Recensioni per
Blood Ties
di Chris_88

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
22/06/19, ore 15:51
Cap. 2:

VALUTAZIONE DAL CONTEST "EXPECTO PATRONUM"

Stile e lessico: 8,5/10

La tua storia ha uno stile piuttosto semplice e colloquiale, il che, credo, si sposa perfettamente con la scelta di affidare la narrazione in prima persona ad una Petunia piuttosto giovane. La prima persona è secondo me una scelta non sempre semplicissima, ma in questo caso credo che tu abbia fatto un ottimo lavoro: in entrambi i casi, il tono è molto vicino ad un flusso di pensieri, che pure mantiene una coerenza e un’organizzazione interna adatta ad una narrazione conclusiva.
In generale, ho avuto l’impressione di una narrazione molto tranquilla: non ci sono particolari picchi, né a livello emotivo, né a livello stilistico: questo, a ben pensarci, è perfettamente in linea con la voce di un personaggio come Petunia, che fin da ragazzina cerca di non attirare l’attenzione e di essere perfettamente normale, senza alcuna particolarità. È vero però che, soprattutto in storie brevi come due flash, dove per forza di cose non si può dare troppa rilevanza ad una trama particolarmente complessa, a volte qualche scelta stilistica un po’ più mirata e particolare aiuta a rendere più evidenti alcuni concetti, o comunque a dare spessore a quella che, altrimenti, rischia di diventare una storia che passa un po’ in sordina. Non so, nonostante l’utilizzo della prima persona, in alcuni momenti ho avuto un po’ l’impressione di trovarmi distante dalla portata emotiva della storia: soprattutto nella prima flash, che si concentra molto su descrizioni anche interessanti e importanti (la parte iniziale, ad esempio, in una flash inizialmente mi era sembrata un po’ superflua, ma ad una seconda lettura mi sono resa conto di quanto avesse senso cominciare a mettere in relazione anche il contrasto fisico fra le due sorelle, per far risaltare le insicurezze di Petunia), mi pare che la portata emotiva venga un po’ ridotta da questo stile molto narrativo e un po’ meno introspettivo. Ho un po’ avuto l’impressione che Petunia raccontasse le sue emozioni, più che farcele proprio vivere, ecco.
La seconda storia, invece, forse perché si concentra su un momento più ristretto, l’ho trovata più incisiva: anche la struttura, con quei flashback inseriti in maniera molto armoniosa e del tutto chiara, mi è piaciuta molto: ha un ritmo più coinvolgente, a mio parere.
L’unica cosa, è che la storia, prima ancora di passare al flashback, inizia al passato, per poi passare senza un motivo al presente: “Lei spiegò che si poteva evocare pensando a qualcosa di felice. Cosa applaudono quei due?”. In generale, a parte la piccola incongruenza, avrei comunque preferito che fosse tutto al passato: il salto temporale del ricordo sarebbe stato comunque chiaro, e avrebbe avuto più continuità anche con la prima storia (in generale, forse avrei scelto di invertire l’ordine di pubblicazione delle due storie, visto che entrambe hanno più o meno lo stesso nucleo narrativo, e forse sarebbe stato più sensato ordinarle cronologicamente).


Sviluppo del tema del bando: 9/10

Da questo punto di vista, credo che tu abbia fatto proprio un bel lavoro. In generale, mi ha fatto molto piacere che tu abbia deciso di dare spazio ad un personaggio come Petunia, che secondo me nasconde molti spunti interessantissimi.
Con la prima storia, in effetti, hai risposto ad una domanda che mi sono sempre fatta: sappiamo tutti quanto entrambi i Dursley detestino magia e stramberie varie, per questo mi sono sempre domandata come il povero Vernon doveva aver in un primo momento appreso la notizia. Per Petunia, senza dubbio, dev’essere stato molto difficile aprirsi con lui: è una ragazza che ha sempre dovuto convivere con la costante consapevolezza – forse spesso mai espressa – di non essere all’altezza di sua sorella, e di certo, una volta incontrato Vernon, la paura di perderlo dev’essere stata tanta. Si capisce che Vernon e Petunia sono proprio fatti l’uno per l’altra (non riuscirei ad immaginarmi nessun altro in grado di amare due persone come loro, in effetti), e credo che questa avrebbe potuto davvero essere la chiave di volta della loro relazione: ciò che li avrebbe uniti per sempre, ciò che avrebbe cementato la loro unione fondandola su principi e concezioni comuni, oppure l’elemento in grado di far scappare Vernon a gambe levate. La paura di Petunia era dunque del tutto comprensibile, così come molto sensato è il suo immenso sollievo nello scoprire di avere finalmente un alleato, qualcuno che la pensi come lei, qualcuno disposto a continuare a starle accanto nonostante gli “orrori” nascosti nella sua famiglia, e, soprattutto, il sollievo nel constatare che anche per Vernon l’errore è Lily, non Petunia.
Anche la seconda storia, da questo punto di vista, mi è piaciuta molto: mostri bene tutte le insicurezze di una Petunia un po’ più giovane, una Petunia che non ha ancora cementato tutta la sua invidia in rancore. Ho sempre trovato estremamente umano (per quanto ovviamente non del tutto condivisibile) il risentimento covato da Petunia nei confronti di Lily: non dev’essere per niente facile accettare la propria ordinarietà, di fronte a una sorella appartenente al mondo magico. Probabilmente il suo rancore è dato da una visione parziale, ma trovo il suo senso di solitudine perfettamente comprensibile.
Mi è un po’ spiaciuto (non perché sia scorretto in sé, eh, ci mancherebbe) ritrovare una delle poche cose che già sapevamo della Petunia adolescente: la lettera di Silente è sicuramente un momento di svolta per Petunia, il rifiuto definitivo, però secondo me sarebbe stato bello cercare di aprire uno spiraglio un po’ inedito sulla giovinezza di un personaggio simile, ma capisco benissimo il motivo della tua scelta.


