Recensioni per
Death Race
di The Custodian ofthe Doors

Questa storia ha ottenuto 70 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/10/19, ore 23:20
Cap. 7:

Hey! Prima recensione finita, vediamo di fare la seconda in tempi decenti, anche se ormai sono sicura del fatto che ci metterò almeno un mese. Vabbè, le intenzioni ci sono, poi ormai lo sai, mi conosci, ci metto tanto ma ci tengo al fatto di non scrivere solo cavolate e a stare attenta a tutti i dettagli, quindi sono comunque in buona fede. Convenevoli a parte, stringiamo e partiamo con ciò che ti interessa davvero, perciò l'analisi del capitolo (che poi, è un'impressione mia o hai optato per fare meno paragrafi ma decisamente molto più lunghi? Perché so che è abbastanza più corto dell’altro, ma alla lettura sembravano lunghi più o meno uguale, questo mi sembra positivo).

~ L’inizio è, come ogni volta, piuttosto stuzzicante. Te lo ripeterò ancora e ancora, l’idea di poter avere accesso alla tua visione delle divinità che rappresenti mi incuriosisce da matti, in questo caso poi, oltre a venirci presentate due dee, ritroviamo alcuni dei visti in precedenza, insomma, si tratta sicuramente di un paragrafo intenso. La prima a venirci presentata è Artemide e da questo ne conseguono un po’ di cose: la sua perplessità nei confronti della gara sembra nettamente più evidente rispetto a quella dimostrata da altri in precedenza, come se, forse condizionata anche dal fatto di non aver mai avuto figli nel mondo, l’idea che forse per una volta le cose potrebbero andare bene per tutti non la toccasse minimamente. La cosa su cui vorrei soffermarmi, però, sono i suoi pensieri riguardo a Giò, la consapevolezza che questo personaggio che sentiamo almeno nominare in ogni capitolo riesca ad intimidirla, nonostante lei sia una dea.
Ho riflettuto parecchio su di lui, chiedendomi cosa si potesse celare dietro a quest’uomo, ma la spiegazione più semplice e ”razionale”, per così dire, che riesco a darmi è la possibilità che abbia avuto un’occasione simile a quella di Percy, ma che in questo caso gli sia stata offerta una sorta di immunità come ringraziamento per qualcosa, e che lui al contrario del caro figlio di Poseidone l’abbia colta. Considerando quanto poco ne sappiamo, in effetti, potrebbe anche essere vero, ma purtroppo non credo che possa essere così facile, anche solamente perché non sono pienamente convinta del fatto che gli stessi dei darebbero a un uomo i mezzi per soggiogarli in quel modo, la possibilità di comportarsi pienamente a suo piacimento, anche se il fatto che in precedenza si sia parlato di come loro siano in debito mi lascia comunque pensare.
In effetti, però, la cosa che mi fa più arrovellare nei pensieri è il modo in cui gli si rivolga non sempre come uomo, ma spesso addirittura come essere, che neanche gli Olimpi riescono a comprendere. Il ricordo di Artemide, poi, mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca, è evidente che ci hai lasciato con qualcosa di potenzialmente grande per comprendere il personaggio, parlandoci di un ragazzino che non teme gli dei già da allora, che è stato praticamente accolto da essi e per ognuno di loro è rimasto colui che avevano etichettato tempo addietro, eppure non riesco a decifrarlo, non riesco a comprendere cosa di nasconde dietro a tutto questo, anche se forse sono solo io che mi faccio troppe domande e alla fine non riesco a cogliere ciò che sta sotto al mio naso.
Chiudiamo la parentesi Giò e teorie e passione all’azione, circa. Ammetto di aver esultato quando hai introdotto Ipnos. Non è una divinità a cui ho mai prestato particolare attenzione, io e il sonno abbiamo un rapporto particolare, che mi ha portata anche a tendere di ignorare, in qualche modo, la figura a cui è legato, decisamente più attratta dai sogni, perciò vedere come lo hai costruito te, come lo caratterizzi, mi entusiasma, non ho nessun condizionamento, non ho confronti da fare, e questo mi piace, perché mi aiuta ad apprezzarlo. In particolare, mi piace come sembra quasi porsi allo stesso livello dei mortali. Mi spiego meglio? Mi spiego meglio. Dal modo in cui ne parli te, sembra che ci siano alcune divinità che si pongono indiscutibilmente ad un livello superiore rispetto a quelli degli uomini, come si evince in generale da ogni opera che parla di mitologia, ma altri sembrano abbracciare felicemente quelle caratteristiche che invece hanno in comune con essi e, in qualche modo, Ipnos mi sembra proprio fare questo, e avrebbe anche senso considerando che deve essere in contatto con il mondo mortale molto più di altri.
Il modo in cui si pone, lo stesso dialogo con Artemide, sembra distinguerli nettamente da diversi punti di vista, anche dal punto di vista di ciò che rappresentano, nonostante si possa trovare un collegamento tra la Luna e il sonno. Ad ogni modo, sto nuovamente divagando, è meglio concentrarsi sul loro dialogo, una delle tante spie delle loro caratterizzazioni in effetti. Basta pensare al modo in cui lei si eleva, senza alcuna esitazione, al di sopra del suo gemello, affermando che non avrebbero dovuto dare a lui quella grande responsabilità e facendo quindi intendere che lei, al contrario, l’avrebbe gestita meglio di quanto farà lui. La questione è proprio questa, a lei non importa della gara, ma vuole superare il fratello anche su questo campo, semplicemente spinta da un egocentrismo definibile solo come divino (e adesso, tra l’altro, ho un’altra cosa da attendere con impazienza, ovvero la prova di Apollo, mi chiedo già se Lea sarà in qualche modo avvantaggiata dal fatto di essere sua figlia, probabilmente però sarà proprio così, in fondo è quello che è successo con Persefone e la sua prole da quello che ci hai detto).
Ad ogni modo, il piccolo intermezzo tra Efesto e Giò mi ha fatto sorridere, è stato un attimo passaggio, sicuramente divertente ed efficace, non sembrava forzato, ergo l’abbandono della scena da parte del dio del sonno non appariva affatto come forzato o simili. Ci aggiungo così, giusto per riprendere il discorso di prima, che pure il modo in cui Ipnos parla di suo fratello mi sembra più simile a quello dei mortali che per quanto riguarda quello con cui lo fa Artemide, nonostante la competizione tra fratelli sia una cosa molto reale. Boh, sarò strana io, ma almeno mi sembra tutto coerente, quindi suppongo che a te non facciano poi così male questi miei ragionamenti.
Comunque, mi sembra il caso di passare all’accoppiata Atena e Artemide, che ho speso già abbastanza parole per il resto. Parlando del dialogo in maniera generale, direi fantastico, credo che le rappresenti bene, anche se in modo parecchio diverso rispetto a quello a cui Rick aveva abituato noi lettori, del resto di questo fattore in particolare noi due ne avevamo già parlato. Per quanto riguarda la dea della caccia, nonostante il paragrafo sia dedicato prettamente a lei, mi pare che rimanga comunque una figura piuttosto ambigua, che davvero può essere vista in modo differente a seconda della persona che la osserva, più di quanto possa accadere in altri casi, il che mi ha fatto pensare anche al mio bimbo, ma di lui ne parleremo dopo. Il motivo per cui lo nomino è, principalmente, il fatto che avendo costruito un personaggio con una caratteristica del genere mi sembra di aver imparato a capire come funzioni, bene o male. Per l’appunto, sembra che Artemide cambi quasi vedute con il suo cambiare interlocutore, ma in modo diverso rispetto a come Jonas potrebbe fare, ad esempio, ritrovandosi davanti due persone con stili di vita diversi.
Non so bene come spiegartelo, quindi prenderò un esempio: giusto poco fa ti ho parlato del fatto che lei sembrasse porsi a un livello superiore in quanto divinità, come il suo atteggiamento esprimesse proprio questo, eppure nella sua conversazione con Atena sottolinea come la loro storia sia basata su conflitti paragonabili a quelli umani. Ecco, non so se fosse la tua intenzione, ma sembra che lei abbia un continuo atteggiamento di sfida nei confronti di chiunque abbia davanti, portandola a rimanere in qualche modo se stessa ma anche a mutare alcuni modi di fare, per vedere fino a quando le provocazioni verranno ignorate. Sarò sincera, ti potrà sembrare un ragionamento assurdo, ma giuro che nella mia testa fila tutto parecchio e ha anche un certo senso.
