Recensioni per
Di ghiaccio e di oscurità
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 40 recensioni.
Positive : 40
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master

Ciao caro^^
Questa storia è sempre più interessante, per prima cosa devo farti i complimenti per l'accuratezza storica e per la meticolosa attenzione ai particolari, sembra davvero di leggere il diario di questi sventurati, sopravvissuti ed esploratori, rimasti soli in balia delle forze della natura.
Il personaggio del tenente Colby mi ha particolarmente colpita, è stato interessante scoprire le sue origini e la sua storia, si può dire che nella sfortuna sia stato fortunato. Nonostante tutto egli rimane un uomo d'onore, fedele ai propri ideali.
La questione del cannibalismo ritorna spesso nei racconti di avventura, reali o di fantasia...da un lato suscita in noi un profondo ribrezzo o una macabra curiosità, ma quando si tratta di sopravvivenza l'aspetto fisiologico-biochimico dell'apporto di cibo prende il sopravvento sugli aspetti culturali, quindi non possiamo certo condannare quei poveri diavoli stremati dalla fame.
D'altra parte possiamo elogiare la forte moralità di Colby.
Gli uomini di McClintock invece sono ormai rassegnati, hanno perso l'entusiasmo e le speranze, desiderano soltanto tornare a casa e temono di subire la stessa sorte dei loro predecessori.
Il finale è stato davvero intenso e commovente, in un certo senso si può dire che il tenente Colby abbia ritrovato se stesso.
Complimenti, sei sempre bravissimo!
Alla prossima! :)

Recensore Master

Ok. Ti scrivo dal cellulare quindi eventualmente perdona gli errori di digitazione. Fin ora, e manca l'ultimo capitolo, questo è quello che preferisco. Mi ha fatto commuovere fino alle lacrime alla fine e mi sono indignata tantissimo per la storia della madre di Colby. È un tema che mi provoca disgusto ma purtroppo molto reale e perennemente presente nella storia di ogni epoca... Tu hai saputo descrivere l'orrore con parole asciutte, suscitando l'empatia del lettore senza però avere nulla di patetico. Mi ha fatto pena pure la foca, soprattutto quando sognando muoveva il muso come se facesse girare ancora la palla del circo: una metafora molto pungente, che sicuramente colpisce sebbene sia solo un piccolo particolare.
Colby all'inizio non mi diceva niente perché ancora non lo conoscevo: in questo capitolo, invece, mi è venuto da pensare che fosse la figura più affascinante della storia.
Ti segnalo un errore di una data nel cap.: hai scritto 1959 anziché 1859 (all'inizio del secondo paragrafo, quando il focus torna sulla spedizione di ricognizione).
Suggestivo e in tono coi capitoli precedenti il fatto che McClintock si ricordi di aver arruolato due uomini che poi scopre essere tra i morti del vecchio equipaggio... Dà un tocco misterico al tutto che apprezzo molto!
Sulla fine non so cosa dire se non che mi ha affascinato e rapito e commosso. Scritta benissimo, mi piace molto! Sono sicura che l'immagine finale della morte sotto forma di questo ragazzino Inuit mi rimarrà nella mente per molto tempo dopo che avrò finito di leggere il racconto.
Complimenti vivissimi come sempre!

Rita
(Recensione modificata il 29/07/2019 - 11:35 am)

Recensore Master

Recensione premio per il contest "Senza tempo" - 3/4

Rieccomi!
Sarò sincero: mi aspettavo il tradimento di Colby, ma assolutamente non mi sarei mai aspettato la sua storia, che ho trovato molto interessante, oltre che strettamente collegata con quella della Dea Sedna che, lo ammetto, è soggetto di una mia storia iniziata e mai finita... tra l'altro, a questo punto si capisce il perché del suo odio per l'Inghilterra e per gli inglesi, quantomeno giustificato.
Per il resto... beh, nell'equipaggio di McClintock pare essere ormai iniziata la "fiera del fantasma veggente" che coinvolge anche il fratello del tale Torrington, probabilmente rimandato indietro dall'aldilà dal fratello stesso con un bello spintone. Ormai mi chiedo, anche separandosi, che tracce finiranno per trovare: magari la tenda con i cadaveri lasciati indietro sia dagli inuit che dal mezzo inuit...
E, infine, si giunge alla fine dell'odissea di Colby, che dopo aver resistito a ogni impulso, arrivando a uccidere i suoi stessi compagni tentati dal cannibalismo pur di rimanere fedele al suo proposito. In effetti, nella sua vita gli inglesi non erano mai stati persone civili, ad eccezione della famiglia Marlowe. Così, dopo aver sepolto una lettera per le uniche due persone inglesi della sua vita e aver ricordato per un'ultima volta la madre e la foca, si lascia prendere per mano dal suo omonimo bambino inuit e si incammina verso il nulla.
A questo punto, di gruppi da seguire ce ne rimangono ancora due, tre se le navi si allontaneranno da McClintock... e chissà il capitolo finale come sarà!
Lo leggo subito, e se mi ricordo aggiungerò anche un piccolo appunto finale! Intanto la storia va subito tra le preferite.
mystery_koopa

