Recensioni per
Undici solitudini
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 62
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/07/20, ore 13:03

Ciao **
Ho deciso di tornare su questa raccolta perché ogni volta leggo storie che mi piacciono tantissimo, e pure in questo le cose non sono andate diversamente… l’ho proprio amata e sono anche giusto un filino commossa. Tu hai usato un personaggio come Priscilla Corvonero, una strega appunto fondatrice di una delle quattro case di Hogwarts, tirando fuori un argomento che ora come ora è più attuale che mai.

Nella storia si parla brevemente di tutte le fasi della sua vita, dall’infanzia, all’età adulta, dal suo essere allieva al diventare maestra, dall’essere amante all’essere poi madre. Ma non solo questo. Viene anche definita come una poco di buono, perché? Ma perché naturalmente, tutto ciò che succede automaticamente è colpa sua in quanto donna. Soprattutto in questo momento della storia in cui incinta e senza un marito, immagino bene le cose orribili che abbia dovuto passare. Già che certe cose purtroppo vengono dette ancora oggi nel 2020, pensa un po’ ai tempi in cui lei ha vissuto. Per lei basta poco, veramente poco, per essere additata per quello che non è, se alza troppo il capo o da una risposta che non è gradita. E infatti DOVREBBE essere accondiscendente, pacata, a sottomettersi. Ma questo non è proprio possibile, perché Priscilla SA di essere intelligente e forte, sa che non può sottomettersi al volere di un uomo che sicuramente non la lascerebbe libera di esprimersi. Certo, ci vuole coraggio in un momento come questo a scegliere di andare a testa alta comunque, infischiandosene ed essendo addirittura fiere. Perché la sensazione che Priscilla mi ha dato in questa storia, è quella di essere molto orgogliosa. No si vergogna del fatto di essere incinta, certo è preoccupata perché sa che la creatura a cui ha dato la vita potrebbe vivere con delle colpe che poi non ha (che non ha nemmeno a lei a dir la verità).
“Io me le porto in grembo con la fierezza d’una regina, queste colpe celebrate nella voluttà del momento.
Me le porto sul capo come un diadema di stelle.” – io penso di aver amato troppo tutto ciò. A parte che in generale la storia è scritta benissimo (non è che sia una novità), ma proprio lo stile mi è piaciuto tanto, è stato così elegante e quelli che sono i pensieri di Priscilla sono espressi proprio come se fosse una regina a parlare. E ha ragione cavolo, il dono più grande che si può fare ad un figlio, più che la vita è proprio la libertà, che è una cosa che viene data per scontata, ma non è vero. Purtroppo conosco ragazze della mia età che sono in tutto e per tutto sottomesse al proprio marito/compagno/fidanzato e per loro questa è una cosa normale… e tutto ciò mi mette tristezza, per questo dico che questa storia, pur avendo come protagonista un personaggio di fantasia, è veramente attuale e racconta cose VERE. Ho poi AMATO, davvero tanto il come ci hai raccontato della sua vita. E’ venuta al mondo e tutto durante la sua infanzia e giovinezza sembrava dolce e candido, quasi profumato di fiori. Poi c’è stata l’ambizione e anche la scoperta della passione ed ecco che quindi mi sono figurata tutto con dei toni più scuri (io che parlo per figure retoriche e cose strane, NO MA BELLO) e poi infine mi ha lasciato una sensazione così positiva, quella di una donna che sicuramente non ha avuto/non avrà una vita facile, ma che comunque non si è fermata davanti a niente. E’ stata una storia bellissima, ti mando tanti cuori <3

Nao

Recensore Master
26/06/20, ore 01:12

Questa storia è forse un pochino più breve rispetto alle altre, ma l'ho trovata davvero molto intensa. Descrive alla perfezione la solitudine Priscilla, soprattutto in quanto donna. Erano tempi diversi quindi la donna doveva essere sottomessa al marito e avere un ruolo preciso come moglie e come madre, tutto il resto era vietato. Questo andava a scontrarsi inevitabilmente con la sua sete di conoscenza e di emancipazione. Davvero perfetta la conclusione in cui dice che sua figlia avrà il dono della libertà, ancora più importante del dono della vita stessa.
Davvero complimenti!
Alla prossima!
Barby