Per quanto riguarda Atena, invece, la cosa che mi è piaciuta di più è il fatto che tu abbia esaltato il sue essere una controparte di Ares. Atena è come la Guerra Fredda, glaciale e distruttiva, quella guerra ragionata, basata su artifici mentali, strategie e piani che non lasciano spazio al trasporto emotivo, quella guerra che può distruggerti totalmente l’animo portandoti prima alla paranoia e poi alla pazzia. Un lato di lei affascinante e dannatamente spaventoso, forse è anche per questo che molti tendono a dimenticarlo. Ottima scelta, aumenti sempre di più la mia curiosità sulle altre divinità del pantheon greco.
La discussione delle due dee inizia proprio da Giò, ancora non abbiamo visto una divinità che pone la più totale fiducia riguardo alle intenzioni che si celano dietro questa gara, e ciò è tutto dire. Loro non sono da meno e, anzi, appaiono come quelle più diffidenti, eppure si sono lasciate coinvolgere, accettando di mettere in atto quella che, alla fine, non è altro che una follia. Il ragionamento di Atena, che pone a confronto la razionalità di alcune divinità e i sensi di colpa di altre, è perfettamente sensato e spiega in modo molto chiaro e semplice la situazione, dando un motivo per cui anche coloro che non sono interessati alla vita dei giovani semidei dovrebbero sostenere il tutto, ovvero quello pratico. Si tratta di un classico momento esplicativo, di quelli che vengono inseriti con l’unico scopo di risolvere alcuni dubbi che rimangono al lettore, ma risulta comunque piacevole, scorrevole e per niente pesante.
Diciamo, però, che su questo lato ci siamo soffermarti diverse volte, anche in precedenza, e la parte ”nuova” arriva solo ora. È ormai risaputo che gli dei hanno le proprie preferenze tra i semidei, perciò direi che nessuno di noi è sorpreso dal fatto che Persefone abbia messo il suo zampino in alcune cose, ma resta la questione della tessera dorata e di colui che essa rappresenta. Gli indizi porterebbero, ad un primo impatto, a credere che questo possa essere proprio Giò, altro argomento di cui avevamo discusso, ma non potrei metterci la mano sul fuoco, ritenendo che potrebbe essere tranquillamente qualcun altro, che si sporca le mani per lui facendo ciò che è necessario per raggiungere l’obiettivo finale. Tutto riporta in modo diretto a Giò, perché anche in questo caso le dee parlano di lui come se lo conoscessero, ma il fatto che non lo nominino apertamente è strano, anche se può essere semplicemente essere considerata una sorta di libertà poetica, per mantenere l’alone di mistero.
Adesso, poi, oltre alle teorie di Artemide e Atena, si aggiungono anche le piccole informazioni proprio sulla personalità e gli ideali di quest’uomo, ovvero che è contrario alle guerre fra semidei, è tipo da pochi amici e sembra essere portato per il caos. Queste informazioni, che per quello che abbiamo visto fino ad ora potevano essere quasi intuibili, per me hanno fatto un po’ da lampadina, come se il vederle scritte nero su bianco le rendesse più reali, portandomi a rivalutare un pensiero che potrei aver espresso a inizio storia (sinceramente non sono neanche sicura di averlo scritto nella recensione), ma per questo dovremo aspettare.
La sostanza, alla fine, è sempre quella. Lo stesso modo in cui è costruita la competizione appare strano e sospetto, se si considera tutto ciò di cui sono a conoscenza, e l’unica domanda a cui non sono in grado di rispondere è quella essenziale ma anche di partenza, cosa si nasconde dietro a tutto questo?. Particolarmente d’impatto il dettaglio di ciò che è accaduto all’interno del labirinto, una sola di una lunga serie di scomparse, dovuta proprio alla presenza del nostro famoso losco figuro, che sicuramente rivedremo di nuovo, più di una volta, nel corso di questa storia.
~ Ahhh, ti piace proprio mettermi in difficoltà, eh? Mi meraviglio del fatto che tu non senta le rotelle del mio cervello girare lentamente da casa tua, non hai idea di quanto mi abbia dato da pensare questo paragrafo, tutt’ora non sono bene in grado di capire che cosa pensare. La tua bravura, in questo caso, è stata quella di tenerti molto sul vago, non utilizzando neanche espressioni che potessero far comprendere il genere dell’anima presente all’interno della stanza, cosa che mi rendo perfettamente conto, può risultare alquanto difficile. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, basandoti principalmente sulle sensazioni provate da essa hai sviluppato un paragrafo che lascia solamente con molti dubbi. Il mio pensiero, dopo una prima e seconda lettura, è stato che si trattasse di Cicno. Ormai è scomparso da un paio di capitoli, perciò non so quanto possa essere probabile che tu potessi decidere di reinserito subito, ma nessuno può assicurarmi che tu non abbia puntato proprio sul portarci fuori strada in questo modo, perciò diciamo che per ora sembra l’ipotesi più sensata, anche se non ci scommetterei troppo, ci hai dato troppe poche indicazioni perché uno possa buttarsi a capofitto su di una ipotesi soltanto.
Per adesso, credo sia il caso di proseguire motivando l’ipotesi riguardante Cicno. Innanzitutto, ci sarebbe quel passaggio abbastanza strano, che mi ha lasciata un po’ perplessa a dirla tutta,sono stata costretta ad interpretarlo perché assumesse un certo senso. All’inizio è tutto completamente buio, non riesce neanche a scorgere ciò che è a un palmo dal suo naso, poi per qualche motivo sembra che ci sia una sorta di luce che lo aiuta a vedere e, infine, ciò che vede è sangue. Non hai mai nominato dei possibili poteri di Cicno, ma mi hai rivelato che questa cosa di emanare luce ti aveva affascinato molto, perciò avresti potuto applicare una capacità simile a quella di Lea anche su di lui, in quanto figlio di Apollo, ergo potrebbe essere questo il motivo per cui è finalmente in grado di scorgere qualcosa. Poi, però, c’è anche tutto quel tuo discorso sul sangue, come quest’anima ne era stata macchiata più di una volta, ma che non si trattava mai del suo, di sangue, e questo mi ha rimandata con la mente a una frase rivolta proprio a lui, nel momento in cui ha “incontrato” Jonas, ovvero ”Solo perché il sangue che ti sporca le mani ti è stato versato direttamente da una giara d'oro dopo che altri avevano eseguito i suoi ordini.”.
Sono collegamenti particolari, che probabilmente vedo solo io, ma almeno mi hanno portata a farmi una sorta i idea, aspettare semplicemente che ci dessi più indizi andando avanti, senza neanche provare a ragionarci un po’, non era proprio nel mio stile. Che poi per carità, davvero, sono convinta che quest’ipotesi abbia senso solo per me, ma in caso si trattasse di un personaggio nuovo non potrei comunque arrivare a chi si tratta in alcun modo, quindi almeno ragionandoci un po’ mi sono aperta una possibilità in più, giusto perché non stavo già ammattendo abbastanza con il resto della roba. In ogni caso, come avrai già intuito, non ho poi molto da dire su questo paragrafo, purtroppo a volte capita anche questa cosa, i complimenti per come è stato costruito te li ho già fatti, adesso bisogna solo vedere che cosa ne pensi di questo mappazzone di pensieri sconnessi.
~ Sempre pronto a sconvolgermi, chi se l’aspettava di imbattermi subito nel punto di vista del mio Jonas! Non che me ne lamenti, eh, è sempre un piacere leggere del mio piccolo. Ammetto di aver sorriso come una cretina quando ho letto della sua tentazione di sfiorare i petali dei fiori, solamente per vivere l’ebbrezza dell’andare contro un ordine attentamente impartito, questi piccoli dettagli, le cose quasi impercettibili, adoro poter ritrovare le sue caratteristiche principali in questo momenti, leggere e pensare che sì, questo è proprio quel tipo di cose che penserebbe lui, sembra quasi mi legga nel pensiero, perché se si presta la giusta attenzione si può sicuramente arrivare a costruire un profilo abbastanza esplicativo solamente tramite questi. Da questo momento, poi, si passa ben presto a tutta la parte dedicata alle sue paranoie e qui te lo devo dire, hai centrato in pieno, ne avevamo parlato,Jonas è un ragazzino che si preoccupa per un nonnulla, rendendo ogni singola cosa una sorta di affare di stato, e hai davvero sviluppato bene il concetto.
