Recensioni per
Cambia o muori, ricordi?
di Nina Ninetta

Questa storia ha ottenuto 14 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/06/20, ore 12:42
Cap. 3:

Recensione premio per il contest "Butterfly Effect" di _Vintage_ {3/3}

Una storia meravigliosa, che si è conclusa in modo del tutto inaspettato e soddisfacente. 
Io non sono una grande amante delle storie che si risolvono sempre per il meglio, per cui immagina la mia gioia nel constatare che anche tu hai optato per un'idea diversa dalle altre. In quanto ad originalità è senza dubbio una delle migliori che io abbia recentemente letto.
Ho apprezzato moltissimo, in questo capitolo più che negli altri, la figura di Andrea, che in questo caso funge un po' da deus ex machina. Dopotutto, fa ridere pensare che fosse davvero così semplice come lui descriveva lo stile di vita di Annalucia: lo fa con spensieratezza e con una spontaneità che rendono subito evidente il suo punto di vista, sul quale la docente si sofferma, sorpresa dalla schiettezza con cui le parla.
Andrea è un personaggio davvero magnifico, un personaggio che forse è proprio il responsabile del repentino cambiamento della protagonsita. Annalucia, che fin dal primo capitolo s'è mostrata forte e sicura di sé, in questo capitolo sembra vacillare al suono delle parole cambia o muori. Sarà una mia percezione della cosa, ma mi piacciono i personaggi che si mettono in gioco fino all'ultimo, prendendo decisioni così su due piedi. L'imprevedibilità con cui la descrivi nell'epilogo l'ho trovata davvero eccezionale: lei, ch'è sempre stata un tipo istituzionale - e, perché no, forse persino banale - sceglie di seguire il consiglio del suo sorridente alunno e dedicare il tempo che le rimane per scegliere, almeno per una volta, se stessa. Una scelta che, diciamolo, non ha nulla a che fare con l'etica e la morale: è una scelta egoista, ma forse è la prima che fa davvero per se stessa. 
Ora, a prescindere dal tipo di posizione che uno possa prendere sulla tematica dell'aborto, credo che questa storia abbia comunque la sua grande funzione pedagogica. Sì, perché ci insegna che, a volte, prendere decisioni per noi è più difficile che non prenderle. Scegliamo spesso la strada dell'ignavia, preferendo non scegliere, solo perché non ci siamo abituati. Agli esseri umani non piace scegliere, per questo vi sono così tanti grattacapi. Annalucia decide di fare questo passo, mostrando ancora una caparbietà ed una sicurezza che, nel corso dei mesi, sembrava aver perso, perché schiacciata dal senso di colpa per qualcosa che non aveva fatto, come se fosse un dovere. Si può scegliere di non essere madri, ma a lei questa alternativa non era stata concessa, finendo come la brutta copia della vecchia se stessa.
Non riconoscendosi più in quella persona, Annalucia va via. Non mi piace pensare che stia scappando, la sua la vedo più come un'ossessionante voglia di evadere, perché troppo tempo è rimasta rinchiusa tra le sbarra di suo marito e di Samuele. 
Mi complimento con te, non solo per la storia, ma soprattutto per la tematica che hai trattato. Ritengo sempre che ci voglia coraggio per trattare di certi argomenti, specie su faccende così delicate. Tu, però, sei stata grandiosa, perché la narrazione è così delicata da rendere perfettamente ogni singola sfumatura del racconto. Onore al merito, davvero. Si vede che è una storia pensata, scritta, corretta, rivista. Si vede quanto impegno tu abbia impiegato per crearla, e sappi che hai fatto davvero un lavoro straordinario.
Questa storia mi è piaciuta perché la protagonista è una persona reale, non ha quei connotati idilliaci che io non sopporto. Annalucia è una personale banalmente normale, con la sua storia, le sue idee, i suoi sogni e i desideri repressi. Un personaggio comune, nel quale ci si può rispecchiare con facilità. Sono i protagonisti che adoro di più in una storia.
Sono felicissima che tu mi abbia consigliato questo racconto, perché mi ha davvero insegnato una verità scontata, eppure sulla quale non ci si sofferma mai tanto. 
Davvero complimenti Nina, hai fatto un lavoro superbo.

