Lo sapevo, lo sapevo, LO SAPEVO!!! La combinazione della cassaforte, intendo. Lo sapevo che avresti scelto l'anno del loro incontro!
Ok, autocompiacimento a parte, eccomi qui, Tamarina bella!
Un altro capitolo da urlo (di gioia, ovviamente). Cominciamo subito con un'altra delle disavventure che Aziraphale deve affrontare nei suoi panni di libraio. Un po' ingenuo da parte sua abboccare all'esca del truffatore, ma fortunatamente ci pensa Crowley a sbolognarlo facendogli prendere un bello spavento. E così i nostri Ineffable Husbands sono di nuovo soli soletti. L'idea di Crowley di moltiplicare i libri per poterli vendere senza separarsi dalla copia originale è proprio da lui. Pirateria letteraria, chi altri poteva pensarci? D'altra parte, se Gesù moltiplicava i pani e i pesci, Azi avrà pure il diritto di fare lo stesso con i libri, no? Anche se temo che le cose siano un po' più difficili al giorno d'oggi, si andrebbe a ledere un po' troppi interessi e a infrangere chissà quante leggi sul copyright.
Anche qui hai reso benissimo il loro dialogo non solo in fatto di battute ma anche di linguaggio corporeo (componente che in questo capitolo mi sembra assolutamente fondamentale).
Ma ecco che arriva il nostro innamorato che avevamo lasciato a godersi la compagnia della sua dolce metà in quel bar durante l'acquazzone del mercoledì. Mi avevi anticipato il suo ritorno e infatti ero molto curiosa di vedere come si sarebbero svolte le cose. Ma il tizio che ringrazia Crowley e lo apostrofa come angelo?! Oddio, non potevi trovare frase più azzeccata e insulto peggiore per il demone, che infatti non reagisce molto bene. Il nostro amico non potrebbe essere più in errore di così, anche se non lo sa! E Aziraphale che tira fuori il suo lato più bastardo e gli dà pure corda solo per il gusto di provocare il demone è una chicca, una nota di pepe che risulta sempre esilarante e contribuisce spesso alle scene più divertenti. Posso immaginare l'ira di Crowley nel sentirsi chiamare “romanticone” e sentendosi dare, di fatto, del filantropo, sempre pronto ad aiutare il prossimo.
E infatti, la presa per il colletto della camicia non tarda ad arrivare, com'era ovvio. Hai ripreso la scena della 1x02 arricchendola dei pensieri di Aziraphale ed estendendola per durata (quella mostrataci nella serie dura decisamente troppo poco, uffa). In questo momento così intenso e più drammatico hai comunque saputo mantenere il giusto equilibrio tra i toni più leggeri che caratterizzano l'inizio del capitolo e quelli più cupi, inserendo quella riga riguardante la preoccupazione dell'angelo per le sue camicie che, ogni volta che subiscono quel trattamento da parte di Crowley, finiscono sempre per stropicciarsi e rovinarsi. Bravissima!
Ma torniamo invece alla reazione del nostro demone. Il modo in cui lo fai passare dalla rabbia a quel secondo sentimento che nemmeno Aziraphale riesce a identificare è perfetto ed esprime tutto il senso di inquietudine provato da Crowley. Non so se la mia sia l'interpretazione giusta, ma ho visto nell'incapacità del demone di portare a termine la minaccia, quasi una sconfitta, una resa rispetto a ciò che egli prova per Aziraphale, da qui “Maledetto angelo”. È come se si stesse rendendo conto di ciò che sta succedendo e ne desse, del tutto irrazionalmente, la colpa ad Aziraphale, che in effetti è colpevole di un crimine gravissimo: quello di averlo fatto innamorare di lui e di aver sconvolto tutto il suo essere, quasi riscrivendolo. Ok, i miei pensieri vagano nella foresta dei feels e questa magari è un'idea lontanissima da quella che avevi in mente tu quando hai scritto questa scena, nel caso, fa' come se non avessi letto le ultime righe qui sopra. xD
Mi piace come hai gestito i pensieri di Azi in questa situazione. Naturalmente si è accorto che qualcosa non va nell'atteggiamento di Crowley e sa che l'amico è tormentato da qualcosa. D'altra parte, sa anche benissimo che sarebbe inutile domandargli apertamente il motivo di quella sua inquietudine e dunque si limita a scrivere il suo bigliettino per Adam, senza perdere di vista il demone.
Anche stavolta, andare a pranzo insieme è un ottimo modo per stemperare la tensione che è venuta a crearsi tra i due.
Il pranzo, in questo caso, costituisce anche uno spartiacque tra un'ipotetica prima parte del capitolo, svoltasi alla libreria di Aziraphale, e una seconda che invece vede l'azione spostarsi all'appartamento di Crowley. Ho apprezzato molto il fatto che il demone abbia deciso di per sé di portare l'amico a casa sua, senza chiedergli il permesso ma offrendosi di riportarlo indietro non appena percepisce che Aziraphale ha capito la loro destinazione.
Anche qui, sei stata eccezionale nel lasciar cadere quasi casualmente l'elemento di leggerezza (il riferimento alla Bentley che, come un essere senziente, schiva gli ostacoli anche se Crowley è troppo impegnato a guardare negli occhi il suo dolce angelo). Sono piccoli scorci, brevi frasi che però aiutano a distendere l'atmosfera durante i momenti più “seri”.
