Ciao,
finalmente sono riuscita a ritagliarmi un po' di tempo per leggere qualcosa di tuo.
Diciamo pure che era uno dei vari nodi al fazzoletto efp che mi ero fatta, nella speranza di riuscire a sbrogliarli in tempi decenti. Mi è capitato di leggere alcune tue recensioni trovandole sempre estremamente interessanti e da lì mi ero proprio ripromessa che, prima o poi, sarei dovuta passare a leggere i tuoi racconti.
In questi giorni ce l'ho fatta! ✌️
Questo primo capitolo mi è piaciuto molto, probabilmente più per l'impronta molto personale che gli hai dato, piuttosto che il genere fantasmi strettamente in sé. E se un autore riesce a rifilarmi un genere dal quale normalmente starei alla larga, beh, mi sembra ovvio che meriti davvero molto.
Dal punto di vista 'tecnico' non avevo dubbi - così, sensazione personale, a prescindere - e difatti ho trovato il capitolo estremamente curato, ricercato e dettagliato.
Mi interessava ovviamente capire che sensazioni avrei provato e qui sono rimasta piacevolmente colpita perché ho trovato una storia molto legata alla sua tradizione. Chissà, forse dovrei dire 'nostalgica', ma al tempo stesso con la soddisfazione di dire 'sì, so di cosa sta parlando'.
E non mi riferisco alla caccia ai fantasmi in sé, ma a come ci hai proposto l'avventura spericolata di questi tre amici (a quei tempi questa indole era tutt'altro che sporadica), ma anche al vissuto del resto della comunità locale.
E paradossalmente in netto contrasto con lo svolgersi delle vicende in senso stretto, il tutto è scritto con tono che io ho trovato molto amichevole, familiare, ironico, e frizzante.
In pratica a discapito dei fatti raccontati, io ho sorriso davvero molto, a volte per puro divertimento, altre per nostalgia.
E leggere con questo spirito per me è fondamentale. Se avessi trovato un racconto lugubre, gusti personali ovviamente, ammetto che probabilmente il nodo al fazzoletto non si sarebbe slegato appieno.
Mi ha colpito molto però, anzi ci sono rimasta notevolmente di sasso (per non dire altro), la piega finale che ha preso il capitolo. Io che mi stavo godendo questa piccola divertente avventura tra cinni, ad un certo punto mi tocca associare l'incidente dell'autista alle urla dei tre amichetti, e poi le successive voci che sente il venditore all'interno della fatiscente dimora, a quanto pare unico sopravvissuto.
Bella palata. Penso che il camioncino di orologi a cucù abbia centrato non solo i ragazzini ma anche i lettori stessi...
Ma persino in questa situazione hai saputo mantenere comunque il tono del capitolo con dialoghi a cui non sono riuscita a non sorridere.
Intendo soprattutto la familiarità, le frecciatine, il rapporto ironico che lega questi tre amici. Chissà che in qualche modo non possa proseguire anche oltre il destino avverso che li ha travolti, a prescindere che le voci siano 'reali' per effettiva presenza dei due o frutto della sua immaginazione. Magari con l'aiuto dei due spiritelli, riuscirà finalmente a vendere questo sgangherato rudere.
Per le due donne potenziali clienti, al momento mi associo al commento dei due fantasmini o presunti tali (“E quelle là, invece? Simpatiche cόmm un gât tachè ai marόn.”) 😅
La sigla riguarda un cartone non esattamente tra i miei preferiti, direi piuttosto tra i rimossi, ma poco importa, mi premeva leggere qualcosa di tuo e ho fatto bene.
In bocca al lupo a te e agli altri tuoi colleghi che conosco. Ora ti saluto.
Ciao 🙂
PS: Il Punghen come nomignolo mi ha fatto morire dal ridere... al personaggio in modo letterale anche. |