Recensore Veterano
01/03/20, ore 17:21
Cap. 3:

Valutazione del contest "I miei ultimi undici libri"
Quinta classificata:
"Cambia o muori, ricordi?" di Nina Ninetta

Grammatica e stile: 8,6/15
Capitolo 1 (prendo la divisione di EFP come riferimento, quindi prologo ed epilogo sono raggruppati)
"Il maresciallo Pontini della caserma dei carabinieri di Vercelli, le aveva telefonato" Il soggetto e il verbo sono separati da una virgola, -1
"Hai ragione piccolino" Ti sei dimenticata la virgola al vocativo, -0,5
Capitolo 2
«L’ho scelta io per il pesciolino di nonna». Se il dialogo finisce e non c'è un'altra frase dietro, il punto va inserito nelle virgolette, -0,5 Nel capitolo 3, avviene una cosa simile con "Hai un figlio. Non me lo avevi detto».
"facevamo tutti i giorni…» si chinò al suo fianco per lasciargli un bacio fugace," Se dopo un dialogo inizia un'altra frase, la prima lettera della prima parola va maiuscola. Hai applicato questa regola altre volte, quindi credo che sia solo una dimenticanza, -0.2
"il jeans sembrava" Jeans è sostantivo plurale, -1
"che suo marito non l’avesse aspettata sveglia" Sveglio, perché è maschile. Sono certa sia stato solo un errore di battitura, quindi -0.2
Capitolo 3
"L’ho amato, l’ho sposato e... niente, siamo marito e moglie» c’era una chiara punta di amarezza nella sua voce" Poiché la frase che inizia dopo il dialogo non è un verbo esplicativo, la considero una nuova frase. Pertanto, ci dovevano essere il punto e la maiuscola. -0,5
"Aveva 33 anni, i 34 erano alle porte" Quando ci sono dei numeri nel testo, e non indicano date, andrebbero scritti in lettere, a meno che non eccessivamente lunghi. Ma non ritengo trentatré e trentaquattro troppo lunghi. -1
Suggerimenti (non tolgono punti)
Trovo inusuale la scelta di inserire prologo&epilogo assieme ad altri capitoli. A mio parere, vanno pubblicati in un capitolo a parte. Immagino che sia stato fatto per le esigenze di qualche contest, e quindi non te la devi assolutamente prendere male, ma ho voluto specificare comunque!
"Ad Annalucia Nobile piacevano tanto i viaggi lunghi, di quelli che attraversi tutta la Penisola e [...]". Sinceramente, preferisco che se si scrive con un tempo si mantenga quello per tutta la durata della storia, anche quando si fanno considerazioni più generaliste e che si applicano anche al di fuori di quel contesto. Riconosco, però, che sia una preferenza personale. Stessa situazione per "La casa di Rosa e Alberto era ordinata, se si fa eccezione per gli asciugamani gettati nella vasca" e "Noi siamo anziani, ammesso che il giudice ce lo permettesse, non avremmo la salute necessaria per crescerlo." e in altri che non ti sto a riportare.
"tra l’altro suo collega" Visto che in questo momento vengono riprese le esperienze di Assunta, sembra che sia il collega suo piuttosto che di Annalucia. Più avanti la cosa si chiarisce, ma alla prima lettura risulta oscura.
"Assunta fece per alzarsi dal divano, sembrava invecchiata di dieci anni" Al posto della virgola avrei messo un due punti.
"da qualche mese a quella parte aveva speso diverse ore di lezioni ad approfondirlo" Avrei usato il singolare per "lezioni", dato che è il complemento di specificazione di un sostantivo già plurale.
"La speaker annunciò ai passeggeri diretti a Milano di prepararsi all’imbarco" Visto che siamo negli anni '90, non credo che il termine "speaker" fosse d'uso comune. Io avrei preferito "autoparlante"