Recensore Master

Recensione premio per il contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger” – Giudice Shilyss

Caro yonoi,
Leggere questo capitolo è stato un vero viaggio e non solo perché in questa storia tu narri di una spedizione sfortunata dove la lotta tra l’uomo e la natura diventa atroce, ma per la storia personale di Colby. Non so quanto sia romanzato e quanto storicamente accurata la sua vicenda personale e familiare di stampo dickensiano, ma comunque: ho appena finito di leggerti e, normalmente, a questo punto andrei a cercare delle informazioni in rete, ma volevo lasciarti le mie impressioni a caldo sul capitolo. È crudo e bello, yonoi.

La vicenda di Qannik è straziante ed è raccontata benissimo e si interseca alla perfezione con quella della triste dea inuit costretta a vivere su un igloo. I riferimenti all’estrema violazione delle regole umane e il fatto che Colby preferisca morire d’inedia e freddo piuttosto che macchiarsi di cannibalismo lo rendono un fulgido eroe e la sua freddezza il retaggio materno. Persino l’elemento della foca impagliata che è quasi parte della famiglia ha in sé un pietismo particolare e non perché l’animale sia un vecchio animale da circo con gli occhi buoni – o meglio, non solo per questo – ma perché viene considerato un tutt’uno con madre e figlio. Spicca anche la cattiveria della moglie tradita che vende la povera Qannik, che non risulta per niente esagerato. La considera una “cosa” e troppe volte pensiamo che questi eventi siano relegati a un passato antichissimo o siano eccessivi. In verità, l’empatia è una dote rara.

Tornando alla storia, capisco ancora di più perché la storia sia intrisa di soprannaturale: sono davvero colpita dal fatto di come hai inserito in maniera inquietante i due spettri con la polmonite, ma anche dalla credibilità del fantasma di Torrington. In qualche maniera, mi stai convincendo dell’esistenza di queste manifestazioni rendendomi la loro presenza plausibile, cosa che non era affatto scontata, visto che mi stai raccontando di una storia realmente avvenuta. Ci sarebbero davvero tante cose da dire su questa storia, perché il tuo racconto mi ha emozionata; la scena finale della morte di Colby in mezzo alla neve e del bambino con gli occhi a mandorla è una scena di rara intensità che non lascia interpretazioni altre, ma che pure è raccontata con una dolcezza incredibile e di questo ti ringrazio. Incredibilmente curato è anche lo stile, che rende ogni tua opera intensa e speciale.
Onoratissima di averla letta e in attesa di leggere la fine, a strettissimo giro,
Shilyss

Recensore Veterano

Ciao: ce l'ho fatta!^^ Dunque, volevo sapere di più su Colby e sono stata accontentata: e la sua storyline me lo ha fatto rivalutare completamente. All' inizio, primo capitolo, pensavo fosse un grilletto facile, un violento. Nel secondo pensavo fosse un insensibile e pure sadico (il messaggio alla moglie). Ora penso che sia uno dei personaggi migliori e che avrebbe dovuto ricevere una nave ad honorem solo per aver affrontato ghiaccio, cannibalismo e morte rimanendo sempre fedele a se stesso. Inoltre, la storia della sua infanzia (e la storia di sua madre) hanno fatto ben capire il motivo del suo comportamento. Anche la linea temporale della spedizione di soccorso non mi ha deluso, a cominciare dai fantasmi:oltre a Torrington maggiore ora pure i due ufficiali. Davvero, quanta parte dell'equipaggio è viva, mi domando. XD Tra le due linee comunque mi par di capire che di sopravvissuti non ce ne sono: quindi ora mi preoccuperei per i soccorritori. Ora vado a vedere la fine!

