Recensioni per
La verità su Ingeborg Barrow
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 58 recensioni.
Positive : 58
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/09/21, ore 10:41
Cap. 1:

Ciao Old Fashioned,
l'atmosfera che si sta creando attorno alla favolosa villa ai caraibi è sempre più inquietante, e stride clamorosamente con le speranze dell'ambizioso imprenditore. L'affarone della vita si sta trasformando in un incubo in cui vede i suoi soldi volare via a causa di una minaccia incomprensibile.
Resto in attesa di saperne di più, anche sulle mansioni di questo misterioso Austin che sta per invocare.
Ottimo inizio, come tuo solito.
A presto
MaxT :)

Recensore Master
11/02/21, ore 10:34
Cap. 1:

Ciao Old Fashioned. L'introduzione della tua storia mi ha incuriosita e ho iniziato a leggere il primo capitolo. Sono affascinata dai misteri di questa tenuta, che scopriremo a mano a mano Tutto ben descritto dove mi è piaciuta anche la caratterizzazione dei personaggi e il loro dialogare, immaginando bene quanto stesse accadendo. In genere leggo e commento sempre ogni capitolo proprio perché so l'impegno che un autore possa metterci. Al prossimo. Un saluto.
(Recensione modificata il 11/02/2021 - 10:36 am)

Recensore Master
15/09/19, ore 18:26
Cap. 1:

Recensione premio del contest "Villains against Heroes - II edizione" indetto da missredlights sul forum di EFP.
Rieccomi qui a leggere questa nuova storia. Il titolo mi ha intrigato tantissimo e non vedevo l'ora di trovare una storia come quella letta precedentemente che mi è piaciuta da morire.
Questo donovan è un'anima in piena, davvero. Ma non si rende conto che dopo due ditte che gli hanno detto di no e una terza che ha lasciato nel mezzo dei lavori ci dia qualcosa che non va? Anche la banca stessa che gli concede la villa sull'isola a poco. Ci sarà pure la truffa da qualche parte. Meno male che alla fine ha chiesto a len. Ci andrà lui stesso oppure manderà qualcuno?
Ci vediamo al prossimo capitolo.
A presto
Missredlights

Recensore Junior
29/08/19, ore 15:23
Cap. 1:

Di nuovo sei riuscito a catturare la mia attenzione in un nanosecondo e a tenerla altissima fino alla fine del capitolo, adesso non sto più nella pelle e voglio scoprire come se la caverà il povero James dopo che anche il più coriaceo dei costruttori ha dato forfait - mentre leggevo "Qui è un casino, succedono cose" nella mia mente strillavo insieme a lui "MA QUALI COSE!?!? VOGLIO I DETTAGLI!!!" - perciò corro a leggere la seconda parte non prima di farti i meritatissimi complimenti e lasciarti un commento così, en passant: se già non lo fai, secondo me dovresti scrivere per il cinema perché hai una grandissima capacità di cogliere i giusti dettagli visivi, e anche coi dialoghi te la cavi alla grande.

Alla prossima ^^

Recensore Veterano
27/08/19, ore 21:53
Cap. 1:

Leggo un altro horror soprannaturale, così, per conciliarmi meglio il sonno stanotte.

Dunque, il nostro protagonista è tale James, imprenditore americano, re dei ristoranti simil-giapponesi.

Intanto ti devo fare i complimenti per la caratterizzazione di James. È perfetta. Tanti piccoli dettagli che metti qui e lì aiutano a tracciare meglio il profilo di questo personaggio, come il fatto che porta a cena l'amante e mette a tacere la moglie, o il telefono che gli costa una fortuna e che quindi non può lanciare contro la parete o anche (grande tocco di classe) la vestaglia con il drago impresso sopra.

Insomma, James ha avuto "fortuna". Ha comprato questa tenuta per pochissimo e sembra andare tutto alla perfezione. Poi, peró, iniziano i veri problemi. Le agenzie che contatta continuano a rifiutare i lavori, uno dopo l'altro, e anche l'ultima, che sembra gestita da un uomo spiccio e pragmatico, rifiuta. La causa? Canti di donna, porte che sbattono, graffiti sulle pareti. Ora, visto che si trattava di una piantagione, immagino c'entrino gli schiavi africani.
O forse no, visto il tuo talento per scombinare le carte in tavola.

