Sono alla ricerca delle parole adatte da un po’, scrivo un pensiero e poi lo cancello per provare a riscriverlo. Tu la fai sembrare così semplice, invece non lo è affatto (cito Vic). Mi riferisco al tratteggiare tanto egregiamente i personaggi. Perché ognuno di essi è diverso, con il proprio carattere, i modi di dire e di fare. Troppe volte ho letto long (e non solo fanfiction, anche libri che uno presuppone siano passati attraverso un lungo processo di selezione e revisione e invece i soldi spesi non ne sono valsi la pena) in cui tutti i protagonisti sembrano cloni gli uni degli altri, oppure se diversi sono decisamente piatti. Il tuo Victor è originale, così come Lestrade, Sherlock, John e pure quelli di minore importanza come Donovan, Angelo ecc.. In più, di Victor (prendo lui ad esempio perché questo capitolo è il suo, ma appunto è un discorso che si adatta a tutti loro), ogni volta ci regali sfumature nuove. Qui c’è amore, gelosia, pentimento, rabbia e chi più ne ha più ne metta. Insomma, personaggi veri e vivi descritti a tutto tondo.
Scusa se mi sono dilungata così tanto, ma ci tenevo a dire le cose di cui sopra. Ora passiamo a parlare di queste lettere.
Si tratta degli anni più difficili sia per Sherlock che per Victor. Il primo da quanto sappiamo resta completamente solo, se pure con la presenza e l’ingerenza di Mycroft nella sua vita. Victor è costretto dal padre ad intraprendere la preparazione alla vita monastica, e nella prima lettera sembra effettivamente giustificarsi per essersi arreso “facilmente” ad un volere non suo. C’è una visione decisamente negativa, del tipo “il mondo è un posto brutto, non puoi fare quello che vuoi”, e poi con un pizzico di preveggenza (dal sapore di una iettatura) dice a Sherlock che un giorno si troverà nelle stesse condizioni e capirà. Conoscendo i fatti mi viene da pensare non solo al matrimonio combinato tra il minore degli Holmes e Molly, ma anche alla lettera di corsa che lo costringerà in qualche modo a piegarsi contro i propri stessi ideali.
Nelle lettere successive Victor descrive Sherlock come un ragazzo vivace, spensierato e sorridente. È assai triste sapere che con l’allontanamento che hanno subito, Sherlock si sia chiuso in se stesso. Sarei effettivamente curiosa di scoprire qualcosa riguardo il resto della famiglia Holmes, tipo la madre del ragazzo, che almeno quando lui è stato un bambino se ne è presa cura. Credo però sia solo una mia curiosità che non andrebbe ad aggiungere nessuna informazione utile alla trama.
Dal momento in cui Trevor prende i voti comincia anche lui ad abbandonare l’ilarità che ogni tanto ha mostrato negli scritti. Si sente ancora di più che soffre la mancanza di Sherlock e fa riferimento alla questione di scappare via praticamente tutte le volte.
Ne “Sherlock Holmes e l’isola del tesoro” credo di non aver mai letto di Trevor che si sia rivolto al Pirata Bianco appellandolo “amore mio” o simili. Non ci sono mai stati troppi dubbi sui sentimenti che li legano, credo non sia mai capitato perché è John a non averli mai sentiti, almeno all’inizio, in ogni caso nella totale privacy delle missive è stato bello ritrovare questo grado di complicità e di passione. Di sicuro non è solo un modo di dire, un po’ come sento in uso tra i “millennials” quando si rivolgono agli amici.
L’ultima lettera, quando Victor viene a sapere del matrimonio di Sherlock, fa uscire il lato più geloso e pieno di rimpianti del prete. Un po’ ipocrita se posso permettermi, perché la situazione non è affatto differente da quella che ha vissuto lui in prima persona. L’unica differenza credo sia la differenza d’età, nel senso che essendo passato del tempo ed essendo maturato probabilmente Trevor non avrebbe assecondato il volere di nessuno se non il proprio.
Ultima cosa ad avermi colpita positivamente, è la forte presenza di Sherlock. Come scrive Victor, è come se il cugino fosse presente davvero, e ci si immagina facilmente cosa possa aver fatto a quei poveri fogli di carta una volta ricevute e lette le lettere. Anzi, probabilmente la prima potrebbe averla ridotta in mille pezzi preso dall’ira e poi ricomposta in un secondo momento.
Tenere assieme il filo di tutte queste cose, tra date e quant’altro immagino sia tutt’altro che una passeggiata, ma ti ringrazio per tutto il tempo che stai dedicando a questa storia, perché ci stai regalando un esperienza bellissima, di un livello decisamente superiore alla media, sul sito e non!
Alla prossima,
K. |