Hai ben riecheggiato Napoli con questa storia, persino nel linguaggio: sia in certe parole, sia in alcune strutture si sente il calco napoletano, senza però che risulti invadente. La struttura in sé usa un linguaggio medio, fatto per lo più di parole comuni ma comunque chiaro, anche se ogni tanto un po' ripetitivo per la grande abbondanza di virgole. Questo, certe volte, può causare eccessiva frammentazione, facendo risultare certi punti confusionari. Ogni tanto, a ciò si aggiungevano ripetizioni lessicali, che non aiutavano il problema.
Ma, a parte questi problemi, ho trovato le tue scelte stilistiche appropriate al tono della storia in generale, in quanto mettevano in grande risalto i personaggi, specialmente i loro pensieri. Questo ha giocato molto a tuo favore, facendo immergere il lettore nella storia e nella vita dei personaggi, il che l'ho trovato molto appropriato per quello che hai voluto raccontare!
Trama: 10/10
Se posso essere sincera, questa storia mi ha colto di sorpresa. Sarà che sono più abituata alle storie in cui il conflitto si risolve all'interno della famiglia, o nell'interiorità personale, ma non avevo pensato che Annalucia sarebbe partita davvero. Eppure, tutto predispone a quel momento: il progressivo distanziarsi dal marito, Samuele, il suo nuovo allievo che entra prepotentemente nella sua vita... Certo, è stata una grossa coincidenza che loro due si siano incontrati, ma non è qualcosa di impossibile, e trovo che sia un elemento che non stoni. Questa storia, dopotutto, affronta elementi come morte e passioni giovanili, e anche se non è esattamente a tinte fosche non è certo una storia tranquilla. In queste situazioni, trovo che sia molto importante concentrarsi sull'interiorità del personaggio, per meglio capire il suo percorso, e tu l'hai fatto perfettamente
Caratterizzazione personaggi e loro coerenza: 9,5/10
Inizio parlando dei secondari: Franco, Assunta e il piccolo Samuele.
Ok, su Samuele non c'è molto da dire, è un bambino e ha bisogni da bambino, quindi passiamo agli altri due.
La dinamica di coppia dei due genitori di Giuseppe è una molto nota, e spesso usata per comicità (la donna che porta i pantaloni in casa, l'uomo sottomesso) e, anche se qua qualche risata me l'hanno data, quello che mi affascina è la loro backstory: Assunta infermiera, Franco cieco, come si sono incontrati. Da un grande tocco di verosimiglianza al tutto, e alcuni dei loro tratti (specialmente Franco) emergono chiaramente in Giuseppe. I genitori influenzano sempre i propri figli, e adoro che tu c'abbia prestato attenzione!
I secondari come loro servono davvero a rendere il mondo più vivo, considerando anche alcuni personaggi comparsi più avanti (Rita, il bidello zoppo), che si rifanno molto a tipi che vediamo spesso nelle storie ambientate a Napoli, e per questo c'è già più dimestichezza con l'ambiente. Parlando di un personaggio solo in apparenza secondario, Andrea De Rizzo, l'ho trovato ben realizzato: appare come il classico ragazzo destinato a una brutta fine, ma riesce a far leva sulle sue qualità e i suoi sogni per riuscire a cambiare in meglio, e con inoltre una maturità che non si aspetta e quindi sorprende. Non per questo tutti i suoi problemi sono risolti: farà ancora molti errori, ma ha preso la strada giusta.
Parlando di scelte e decisioni, apprezzo molto come sia stata tratteggiata Annalucia. Una donna consapevole dei propri sentimenti, ma che non si decide a mettere in pratica le sue idee fino alla fine, probabilmente ispirata anche dal clima attorno a lei. In cui non stava male prima, ma l'arrivo del bambino le ha fatto vedere le cose con una nuova prospettiva, e a darle il coraggio di andarsene. Da Napoli, dalla sua famiglia, ma soprattutto da Giuseppe.