Comunque, adesso toccherà ad Austin sbrigarsela, e vedremo lì.

Bravo come sempre!
Alla prossima, carissimo! ^^

Recensore Master
07/08/19, ore 16:10
Cap. 1:

Recensione premio per il contest "Spade Incrociate" - 4/4

Ciao carissimo!
Dopo aver sfogliato diverse volte la tua intera produzione, eccomi a recensire questa storia soprannaturale. Che dire, l'atmosfera della villa del periodo danese (ho capito subito che erano le isole Vergini^^) è resa subito benissimo, sia per il contrasto tra l'esterno caldo e lussureggiante e l'interno austero e deserto, sia per tutti gli "inconvenienti" che fanno giustamente tenere alla larga i locali e rifuggire dopo brevissimo tempo chiunque provi a toccare la villa. Le luci al neon sono un tocco di classe.
Che il fantasma della signora "Christine" (qualcuno ha detto "Il fantasma dell'Opera"? XD) sia ancora lì, o che si tratti di qualcosa d'altro di magari più pericoloso... di certo Donovan dovrà andarci, altrimenti il fallimento sarebbe dietro l'angolo e a rinunciare alle cene con l'amante e alla vestaglietta trash non ce lo vedo proprio.
Mi chiedo cosa mai potrà trovarsi di fronte, di sicuro qualcosa di inaspettato; alla prossima!
mystery_koopa

Recensore Veterano
17/05/19, ore 08:43
Cap. 1:

Eccomi, in ritardo (come al solito) ma ci sono.
Caro Donovan, un bravo imprenditore come te dovrebbe sapere che le botte di culo non esistono. Se ai Caraibi mettono in vendita un'antica villa con tanto di terra e tutto il resto al prezzo stracciato della villetta della nonna, e se la proprietà non è ipotecata e sembra in ottimo stato, ci vuoi mettere che magari è infestata da qualche spiritello poco ospitale?
Da qualche parte un volta ho letto che gli imprenditori, per lo meno quelli con più anni di esperienza sulle spalle, sono fortemente superstiziosi e a simili cose ci badano eccome.
Ma il nostro Donovan, esperto solo in acquisti di pseudo ristoranti giapponesi (ce ne sono a pacchi anche in Italia), a simili sciocchezze non crede, pertanto non capisce per quale ragione, per la terza volta, venga mollato da solide imprese edili le quali, dopo essersi assunte l'impegno di eseguire i lavori di ristrutturazione dell'antica villa immersa nella vegetazione incolta e variopinta tipica dell'isola, lo mollano proprio sul più bello.
Mi sa tanto che Donovan si dovrà ricredere presto.
Personaggio antipatico, questo Donovan, perciò caratterizzato benissimo, come al solito. Una vota tanto sono contenta che tu abbia il pallino di farli fuori tutti, i protagonisti dei tuoi racconti.
Sono curiosa di vedere cosa accadrà al nostro ambizioso e dispotico imprenditore, in quale modo lo farai massacrare. :D :P
Interessante racconto, Vecchio mio! Mi sa che hai fatto centro anche stavolta.
Alla prossima!

Recensore Master
07/05/19, ore 23:05
Cap. 1:

Vincitore Primo Posto Parimerito Oldfashioned 49,650/50 La verità su Ingeborg Barrow