Waaaaaa! Crowley che ha tenuto la poltrona invece di sbarazzarsene! *.* Come hai scritto, dietro a questo fatto potrebbe esserci una semplice questione di pigrizia (come se schioccare le dita richiedesse chissà quale sforzo erculeo!) o forse, e dico forse, il demone non è poi così orripilato all'idea che Aziraphale possa di nuovo sedersi lì e leggere qualcosa alle sue piante... e quindi a lui, chiaramente. ;)
Ed eccoci alla spinosa questione dell'acqua santa, lasciata in sospeso dopo Ride Home, ma che si sapeva già sarebbe tornata a tenere banco tra i due.
Anche qui, non so dirti quanto abbia trovato perfetti sia i pensieri di Aziraphale, sia la gestione complessiva di un passaggio tanto delicato. L'argomento aleggia tra loro con la classica tensione data dall'irrisolto. Si tratta di una tematica scottante nel loro rapporto che va chiarita una volta per tutte o continuerà a pesare sulla loro amicizia.
Non era facile sviluppare questo tema proprio per le complicazioni e le molteplici implicazioni che esso comporta, ma tu, neanche a dirlo, ci sei riuscita splendidamente.
Crowley, come suo solito, vorrebbe liquidare il tutto e passare oltre, ma Aziraphale ha necessità di parlarne, di confrontarsi con il demone e spiegargli le ragioni che, nel 1862, l'hanno portato a rifiutargli l'acqua santa.
Come dicevo, il contatto fisico occupa un posto d'onore in questo capitolo, specialmente in questo frangente cruciale del chiarimento. Possiamo dire che la loro gestualità enfatizza i concetti espressi verbalmente e sopperisce laddove le parole non arrivano. Ogni gesto è calibrato alla perfezione e coerentissimo come quanto i due si stanno dicendo.
Ho adorato tutto di questo lungo scambio, compreso il fatto che la colpa venga spartita egualmente da entrambi, che effettivamente hanno compiuto i loro errori, volontari o meno.
Il senso di liberazione provato da Aziraphale si trasmette al lettore, tanto che anch'io sono arrivata a leggere il passaggio conclusivo del confronto con il cuore più leggero.
A proposito di leggerezza, dopo una sequenza tanto profonda e angst, hai avuto ancora una volta la prontezza di dipanare il senso di drammaticità grazie al dialogo che segue rispetto alla combinazione della cassaforte. La cosa migliore è che questi repentini cambiamenti di atmosfera non cozzano affatto l'uno contro l'altro. L'idea non è quella di due sequenze che stridono o creano un dislivello disturbante per il lettore, al contrario c'è una fluidità quasi ciclica godibilissima per chi legge e che non fa per niente un effetto destabilizzante, ma crea anzi un senso di serenità, di ordine. Un attimo prima affogo nell'angst, quello dopo, appena prima che diventi “troppo”, vengo sollevata dal fluff. :)
Come detto, il particolare del numero di combinazione è la ciliegina sulla torta. Crowley non sarà romantico nel senso più banale del termine (fiori e cioccolatini non fanno per lui), ma lo è a un livello più sottile, più sofisticato, come dimostra la scelta di usare 4004 come codice di sblocco della cassaforte. Ci sarebbe da imbarcarsi in una disquisizione infinita sulle implicazioni simboliche e psico-emotive di questa scelta, ma sorvoliamo (deformazione professionale, anzi accademica xD).
Oddio!!!! La proposta di Crowley che Aziraphale resti da lui per la notteeeeee!!! Feeeeeeelssss a più non posso!!!
Ok, ora mi riprendo. Per un momento ho pensato che Azi rimanesse a dormire da Crowley (forse influenzata da un capitolo che ho scritto per la raccolta... niente spoiler però! ;)) poi ho ricordato che l'angelo, a differenza del demone, non dorme e allora ho realizzato che egli ha trascorso sì la notte da Crowley, ma leggendo per tutto il tempo e ho adorato il fatto che il demone abbia rinunciato al sonno pur di rimanere in piedi ad ascoltarlo. Se avessi deciso di farli dormire insieme, il risultato non sarebbe stato altrettanto romantico. Usi sempre un'estrema delicatezza che però non appanna per nulla la forza del sentimento che unisce gli Ineffable Husbands, semmai l'accentua ancora di più.
La proposta del picnic era in sospeso dal '67 ed è superfluo dirti quanto sia curiosa di vedere cosa ti inventerai in proposito. ;)
Ah, ma mi stavo perdendo un pezzo per strada! L'abbraccio mancato! Non hai fatto bene a far rinunciare Aziraphale all'istinto di abbracciare di nuovo Crowley... hai fatto benissimo! Come espresso magistralmente dal PoV dell'angelo, le circostanze sono diverse da quelle del giorno prima e abbracciare il demone in quel momento vorrebbe dire attuare un'intenzionalità ragionata, invece che agire sotto la spinta del puro istinto, inoltre è maggiore anche il rischio di ricevere un rifiuto dal demone o di metterlo a disagio. In sostanza, ben venga l'abbraccio che non è stato!
Sarò ripetitiva fino alla noia, ma mi piace tantissimo come stai costruendo questa mini-long e, con essa, il rapporto tra i due che, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, si sta ergendo a qualcosa di grande, qualcosa di importante e libero da quei pesi opprimenti che sia Azi che Crowley si sono portati sulle spalle per anni, secoli.
IC centrato al 100% in ogni sequenza, ogni scambio, ogni gesto, ogni battuta. Sono loro. Punto.
Stile scorrevolissimo e, come ti dicevo, modulato splendidamente tra la componente più ironica e quella più grave.
Aspetto con ansia il picnic! :D Nel frattempo, superlativa come sempre, Tam!
A prestissimo, bacio grande! :* |