E questo è l'unico personaggio che mi ha fatto grattare un po' la testa. Non perché non ne capisca il ruolo: è il passato di Lucia, è tutto ciò che fa fatica a dimenticare, ma non è il cattivo della storia, solo uno con idee opposte. Questo, lo capisco: quello che non capisco è perché sia rappresentato così negativamente. Certo, non fa azioni del tutto incriticabili, e ha senso che Annalucia esageri i suoi difetti dato che è arrabbiata con lui, ma certe volte mi pareva venisse ritratto troppo nel torto, mentre le sue azioni parlano diversamente (il fatto che lasci uscire Annalucia, ad esempio, anche coi suo sospetti). Il suo sviluppo mi è apparso non naturale, ma queste sono solo le mie sensazioni. Per tutto il resto, non posso che farti i complimenti!
Gradimento personale: 4,5/5
Ho apprezzato davvero molto questa storia. La tua è un originale che si focalizza più sui personaggi che sugli intrecci stessi, e sei riuscita ad approfondirne molto la psicologia, specie per Annalucia. L'abbiamo seguita passo a passo nella storia, da quando riceve Samuele a quando decide di andarsene, con quella sua passione, chiamiamola così, nel mezzo. È un argomento non facile da trattare a mio parere, ma tu ci sei riuscita perfettamente!
Solo una cosa non mi ha fatto dare il punteggio pieno: la tua è una storia in cui avvengono molte cose, e sono inseriti molti elementi, ma li ho sempre trovati ben bilanciati. Tranne che nell'ultimo capitolo: lì, a mio parere, il ritmo aumenta troppo, e soprattutto l'inserzione del sogno collegato al quadro mi pare sì suggestivo, ma fuori luogo. Forse è anche a causa del limite imposto che appare un po' affrettato, e da cui ho imparato per il prossimo contest, ma non hai di che scoraggiarti: il resto è perfetto!
Titolo&introduzione: 2,8/3
Il titolo non l'ho trovato molto collegato alla storia fino al terzo capitolo, in cui la frase viene finalmente detta e spiegata. L'ho trovato ben inserita nel contesto: racchiudeva molto bene la tematica principale della storia, il cambiamento, ed è questo ad avermi fatto assegnare un punteggio così alto. Trovo che i titoli che rivelano il loro significato solo alla fine siano un ottimo modo per presentare la storia, e qua è stato attuato in maniera eccellente!
Anche l'introduzione l'ho trovata ben fatta: un riassunto della situazione iniziale in cui si ritrova Annalucia, e che indica già il modo per uscire, lasciandolo però completamente avvolto dal mistero. Non ho collegato De Rizzo al cambiamento della descrizione fino alla fine del secondo capitolo, quindi direi che hai fatto un buon lavoro!i
Il punteggio, però, non è pieno per un unico motivo: hai inserito i due punti due volte nello stesso paragrafo, uno a precisare l'altro, il che è un errore. Siccome questo non è grammatica, non ho applicato lo stesso metodo di quello, e ho tolto solo 0.2, ma ci tenevo a farlo notare.
Bonus: 3,5/4
Genere: Il sentimentale è presente in tutta la storia, soprattutto nel racconto dei sentimenti di Annalucia
Citazione: Perfettamente inserita nel contesto, e pronunciata da uno a cui è adatta.
Ambientazione: La Napoli degli anni '90 si percepisce in tutta l'ambientazione. A volte rischia di essere un po' stereotipata, ma di certo non l'hai dimenticata.
Obbligo: Sono presenti scene ambientate a scuola (Annalucia che nel primo capitolo pensa ai ragazzi, le ripetizioni, il caffè con le colleghe eccetera) ma, a causa del lavoro della protagonista, la parte dei "banchi" (degli studenti) si sente molto poco. Tuttavia hai azzeccato l'atmosfera, e per questo ti sottraggo solo mezzo punto.
Totale: 39,4/47