Grammatica e stile: 9,6/10 (grammatica 4,6/5 stile)
Il livello dei tuoi racconti è sempre altissimo. Hai un lessico ricercato, usi termini tecnici, ti impegni a curare i dettagli. Qui in particolare volevo farti sapere che ho molto apprezzato sia la cura nel descrivere taluni oggetti tipici appartenenti ai carpentieri, sia nella descrizione della casa stregata (un esempio? La palladiana), ma anche l’uso di verbi leggermente desueti, come sogguardare e postare con l’accezione da te usata. Ho gradito tutto moltissimo, perché tale ricercatezza non si lega a uno stile pesante, anzi: il racconto (perché tale è) scorre fluido e gradevole e ha una forma eccellente. I refusi, difatti, sono pochissimi. Ho apprezzato anche il titolo, sebbene questo campo specifico non rientrasse esattamente nei parametri: è rivelatore e si comprende solamente alla fine, anche se un qualche indizio circa la vera natura della signora Ingeborg era intuibile nel dettaglio del canto.
ma se non partiva la prima delle rotelle, ovvero i lavori in muratura, tutte le altre erano destinate a rimanere desolatamente ferme. Si alzò dalla scrivania con un gesto brusco, spingendo indietro la sedia con tale forza che essa sbatté contro lo schedario, producendo il rimbombo cavernoso di un contenitore desolatamente vuoto [desolatamente/desolatamente, ripetizione]
tardo settecento [tardo Settecento]
L’avvocato lo fissò perplesso. “perché lo chiede a me? Sono stati loro a organizzarlo, chi le può dare informazioni meglio di loro?” [Perché ]
Morendo senza eredi, la donna aveva dato disposizioni affinché gli essi fossero liberati e Christineberg diventasse di loro proprietà. [affinché fossero]
 
