Ciao, cosa dire di questo secondo e ultimo atto?
Sinceramente mi sarei potuta fermare alla prima riga: "Nel petto dell’altero dio degli inganni non c’era mai stato spazio per il rimpianto: la tragedia era racchiusa proprio lì...".
La sintesi assoluta e perfetta della rovina di un grande uomo e dio che traspare, o meglio ci viene proprio gettata in viso più e più volte nel corso di questo breve ma intenso viaggio nell'orrore.
Non avere rimpianti rende lungo e macchinoso apprendere dai propri errori, perché se il sentimento doloroso e feroce non filtra l'esperienza, lo deve fare la logica e il ragionamento e se si è immersi nel profondo orgoglio, come è per Loki , si diventa schiavi delle proprie stesse illusioni.
Trai molta ispirazione da Dark word, del resto dei vari film MCU forse il più coerente con il ciclo asgardiano (il primo thor é affascinante ma getta molte basi scomode e forzate, almeno a mio parere), io ritengo una delle scene migliori la parte dell'incoronazione illusoria creata da Loki e dalle parole di Frigga " se ti immergi in queste non riuscirai più a vedere la realtà".
E' dunque diventato cieco Loki, che si barrica dietro quel suo motto " la soddisfazione non è nella mia natura"? Non vede che non vi è altro che oscurità e catene a circondarlo?
E' proprio qui che il brano cresce di intensità e al contempo ci fa profondare. Loki non ha altra scelta, ma essendo lui la guida nei suoi pensieri, non può ammetterlo a se stesso e quindi nemmeno al lettore. Deve rimanere forte e severo con se stesso, persino negarsi il ricordo di Sigyn, perché a un passo, brevissimo, vi è Thanos, sia fisicamente che nel simbolismo del suo nome.
E' un sottile equilibrio sulla follia del singolo fatta regime di distruzione. Loki ha scoperto il fine del suo nuovo padrone e ne concepisce l'immensa insensatezza. Questo gli ha permesso anche di capire che alla corte di Thanos non esiste alcuna gerarchia, tutto è incerto, tutto può esser spazzato via. Egli chiama i suoi più fedeli accoliti "figli", ma sono solo pedine e Loki nemmeno ambisce a far parte di questa "prestigiosa" cerchia. Forse di padri ne ha già avuti a sufficienza e un terzo veramente sarebbe troppo anche per un suo ipotetico piano, o semplicemente sa che sarebbe inutile.
Sigyn è il pensiero scomodo, caratterizzato da colori e luci chiare, il biondo dei suoi capelli che irrompe nel buio della cuccetta e porta la memoria di idromele, di un fratello, di un ballo, di notti d'amore e di una debolezza di lei (perché lei ama e sbaglia e per questo è vera, anche se solo rammentata).
Tutto fluisce attraverso i ricordi di Loki, che sono velati di una profonda nostalgia, negata sino alla nausea. E' proprio nel corso dell'ultimo ballo con Sigyn che viene formulata una volta di più quella frase "la soddisfazione non è nella mia natura, temo".
Ecco la ragione che rende quelle parole, nel freddo della nave di Thanos, il suo appiglio e il suo sutra: le ha dette a lei e (forse) è il suo grande rimorso.
Complimenti per il finale, rende molto il sentimento oppressivo che circonda il protagonista, dando un bello stacco dall'apparente libertà e rispetto, che sembrava possedere durante la ricerca e alla scoperta della sepoltura. Ripensando a quanto dicevamo sulle sepolture Asii nei comic, ho conferma anche in un altra occasione, dove il defunto è Odino. In alcune tavole é mostrata la sua salma, coperta da un semplice telo candido, ma posizionata in un colossale spazio vuoto, che ne accentua la severa grandezza. Interessante è la scelta dei piangenti al suo capezzale: i tre figli posizionati geometricamente al capo, al fianco e ai piedi. Balder (l'inutile) veste gli abiti semplici e vichinghi per eccellenza, Thor le effigia divine classiche e Loki, ai suoi piedi, non indossa mantello e il suo fisico decisamente più massiccio di quello di Balder lo fa svettare anche grazie all'elmo con le corna sottili e lunghe, che ombreggiano sul corpo. Soffre Loki, non ghigna ne è soddisfatto.
(Ti stai chiedendo dove voglio andare a finire con questa storia...adesso arrivo al punto, promesso!) Odino ha un altro figlio vivo in quel periodo, Tyr, che è il primogenito e legittimo ma questi non è ammesso al capezzale paterno perchè (scappando da una battaglia e lasciando tutto in groppa a Thor e Loki ancora poco più che ragazzi) é stato diseredato. Quindi, per gli asgardiani non importa che tu abbia attentato mille volte alla vita paterna, abbia ingannato o tradito, se odi ma combatti potrai esser maledetto ma avrai diritto (ed ha un valore molto grande)a esser partecipe nella posizione più alta alla cerimonia per eccellenza.
...Se in futuro avrai una scena funebre in qualche racconto, spero ti possa esser utile come riferimento. (Odino si è offerto subito volontario per fare il morto gratis)
Per chiudere con meno serietà e pesantezza: per me la cosa più difficile leggendo di Thor che beve idromele è trattenermi dall'azionare il tasto "filippica su Endgame". Una vera impresa, credimi.
Grazie per questa storia e alla prossima! |