Recensore Master
10/06/20, ore 15:28

Ciao!
Riesco a tornare su questi lidi dopo un po’ di tempo e mi pareva più che doveroso continuare da questa raccolta che avevo già cominciato.
Come prima cosa ti dico che non ho mai letto né conoscevo l’Encomio di Elena (santa Wikipedia), come seconda cosa ti dico: wow *o*
Questa, al momento, è la shot che preferisco in assoluto. Diamine, è meravigliosa.
Il susseguirsi dei pensieri di Priscilla, alternati a ciò che è stata e ai nomi con cui verrà o potrebbe essere chiamata funzionano alla perfezione e sono una stoccata micidiale, una dopo l’altra.
Il nascere femmina trascina con sé tutte le colpe del passato, non importa quanto una donna possa essere intelligente e, magari, anche rispettata: qualsiasi cosa un uomo decida di fare con lei, se qualcosa va storto, sarà di sicuro colpa sua. Sarà sempre lei la puttana e mai la vittima, lui non avrà mai grosse colpe. E sappiamo bene, quanto questo argomento sia tristemente sempre attuale anche nella nostra vita di tutti i giorni. Ogni donna – e ogni persona sana di mente – non può che essere toccata da questo argomento che ci cade sulla testa dai tempi di Eva, praticamente da sempre.
Le colpe del mondo scorrono tutte nelle nostre vene di donna.
Sebbene, chiaramente, non si possa far di tutta l’erba un fascio: negarlo risulta, comunque, quanto mai fazioso.
Priscilla ancora non sa che darà alla luce una bambina ma fa della sua maternità il suo diadema – scelta di termini decisamente non a caso, immagino – e, nonostante gli insulti che le pioveranno addosso, decide di non piegarsi all’uso comune e di lasciare crescere quella che, poi, sarà sua figlia nella libertà.
Alla luce di questa shot, il nome Helena si accende di un significato decisamente importante.
Ti faccio i miei più sinceri complimenti perché questa shot è a dir poco un gioiello **
Un saluto e alla prossima
Cida

Recensore Master
28/12/19, ore 16:54

Eccomi finalmente qui per lo scambio a catena, Greta. Ormai faccio fatica a trovare qualcosa di tuo che non ho ancora letto e non voglio sfruttare la scambio per recensire i capitoli della tua long, ma mi ero persa questa assoluta perla e dovevo per forza rimediare.
Innanzitutto mi hai fatto venire voglia di leggere “L’encomio di Elena” che avevo già sentito nominare e immagino possa essere una lettura decisamente interessante, visto il momento storico in cui viviamo - che troppo spesso non si discosta da un passato e dei luoghi comuni che pensiamo ingenuamente di aver superato.
Ho particolarmente apprezzato l’introduzione che elencava le varie caratteristiche di madama corvonero, oltre che la sua evoluzione durante lo svolgimento della sua vita.
Trovo che questo pezzo descriva benissimo la sensazione di solitudine che una donna nei panni di Corinna si ritrova a provare anche oggi, quando sceglie di portare avanti una gravidanza senza un compagno al suo fianco. Ho empatizzato molto con lei quando si poneva domande riguardo all’eventuale perdono della figlia nei suoi confronti e trovo che la frase subito prima: “le colpe del mondo scorrono tutte nelle nostre vene di donna” riassuma benissimo il pensiero che hai voluto condividere con noi scrivendo questa storia.
Mi hai emozionato e la aggiungo subito alle preferite.
Un abbraccio,
Francy