Recensore Master
07/12/19, ore 18:54
Cap. 3:

Prima classificata (parimerito):

Cambia o muori, ricordi? \ Nina Ninetta

Grammatica e stile: 10\10

-'E tu sei troppo intelligente per finire ogni due e tre in riformatorio.' -> credo volessi dire 'ogni due per tre'.
Tralasciando questo, non ho trovato nessun errore grammaticale e\o di battitura, nonostante i capitoli fossero tre, quindi ottimo lavoro! Lo stile l'ho semplicemente adorato. Hai utilizzato una narrazione fluida e scorrevole, la lettura è letteralmente volata. Non ho riscontrato ripetizioni, o problemi con la punteggiatura. Ho amato i vari riferimenti in napoletano, hanno contribuito a caratterizzare ancora di più il tuo racconto. In generale, tutto il 'tono' del tuo stile l'ho trovato abbastanza cinico, sarcastico, peculiarità che ho davvero apprezzato, soprattutto perchè era in linea con la caratterizzazione del personaggio principale, infatti anche l'introspezione è stata curata e approfondita. Hai amalgamato molto bene le descrizioni, il flusso dei pensieri, e i dialoghi, creando sicuramente una storia appassionante e travolgente. Il tuo racconto, dal punto di vista stilistico, mi ha proprio conquistato, mi sembrava di star leggendo un romanzo, davvero! Mi è piaciuta anche la scelta dei vocaboli in sè, hai saputo equilibrare bene il semplice e l'efficace a qualcosa di invece più raro e particolare, hai bilanciato proprio perfettamente l'utile al dilettevole. Insomma, mi hai proprio tenuta incollata al tuo racconto dalla prima all'ultima parola, e lo dico sinceramente, non c'è stato un solo periodo che ho reputato 'noioso' o 'di troppo'.

Utilizzo simbolo e frase: 5\5

Iniziamo dal tatuaggio, il cui significato è questo: 'la ragnatela solitamente rappresenta una sensazione claustrofobica, negativa. Colui che la sceglie si sente spesso intrappolato, senza riuscire a liberarsi. Può essere un riferimento a una forma di dipendenza, come da droghe pesanti, o alla situazione familiare che lo circonda, o al sistema politico dello stato in cui vive'. Tatuaggio perfettamente inerente al racconto, nel tuo caso la protagonista si sente costretta ad accettare nella sua vita un bambino che non vuole, giudicata dalle persone che la circondano e sente ovviamente anche la forte pressione dell'etica morale 'generale'. Chi abbandonerebbe, infatti, un bambino rimasto orfano? Chi tratterebbe male il proprio marito che ha appena perso una sorella? Insomma, viene trascinata in un vortice di morte e di responsabilità, a causa del fato che ha voluto così, e lei non può semplicemente tirarsi indietro 'fregandosene' di tutto, da qui perciò parte il suo dibattito interiore trattato davvero bene. Insomma, la sensazione di gabbia, di trappola, di prigione, traspare perfettamente. La frase l'hai utilizzata molto bene, a inizio del secondo capitolo e non potevi trovare contesto più adeguato, riassume perfettamente l'intera situazione.