IC (o caratterizzazione, nel caso di personaggi secondari): 9.25/10

Di nuovo, sono stata molto felice di leggere un trattamento approfondito di Petunia: come dicevo anche a qualcun altro, nella saga purtroppo i Dursley soffrono un pochino della “sindrome della macchietta”, e soprattutto nei primi libri vengono trattati in maniera volutamente esasperata e terribilmente bidimensionale, fino a diventare quasi irrealistici. Petunia, è vero, è quella che viene un po’ più riscattata da questo trattamento ridicolo, anche se in maniera indiretta, attraverso i ricordi di Piton, dove finalmente riusciamo a vedere un po’ dietro la sua maschera.
Credo che tu abbia colto appieno il punto focale del suo personaggio: il suo costante senso di inferiorità, il sentirsi sola e ignorata dai genitori che avevano occhi solo per Lily, il rifiuto che si è trasformato in risentimento, l’invidia che ha portato alla paura e al disprezzo. Petunia c’è tutta, con la sua visione molto parziale (com’è giusto che sia, soprattutto quando è molto giovane), con le sue insicurezze e i suoi rancori che negli anni non fanno altro che inasprirsi e crescere. Mi ha anche fatto sorridere che tu abbia cercato di dare una spiegazione razionale, con il suo disturbo ossessivo compulsivo, alla descrizione un po’ esasperata fatta dalla Rowling.
Mi è piaciuto molto anche Vernon: ottuso, insensibile, ma chiaramente innamorato di Petunia, le sue battute sono perfette. Quelle che per lui dovrebbero essere grandi dichiarazioni, ad un orecchio esterno sono in realtà frasi agghiaccianti, ma credo che questo descriva perfettamente il personaggio e la “coppia perfetta” formata da lui e Petunia.
Ci sono giusto un paio di elementi (che però sono davvero un pelo nell’uovo) che non mi hanno convinta del tutto: la risposta di Silente, nei ricordi di Piton, è descritta come molto gentile, mentre in realtà qui mi sembra molto fredda, quasi una risposta prestampata. Ma capisco benissimo che non fosse il punto della storia, e fosse impossibile inserire una risposta lunga e dettagliata in una flash.
E poi, dici che ogni estate Lily tornava ed esibiva nuovi incantesimi: è vero che, forse nella Pietra Filosofale, Petunia stessa dice qualcosa del genere, ma questo è un po’ in contrasto con tutta la questione dello Statuto Internazionale di Segretezza e sulle norme sui minorenni. So che probabilmente si tratta di una incongruenza della Rowling stessa, che deve aver messo a fuoco questi aspetti solo in seguito, ma vista la rilevanza che poi questa legge assume per la trama, è un po’ strano pensare che ogni estate Lily mostrasse nuovi incantesimi.


Titolo (della raccolta e delle singole flash): 3/5

Il titolo generale della raccolta, in realtà, non mi fa impazzire: io non sono contraria in generale ai titoli in inglese, anzi, ma in un caso come questo credo che anche la traduzione italiana avrebbe avuto esattamente lo stesso effetto, sarebbe stata altrettanto musicale e anzi, forse avrebbe attirato di più l’attenzione. Mi è piaciuto che il titolo richiamasse quello che è un po’ il tema non del tutto espresso dalla raccolta, la tematica che sta un po’ in sordina: il legame di Petunia con la sua famiglia di origine a confronto con quello che crea con la sua famiglia “d’elezione”, quella che forma per scelta. I titoli delle singole storie, invece, da un lato mi hanno colpita molto, perché è stato interessante assegnare un gruppo sanguigno “negativo” al ricordo negativo e viceversa, ma mi è sembrata una scelta un pochino artificiosa e poco legata al contenuto della storia. È vero che, soprattutto nella seconda storia, rifletti un po’ su quale sia la differenza anche “genetica” tra Lily e Petunia, ma, non so, ho avuto un po’ l’impressione che le cose non fossero perfettamente amalgamate: più che altro, mi sono sembrati dei titoli interessanti, ma non per questa storia.
C’è anche da dire che da questo punto di vista io sono abbastanza ignorante, quindi magari c’è qualche legame o riferimento scientifico che io non ho colto: se così fosse, ti chiedo innanzitutto scusa, e ti chiedo di farmelo notare in modo, eventualmente, da aggiustare il tiro nel giudizio.


Gradimento Personale: 3.75/5

In generale, queste storie mi sono piaciute abbastanza: non sono sicura che, scrivendo delle flash, cercare di mostrare diversi momenti in maniera molto narrativa sia la scelta più riuscita, perché si rischia di non riuscire a dare abbastanza importanza ad ogni momento. Per mio gusto personale, credo che la tua narrazione sarebbe riuscita a dare il meglio di sé in una one-shot, mentre così tutto scorre in maniera molto tranquilla, senza riuscire a lasciare un segno profondissimo.
Ho però apprezzato molto la scelta del personaggio, perché soprattutto nella prima storia sei riuscita a dare spazio ad un momento secondo me molto importante e per niente scontato, e ho apprezzato tanto in fatto che tu abbia dato un’interpretazione coerente e credibile a personaggi che, nella saga, hanno solo il ruolo di macchietta prestabilita.


Totale: 33,5/40