Carissima Lightning.
Sono giorni che devo passare a recensire questa storia, ma non ti nasconderò che, rileggere questo primo capitolo di nuovo per poterti lasciare la mia umile opinione, mi ha fatto solo bene, quindi ti ringrazio per aver indirettamente risollevato la mia serata!
Poi... che dire? Io non so che dire, sul serio. Sono ammaliata, e credimi, per me riuscire a trovare una storia dove c'è Tony Stark, senza storcere il naso, senza avere quel macrostupido senso critico che ci metto ogni volta che leggo di lui (manco potessi permettermelo, poi) è difficile. Anzi, forse fino ad oggi era stato impossibile e invece eccomi qua, ad amare, ad ammirare, a deliziarmi totalmente di un Tony Stark, oltretutto dal punto di vista di una zia May tenerissima, preoccupata, ma spaventosamente tenace, che demorde sì, ma che si affida a qualcuno, invece di crollare. E questo, te lo dico, l'ho trovato talmente in linea con i personaggi che quasi mi viene il magone. Grazie, Lightning. Grazie davvero.
Abbiamo un Peter muto, insonne, tornato dalla morte. Abbiamo un Peter che non vuole dormire e parlare... che è peggio del non riuscirci. Un tema che amo, quello dei traumi, ma solo se affrontati nel modo in cui dovrebbero e credimi... vedere la situazione che si è creata, in questo primo capitolo, dagli occhi materni di una zia apprensiva, ha reso il tutto ancora più umano e realistico. Peter non parla e non dorme, eppure dagli occhi dei personaggi, dai loro discorsi, è Peter. E' lui, il ragazzino del Queens con problemi a socializzare, che è stato morso da un ragno, e si è trovato a combattere il Titano che ha dimezzato l'universo. Non è forse un trauma, per lui, il ritorno? Non è forse vero che, malgrado le avventure, la forza, i sensi e l'eroismo, Peter rimane comunque un ragazzo che va al liceo? Sì, e tu questo non lo hai dimenticato. Quanti altri sono tornati, dopo lo schiocco? Tony stesso lo dice, loro sono supereroi, i fallimenti non li fanno dormire, ma poi passa... sono abituati, e Peter non lo è. E' un ragazzo. E' al di fuori di quel mondo. Tolta la tuta, resta un giovane come molti altri, pieno di paura e confusione.
Zia May può fare affidamento solo sull'unica persona che ha preso Peter a cuore come se fosse un figlio: Tony. E Peter, di fatto, è uno dei pochi per cui Tony mette da parte l'orgoglio, e tenta di essere migliore solo per insegnargli a non fare i suoi stessi errori e lo scopriamo nel corso del dialogo tra zia e mentore. Tony ci tiene, la vuole rassicurare, ma è ovvio che sia preoccupato, che la cosa non tranquillizzi nemmeno lui, ma è convinto che troveranno una soluzione, perché devono trovarla. Perché Peter è tornato ma forse non lo è davvero. E lo rivoglio tutti indietro. Tony l'ha visto sparire, May ha appreso che era morto.
Oltretutto ho davvero amato la delicatezza con cui hai fai affrontare a May tutto questo. Come dicevo all'inizio, può demordere per un po' ma non crolla e quell'idea dei cartoni... l'ho trovata così dolce e malinconica. Quasi un ultimo disperato tentativo di riuscire nel miracolo, tornando indietro a quando Peter era bambino. Peter però non è più nemmeno quello, e nemmeno un adulto... e questo fa più male ancora.
La bellezza del dialogo di May e Tony sta nel fatto che nessuno dei due vuole farsi vincere dalla situazione, che ogni idea va presa per buona, purché Peter torni tra loro. E questo, te lo dico, è la forza di questo primo capitolo che ho letto e riletto, che ha soddisfatto e superato ogni mia aspettativa.
Mi troverai presto (spero presto davvero) a recensire anche il secondo che, non te lo nasconderò, ho già letto ieri e che ho amato. Davvero i miei complimenti per tutto, dallo stile, ai contenuti, alla caratterizzazione, alla profondità e al messaggio che mandi.
A prestissimo
Miry |