Caratterizzazione dei personaggi: 9,9/10
Donovan
L’imprenditore che sopravvive con all you can eat di dubbia origine e che acquista per un vero e proprio colpo di fortuna la tenuta di Christineberg è reso alla perfezione in un mix di furbizia, grettezza e umanità come raramente se ne incontrano. È sprovveduto e accorto allo stesso tempo, in un mix di realismo che ho particolarmente apprezzato. In lui ci sono tutti i tratti dell’imprenditore di successo, compresa una certa miope arroganza che gli fanno sorvolare la questione soprannaturale, ma che tuttavia non gliela fanno escludere: mi spiego meglio. Ha dei ristoranti con le insegne che non significano nulla, ha la moglie e l’amante e quella sicurezza stolida e concreta tipica dell’imprenditore. La prima parte del capitolo è dedicata a lui e alla sua ansia e benché la sua caratterizzazione fosse simile a quella di moltissimi altri analoghi personaggi di film del genere, non poteva che essere così, soprattutto perché il protagonista non è lui, ma il più complesso Austin. Se lui fosse stato il protagonista della storia nella sua interezza, il suo essere così tipicamente un imprenditore forse avrebbe potuto annoiarmi, ma il fatto di renderlo l’elemento scatenante, ma non il protagonista, lo ha rimesso in una dimensione che ho apprezzato molto, ma molto di più.
Abitanti di St. John
In ogni film dell’orrore che si rispetti – o romanzo o racconto, e qui penso inevitabilmente a Lovecraft, gli abitanti erigono una sorta di muro nei confronti dello straniero volto a indagare, sia perché non vogliono dar peso alla superstizione, come è il caso dell’avvocato, sia perché non si è disposti ad accettare una rilettura più critica della storia, come è il caso dell’Associazione storica, che qui deve difendere una certa vulgata, proponendo una visione di Ingeborg Barrow che si rivela essere totalmente speculare rispetto a quello che testimoniano e provano quelle che sono le fonti coeve della signora all’interno della casa. Sebbene tutto ciò sia molto credibile, non viene spiegato – ma solo suggerito dalle parole cariche di astio della direttrice – come mai la figura di Ingeborg sia passata da santa a strega – un aspetto, peraltro, che ho gradito moltissimo, perché offre un approccio critico alle fonti.
Austin
Il nostro risolutore workaholic è un protagonista semplicemente perfetto e non so dirti quanto l’ho amato, con le sue manie di ordine e pulizia, col suo scetticismo e un sangue freddo che crollano solamente di fronte all’evidenza del sovrannaturale. Con lui hai fatto un lavoro davvero mirabile e profondo: non è il solito eroe, ma un personaggio che grazie alle sue manie e alla sua attenzione – a una dedizione al lavoro ben spiegata e persino leggermente eccessiva – supera il limite che separa lo scettico da chi crede in qualcosa. Il mutamento, la “crescita” intellettuale del personaggio non avviene con uno schiocco di dita, ma lungo le pagine e pagine in cui Austin sperimenta e tenta come un novello Bacone col metodo scientifico che, alla fine, gli fa dire sì, i fantasmi esistono.
Ingeborg
Il fantasma della tenuta mi ha ricordato il personaggio del noto film “The Others”, ma in un’accezione decisamente più interessante e non è solo per la scelta dei Caraibi come luogo di elezione per la storia. Che il fantasma sia un personaggio positivo è solo intuibile analizzando l’aspetto del canto e interpretandolo come una non certa, ma possibile, espressione di gioia (esempio, i salmi sono canti). L’altro aspetto che mi aveva fatto interpretare correttamente il personaggio era la lunghissima vita. Era raro, ma non impossibile vivere tanto a lungo in epoca moderna (io stessa mi occupai di un principe che campò nello stesso periodo per ben 73 anni). Per essere una strega maligna che faceva esperimenti se ne è andata piuttosto in avanti con l’età e anche il dettaglio che la tomba non fosse stata violata con scritte e simili è piuttosto indicativo della sua reale natura, così come alcuni dettagli su di lei sparsi che hanno contribuito a renderla coerente con la fine del racconto: se veramente fosse stata così tanto malvagia come una certa contessa ungherese passata alla storia per altre efferatezze e che comunque fece una fine diversa, in caso di rivolta l’avrebbero semplicemente fatta a pezzi e non fatta gentilmente sopravvivere fino a superare la novantina. Lo stesso dicasi per la foto, che subito suscita in Austin un senso di quiete. Lo spirito però ha un duplice atteggiamento. Deve far sapere ai vivi chi è stata e cerca un riscatto alla propria memoria, tanto che quando il meticoloso Austin giunge con lei a un accordo, permette a Donovan di ottenere ciò che desidera.
Utilizzo del pacchetto: 10/10
Il pacchetto è stato utilizzato nella sua interezza e in maniera pressoché egregia. La frase era presente e viene pronunciata dal fantasma, altro elemento del pacchetto, mentre la caverna è il luogo dove sono conservati i documenti relativi all’attività filantropica di Ingeborg. Il prompt legato all’oblio è rispettato in toto: stando alle varie definizioni dei principali dizionari italiani, l’oblio è qualcosa che assorbe la memoria, ma che non è assimilabile all’amnesia. Il concetto non è di così facile intuizione, eppure tu lo hai reso magnificamente all’interno di una storia dove la verità di Ingeborg è stata nascosta ed è finita per perdersi.
Originalità e Trama: 10/10
Apprezzo sempre delle tue trame che siano intelligenti e accorte. Qui hai scelto di proporre una visione differente del classico latifondista europeo che sfrutta la manovalanza, per proporre invece la storia di una donna che sperimentò nella sua tenuta un approccio diverso e più umano nei confronti degli schiavi. C’è da considerare che era possibile per la Barrow nutrire simili pensieri e avere una laurea in medicina - che la volontà di trattare dignitosamente ed equamente gli schiavi fosse comunque appannaggio già di taluni, in quel periodo storico preciso – basti pensare alla Guerra Civile americana che si combatté proprio intorno alla metà del secolo XIX. La tua storia non parla di questo, in verità, ma della memoria dimenticata di una donna che si adoperò per essere giusta. Lo fa in un testo privo di anacronismi, che lancia intelligenti ami cui il lettore accorto deve necessariamente abboccare. Lo sviluppo è chiaro in ogni sua parte e viene rivelato un cliffhanger finale che porta alla risoluzione nel giro di pochissime righe di testo, ma questo non è affatto un difetto, quanto invece un rendersi conto di aver raccontato ciò che andava raccontato. La vera storia di Ingeborg Barrow è stata raccontata.
Gradimento personale: 10/10
L’idea di presentare gli effetti e arrivare solo alla fine alla causa del mistero è degna della narrativa dell’orrore e del giallo, ambiti in cui ti sei mosso benissimo, creando aspettativa e suspence, ma lasciando sempre la possibilità al lettore di intuire qualcosa, anche se occorre arrivare alla fine per scoprire il segreto del fantasma. Azzardato e avvincente è il proporre un revisionismo su una questione che per noi europei è molto lontana, ma altrove, negli USA, è ancora fonte di contrasti e dibattito. Film come 12 anni schiavo e la vicenda personale di Jefferson rendono decisamente più complicato parlare di certe questioni. Qui tu presenti una figura, quella di Ingeborg, che passa come strega, ma che in verità è una santa. Una divisione molto netta che ho adorato perché nulla nella vita è totalmente bianco e nero. Questa tua storia ha soddisfatto il mio desiderio di leggere qualcosa di bello – e lo è veramente – ma mi ha anche lasciato un sacco di domande, dubbi, riflessioni. Mi ha fatto venire in mente certe altre leggende su padroni sadici e crudeli, quelle tristemente vere, ma anche esempi di persone giuste che non hanno pubblicizzato in vita il loro aiuto ai più deboli. Ritengo anche che la scrittura sia una potente arma adatta a scavare nell’animo delle persone e che deve suscitare in loro qualcosa. Ecco, questa storia ha suscitato in me tantissime cose. Complimenti vivissimi.