Ti avevo accennato al fatto che quest'anno festeggerò il compleanno insieme a una mia compagna di classe, con cui la differenza è di soli tre giorni, e per un paio di settimane prima che decidessimo me ne sono stata zitta, chiedendomi se fosse il caso di proporle di nuovo i festeggiamenti congiunti, se lei non si fosse per caso scocciata di dividere il compleanno con me, poi un giorno lei è semplicemente arrivata e "dovremmo iniziare a pensare alla nostra festa" e io a darmi della demente perché mi ero fatta tutti quei problemi quando per lei era semplicemente scontato che avremmo continuato. Ora, capisci a cosa voglio arrivare con questo racconto? Tutte le domande che si pone mi sembrano dannatamente reali. Riesco a vederlo, che cammina, rimuginando su tutte quello che è accaduto in quel lasso di tempo indistinto, che ragiona su cosa è accaduto, come si era comportato lui e cosa invece ha fatto Cade, come ha reagito a cose differenti, solamente per poter prevedere, in qualche modo, una sua reazione. La capisco, vagamente, la paura di star superando un limite dettato dalla proprie età, anche se per fortuna non alla maniera del mio bimbo, altrimenti avrei dovuto davvero iniziare a preoccuparmi. Ad ogni modo, è una cosa che sento più nei riguardanti degli insegnanti, perciò è stato interessante provare a ragionare anche su quest’altro aspetto, per di più sono soddisfatta della conclusione a cui arriva, anche se l’equilibrio non tarda affatto nel farsi spezzare.
Questo, a parer mio, è uno dei momenti migliori, quello in cui tutto si ferma e l’unica cosa a cui può pensare sono quei cancelli che gli si sono paranti davanti, e non importa quanto la parte razionale di lui lotterà per farsi sentire, non importa quanto ci ragioni, non importano tutte le differenze, il puro terrore non può essere eliminato con facilità. La mente umana è fatta così, un’immagine può rimandarti immediatamente ad un’altra senza nessun apparente motivo, senza che tu possa far nulla per fermarla o per evitare il collegamento che si crea e, se questo è negativo come in questo caso, devi solo sperare di avere abbastanza consapevolezza del tuo corpo e delle tue emozioni per essere in grado di gestire il tutto prima ancora che la situazione precipiti. Purtroppo non è questo il caso di Jonas, che dalle emozioni ha sempre lasciato sopraffarsi, portando a un vero e proprio attacco di panico.
Ora, fattelo dire, il panico lo hai scatenato anche te a me, eh. Da una parte ero tipo ”È una scena perfetta, l’idea di lui che implora per non tornare nei Campi di Pena è semplicemente magnifica, sa come descrivere questi momenti”, dall’altro il sunto dei messaggi alle mie amiche può essere ”Ma cazzo è mai possibile che questo demente abbia una percentuale di malori più alta di una persona viva? Questo mi rimuore, io ve lo dico, cristo santo”. E poi provi pure a negare il fatto che me lo strapazzi, finirai per togliermi una ventina di anni di vita di questo passo, io lo so. Proviamo a fare i seri però, questo momento merita un commento quantomeno decente.
Non posso neanche immaginare la sensazione che deve aver provato all’idea che potesse esserci una vaga possibilità di dover tornare subito ai Campi, alle torture e alla solitudine, del resto la prontezza con cui Cade è stato in grado di intervenire, anche solamente con il preoccuparsi di ricordargli che non vi è motivo per cui questo dovrebbe accadere, potrebbe essere stata decisamente di aiuto. Credo abbia anche senso, poi, il fatto che all’inizio prenda un po’ sottomano la situazione, memore del fatto che, alla fine, sono pur sempre morti, però deve essere comunque un brutto colpo realizzare che no, le cose non vanno propriamente come avevi pensato e a questo giro ti tocca pensare a una soluzione e anche in fretta. Certo, il pugno non è propriamente la prima a cui io avrei pensato, ma direi che è stato efficace, perciò non mi lamento, grazie Cade per non avermelo semplicemente lasciato al suo panico, pensaci te a farmelo sopravvivere per un altro po’. Comunque, non ho potuto fare a meno di apprezzare quando ho letto che Cade faceva dei cerchi con le dita sulla schiena, per il semplice fatto che è una cosa che faccio anche io ogni volta che una mia amica si lascia andare alle emozioni negative e ha bisogno di conforto, le abbraccio e ripeto il movimento più e più volte, o semplicemente prendo loro la mano e lo faccio lì, quest’abitudine va avanti da qualcosa come sei anni, perciò mi ha fatta sentire ancora più vicina al momento.
Poi, vogliamo parlare dei nomignoli uccellino e gattino a una distanza praticamente nulla? Giusto perché non era abbastanza a doppia facciata di suo :’) anche questa volta, però, caratterizzazione davvero impeccabile, è esattamente lui, che ancora senza fiato, senza neanche darsi il tempo di riacquisire un minimo di contegno, lascia che l’orgoglio lo sovrasti, lamentandosi del modo in cui viene chiamato e pensando subito di rimettersi in piedi, nonostante in realtà non riesca neanche a starsene dritto. Cade mi incuriosisce sempre di più, il che oramai è un piacere, fatto sta che ce lo vedo proprio lì, a dividere la sua attenzione in più parti possibile, per non perdersi nulla di quello che stava accadendo senza dimenticare il mio biondino.
Le sue riflessioni riguardanti i due Campi, come un semplice momento potesse fare la differenza, sono sempre piacevoli, mi ha interessata, in particolare, la frase in cui dice che il luogo da cui doveva provenire Jonas non gli aveva dato nulla, non so come mai, ma credo che questa affermazione dica molto di più dei Campi di Pena rispetto a molte altre, quelle più banali che sicuramente ricordiamo tutti. È facile da comprendere come cosa, gli Elisi hanno la possibilità di muoversi, esplorare, imparare, continuare la loro crescita spirituale in qualche modo, mentre il rimanere fermi a una stessa cosa per l’eternità è anch’esso parte della tortura, non avere la possibilità di comunicare e non conoscere mai alcunché di nuovo.
”Non gli avrebbe chiesto perché fosse finito lì, Cade aveva visto bambini ben più piccoli di Jonas uccidere, manomettere carrozze, tagliare corde per far sì che qualcuno morisse, spinti ad una commissione di un ricco “benefattore”, così tanti innocenti macchiarsi le mani per qualche moneta che permettesse loro di vivere un giorno di più, che non faticava a credere all'immagine di Jonas che per un motivo qualunque imbracciava un arma e faceva fuoco.”, lascio a te il compito di capire cos’è che mi ha portata a chiudere gli occhi, passarmi le mani sul viso e ridere come una cretina, direi che noi due ci siamo capiti e che questo sia sufficiente, no?
Ritorniamo perciò a un momento più dinamico, al mio bimbo e al suo solito orgoglio del cavolo e a quel “Non capisco perché sei amico mio quando saresti il perfetto braccio destro del biondastro!” dell’irlandese che non poteva far altro che mandare a farsi benedire tutti i ragionamenti e le paranoie che si era fatto il ragazzetto qui. Le loro interazioni, comunque, sono fantastiche ogni volta e questa non fa di certo eccezione, il fatto che sia riuscito a trovarsi un amico (o meglio, che un amico sia riuscito a trovarlo) anche in morte mi rende un sacco felice, almeno ho la certezza che qualcosa di positivo da tutto questo ce lo ricaverà. E Jonas, tesoro bello, ti voglio un bene immenso, ma ormai è chiaro che io e Cade siamo sulla stessa linea d’onda, perché davvero, cosa minacci che questo con una spinta bella assestata te può fa’ male sul serio?. Aggiungiamoci anche che adoro tutti quei soprannomi totalmente imbarazzanti, quindi non permetterò mai che si smetta.
Comunque, non posso che apprezzare il fatto che una persona con il carattere come quello di Cade sia quello che si relaziona meglio con il mio piccolo, sappiamo bene entrambi che ne aveva decisamente bisogno, anche se te adesso hai sfondato i confini decidendo di spezzarmi il cuore in due modi differenti. Da una parte, tramite i nuovi pensieri di Jonas hai lasciato quello che potrebbe essere davvero un gran bell’indizio su di lui, se si fa attenzione e si comprendono anche i segnali precedenti, un’indicazione con potenziale, per così dire, che mi ha lasciata con un sorriso malinconico e un po’ di sensi di colpa, perché insomma, alla fine sono stata io stessa a scegliere questo destino per lui. Dall’altra parte però hai deciso di rigirare il dito nella piaga, di inserire una parvenza di ricordo, iniziando a sfruttare in modo più concreto i suoi poteri e io te lo giuro, ” Fumosa e quasi invisibile, nulla più di un miraggio estivo, una figura umana gli apparve davanti, morbidi ricci biondi e corpo slanciato, quando si voltò verso di lui un flash verde saettò come le luci delle case viste da un treno in corsa, un alito di vita e di positività identici a quelli che avevano animato quella persona il pomeriggio prima che tutto finisse.” questa ha davvero fatto male. A questo giro sei stato davvero spietato, non solo hai ferito brutalmente lui riportando a galla sensazioni e immagini, ma pure me che mi sento dannatamente in colpa perché ora quel poraccio deve avere pure a che fare con queste di sensazioni.
