Ho la lista delle “Storie da recensire” che è un papiro quasi senza fine ma di fronte a questa tua ultima storia ho sovvertito le mie abitudini di lasciare delle osservazioni spulciando tutti gli arretrati.
Questo perché mi sono trovata immersa in un’atmosfera così intensa che non ho potuto archiviare il tuo pezzo per riprenderlo in seguito.
Continuo ancora a sorridere vacuamente da sola se ripenso all’ultimo capitolo del tuo splendido “Your guardian…”, pertanto la curiosità di scoprire cos’altro avessi scritto, al di fuori della long in questione, mi ha catapultato qui.
E, come ho detto sopra, fin dalle prime frasi mi sono trovata nel calore e dell’abbraccio di una persona amata, nella magia dell’innamoramento e della scoperta di quanto possano essere incomparabili le emozioni che accompagnano l’espressione di un amore.
Soprattutto se si tratta di un sentimento contrastato da mille ostacoli, costituiti da paure, malintesi, slanci troppo a lungo repressi, frustrazioni.
E qui c’è tutto questo ed anche di più.
Già è molto interessante ed originale il collocare questo post S4 nell’epoca vittoriana, operazione che hai davvero portato a termine in modo eccellente, a cominciare dal registro stilistico che è coerente con lo stile e i modi che regolavano le relazioni sociali nell’ epoca in questione.
La lettera che John scrive è un meraviglioso crescendo d’intensità.
Infatti si passa da un approccio quasi timido e rispettoso delle convenzioni e dei modi comunicativi un po’ ingessati, per sfociare nell’impetuosità e nel travolgente calore di una dichiarazione così appassionante che lascia chi legge, almeno questo è il mio caso, nel dispiacere che sia finito il testo a disposizione. Sì, perché ciò che scrive Watson ha la forza di chi ha deciso che, finalmente, tutto quello che gli anni sembravano aver sopito e reso muto deve trovare la via d’uscita verso la luce, verso la persona amata.
“…La Vostra magia. Quella che mi ha stregato, trasfigurato e salvato…”: scusa, se trascrivo una tua intera frase, ma mi sembrava di ridurne la carica espressiva cercando di riassumerla con le mie parole. Le tue, infatti, sono preziose, loro stesse magiche. E qui hai usato il termine “magia” che ho trovato davvero rappresentativo della forza e del magnetismo della figura dello Sh BBC che hanno legato a sé moltissimi di noi, oltre, ovviamente, John Watson.
Nell’immergerti nell’atmosfera vittoriana, per raccontare la dichiarazione di John, che, più che un semplice discorso rivelatore, è un meraviglioso fiume in piena di sentimenti ormai incontenibili, hai saputo mantenere l’IC dei personaggi, anche di Sh che è indirettamente presente attraverso le parole del suo “conduttore di luce” (amo molto chiamarlo così). Così riviviamo la magia di quell’abbraccio, visto con i nostri occhi che luccicavano, in TLD tra i nostri due, stremati dalla vita e dal dolore ma, indubbiamente, legati per sempre.
E colgo con emozione il passaggio dal “Voi” al “tu” che John compie nel chiamare Sh con il suo vero nome di “Mio amore”.
Chiudo queste osservazioni con, negli occhi della mente e del cuore, quell’immagine intensa e bellissima dei capelli “scompigliati” di Sh che “riflettono la luce delle stelle”.
Grazie di esistere, complimenti. |