Recensore Veterano
24/03/19, ore 17:34
Cap. 1:

Ciao! scusa l'enorme ritardo della mia recensione, ultimamente faccio fatica a tenermi al passo come vorrei.
Promette bene, molto bene: la casa chiaramente stregata (il fatto che sia ai Caraibi mi fa subito pensare a rituali voodoo, schiavi maltrattati che muoiono lanciando maledizioni e strani veleni tropicali: top XD) , il protagonista che non capisce la situazione, abbagliato com'è dal miraggio dei soldi facili (devo dire che un po' tifo per lui: gli all you can eat finto giappo stanno diventando il trash culinario dominante, ovvio che poi uno voglia tentare la sorte con un resort caraibico), le ditte che abbandonano... Mi aspetto terrore da un momento all'altro.
Come sempre uno stile e un ritmo impeccabili, dalle descrizioni piu' brevi ai dialoghi tra i personaggi.
Finchè mi rimane tempo corro a leggere il resto!^-^

Recensore Master
01/02/19, ore 00:37
Cap. 1:

Oh, ma buona sera anche a lei, buon uomo.
Cielo, ma da quantissimo tempo è che non passo più a recensire qualcosa di tuo? A conti fatti, veramente ma veramente tanto... infatti sono piuttosto imperdonabile. Però, guarda un po'? Sono tornato, ora! Tutto pronto per recensire qualcosina di tuo! E come si suol dire nel linguaggio... uhm... nel linguaggio del cliché, sono tornato per tornare!
...
restare, era restare.
COMUNQUE SIA, il motivo per cui sono qui è molto semplice: Uno degli autori migliori del sito sta scrivendo una storia sugli Shpirriti? E dovrei essere decisamente un pazzo malato del Bedlam per perdermi l'occasione di leggermi una cosa simile! Ma visto che non lo sono: Allora, cominciamo con il fatto che la localizzazione dell'infestazione presso un'Isola Caraibica è davvero molto figa. Decisamente, in un luogo del genere, l'attività non può che essere piuttosto potente. Non lo so, vado ad esclusione, poi sono un fan sfegatato di Ghost Adventures, e parlare di fantasmi m'ingrifa.
Inoltre, abbiamo il nostro uomo d'affari che va, ovviamente, a comprare l'unica mega villa posseduta dal demonio. Continuo a pensare che sti ricconi siano veramente degli sfigati, visto che per fare gli affari buttano sempre gli occhi su di cose che poi gli fanno pentire di esistere. Almeno, questo lui non lo sa ancora, però dai: Siamo nelle AMERICHE, forse il continente con più fantasmi di tutto l'universo, se non si contano le possibili stazioni spaziali alla deriva a loro volta infestate da fantasmi.
(Non ti sto suggerendo un'idea di una storia horror ambientata su una stazione spaziale, eh! Sia chiaro, proprio no... nono...)
Comunque, il build up dell'ansia di questo primo capitolo è stato davvero epico: prima le due compagni che di voler lavorare lì nemmeno tutto l'oro del mondo, e poi l'ultima compagnia in cui, effettivamente, abbiamo delle prove che laggiù ci sono gli spiriti. E siccome sono così violenti, ho paurissima che non si tratti di semplici anime tormentate. O almeno, magari quelle ci sono, ma sicuramente il tormentatore è lì vicino da qualche parte.
Comunque, mi pare di capire che questa presenza è la classica 'non mi faccio vedere, ma faccio casino' vero? Un Poltergeist, insomma? Almeno per il momento... comunque, l'ambientazione dentro e fuori la villa, suggerisce chiaramente quanto inquietante si farà la faccenda.
mancava solo il cartello 'sicuramente non infestata' fuori dalla casa!
Ed ora, il nostro riccone di Spyro chiama un suo uomo di fiducia, il Signor Austin Problemi... non credo sia il suo cognome, però...
Sperando che possa aver giocato la carta giusta con quest'ultima chiamata... NON VEDO l'ora di leggere il prossimo capitolo!
A prest!