Insomma, ormai le mie sensazioni su questo paragrafo le hai capite, ne ho adorato davvero ogni singolo istante e ormai ne avevo parlato così tanto con le mie amiche che dovevo solo mettere in digitale tutto quello che avevo detto in audio, perciò si, sono una persona felice anche se mi hai fatto soffrire, ahaha.
~ Jane, tua madre sarà pure una dea greca, ma non smettere di fare i paragoni biblici, ti prego. Non è una semplice questione del rispetto o meno nei confronti di qualcuno, a mio parere i confronti come questi sono semplicemente perfetti, non tanto perché siano effettivamente adatti o meno, questo ovviamente dipende, ma perché lei è comunque in quel contesto che è vissuta, è la religione cristiana quella che l’ha accompagnata nel corso della sua vita, secondo cui è stata educata fin dalla sua nascita e che doveva rispettare, è quella la realtà che conosce meglio, perciò è giusta e quasi doverosa questa tua scelta di farle utilizzare questo tipo di riferimenti. Poi, capisco il suo desiderio di non aver paura, non ora che è morta, ora che, tecnicamente, non ha più nulla da perdere, eppure fossi in lei starei comunque attenta a quello che dico o faccio, perché, alla fine, se un dio decidesse che lei non deve vincere, lei non vincerà, insomma, non deve solamente piegarsi a loro, ma almeno giocare di astuzia.
Adesso però direi di continuare con la parte che ha dato il via allo svolgimento del resto del paragrafo, per cui ho emozioni contrastanti. Ho adorato il fatto che tu abbia parlato della superstizione, perché spesso si tende a dimenticare quanto fosse forte e viva in passato, spero davvero che continuerai a inserire questo tipo di cose nei capitoli. La cosa che, ovviamente, invece mi è dispiaciuta, è il fatto che il discorso sia stato introdotto come spiegazione principale del perché Jane non sia poi così convinta di Cade. Ho i capelli banalmente bruni, perciò non riesco neanche a immaginare come ci si deve sentire sapendo che c’è chi ti odia per un motivo superficiale come può essere questo, anche se a dirla tutta sono piuttosto convinta che a lui non possa fregare di meno di quello che pensa la gente dei suoi capelli rossi, anche perché se non sbaglio la percentuale di rosci in Irlanda è di circa il 10%, perciò un numero neanche troppo basso, quindi non credo che in vita abbia potuto ricevere tanta discriminazione per questi, anche se in realtà non sono poi così informata su come fossero visti in quei paesi in cui erano più diffusi.
Aggiungiamoci poi che, come immaginavo sarebbe accaduto prima o poi, a Jane non piaccia il fatto che ci sia con loro anche Jonas, che proviene dai Campi di Pena, in effetti, ero convinta che ci sarebbe stato qualcuno a cui la cosa avrebbe fatto storcere il naso, ma sinceramente non credevo proprio che potesse essere lei. Mi dispiace che alla fine sia proprio Jane quella che lo ha preso in antipatia, però ehi, alla fine ci sta parecchio e ha reso la situazione ancora più interessante, quindi starò semplicemente qui buona buona a vederla diffamarlo, nella speranza non ci vada troppo pesante, sennò temo che finirà male per uno di loro. Oggettivamente, la diffidenza di lei è perfettamente normale, nonostante quanto mi piacerebbe poterla smentire perché sono di parte. Alla fine ha anche ragione, lui viene dai Campi di Pena e lei non ha la minima idea di chi sia e, per quanto io ringrazi Cade per la sua fiducia incondizionata, non può essere biasimata per il fatto che preferisce comunque stargli lontana, anche se questo non giustifichi tutta un’altra serie di cose e comportamenti.
Sono felice di sapere che almeno Eliza sembra starle simpatica, o almeno abbastanza da prestare attenzione alle sue spiegazioni riguardanti la mitologia, mi sembra di aver percepito anche a inizio di questo paragrafo una certa categoria distanza nei confronti di Nathan, quindi almeno un’anima a cui potesse decidere di dare un minimo di ascolto ci voleva. Non so quanto possano servirle queste conoscenze in caso riuscisse effettivamente a vincere la gara, però ha ragione, conoscere con che cosa avrà a che fare nel corso della competizione è essenziale. Passando al momento seguente, invece, ci ricolleghiamo allo scorso paragrafo, ovvero al grande cancello e all’attacco di panico del mio bambino. Mi è piaciuto vedere la differenza dei due punti di vista, Jonas pareva non essere in grado di dar retta al suo lato razionale, andare oltre alla sua prima impressione, al contrario Jane, che in quei luoghi non c’è mai stata, ne riconosce e assimila immediatamente tutte le differenze, mantenendo una giusta indifferenza nei confronti di esso, perché in questo caso è vero, non ha proprio nulla da temere.
E si, sappiamo bene che non c’è motivo per cui dovrebbe essere spaventata, ma il fatto che lui, invece, si lasci prendere dal panico e che, nel frattempo, ci sia un breve scambio tra Jane, Nathan ed Eliza è già scritto, perciò andiamo a vedere il tutto più nello specifico. Tanto per cominciare, l’atteggiamento a priori aggressivo di Nathan mi fa morire ogni volta, non ci posso far nulla, non so perché ma ormai ha iniziato a farmi ridere e temo che non potrò liberarmi di questa cosa, vederlo partire subito in quarta con l’aria scazzata appena si sono fermati e hanno saputo che c’erano problemi con Jonas è fantastico, quando il livello di pazienza è così basso non possono che nascere situazioni a dir poco esilaranti. Anche Eliza sembra non smentirsi, ma al contrario del figlio di Ares sembra molto più controllata e attenta nei confronti degli altri, il che è sicuramente positivo finché non ti fidi della persona sbagliata, è ormai chiaro che Jane non è interessata a legarsi a questo gruppo per molto tempo, quindi spero sinceramente che il nostro soldato non si metta nei guai da sola perché la sottovaluta e non sa delle sue intenzioni di voltar loro le spalle, prima o poi.
Arriviamo però all’atto di grande slealtà da parte di Jane, perché si, capisco tutto, ma questo era decisamente un colpo basso. Le sue intenzioni nello svelare la provenienza di Jonas è a dir poco evidente, un chiaro tentativo di tastare il terreno e capire come avrebbero reagito a questa notizia, già pronta ad agitare le acque per i suoi avversari causando conflitti nell’alleanza che si è appena creata. Le sue argomentazioni sono abbastanza convincenti, ha senso il modo in cui ha argomentato il tutto, soprattutto considerando che i due soldati non sembrano particolarmente propensi a crederle. E anche qui, non posso far altro che darle ragione, stiamo parlando di un sedicenne, fisicamente piccolo e che di certo non da l’aria di essere pericolo, tutti avrebbero difficoltà a immaginarlo come un dannato, anche perché, diciamolo, cosa hai potuto fare di male in soli sedici anni per arrivare ad essere piazzato nei Campi di Pena?
Ad ogni modo, però, mi hanno entrambi sorpresa decidendo di lasciarlo stare, contando sul fatto che se dovesse diventare sospetto potranno sempre intervenire e, in ogni caso, possono sempre tenerlo d’occhio, anche se poi pure loro si sono accorti della palese adozione di Jonas da parte di Cade, quindi dubito si faranno parecchi problemi, o almeno non in questo primo momento, dobbiamo ricordarci che comunque questi poracci sono ancora agli inizi della gara. Ad ogni modo, questa situazione che può anche essere considerata un po’ imbarazzante viene subito interrotta del sopraccitato irlandese, adesso almeno per un po’ si stacca leggermente da tutti i complicati processi mentali, quindi anche io posso rilassarmi un po’, anche se la roba da commentare è comunque tanta. Sul breve scambio prima che il mio bimbo li raggiunga non ho nulla da dire, le cose generali già le sei, ovvero che amo come li fai interagire fra di loro, perciò direi di andare subito avanti di qualche riga e arrivare direttamente al piccolo momento critico, in cui Jonas deve aver capito di essere stato messo allo scoperto, capiscimi ma considerando come sta andando fino ad ora temo che se continuassi con i ritmi di prima ci metterei meno tempo a trascriverti la Divina Commedia.