Recensore Master
05/12/19, ore 20:43

Ciao!
Questa volta mi hai lasciata senza parole – ma le trovo, promesso!
Approcciarmi a un racconto che nelle note iniziali cita l'Elena di Gorgia è già di per sé una sorpresa più che piacevole, il dibattito sulla condotta di Elena, sulla sua salvezza o sulla sua perdizione, credo si ascriva alle pagine più interessanti e stimolanti della trattazione sofistica. Ritrovare, sia pure rivisitata per aderire alla tua protagonista, quella dialettica di fondo è stata una bella esperienza, nonché un momento di riflessione e di finestre che si aprono l'una sull'altra a intrecciare letteratura, filosofia e pensiero critico – sempre troppo raro nella realtà odierna.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai tratteggiato la caratterizzazione di Priscilla in questo breve racconto – che, tra l'altro, nella sua relativa brevità è perfetto, una parola in più o in meno ne avrebbe penalizzato l'equilibrio –, mi è piaciuto soprattutto perché mi ha concesso di soffermarmi su un aspetto della biografia di questo personaggio che in effetti non ho mai considerato, vale a dire il suo essere madre ma non moglie. Rapportato all'epoca in cui è vissuta Priscilla è ben focalizzata la tua trattazione, tutti gli accenti posti vanno a toccare corde delicate ma realistiche, che narrando di un personaggio di una saga fantastica riproducono anche una fetta di realtà che, ancora oggi, tartassa noi donne, perché troppe volte Le colpe del mondo scorrono [ancora] tutte nelle nostre vene di donna – un'espressione forte, che richiama il titolo (bellissimo e adattissimo!) e Priscilla stessa, e che è in grado di sintetizzare i detti e i non detti del tuo racconto. Ancora sulla caratterizzazione, ho apprezzato l'eco di Helena (personaggio che amo) e non ho potuto fare a meno di rintracciare un presagio nelle riflessioni di Priscilla, che paradossalmente trasmetterà alla figlia quell'eredità di libertà smodata – che la erge su un trono fatto di pretese e smania di conoscenza –, causa poi della dipartita di entrambe.
Riesci, in poche righe, a ripercorrere l'intera vita della tua protagonista, a mostrarla dalla fanciullezza sino all'età adulta che la vede insegnante, amica, amante, sino a divenire madre e rifiutare le convenzioni, rifiutare una vita ipocrita in favore della libertà, infischiandosene di pagarla a insulti e giudizi malevoli – ché poi, si sa, si trova sempre il modo per parlar male, tanto vale non vendere a nessun prezzo la propria indipendenza.
Lo stile, caratterizzato dalla ricercatezza lessicale, mi è piaciuto molto, l'ho trovato solenne, adatto al personaggio protagonista, che è poi anche voce narrante; altra scelta che in questo caso ho trovato perfetta, nonostante in linea generale non sia una grande appassionata della prima persona narrante. Forse l'unico elemento che mi ha convinta meno è la scelta del ché, che trovo pià adatta a un registro d'uso o di riproduzione di un lessico colloquiale. Però è un appunto soggettivo ed è davvero il pelo nell'uovo!
Leggerti è sempre un piacere, il tuo profilo continua a essere un catalogo di storie splendide!

Rosmary

Recensore Master
31/10/19, ore 09:01

Valutazione contest "Le sei mogli di Enrico VIII" - Terza classificata pari merito