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Master
30/01/19, ore 12:46
Cap. 1:

Eventi inspiegabili che riescono ad atterrare anche il corpulento Len. Bene, la tenuta paradisiaca ai Caraibi pare più un covo di spiriti incarogniti. Se le imprese navali rifiutano il lavoro significa che sanno qualcosa in più. Aspetto che Austin, esperto di problem solving, si rechi sul posto è ci palesi la situazione dal suo pignolissimo (così pare) punto di vista. Magnifiche le descrizioni dell'ambiente voluttuoso, ma i miei preferiti sono i dialoghi telefonici frammentati in rifiuti e silenzi. Sono curiosissima, attendo con ansia l'aggiornamento. ^^

Recensore Master
29/01/19, ore 17:25
Cap. 1:

Urka, mi citi pure la novella "Il diavolo nella bottiglia"!
In effetti, siamo proprio immersi in quella calda ed asfissiante atmosfera caraibica delle piantagioni, con gli schiavi frustati e le concubine nere... ci credo che l'antica magione risuoni ancora di tutte le persone che l'avevano popolata!
Ti dirò: quel povero imprenditore mi fa un pochino pena. Crede di aver fatto l'affare del secolo, acquistando per un tozzo di pane il villone settecentesco (ma dico io... se il prezzo era stracciato, fatti venire un sospetto che ci sia qualcosina che non vada... no?) e invece se lo ritrova stranamente "abitato", con un fuggi fuggi di carpentieri e magutt.
Questo primo capitolo me lo sono divorato: aspetto di leggere il seguito con molta curiosità!
Bravissimo il nostro Oldy!
 

Recensore Junior
29/01/19, ore 09:22
Cap. 1:

Sono già convinta che questa finirà presto fra le preferite.
Ogni volta che leggo una tua storia mi vengono in mente i vecchi film.
Il vecchio stile, quello del gangster raffinato. Quello della ballerina sui tavoli. Lo stile di un vecchio horror con case infestate dai fantasmi. Niente splatter all'Argento ma raffinate storie articolate che fanno correre i brividi lungo la schiena e ti rizzano i peli di tutto il corpo. 
Ho adorato ogni parte di questo primo capitolo che sa di presagio a qualcosa di terrificante.
Sono davvero curiosa di leggere come svilupperai i retroscena di questa tenuta imperiale. 
Mi aspetto grandi cose, so che non rimarrò delusa. 
Il Maiale

Recensore Master
28/01/19, ore 21:28
Cap. 1:

Ciao Old!
Parte decisamente bene questo nuovo racconto, con quei dialoghi esilaranti che sono ormai il tuo marchio di fabbrica, e la sfida di trarre qualcosa di nuovo dal classico tema della casa infestata: già mi aspetto numerosi colpi di scena e uno svolgimento dei fatti del tutto inconsueto... cavar fuori qualcosa di nuovo da un tema così abusato significa avere il dono del genio, e non ho dubbi che sarai all’altezza della sfida.
Al prossimo capitolo!

Recensore Master
28/01/19, ore 20:15
Cap. 1:

Ohi-ohi!
L'esperienza dovrebbe insegnare che se ti svendono qualcosa per un centesimo del suo valore deve esserci una "sola" da qualche parte!
Anche se i sopralluoghi nella fanta-tenuta non hanno rilevato nulla di strano di fatto ben due squadre di operai hanno abbandonato i lavori di ristrutturazione con la coda tra le gambe (la terza gli ha buttato giù il telefono!) lasciando il signor Donovan nei guai fino al collo.
Perfino i massicci carpentieri americani (me li immagino virilissimi e sudati  a torso nudo col caschetto giallo) hanno abbandonato il campo senza una spiegazione plausibile.
Cosa c'è nel meraviglioso paradiso  tropicale che li spaventa tanto?
Forse questo misterioso signor Austin che di mestiere risolve problemi potrebbe scoprirlo :3

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