Jane si è proprio legata al dito la questione del mio piccolo tedesco e pare non abbia esitato neanche un secondo prima di fargli intendere che lei sa, con una spietatezza che mi chiedo se le sia sempre appartenuta o se si tratti, invece, un gentile dono della sua permanenza nel regno dei morti. La cosa interessante, però, non è la reazione di Jonas, che pare solamente desiderare nascondersi, scappare dagli sguardi di Nathan ed Eliza e dalle accuse di Jane, ma quella di Cade, che invece sembra la incenerirebbe anche solo con lo sguardo, se solo ne fosse in grado, e interviene subito in sua soccorso, riuscendo a dirottare con abilità il discorso verso altre sponde. Sono sicura potrebbe nascerci una bella guerra passivo-aggressiva, e questo mi rende parecchio curiosa e impaziente di vedere come finirai per sviluppare tutti questi spunti interessanti presenti nel capitolo, ogni volta dai sempre più prova della tua abilità con questa roba, i miei complimenti.
Infine, si torna di nuovo a Jonas e Cade in modo più specifico, sempre un piacere ovviamente, io che posso farci se adoro il contrasto tra il mio piccolo bimbo schifosamente orgoglioso e questo irlandese che adotta persone a caso? Questo scenario lo riesco a immaginare facilmente, la fatica nel ringraziare e, di conseguenza, a costringersi ad ammettere di aver notato il problema, che lo interessava in maniera diretta, un grazie che però, rivolto a uno come Cade, forse è anche un po’ più facile da pronunciare. Il discorso, però, entra nel vivo solamente nel momento in cui si inizia a parlare di famiglia e ciò mi esalta a priori. Innanzitutto, il fatto che sia stato proprio Jonas a continuare su questo argomento, ponendo la fatidica domanda, mi ha piacevolmente sorpresa, voglio sperare che questo voglia dire che almeno con lui si stia un po’ sciogliendo.
Comunque, ci avevi già accennato alla madre e alla sorella di Cade, così come avevi fatto per quel suo gruppo di amici che lui non può far altro che definire famiglia, ma non era mai stato lui a parlarne in modo così diretto, e questo cambia tutto, fanno subito capolino i poteri del mio piccolo, per quella che è già la seconda volta in un capitolo, un’immagine che accompagna in modo perfetto quelle poche informazioni riferite, ma che bastano tranquillamente per comprendere le emozioni che vi sono dietro. Tra l’altro, mi sono appena resa conto che, in realtà, la famiglia di Jonas potrebbe essere definita più grande di quella del roscetto, il che è strano, considerando poi il fatto che l’hanno vissuta in due modi totalmente diversi, almeno da quello che ho potuto capire fino ad ora. Mi è dispiaciuto per Cade, deve essere comunque brutto realizzare che anche i propri amici, di sicuro, non sono più in vita, ovviamente però la sua positività è stata disarmante come sempre, è subito stato in grado di trovare qualcosa di carino in tutto questo, il che è tutto dire.
Poi vabbè, ovviamente le prese in giro riguardante al fatto che Jonas è piccoletto si approvano sempre, te l’ho già detto Cade, sono totalmente con te su questo fronte, pure lui però, l’unica volta che doveva starsene buono è riuscito a gettarsi dalla brace al fuoco, con una frase totalmente stupida è riuscito a rivelare il suo stile di vita con un colpo secco, se continua così fa prima a dare all’irlandese un fascicolo con tutte la ragioni per cui potrebbe prenderlo in giro.
~ Ed eccoli qui! Iniziavo a preoccuparmi, metà capitolo e di Úranus e Lea non ce n’era ancora nessuna traccia, iniziavano a mancarmi. Ora, sarò cattiva io, ma quando ho letto Area cani sono scoppiata a ridere e ho detto qualcosa come ”ed ecco qui che Artemide si diverte a sputtanare i partecipanti alla gara perché la trova stupida”, semplicemente geniale. E’ strano pensare che Úranus non sappia cos’è una di quelle aree, è ovviamente giustificato da periodo storico e luogo da cui proviene, ma questo non vuol dire che riesca a capacitarmene ogni volta. In tutto questo, però, hai anche tirato fuori una parte importante di tutto questo, una che non dobbiamo dimenticare o tralasciare, ovvero il fatto che, a questa competizione, sta prendendo parte davvero chiunque.
Credo che neanche se ci sforzassimo, se ci mettessimo tutto il nostro impegno, potremmo arrivare ad immaginare, anche solo lontanamente, il numero di anime che potrebbe aver tentato di prendere parte alla competizione, perché poter riavere la vita perduta è un occasione che nessuno si farebbe sfuggire. La paura di Lea è perciò legittima, probabilmente non sarà l’ultima volta che uno dei personaggi si lascerà andare al dubbio, anzi, però non posso che lasciarmi distrarre da Úranus e quella piccola cosa a cui hai accennato, come se volessi vedere quanto è alto il nostro di livello di attenzione. Le ha toccato la spalla e ha sentito i suoi pensieri, tutte le sue preoccupazioni, il timore che non importi il sangue semidivino che scorreva un tempo nelle loro vene, falliranno ancora una volta e a quel punto non avranno una seconda possibilità. Questa sua capacità mi destabilizza, non era il tipo di cosa che mi aspettavo, no di certo, come già sai credo che suo padre sia il dio degli incubi, perciò sto cercando di capire come le due cose potrebbero collegarsi, perché sennò vorrebbe dire che fino a questo momento ho seguito una pista totalmente sbagliata perché, al contrario che per quello di Cade, il padre di Úranus era diventato un po’ la mia certezza.
Mi hanno colpita in maniera decisamente positiva i pensieri di lui, mi sembrava più sicuro in questo capitolo, come se il turbamento della sua compagna lo avesse spinto a prendere in mano le redini della situazione e cercare una ragione, un qualsiasi motivo per cui loro non potrebbero assolutamente perdere e, beh, tesoro bello, direi che ci sei riuscito. Il discorso che porta avanti fila liscio come l’olio, ha senso per davvero, gli dei non potrebbero che annoiarsi se, nel momento critico della competizione, ci fossero a scontrarsi dei comuni mortali, questo è pur sempre un gioco per intrattenerli, perciò le prove non possono far altro che diventare sempre più pesanti man mano che si prosegue, per cui sarebbe impossibile che dei semplici uomini possano riuscire ad arrivare abbastanza lontano. Ragionandoci più a fondo non si può far altro che notare quanto, in realtà, questo non dovrebbe essere particolarmente rassicurante per loro, perché vuol dire anche che dovranno affrontare delle sfide difficili, che potrebbero abbattere il loro morale, ma a quel punto saranno così avanti che nessuno di loro avrà voglia di rinunciare e io sto divagando ancora una volta. Perfetto. Vabbè, l’importante ora come ora è il fatto che Úranus riesca a rassicurare Lea almeno un tantino.
Si passa ben presto a una fase totalmente descrittiva, direi abbastanza piacevole ed efficace. Le Cacciatrici sono state descritte in modo chiaro, le conosciamo tutti quanti bene, queste giovani fanciulle che hanno rinunciato alla vita comune per scappare da una situazione in cui soffrivano, continuare a vivere o solamente per una vocazione che prescindeva dal resto, solamente loro e personale. Mi è piaciuto il fatto che in questo caso ti sia attenuto al modello di Riordan, che le vede estremamente simili l’una all’altra, per abbigliamento ma anche per animo. Questo mi sembra certo, se non fosse stato per alcune di essere che abbiamo potuto conoscere più nello specifico, probabilmente, anche a noi lettori apparirebbero solamente come delle soldatine prodotte in serie, perciò mi sembra la giusta sensazione da trasmettere.
La cosa che mi piace di più, però, è il modo in cui hai raccontato la loro storia, che a sua volta è stata racconta a Úranus. I reclutamenti a cui abbiamo assistito noi erano, per così dire, dei casi speciali, perciò non ho potuto che rimanere affascinata dall’immagine che hai descritto, queste ragazze disperate che sono disposte a rinunciare a tutto, alle uniche cose per cui, forse, vale davvero la pena vivere. Potrei parlare di questo argomento per ore intere, è una discussione interessante e una domanda che mi è capitato di pormi, nel corso di questi anni, potrei mai rinunciare alla famiglia, all’amore, per vivere in eterno? Non sono ancora riuscita a trovare una risposta, purtroppo. Úranus ha dannatamente ragione, il prezzo da pagare è incredibilmente alto, troppo alto, ma ciò che si ottiene, la vita eterna a meno che tu non cada in battaglia… ammetto che se tutto questo fosse reale e mi dovessi ritrovare a scegliere non saprei proprio dove sbattere la testa. Direi che invece è evidente che lui questo tipo di dubbi non li avrebbe, mi sembra decisamente della stessa linea di pensiero che ho deciso di seguire per Jonas. Qui nomina, che in effetti, lui è morto per quello a cui loro hanno rinunciato, questo mi sembra un riferimento alla sua famiglia, ricordiamoci che la stessa Bianca unendosi alle Cacciatrici rinunciò a Nico, mi sembra invece di ricordare dal capitolo di presentazione che lui perse la vita nel tentativo di prendere tempo per permettere loro di fuggire e quindi salvarsi da qualcosa.