Recensore Master

finalmente riesco a proseguire la lettura di questo avvincente e strano viaggio ai limiti tra l vero e il fantastico!
con piacere ho gustato questo capitolo, che approfondisce quello che pareva a tutti gli effetti "il cattivo" della spedizione di Franklin. e in effetti a suo modo è un tipo freddo e calcolatore il caro Colby, ma ti dirò che ti è riuscito splendidamente, più andavo avanti e più mi sono ritrovata quasi a tifare per lui anche se mi sa che alla fine nemmeno lui ha saputo domare quella terra aspra e infida che è l'artico. con questo captolo capiamo il suo piano - essere lui stesso l comandante per potersi intascare la gloria del passaggio a nord - e perchè fa tanto lo snob, il freddo disinteressato alle vite altrui e lo sprezzante nei confronti degli inglesi, MA anche perchè ha sparato agli inuit la prima volta che li ha visti (anche se quello pteva risparmiarselo veramente.... che gli avevano fatto loro?)
ha il fascino dei personaggi tormentati e doppiovalenti. mi è tornata in mente pure la frase che gli calza perfetta presa da Balto (bellissimo cartone, ha pure le stesse ambientazioni o quasi ihihihihi): "non è cane, non è lupo, sa soltanto quello che non è" e in effetti...
scopriamo pure, grazie all'ultimo pezzo che le dicerie sul fatto del cannibalismo parrebbero essere vere, Colby li ha trovati a mangiarsi.... stufato di cadavere e ha deciso di far smettere i suoi sottoposti a modo suo (ucciendoli). non mi sento di giudicare quei poveracci che hanno provato a mangiarsi i loro commilitoni a essere onesti, sai perchè comunque quelle privazioni non sono cosa da poco (e se hai davanti e alla portata un modo per placare e non morire, difficile resistere, siamo pur sempre fatti di.... carne appunto....) sia perchè in alcune culture è pure giudicata una pratica di rispetto/onoranza del morto e in fondo piuttosto che lasciarli lì come monoliti ghiacciati....

nel frattempo la spedizione più recente continua sotto l'egida del comandante guidato dal fantasma raffreddato. hanno una guida del posto il che li agevola non poco e dei mezzi per sopravvivere discretamente in quelle zone. hanno pure l'aiuto delle forze sovrannaturali che vogliamo di più dalla vita?
trovano tutti gli aggeggi inutili lasciati indietro dagli sfortunati naufraghi ma soprattutto trovano il messaggio che conferma la morte di Franklin e... i due cadaveri congelati che il comandante era certo di aver imbarcato da vivi....O.O
direi che questo è anche più inquietante del resto, sicuro più del fantasma raffreddato non so perchè....^^"""
alla prossima, appena riesco!
Nala (che si scusa umilmente per il mappazzone di rece)

Recensore Master

Ave Yonoi, finalmente il mistero inizia a dipanarsi, capiamo qualche cosa in più alla sfortunata spedizione di Lord Frankin.
McClintock domina la seconda parte, è attanagliato dall’alcool, si promette di smettere di bere non da oggi non da domani ma da uno dei prossimi giorni, battute a parte, i fantasmi si sono materializzati o no? leggendo i nomi sulle targhette i brividi sono ben garantiti ..
A ogni buon conte, chi dà il là a questo capitolo è il tenente Colby, il mezzosangue cresciuto in Inghilterra, sghembo frutto degli amori di una donna Inuit e di un inglese (mi ha ricordato un poco la vicenda di Rebecca Wolfe, alias Pocahontas, e di John Smith, sia pure con le dovute eccezioni), una squallida infanzia e una sorta di riscatto che ha il suono dei passi di un bambino in un giardino invernale .. Colby fa del suo meglio, e tanto più di un tot non può riuscire, chè, enfin, il gelo artico trionfa e tronfa. Gli uomini arrivano a diventare antropofagi, C. fa giustizia, trovando infine  le piste del Grande Sogno, lo accompagna un ragazzino, verrà la morte e avrà i tuoi occhi (parafrasi della poesia di Cesare Pavese)
Cade la neve e il ghiaccio cresce, cadono i fiocchi sulle persone e le vicende, ma il vento non dimentica e nuove/vecchie storie (ri)tornano ..


A la prochaine Jane Queen Empress saluta 

Recensore Master

Ed ecco che si incomincia a scoprire qualche cosa in più sulla sfortunata spedizione Franklin. Nonostante la presenza di McClintock nella seconda parte (una scena che si potrebbe intitolare: McClintock e i fantasmi, ovvero: Devo smettere di bere), la vera superstar del capitolo è il tenente Colby. Figlio di una donna inuit e di un ufficiale inglese (storia molto commovente, tra l'altro), Colby si fa il proverbiale mazzo per salvare i suoi uomini ed impedire che crepino di fame (tostissimo, Colby!). Purtroppo, alla fine il freddo dell'Artico ha la meglio. Gli uomini di Colby arrivano a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni, e lui giustamente provvede a fare giustizia. E poi, in una scena degna di uno dei migliori film di Hollywood, Colby trova la sua fine, e se ne va nell'aldilà accompagnato da un ragazzino con gli occhi a mandorla. Una scena molto toccante, questa qui.

Al prossimo capitolo!