Eccomi di nuovo da te, come promesso!
Anch’io effettivamente tendo a prediligere l’angst, ma questa, ragazza mia, è una dose illegale, e iniettata direttamente in vena, per giunta T.T Ma poi, cosa ti viene in mente di cominciare un capitolo con The rain of Castamere? Non c’è niente al mondo che presagisca più disgrazie di quella canzone, santo cielo!
Beh, se c’è una cosa che Ben dovrebbe aver imparato, vestendo i panni del Dottor Strange, è che al tempo prima o poi si deve rendere conto di tutto, di ogni passo, di ogni singola scelta. Ben ha fatto le sue, per opportunismo ma anche per paura, e ora si trova ad aver a che fare con le conseguenze delle sue azioni. Dev’essere terribile autoconvincersi di essere felici accanto ad una persona, vestirsi con lo splendore di una quotidianità apparentemente perfetta, per poi riconoscere in realtà di avere davanti a sé, ogni giorno, poco più di un’estranea, qualcuno che sì, vorresti amare con tutta l’anima – perché agli occhi del mondo questa sarebbe la cosa giusta da fare – ma che il tuo cuore non riconosce, e per un motivo semplicissimo: appartiene ad un altro. Ah, credi che non abbia riconosciuto la citazione a Jane Eyre, è come se avessi un laccio in qualche parte del mio petto,
vicino al cuore, annodato stretto e in modo indistricabile
a un laccio eguale situato nella parte corrispondente
della vostra piccola persona? Ho amato moltissimo questo passaggio, anche perché sottolinea pienamente la consapevolezza di Ben di essere innamorato perso di Martin; a volte, in situazioni simili, si tende a soffocare i sentimenti, a non dar loro una voce, per non essere poi costretti ad affrontarli. Ben invece non si nasconde – non davanti a se stesso, almeno – riconosce il suo amore per Martin ma è convinto sia ormai troppo tardi, che l’uomo non potrebbe mai perdonarlo per quello che ha fatto, per il dolore che gli ha inflitto. In fondo, però, che Martin non l’abbia dimenticato risulta palese dalle interviste, dalle frecciatine che si scambiano a vicenda… ma la Gemma del Tempo è solo un’invenzione, una pietra colorata senza alcun potere, e Ben non può tornare indietro, disfare quello che ha fatto, liberarsi dalla prigione che si è costruito addosso. Sophie, ancor prima di lui, se n’è accorta ma entrambi sembrano non avere le forze per tirarsi fuori da questa situazione di stallo. Ma da quel che ho capito, in questa storia Martin è il più volitivo fra i due, e allora ecco che alla fine di un capitolo in cui ogni singola goccia di pioggia è una stilettata dolorosa in pieno petto arriva una gioia (finalmente!), due messaggini, sarcastici, sferzanti, ma potentissimi, in grado di far tornare a battere un cuore che sembrava fosse sul punto di spegnersi. Ah, adesso devo sapere assolutamente che succede!
Questa storia mi sta piacendo sempre di più, hai una capacità introspettiva chirurgica, analitica, e una capacità di trasporla in parole che io ti invidio tantissimo, sappilo.
Complimenti mia cara, ci leggiamo prestissimo allora 😉
Un bacione :*
padme |