Comunque, proseguiamo! Lea, al contrario di Úranus, non sa assolutamente nulla delle ancelle di Artemide, il che è abbastanza comico a dirla tutta, il fatto che l’uomo sia quello più ferrato questo specifico argomento. Immagino la sua confusione, la fatica nel credere che quelle possano effettivamente essere guerriere scelte, in quanto quasi diciassettenne lo so bene come sono le ragazze durante quella fascia di età e no, di sicuro non sembrano minacciose. In generale, poi, metabolizzare prima il fatto che siano ancora vive, che sono mortali, probabilmente semidee come lo è lei… non so, secondo me non è propriamente una cosa facile da sentirsi dire, poi magari sono io che sono troppo sensibile a letteralmente qualsiasi cosa. In particolare, fammelo dire, a questo giro sono stata sensibile per il breve riferimento a Zoe, il mio cuore si spezza ogni volta, non dimenticherò mai la delusione di vedere per la prima volta un personaggio con il mio nome e vederla morire giusto giusto alla fine dello stesso libro. Sorvoliamo che è meglio. Per lo meno, alla fine Lea è riuscita a comprendere di chi si stesse parlando, anche se il mito a cui fa riferimento non è particolarmente rassicurante, ma anche questa volta andiamo avanti che sennò mi blocco, passiamo all’altro gruppo.
Il passaggio non è brusco, ti sei mosso bene utilizzando l’accensione degli altoparlanti come diversivo, soprattutto mi sono piaciute le varie reazioni al suono improvviso. L’unico che non sembrava preoccuparsene, però, era Cade, che come Jonas ha notato stava osservando qualcosa. Come al solito, caratterizzazione del mio bimbo fantastica, ce lo vede lì ad arrovellarsi nel tentativo di comprendere quale sia il problema quando, ovviamente, non potrebbe arrivarci neanche se si impegnasse pienamente. Alla fine, però, proprio Artemide si materializza sul palco, attirando la totale attenzione del mio biondino. Poi vabbè, il fatto che sia un piccolo ignorante e non sia riuscito minimamente a ricordarsi il nome fino al momento in cui non gli è stato detto espressamente è un’altra cosa, lo hanno praticamente dovuto guidare perché capisse chi ha davanti, ma almeno il collegamento tra l’aspetto della dea e l’astro che rappresenta, ovvero la Luna, è riuscito a farlo, diciamo che può essere giustificato dal fatto che comunque ha vissuto in un periodo in cui la cristianità era decisamente essenziale, se possiamo dire così.
Anche qui si ripete la discussione riguardante le Cacciatrice, ma sotto una sfumatura decisamente differente. Sono sempre gli uomini a sapere di che cosa si sta parlando, tralasciando ovviamente Jonas che ormai non fa più neanche testo, e questo di certo non aiuta la visione che viene trasmessa del gruppo di fanciulle, specialmente sono incuriosita dalla questione di Cade, di cui adesso c’è bisogno di parlare meglio. Tanto per cominciare, è ostile nei loro confronti, prova emozioni negative, ma negative sul serio, e ciò fa emergere un lato di lui fino ad ora nascosto. In un primo momento, breve e fugace, ho pensato potesse trattarsi di sua madre, l’amica di cui racconta la storia, ma è bastato un istante perché mi smentissi da sola, da quello che ha raccontato in precedenza si comprende che i pezzi del puzzle non tornerebbero al loro posto in quel caso. Ho pensato anche che potesse essere una ragazza amata, ma per come è fatto lui, se il bambino fosse stato suo o meno, sarebbe sicuramente diventato una sua priorità e la cosa sarebbe emersa. Quindi sì, in sostanza non credo che sia stato un tentativo di alleggerire il racconto, quella di cui parlava era solamente un’amica che ha avuto una sorte crudele.
Ma poi, che cosa ti è preso in ‘sto capitolo? Siamo alla terza volta che i poteri di Jonas si manifestano, ma questa volta è diverso, la visione che va a costruirsi non è strettamente legato a qualcuno con cui è in contatto diretto, sembra più complessa, insomma, mi hai lasciata un po’ perplessa e con della roba su cui ragionare. Il fatto che questa si sia interrotta nel momento in cui ha avuto un contatto visivo con la dea mi ha spaventata leggermente, inizio ad aver paura di cosa può succedere se non inizia ad avere più consapevolezza di cosa è in grado di fare.
Per quanto riguarda Eliza, invece, la sua riflessione, mi è piaciuta parecchio. Mi sembra appropriato al personaggio, l’orgoglio leggermente infranto dalla consapevolezza che la dea non abbia mai tentato di prenderla tra le sue fila, ma alla fine è giusto così, secondo me da questo punto di vista non dovrebbe avere dubbi: tra le Cacciatrici non avrebbe mai potuto combattere per il suo paese, sicuramente non come avrebbe voluto lei, perciò non si dispiaccia, almeno ha la certezza di aver fatto qualcosa di grande e importante. Spero solo, a questo punto, non si scoraggi troppo ragionando sul reale ruolo degli dei nella loro vita e all’interno della stessa competizione, perché alla fine non porterà a nulla pensarci, ormai la gara è iniziata, a questo punto dovrebbe importarle solamente di continuare a impegnarsi fino all’ultimo secondo, i problemi se li porrà dopo.
Ora, sai quanto io ami dedicare molta attenzione a ogni singolo dettaglio, ma, come ti ho già detto, se scrivo tutto quello che mi passa per la testa rischio di fare una recensione che potrebbe spingerti all’omicidio (secondo un paio di calcoli che mi son fatta scrivendo ogni cosa potevo arrivare alle 15.000 parole, quindi ho fatto di tutto per limitare il danno, perché non conviene né a me, né a te), perciò la parte dedicata al discorso di Artemide la riassumerò il più possibile, non soffermandomi su reazioni varie, perché tanto son convinta che di quelle potrò parlarne per bene con il capitolo seguente. Quindi, la nostra dea della caccia mi è sembrata decisamente coerente con il tipo di atteggiamento che aveva mostrato a inizio capitolo, il che è già tanto considerando come son fatte loro divinità. Il modo in cui sembra quasi schifata dalla banalità delle prove precedenti, arrivando per l’appunto a paragonare le capacità delle anime che sono arrivate fino a qui a quelle dei cani, sono tutti segnali di una sincera convinzione di superiorità, anche nei confronti di quelli che in teoria dovrebbero essere suoi pari.
La stessa prova, mi sembra completamente in linea con il personaggio che è Artemide. Il cane è uno dei suoi animali sacri, perciò suppongo che abbia una certa connessione anche con i segugi infernali, inoltre come hai specificato in più di un modo, questi saranno totalmente avvolti dalle fiamme, sono piuttosto convinta che le povere anime saranno in serie difficoltà. Aggiungiamoci che le regole sono piuttosto chiare, quindi non credo ci sia un modo per poterle aggirare tanto facilmente, dovranno soltanto mettersi di impegno e recuperare quelle targhette. Direi che sull’argomento non ci sia altro da dire, che la fortuna possa sempre essere a loro favore!
~ Dai inizio all’ultimo paragrafo con tranquillità, una frase semplice e quasi banale ma che, anche da sola, può aiutare a comprendere piccoli dettagli importanti per la caratterizzazione di un personaggio. In questo caso si parla nuovamente di Ipnos, il caro dio del sonno, e il suo amore per la comodità, seguito da una riflessione sempre su questo argomento da parte di Giò. Vorrei dire se mi ritengo d’accordo con uno dei due, se trovo essenziale la comodità del luogo in cui si decide di riposare oppure se questa risiede nella stanchezza stessa che provi quando ti addormenti, però io sono quel tipo di persona che se solo volesse si addormenterebbe letteralmente ovunque, che trova molto comode anche le superfici dure, e sinceramente non credo che una persona che si è appisolata tre volte sulle scale del proprio palazzo perché aveva scordato le chiavi di casa e doveva aspettare i propri genitori possa far davvero testo.