Caratterizzazione personaggi: 5\5

Iniziamo dalla protagonista: la sua caratterizzazione mi è piaciuta tantissimo, a prescindere dalle sue scelte, che alcuni potrebbero reputare sbagliate, altri invece giuste. Sicuramente è un personaggio denso, dotato di un pensiero forte e chiaro, la sua personalità spicca e non è affatto scontata o banale, anzi! L'ho trovata davvero, davvero interessante, e mi ci sono rispecchiata molto. Sono ancora 'piccola' per far sì che il mio pensiero sia definitivo, ma per quanto riguarda la questione della maternità, dell'aborto, eccetera, la penso esattamente come Annalucia, e ritrovare i miei pensieri in bianco e nero scritti dal punto di vista del tuo personaggio mi è piaciuto moltissimo, sembrava davvero come se mi avessi letto nel pensiero. Poi certo, magari nella sua stessa identica situazione mi sarei comportata diversamente, ma ho adorato davvero tutto di lei, anche appunto alcune sue scelte che invece potrebbero apparire discutibili! Io sinceramente ho davvero apprezzato il personaggio in quanto tale, a prescindere dalla parte etica (su cui si potrebbe aprire un bellissimo discorso, ma questa è sempre una valutazione e non vorrei finire off-topic). Poi, stupenda la descrizione del colore dei suoi occhi, soprattutto questa frase qui: 'Poche persone erano state in grado di notare quella sfumatura nelle iridi, e suo marito era stato uno di questi...'. Io ho lo stesso colore degli occhi del personaggio da te descritto, e anche io associo sempre le persone che lo 'notano' a persone importanti nella mia vita, o comunque persone più 'attente'... Non so, detto così sembra stupido, ma ho adorato quel periodo! Mi è piaciuta la sua professione, insegnante di arte, e anche le sue riflessioni su Friedrich, un artista che apprezzo tanto! Poi, Andrea l'ho reputato fantastico, sicuramente ha aggiunto molto pepe alla storia, e non mi riferisco solo alla presunta storia d'amore con la protagonista, ma in generale la sua 'semplicita' (genuina) e la sua vivacità hanno consentito proprio alla protagonista di cambiare, stupenda la riflessione che hai costruito poi sopra al 'cambia o muori, ricordi?'. Una parte meravigliosa, il suo personaggio l'ho davvero amato, indubbiamente il mio preferito, gli hai proprio attribuito carattere. Poi, l'ultima frase la dedico al marito di Luce, pover'uomo, io auguro a lui tutto il bene del mondo! Alla fine è quello che ha sofferto di più, ha perso la sorella, ha scelto di badare a suo figlio, e secondo me è stato il personaggio che ha agito 'meglio', eticamente parlando. Anche il suo comportamento con Luce, iniziale, quando si distacca e la 'tratta male'... Io lo giustifico del tutto, dopo un trauma del genere è stato fin troppo bravo a contenersi, e del resto aveva ragione lui, Samuele è il figlio di sua sorella, mica poteva lasciarlo a qualcun altro! Insomma, lui sicuramente mi ha commosso, perchè è rimasto fedele ai suoi principi dall'inizio alla fine, e secondo me ha agito nel modo corretto, e i suoi modi iniziali 'bruschi' credo fossero totalmente giustificabili. Straparlo, ma in sintesi volevo dirti che ho adorato anche la sua parte. Hai contrapposto tre personaggi 'principali' davvero ben diversi tra di loro, ma ognuno con un carattere molto forte e molto denso, sicuramente la caratterizzazione generale di tutti (compresi quelli secondari, come i suoceri, o Rita) è stata davvero ben curata.

