1° posto pari merito
Old Fashioned con "Cavallo selvaggio"
Grammatica, Lessico, Stile: 15/15 (5 punti cadauno)
Questa storia è scritta in modo perfetto, complimenti! Niente errori, solo pochissime sviste - che ti segnalo tra un attimo così potrai correggere - e complimenti anche per il lessico. Sicuramente ognuno scrive di ciò che sa, e tu hai scritto di un torneo ispirato a discipline realmente esistenti e sulle quali sei ben informato. Grazie a te e a questi capitoli ho imparato qualcosa in più, specialmente a livello di lessico. Anche lo stile è perfetto per la storia e l'ambientazione, hai quello stile da "narratore di una volta" che è il più adatto per i fantasy. Dovrei dire "secondo me" perché i gusti son gusti e ogni autore narra a modo suo, però per i fantasy mi sento di fare un'eccezione: tra gli appassionati del genere, altri stili di scrittura possono piacere quale di più, quale di meno; ma solo questo stile da vecchio romanzo avventuroso piace a tutti indistintamente perché, inutile dire, per il fantasy è il non plus ultra.
Originalità di titolo, trama, attinenza col tema del contest: 14/15 (v. sopra)
Il titolo va benissimo, ci fa illudere che si parlerà di equitazione, e qui di cavalli ce ne sono un bel po', quelli veri e oltre ad essi Siwald, definito un cavallo selvaggio per via della sua ribellione, ma bisogna arrivare alla fine fine della storia per comprenderlo appieno.
Per ciò che riguarda la trama l'ho molto apprezzata, è una trama con una sottotrama, diverse vicende che si intersecano, lo sport è presente dall'inizio alla fine e in tutte le sue sfumature: allenamento, mentalità, spirito sportivo, desiderio di barare, varie discipline suddivise in varie giornate, e in ogni capitolo vari colpi di scena...
Quanto mi è piaciuta questa sorta di olimpiade a squadre! Intrigante la scelta degli sport e il modo in cui li hai personalizzati per adattarli al contesto fantasy. Quando i capitani vanno a cavallo per farsi un'idea del percorso che dovranno affrontare, Ehrenold e l'altro sono tanto in competizione fra di loro... quando ho creato il contest pensavo al fatto che se io avessi potuto partecipare avrei scelto di scrivere di una giostra medievale, e tutta la parte a cavallo me l'ha ricordata.
I durissimi allenamenti e le dure pubizioni che hai riservato a Siwald ricordano quelli della legione straniera (quel poco che a suo tempo avevo trovato sul web, non ne so poi tanto). Mi figuravo mentalmente gli atleti visti in quei programmi tv dove i partecipanti si cimentano in percorsi difficili come quelli, anche lì muri verticali, reti e altro però con l'acqua alla fine delle prove impegnative e prima della corsa e arrampicata finali, come ulteriore prova di resistenza visto che, dopo la sfacchinata precedente, quella nuotata sotto a una rete lunga qualche metro deve togliere il fiato, e finito quello c'è da fare altro.
E' bello sapere che uomini degni di Kjarr esistono sul serio e, avendo visto quegli atleti, mentre leggevo per me era facile immaginare le prove e la fatica.
La gara di nuoto nudi, quanto vorrei vederla dal vivo! *_*
Una storia piena di tutto (e priva di femmine, il che non guasta), piena specialmente di grandi valori. La cosa che veramente mi è piaciuta di più è la "parità" di cui ho parlato nella valutazione: lì ci sono il più bravo e il meno bravo in ogni cosa - anche per questo ho apprezzato la conclusione dei giochi con la staffetta dove la diversità dei ruoli è una garanzia di successo - tutti imparano a dare il giusto valore a ogni mansione e nessuno ha motivo di darsi arie. Ecco perché quella precisazione tra parentesi. La parità tra i sessi non è la stessa cosa dell'intesa che si può creare tra un gruppo di uomini che condividono gli stessi ideali e io, cresciuta a poemi epici, certe cose le comprendo al volo e le apprezzo molto. Anche le mie guerriere hanno apprezzato il valore e l'onestà dei tuoi guerrieri, dal momento che essi sono un po' come loro - e non solo perché i tuoi guerrieri sono cento volte meglio di quelli che le mie guerriere si ritrovano nel loro regno. ^^
Io, da donna, sono sempre più indispettita da quelle persone - quasi sempre femministe - che considerano i vari tipi di parità come: controllare costantemente che tra le varie categorie di persone ci sia lo stesso numero di concessioni. Già me le immagino stilare un elenco su un taccuino, andare in giro con una matita rossa e blu per spuntare "sì" o "no" di ogni cazzata, perché non hanno capito un *bip* e tirare un sospiro di sollievo quando le cose vanno come piacciono a loro e incattivirsi quando è il contrario.