Grammatica e stile: 9.8/10
 (grammatica: 4.8/5 + stile: 5/5) L’utilizzo della grammatica è quasi impeccabile, se non fosse per l’eccedenza di gerundi. Ora di per sé non è affatto sbagliato, anzi nella tua storia serve a creare una sorta di equilibrio tra le parti, ma in una frase è purtroppo risultato cacofonico. Te la segnalo:
“Ho imparato a diventare davvero adulta guidando i passi incerti di giovani maghi inesperti, donando loro la mia sapienza e trovando per me nuovi orizzonti osservando la vita attraverso i loro occhi” – In un solo periodo ci sono ben 4 gerundi. Personalmente l’avrei riscritta lasciando un solo gerundio (magari “guidando” in modo da tenere il parallelismo stilistico con le altre frasi) e staccando gli altri verbi all’interno di un’altra frase separandola dalla principale tramite un punto e virgola. (-0,2)
Ci sono poi due errori di battitura:
- “inchiostra” – refuso “inchiostro”
- “ben l’oltre l’orario” – refuso “ben oltre l’orario”
Per il resto, so che alcuni segnalerebbero la virgola davanti alla e congiunzione, oppure le d eufoniche. Ma io trovo entrambe le scelte stilistiche molto eleganti (la virgola prima delle e, nel caso in cui effettivamente va a creare una pausa anche concettuale), per cui non considero queste cose come errore e anzi, mi hanno fatto apprezzare la tua storia maggiormente dal punto di vista stilistico.

Lo stile mi ha completamente conquistata! Non amo molto le storie scritte in prima persona, ma il tuo modo di scrivere è fluido e scorrevole, pur utilizzando un lessico ricercato e in qualche modo desueto (come il “ché” invece del “perché”) che si adatta perfettamente al personaggio e all’ambientazione storica. L’equilibrio tra le parti è ottenuto perfettamente tramite l’alternanza di una frase breve scritta in corsivo e poi un periodo più lungo dove c’è una spiegazione dell’appellativo dato e viene a delinearsi di fatto la storia. Ho adorato l’uso dei corsivi, la separazione grafica dei periodi, e alcune frasi veramente significative. La chiusura, poi, è stata semplicemente perfetta. Nella costruzione di questa breve storia sembra esserci quasi un disegno matematico – e prendilo assolutamente come un complimento!

Caratterizzazione dei personaggi: 9.3/10
Nel canon abbiamo troppi pochi elementi su Priscilla per poter davvero parlare di un’aderenza al personaggio, eppure quei pochi elementi tu hai saputo inserirli nella storia e utilizzarli molto bene. Hai offerto uno spaccato interessante della vita di Priscilla, dei suoi pensieri e del suo dolore di essere in fondo semplicemente una donna brillante. L’introspezione che hai offerto del personaggio è davvero approfondita e perfetta. Tuttavia, non ti ho dato il punteggio pieno e ti spiego perché. Se l’astio verso la condizione di donna, pur apparendo forte, è ben spiegabile se contestualizzato nell’epoca storica dei Fondatori, quello che invece mi ha lasciato un po’ perplessa è il “libertinaggio” (passami il termine) di Priscilla. Potrebbe essere un’interpretazione interessante ed è sicuramente originale, e non risulta affatto sbagliata o non plausibile. Mi sarebbe piaciuto però una maggiore indagine su questo punto, dato che ha un ruolo preciso nella sua caratterizzazione senza però avere una base effettiva.

Trama e originalità: 9.5/10
La storia ha carattere introspettivo, per cui naturalmente l’elemento della trama finisce per passare in secondo piano. Lo sviluppo della storia non si può definire densa di avvenimenti, eppure senza nulla togliere all’introspezione, sei riuscita anche a narrare il dispiegarsi di una vita. E’ originale il modo in cui ti sei accostata alla storia personale di un Fondatore e come, attraverso poche pennellate, sei riuscita a raccontarci la tua versione della vita di Priscilla dall’inizio fino alla fine – o meglio fino al momento davvero culminante, la nascita di Helena. La trama risulta pertanto coerente, organica e completa. Non ti ho dato il punteggio massimo perché, proprio per la maestria con cui hai saputo unire introspezione e narrazione, avresti potuto fare qualche riferimento anche minimo al padre di Helena. Mi rendo conto che nella tua storia non era importante, ma sarebbe stato utile a cogliere proprio il punto che dicevo prima del “libertinaggio amoroso”, oppure del perché non è presente nella vita di mamma e figlia.