Gradimento personale: 5\5

L'ho adorata, spero si fosse capito! Innanzitutto, ho veramente amato il modo in cui hai parlato di Napoli. Ci vivo da due anni, studio lì, tuttavia mio padre è del Sud e abita in una città a un'ora di distanza dal capoluogo, perciò diciamo che la sento particolarmente vicina a me (insomma, non mi reputo esclusivamente una 'studentessa fuori sede'). E davvero, hai riportato alla perfezione tutti i suoi contrasti, mi sembrava di passeggiarci in mezzo, ne ho sentito i rumori e gli odori, ho visto la bellezza e la bruttezza amalgamati insieme. Davvero, hai reso proprio alla perfezione la città, hai persino nominato Pino Daniele e i friarelli, mamma mia che fame, te lo giuro che quel panino lo sentivo in bocca! La scelta di inserire il dialetto è stata fantastica, così come il paesaggio finale che ci 'mostri' con Andrea e Annalucia, nella parte in cui si festeggia per la vittoria dello scudetto. Davvero, l'ambiente l'hai veramente caratterizzato benissimo e mi hai proprio colpito. Poi, la trama mi è piaciuta tantissimo, particolare e indubbiamente originale, in più ho adorato il riferimento all'arte che non guasta mai, mi è piaciuto il tuo modo di sviluppare i personaggi e gli avvenimenti generali, mi è piaciuto lo stile e pure la caratterizzazione. Davvero un testo che mi ha fatto riflettere, sia per la tematica trattata (che mi ha portato a immedesimarmi nella protagonista, a chiedermi 'io al suo posto cosa avrei fatto?'), sia per altri spunti che crei tu tramite i personaggi. Ho trovato tutto veramente denso di significato, l'introspezione, i dialoghi, e sicuramente è un testo che mi ha lasciato molto! Davvero una storia meravigliosa.

Totale: 25/25

Recensore Master
06/10/19, ore 23:49
Cap. 3:

Ciao Nina, ho visto questa storia nel bando del contest dei Tattoo e così sono passata a dare un'occhiata. Ci tenevo a leggere una tua nuova storia soprattutto dopo la spiacevole situazione che abbiamo avuto per via del contest delle fiabe. Ho letto questi tre capitoli con una rapidità imprevista, perché lo stile è scorrevole e rende la lettura veloce. La trama è interessante e questa volta devo dire di aver trovato una corrispondenza con entrambi i Contest a cui partecipo (quello dei tatuaggi e quello dell'euroboro). Mi è piaciuto il modo in cui hai caratterizzato i personaggi, soprattutto Annalucia e Andrea, e ancora di più ho apprezzato i tanti riferimenti al contesto storico-geografico che denotano un accurato lavoro da parte tua. Una bella storia che mi ha fatto piacere leggere. Ti auguro buona fortuna per i contest:)

Recensore Master
02/10/19, ore 23:13
Cap. 3:

Ciao Nina, ma davvero bellissima questa storia! Sei brava come pochi altri delineare questi ritratti di donna, a descriverne la crescita e la maturazione interiore... davvero complimenti! Molto coinvolgente anche il clima di festa di Napoli campione d'Italia. Sembra quasi di essere lì ad ammirare quella fiumana di gente, e poi i paesaggi mozzafiato del Golfo, la natura e l'arte... Tutta Napoli è in questa storia, con i suoi colori e odori. Perfetta la citazione dall'opera di Isabel Allende, la morte intesa come possibilità di cambiamento. Vivo e vivace il personaggio di Andrea, così creativo e immediato nei suoi sentimenti, così pieno di coraggio e fiducia verso la vita. Alla fine, anche Annalucia si lancia verso una nuova vita, più simile a lei e più sincera. Si lascia tutto alle spalle, una sorta di piccola morte per la rinascita. E forse anche quel suo assopirsi in aeroporto, prima dell'imbarco, può essere letto in questi termini : il sonno è in fondo una piccola morte, in questo caso quella che precede la rinascita.
Bellissima storia, complimenti. Noto anche una maturazione sia nello stile sia nella modalità di approfondire l'introspezione dei personaggi, sia qui che nella storia di Maura, altro piccolo gioiello. A presto!

Recensore Master
28/09/19, ore 07:12
Cap. 3:

Buongiorno.
Tra la protagonista e il baffo non poteva finire altrimenti, purtroppo...
Tu mi hai fatto venire paura di maritarmi, però xD xD
No, scherzo, anche perché non corro e non correrò mai tale rischio.
Il racconto è stato bellissimo da leggere, a mio avviso molto di qualità. Ho apprezzato sinceramente.
Te ne chiederei un altro, ambientato in questi anni.
E che ansia doveva essere quella cosa del militare, per fortuna quando io ho raggiunto l'età adeguata il servizio era stato tolto già da un bel po'.