Del resto, in questo modo ci hai dato la possibilità di accedere a uno squarcio di vita di Giò, un momento in cui, evidentemente, non poteva far altro che vagabondare, ritrovandosi quindi costretto a dormire dove gli capitava, quando le forze venivano meno e proseguire il cammino sarebbe sembrato solamente stupido, una mossa avventata dettata principalmente dalla voglia di finirla il prima possibile. Non mi sembra strano, in effetti, immaginarlo così. Molto interessante anche vederlo alle prese con le sue riflessioni sulle divinità che lo circondano, lo capisco, probabilmente io passerei il mio tempo a domandarmi quanto effetto abbiano, realmente, sulla mia vita le varie divinità con cui sono in costante contatto, almeno se fossi nei suoi panni. E poi diciamolo, il sonno certe volte è qualcosa di davvero strano, ha più che senso che si chieda se sia Ipnos che ogni tanto parte e se ne esce con il fatto che devi rimanertene sveglio. Per quanto riguarda Efesto e Thanatos, c’è davvero bisogno che io lo dica? Adoro vedere le divinità nel mezzo di attività che paiono solamente come appartenenti al mondo mortale, perciò è stato piacevole tentare di visualizzare le due immagini da te descritte.
Ad ogni modo, da questo momento inizia una sorta di analisi nei confronti delle azioni delle divinità da parte dello stesso Giò, con l’unica pausa dovuta all’esigenza di parlare di ciò che più turba gli dei e che, sicuramente, spaventerebbe anche le anime se ne fossero a conoscenza, ma comunque, una cosa per volta, no? Lui ci fa sapere fin da subito che i sentimenti negativi nei suoi confronti da parte di Atena e Artemide sono ampiamente ricambiati, portandolo addirittura a costringersi a rimanere dove si trova pur di non doversi scontrare con loro, non avere alcun tipo di confronto. La cosa che vuole di meno, però, sembrerebbe proprio essere dover parlare degli strani eventi avvenuti all’interno del labirinto, a dirla tutta, sinceramente, non immaginavo che le stesse divinità si sarebbero poste il problema, credevo avrebbero semplicemente ignorato la cosa nonostante la consapevolezza che ne fossero tutti a conoscenza, Eolo mi ha sorpresa in positivo.
Il fatto che Giò sia infastidito dal loro ritrovato interesse rafforza solamente l’ipotesi per cui sia lui il responsabile anche del sabotaggio della gara, in effetti deve apparire ironico, l’unico momento in cui dovrebbero voltare lo sguardo, fingere che non stia accadendo nulla, l’unico momento in cui non ci sono vere e proprie vite in gioco, questi scattano sull’attenti, per il semplice fatto che, per una volta, le cose non vanno come da loro previsto. Eppure, per quanto mi spaventi ammetterlo, lui ha ragione. Zeus e Poseidone hanno infranto un patto che avrebbe dovuto proteggere l’umanità, lo hanno infranto solamente per soddisfare i desideri, non importa il fatto che, alla fine, era così che doveva andare, nessuno li ha mai obbligati a vagare tra i mortali e unirsi a loro. Atena, anche in questo caso fai riemergere quel lato della divinità spesso dimenticato, il lato guerriero, la dedizione al combattimento ragionato e attento, che, in effetti, era presente anche nella città di cui aveva la protezione, vorrei ricordare anche che è stata proprio lei a suggerire in sogno a Ulisse l’imbroglio che avrebbe poi portato alla distruzione di Troia.
I gemelli arcieri, Apollo e Artemide, lui, che si è sempre vantato di essere il dio della medicina, è anche portatore di molti malanni, il riferimento all’inizio dell’Iliade facilmente percepibile, e poi lei, anche in questo caso avevi già esaltato la questione, resta comunque da brividi la consapevolezza di come per lei la vita di un uomo, o anche soltanto di una donna che non può rinunciare all’altro sesso, non abbia alcuna importanza se paragonata a quella di coloro che scelgono di seguirla. Insomma, non mi prolungo neanche troppo, perché alla fine il concetto è ben chiaro a entrambi, a te perché l’hai scritto e a me perché in comprensione del testo sono sempre andata bene, perciò proverò ad andare avanti. Il discorso dell’ipocrisia degli dei, il solo utilizzo del termine ipocrisia mi ha fatto sorridere. Ricordo bene quando, anni fa, utilizzavo questa parola per poi sentirmi urlare contro dai miei amichetti che era una parolaccia, semplicemente perché non ne sapevano il significato, e io fierissima perché, per lo meno, ero a conoscenza di cosa volesse dire e la utilizzavo in modo appropriato. Solito divagare a parte, mi ritrovo ad essere d’accordo con Ipnos, perché tutti, prima o poi, magari anche in buona fede o senza rendercene conto, finiamo per cadere nell’ipocrisia, però, nonostante questa sembri il momento più interessante di quest’ultimo passaggio non è quella su cu desidero concentrarmi adesso, bensì sono attratta dalla risposta di Giò.
Adesso: ti ricordi quando al commento del primo paragrafo ti avevo detto di aver avuto un’illuminazione? Durante la lettura del secondo capitolo, avevo ipotizzato che i due ragazzi della foto che Giò osservava, quindi evidentemente Clara e Al potessero essere suoi figli, sinceramente ora non saprei dirti tutti il ragionamento che avevo fatto e come ho già detto non sono neanche sicura di avertelo detto all’epoca, essendo passato più di un anno, ma ora il mio pensiero è sicuramente cambiato. Dai sassolini che hai lasciato cadere, per così dire, si potrebbe ricostruire il fatto che questi fossero i suoi migliori amici, o comunque qualcosa del genere, forse due semidei, morti durante una delle guerre che ci sono state nel corso degli anni, proprio a causa delle divinità.
Ovviamente potrei sbagliarmi, potrei cambiare idea già leggendo il prossimo capitolo, eppure adesso, in questo preciso momento, mi sembra la cosa più sensata. Si potrebbe immaginare così, un ragazzino che aveva solo questi due altri ragazzi, forse anche più grandi di lui, che ai suoi occhi apparivano come le uniche persone degne di fiducia in un mondo che di certo non rassicurava, e che gli sono stati strappati via per colpa di una di quelle maledette guerre. Una storia sentimentale, di quelle che ti lasciano con un po’ di malinconia, ma in qualche modo perfetta per spiegare tutto questo, un semplice tentativo di riprendersi dalle grinfie della morte coloro che gli dei gli avevano sottratto, proprio ingannandoli.
Questo lascerebbe comunque molti dubbi, una teoria basata su così poche informazioni non può portare poi tanto lontano, ma credo che avere qualcosa da cui partire, un’idea, anche se alla fine dovesse rivelarsi totalmente errata, è una cosa essenziale, perché sarebbe come tentare di costruire un palazzo senza le giuste fondamenta, l’unica certezza è che non durerebbe molto, forse crollando addirittura alla prima folata di vento. Ad ogni modo, ora come ora non me la sento di ragionare ancora molto su questa possibile parte di storia, perciò mi sembra il caso di riprenderla più avanti nel corso della storia.
Ad essere sincera, non so se mi conviene iniziare a preoccuparmi a questo punto. Insomma, le due anime di cui si parla sono ovviamente il mio piccolo Jonas e Cicno, che sappiamo avere tanto in comune e allo stesso tempo assolutamente nulla, legati tramite il collare e i bracciali, questo potrebbe effettivamente ripercuotesi in modo negativo su di loro? La paura di Ipnos pareva essere proprio quella, altrimenti non mi spiegherei il motivo per cui dovrebbe collegare il ricordo di questo legame che è stato creato alla realizzazione che si tratta dello stesso Giò, anche se non in maniera diretta, a sabotare la competizione. Come già sai ero molto incuriosita da cosa potesse uscire fuori da un loro confronto più approfondito, nonostante Cicno facesse sentire a disagio Jonas, perciò se mi illuminassi meglio sulla storia dei due regali mi renderesti solo felice.
Ma arriviamo a ciò che conclude il capitolo, Ipnos infatti ha chiara la situazione, ha capito che non può fidarsi, che dovrebbe essere diffidente, anche se pare non riuscirci, che i piani di Giò sono molto differenti dai loro, tutto ciò, questo momento critico, sotto gli occhi degli altri due dei, che però non prestano loro alcuna attenzione. Terrò a mente quel tuo paragone, un drago dimenticato dalla civiltà odierna, un mostro, qualcosa mi dice che questo va oltre ad una semplice metafora o a un confronto, presto anche questi piccoli frammenti prenderanno posto.