Scusa l'OT ma ho notato la collezione di bandiere arcobaleno che ricevi da un bel po' di tempo, sembra come quando uno pur ignorando un call center asfissiante si ritrova attivato un abbonamento che non ha richiesto e che non desidera. Allora io - in qualità di utente di efp che non ha mai ricevuto simili trattamenti di sfavore dai lettori - mi sono posta la domanda e data la risposta.
E quando scrivi un giallo lunghissimo così ti metto la bandierina rossa se al primo capitolo non ho tutti gli elementi per individuare chi è l'assassino? Che non sarà il maggiordomo perché sarebbe troppo facile.:P
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Li hai caratterizzati bene tutti, talmente bene che i più corretti/intransigenti mi sono stati sempre più simpatici e i pochi farabutti mi sono stati sui cosiddetti per tutto il tempo, specie Wardan che voleva fare il furbo. Vedi? Ricordo pure il nome, pensa te quanto l'ho preso a male parole! Ma come si fa a Kjarr a voler fare i furbi? Quello è il regno della correttezza e del rigore morale! Per comportarsi in modo scorretto non basta l'aver ricevuto un torto, bisogna essere nati con qualcosa di sballato.
Hai descritto benissimo tutti i personaggi. Anche quelli che fanno da comparsa in quel vasto mondo sono ben caratterizzati. Non so per esempio se qualcuno nei commenti precedenti a questo ti ha fatto notare la figura dell'imperatore: tra le comparse è quella che più mi ha colpito. Si parla di lui una prima volta quando i soldati si preoccupano della sua probabile presenza e basta credere che ci sarà (senza nemmeno esserne certi) per mandarli in confusione, anche se fanno di tutto per sembrare sicuri. Lo stesso Ehrenold che è il migliore e il più eroico si sentiva praticamente oppresso dalla tensione del suo ruolo nei Giochi, infatti per esempio superata la prima prova capisce di aver vinto quando Rowden glielo dice. E l'imperatore, a maggior ragione conoscendo il rigore di Kjarr, ci si aspetterebbe di vederlo seduto a godersi la gara con espressione impassibile, invece è così preso dai Giochi, così soddisfatto del valore dimostrato da tutti gli atleti/soldati, da alzarsi in piedi per applaudire. E' proprio vero: durante i Giochi i gradi non valgono! Chi per gareggiare, chi per esultare, sono tutti uomini alla pari, si sentono tutti simili. E questa parità si comprende appieno tramite Siwald e nell'evoluzione del suo rapporto con Ehrenold. In quel mondo tutti devono avere le stesse opportunità, essendo questo il fulcro della mentalità di quell'esercito è facile capire perché riescano così bene da singoli e in gruppo.
A proposito, ho trovato molto simbolico e solenne terminare i Giochi con la staffetta e con la spada di Hengrist a far da testimone. In quel momento il termine testimone (usato per l'oggetto che ognuno passa al compagno di squadra che prosegue la gara) mi è sembrato finalmente avere un senso. ^^
Sui personaggi che conosciamo già dalle altre storie dedicate a Kjarr, non mi soffermo giacché è fin troppo facile per me in qualità di giudice soffermarmi sui protagonisti. La tua bravura nel caratterizzare i personaggi si comprende dagli altri.
Piccole correzioni da fare:
cap. 3 "e appena DI fermate per tirare con l'arco..." e "con il portone ornato [da] due statue"
Cap. 4 "e per un po' rimase anche lui [a] fissare"
Cap. 5 "sempre che non gli venga in mente [di] fare lo stupido." e "poi subito dopo tre siepi a b[r]eve distanza"
tot: 39/40
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