta i sensi acutissimi del ragno…

Il ragazzo sorrise appena, senza nemmeno muoversi dalla posizione in cui Stark lo aveva sistemato.

“E’ tutto passato” mormorò tra sé. “Buonanotte, signor Stark.”

Poi richiuse gli occhi e si lasciò andare ad un sonno questa volta veramente profondo e tranquillo.

La mattina successiva Peter si stupì quando Tony lo fece alzare un po’ in anticipo, ma tutto fu chiaro quando, prima di accompagnarlo a scuola, lo portò a fare colazione in una delle migliori pasticcerie di New York.

Al tavolino di fronte a lui Peter gustò soddisfatto cornetto e cappuccino guardando Tony con un’espressione che rasentava l’estasi mistica.

“Signor Stark, io… la ringrazio tanto, non mi aspettavo una colazione così e…” mormorò, felice e imbarazzato.

“Lascia stare, ragazzo” rispose l’uomo, sorseggiando il suo caffè. “Mi sembra il minimo dopo il modo in cui ti ho trattato ieri. Ero nervoso per via di Coulson e Fury e della faccenda delle persone scomparse, ma non ce l’avevo con te, questo lo sai, vero Peter? Non potrei mai avercela con te.”

“Lo so, signor Stark, non si preoccupi, in fondo anch’io sono stato sgarbato, non ho nemmeno salutato il signor Fury e il signor Coulson, sono scappato via e basta. Abbiamo sbagliato entrambi, tutto qui. Non ci pensiamo più.”

Ancora una volta la dolcezza e il sorriso di Peter disarmarono Tony. Non c’era stato bisogno di scusarsi con lui, erano bastate poche parole e una colazione in pasticceria e il ragazzino lo aveva già perdonato. Era proprio un tesoro e Stark si chiese per l’ennesima volta cosa avesse fatto per meritarselo, lui che invece era così egoista e faceva sempre del male a quelli che lo amavano.

Dopo la colazione al bar, Tony accompagnò Peter a scuola e, prima di lasciarlo andare, lo strinse forte a sé baciandolo con intensità e dolcezza, come se con quel bacio gli chiedesse scusa nell’unico modo in cui sapeva farlo, con i fatti e non con le parole. Peter ricambiò il bacio aggrappandosi alla schiena dell’uomo: per lui era già tutto perdonato e dimenticato e voleva solo perdersi tra le sue braccia come se non fosse accaduto niente.

Per Tony, però, non era così. Lui si sentiva ancora più colpevole proprio perché Peter non aveva più parlato dello spiacevole episodio del giorno prima. Sentiva di non aver fatto abbastanza per ripagarlo di tutta la gioia che gli donava, di tutta la generosità e l’affetto con cui gli illuminava e riscaldava il cuore. Anche in ufficio, quella mattina, non riuscì a concentrarsi su niente, continuava a pensare a Peter, sentiva la sua mancanza, avrebbe voluto averlo accanto e organizzare qualcosa di speciale per lui.

Ad un certo punto non ce la fece più e, d’impulso, uscì dall’edificio, in testa e nel cuore solo Peter.

A scuola era suonata la campanella per il pranzo, ma Peter non aveva voglia di rinchiudersi in mensa, in mezzo a tanta confusione. Prese due tramezzini e uscì dalla grande sala comune per andare a mangiarli all’aria aperta, seduto sulle gradinate del campo di football. Anche se erano i primi giorni di ottobre il sole era tiepido e la temperatura gradevole e il ragazzo si sentì subito più rilassato. A quell’ora il campo era deserto perché tutti erano a mangiare e lui era felice di godersi almeno una mezz’ora di riposo all’aperto. Anche i tramezzini della mensa sembravano più buoni…

Aveva appena finito di mangiare quando, sulle gradinate, atterrò inaspettatamente Tony Stark in armatura. Peter sobbalzò, temendo che fosse successo qualcosa, forse un attacco improvviso di Thanos?

“Signor Stark! Cosa ci fa qui? Thanos è…”

“No, ragazzo, non preoccuparti” rispose l’uomo, facendo smaterializzare l’armatura e avvicinandosi al ragazzino. “Avevo soltanto… beh, è tutta la mattina che penso a te, non riesco a perdonarmi per come ti ho trattato ieri e…”

E avevo una dannata voglia di vederti, ragazzino, pensò Stark, senza riuscire a dirlo. Ma Peter comprese anche quello che l’uomo non diceva e gli rivolse un grande e luminoso sorriso.

“Anch’io avevo voglia di vederla, signor Stark” mormorò, arrossendo.

“I sensi di ragno comprendono anche una specie di telepatia, adesso?” scherzò Tony, ma non attese la risposta. Attirò Peter a sé e, stringendolo teneramente al petto, lo baciò con intensità, con tutta la tenerezza e l’amore che riusciva a dimostrargli, perdendosi nel suo profumo e nel suo sapore, rubandogli il respiro e fondendosi totalmente in lui. Rimasero così allacciati per lunghi, dolcissimi istanti e solo con molta fatica Stark riuscì a staccarsi dalla bocca del ragazzo.

“A che ora esci da scuola oggi?” gli chiese, sempre tenendolo abbracciato.

“Alle due e quarantacinque, signor Stark.”

“Bene, allora aspettami davanti al portone, vengo a prenderti con la macchina” disse Tony, accarezzando il viso e i capelli di Peter. “Andiamo a fare una passeggiata a Central Park, ci prendiamo un gelato e poi ti porto al cinema. Che ne dici? Non hai troppo da studiare, vero?”

“No, oggi non ho da studiare, ho fatto tutto… ieri sera” rispose il ragazzino.

Ecco perché era tanto stanco da addormentarsi sui libri! Il senso di colpa morse ancora una volta il cuore di Stark, ma l’uomo si consolò pensando che, quel giorno, si sarebbe dedicato completamente al suo ragazzino per ricompensarlo della delusione patita il giorno precedente.

“Allora ci vediamo più tardi e passeremo una giornata speciale, d’accordo, ragazzo?”

“Certo, signor Stark, e… grazie” mormorò Peter.

Tony lo baciò di nuovo, chiudendolo nel cerchio protettivo delle sue braccia. Avrebbe voluto restare lì con lui per l’eternità e anche oltre.

Grazie a te di esistere, di riempirmi la vita, di essere così meraviglioso. Tu sei la mia luce e la mia stella…

Sapeva di non essere una brava persona, sapeva che faceva soffrire chi gli stava vicino, che aveva tanti difetti… ma forse per quel ragazzino, per lui e per lui solo, avrebbe potuto provare a cambiare almeno un po’.

Peter era l’unico che avrebbe potuto operare un miracolo del genere in lui.

 

FINE

 

 

 

 

* Non sono impazzita, non più del solito. Nella mia versione dei fatti Pietro Maximoff non è morto, è rimasto ferito ma è stato salvato da Banner e, dopo i fatti di Civil War, ha deciso di tornare in Sokovia per rendersi utile alla sua gente.

   
 
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