E anche questa volta ho concluso, finalmente! Dai, direi che poteva andare peggio considerando com’è finita l’ultima volta, anche se sembra quasi che l’universo non volesse lasciarmi il mio tempo per piazzarmi con calma al PC e mettermi a lavoro... mi sembra anche giusto avvertirti del fatto che la mia L non tornerà più al suo posto, quindi ringrazia mio fratello a cui ho abilmente sottratto il suo per soddisfare la mia fisima dei tasti contro i polpastrelli. Prima o poi dovrei lasciarti come recensione il copia e incolla dei messaggi che mando alle mie amiche mentre leggo il capitolo, sarebbe tutto più semplice, anche perché pure in questo caso mi sembra di aver fatto un commento del tutto sconclusionato, quindi non farebbe poi tanta differenza. Non so, mi sento di aver fatto un disastro con questa recensione, ma alla fine è la sensazione che ho ognuna di queste volte, quindi vedrò di farmene una ragione perché sennò continuerò a modificarla per sempre. Ora però mi tocca dileguarmi, che quel geniaccio del mio prof di storia e filo ha deciso di fissare il compito per sabato e non ho la minima intenzione di trascorrere il mio compleanno a studiare i casini dell’Inghilterra del diciassettesimo secolo, quindi devo ripassare tutto di nuovo.
Alla prossima!
Baci
;*
Zoey
PS. Tu non lo sapevi, ma ho un ordine per recensire i paragrafi tutto mio, quindi se qualcosa ti sembra strano sappi che è per questo. E si, il quinto paragrafo l’ho recensito per ultimo, il mio cervello stava esplodendo e volevo solamente finirla, abbi pietà, mi rendo conto di essermi prolungata troppo su alcune cose e di aver parlato troppo poco di altre, la struttura di questo capitolo mi ha destabilizzata. Vabbè dai, ci siamo capiti.

Nuovo recensore
24/09/19, ore 22:13
Cap. 7:

Hey~
A causa di vari impegni ho potuto recensire solo ora, sorry. Mi hai preso alla sprovvista con l'uscita di un nuovo capitolo e anzi, ne sono rimasta più che felice! Anche perché ritengo che finora questa sia una delle interattive più dettagliate e che meglio esprimano l'identità di ogni personaggio (e non lo dico tanto per dire eh).
Iniziamo con le prime riflessioni sulla gara da parte di alcuni dei, tra cui la new entry Artemide e Atena. Di quest'ultima in effetti si mette spesso in primo piano la sua saggezza, ma poche volte la freddezza con cui espone la propria logica. Insomma considera i semidei come semplici pedine, ma a dir la verità la maggior parte degli dei agisce basandosi su ciò, come si può notare dal favoreggiamento di alcuni partecipanti che Atena sottolinea indignata e Artemide giustifica, perciò non mi sorprende.
Le due si stanno facendo mille ragionamenti, giustamente, sul vero obiettivo di Giordano, e non posso che essere d'accordo sulle loro deduzioni elaborate finora, qui c'è qualcosa che puzza, e si vede. Uno dei suoi scopi potrebbe proprio essere la liberazione di alcuni suoi favoriti (fa riferimento infatti a certi Clara e Al), l'andare contro l'ipocrisia delle divinità e "fare la cosa giusta",  e certamente non è nei suoi piani starsene buono mentre gli dei organizzano la varie sfide. È palese che stia tramando qualcosa Giordano "delle Vie", ormai viene fatto chiaramente emergere da Artemide, Atena ma anche da Ipnos; che poi sono io, o potrebbe essere il mortale Giordano Bruno? È il primo che mi è venuto in mente a dir la verità, anche perché fa riferimento a un Signore, così come all'infinito e alla molteplicità. Se non fosse così, perdona le mie pippe mentali.
Per quanto riguarda la tessera d'oro, eh, ho un po' di dubbi al riguardo. Coloro che vengono rapiti nel labirinto che fine fanno? È possibile che proprio uno di questi sia quello presente in quella stanza buia nel secondo paragrafo?
Sulla sua identità non saprei, nei precedenti capitoli erano successe diverse cose strane, come la sparizione di Michael ad opera dell'uomo col sigaro che aveva anche, tra le altre cose, ferito Cade alla mano. Che sia lui la tessera d'oro? Addirittura all'inizio pensavo potesse centrare qualcosa Cicno che l'avevamo perso negli scorsi capitoli, ma non credo proprio.
È semplicemente adorabile Jonas che ormai abbiamo capito, un suo tratto distintivo è proprio la paranoia sul come comportarsi con gli altri, ma anche il ruolo di fratello maggiore che Cade si assume nei suoi confronti, come si può notare dai suoi gesti protettivi nel rassicurare il compagno. Era qualcosa di già introdotto nelle scorse vicende, ma qui è maggiormente approfondito e il legame non può che saldarsi ancora di più.
Una riflessione di Cade che mi ha colpito e che più avanti riprenderanno anche Eliza e Nathan, al contrario di Jane molto più scettica al riguardo,  è che "non siamo chi eravamo quando siamo morti e non saremo mai nulla di diverso da quello che eravamo allora". Al contrario di quanto mi aspettavo, non si sono più di tanto fatti influenzare dalla provenienza di Jonas dai Campi di Pena, che farebbe subito pensare a un poco di buono, e dalla scelta di Cade di accogliere il primo; insomma mai giudicare un libro dalla copertina, e questo Cade lo sa molto bene.
A proposito di Jane, non ho potuto fare a meno di notare quel suo tratto cinico, scettico e ribelle, e pensare che era figlia di un vigilante! Ma immagino che ai tempi ognuno aveva i propri buoni motivi per ribellarsi e a maggior ragione possiamo condividere quelli di Jane.
Probabilmente colui che mi ha colpito maggiormente di questo capitolo è però ancora Cade, di cui viene rivelato un importante dettaglio: quel venticello freddo che ogni tanto Jonas e Jane notano, i paragoni di quest'ultima con l'acqua ghiacciata, quelle sue iridi accese e brillanti ma che possono diventare gelide...mi viene da pensare se non a Zeus, a un qualche divinità legata al freddo ovviamente. Borea? Mi pare una proposta sensata (dico così poi alla fine la sparo sempre grossa).
Di Eliza e Nathan trovo divertente il loro continuo battibecco sul linguaggio scurrile utilizzato da quest'ultimo, così come ormai mi viene da sorridere ogni volta per l'umorismo e la sfacciataggine di Cade, e per la gentilezza e permalosità di Eliza.
C'avevo già pensato, e Lea giustamente lo fa notare, ma se la gara è aperta a TUTTE le anime, è a dir poco un numero mostruoso quello dei partecipanti, che tuttavia Úranus sottolinea diminuirà sempre di più, in quanto le sfide sono apposta organizzate per far vincere dei semidei, o comunque non dei semplici mortali. Viene anche accennato un altro dei poteri minori di Úranus, ossia quello di comprendere le emozioni umane, che si poteva intuire dai suoi attacchi negli scorsi capitoli.
Ed ecco che viene introdotta la prossima bollente e pericolosa sfida sui mastini infernali. Immagino che nella scelta tra fuoco e acqua abbia vinto il primo. Di questa ne parleremo meglio prossimamente, vorrei invece soffermarmi su Artemide e sulle sue cacciatrici. A quanto pare non sono proprio ben viste dai nostri semidei, in particolare Úranus, Nathan, che probabilmente le avrà già incontrate durante il periodo al Campo e ne avrà esperienza, e poi c'è Cade che ha avuto indirettamente a che fare con la dea, per sentito dire da "un'amica"; qui mi fa pensare che sottintenda la madre, ma magari mi sbaglio. Per quanto riguarda le riflessioni di Eliza nei confronti di Artemide, sarò più precisa per messaggio privato.
Adesso ho finito per davvero la mia analisi più lunga del dovuto, ma così tanti contenuti non possono fare altro che stimolarla e farmi spaziare con l'immaginazione. Ormai non commento più sul tuo stile, che mi pare per i miei gusti molto migliorato sulla parti che rallentano il ritmo narrativo e in generale non c'è nulla da criticare.
Alla prossima!

Recensore Veterano
10/09/19, ore 14:43
Cap. 7:

Non sono d'accordo sulla presentazione di Artemide in questo capitolo, anche se i pareri sono perlopiù maschili. Apprezzo invece che non tutti gli dei siano d'accordo con questa sfida e sembra piuttosto che ci sia sotto ben più di quanto lasciato intendere da Gio. Che in realtà non sia tanto sprovveduto? Probabile ha un piano. Uno che non ho ben inquadrato ma che ha tutto il potenziale per causare problemi.
Capitolo soddisfacente.

Recensore Master
09/09/19, ore 22:48
Cap. 7:

Sicuramente è un capitolo molto interessante. Si capisce che gli dei non vedono di buon occhio Gio (almeno alcuni di loro) e la prova di Artemide è terribilmente interessante. Il capitolo è scorrevole e lungo, non ho notato particolari errori di battitura e penso che sia scritto bene. Mi è piaciuto molto, complimenti.