Titolo: 3/3
Il titolo calza a pennello con la storia, è richiamato al suo interno in modo molto evocativo: “Le colpe del mondo scorrono tutte nelle nostre vene di donna” e rappresenta inoltre una sorta di punto tra tutti gli appellativi di Priscilla. Un titolo migliore non avresti potuto trovarlo!
Utilizzo pacchetto: 2/2 Gli elementi del pacchetto sono ben presenti, anche in una svolta chiave per il personaggio. La frase del motto è spezzata ma ben riconoscibile e mantenuta di fatto nella forma originaria. Perfetto!

Gradimento personale: 5/5
Scrivere una storia breve è sempre un rischio. E’ difficile comunicare in poche frasi un’emozione, tratteggiare una storia completa e allo stesso tempo mantenere una struttura stilistica funzionale. Quando ci si riesce, allora si crea un piccolo gioiello. Nel tuo caso, per restare in tema, hai scritto un piccolo diadema! E poi (e ora parlo a livello puramente personale) sono laureata in filosofia, quindi non ho potuto non apprezzare i riferimenti a Gorgia. Ottimo lavoro, davvero grazie per aver scritto questa storia!

Bonus: 0/1
Il prompt bonus non è stato utilizzato.

Totale: 38.6/41

Recensore Master
29/10/19, ore 11:18

Ciao! Partecipo al tuo stesso contest e oggi ho deciso di recensire le storie dei fandom che conosco e comincio dalla tua. Allora, Priscilla Corvonero è un personaggio che mi ha sempre intrigato: è la fondatrice della mia casata preferita e, per la proprietà transitiva, è diventata la mia fondatrice preferita. Quindi mi fa proprio piacere leggere di lei. Quando ho letto la tua storia all'inizio mi ha richiamato "Le Nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley, conosci? Perché il modo in cui hai impostato la storia richiama molto l'incipit del libro “Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute." La differenza è che tu approfondisci ogni singolo punto, approfittandone per raccontarci la storia di Priscilla: il suo bisogno di conoscenza, di solitudine, di condivisione. E il suo bisogno spasmodico d'amore, che culmina in una serie di relazioni, una delle quali le lascia un segno indelebile a cui non può rinunciare, della quale comunque riesce a liberarsi. Mi piace molto come hai descritto, in poche parole, tutti i ruoli che Priscilla ha assunto e che avrebbe potuto assumere nel corso della sua vita e la parte finale è molto chiara: lei sa a cosa ha rinunciato, lasciando il padre di sua figlia, ma se tornasse indietro rifarebbe la stessa scelta, perché il matrimonio per lei è un'oppressione e lei vuole essere libera. Sa che non avrebbe resistito e che avrebbe rischiato di fare la stessa scelta a distanza di anni e tra due mali, sceglie quello che considera il minore, ossia abituarsi fin da subito alle malelingue che comunque ci sarebbero state e permettere a sua figlia di vivere il più liberamente possibile. Bella bella, mi è davvero piaciuta molto e ammiro tantissimo la scelta e il coraggio della tua protagonista. A quell'epoca, forse in pochissime avrebbero corso un simile rischio. Magari, quando sarò meno incasinata, passerò a leggere qualcos'altro di tuo :), magari qualche altro capitolo di questa raccolta :)
Alla prossima :)

Recensore Master
15/09/19, ore 13:48

Ciao :-)
Cavoli, anche questa storia è molto bella! Lo stile è abbastanza elevato ed è anche molto profonda.
Anche qui si tratta di un personaggio secondario, anzi più che secondario, ma degno, come tutti gli altri, di essere approfondito. Ho apprezzato molto la delicatezza con cui hai presentato i sentimenti e i pensieri di Priscilla Corvonero e sono rimasta sorpresa dalla situazione in cui la fondatrice si è ritrovata perché non ci avevo mai pensato, eppure si parla sempre di Helena Corvonero... Inoltre la storia ha un fondamento storico reale vista la condizione delle donne nel medioevo.
Complimenti e in bocca a lupo per il contest! ;-)
A presto,
Carme93