Recensioni per
La foresta degli orrori
di Star_Rover

Questa storia ha ottenuto 21 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/07/21, ore 10:19

Ciao Star_Rover,
eccomi all'epilogo della tua storia.
Brevemente ricreata l'alleanza tra i tre per riuscire ad abbandonare la foresta di Trones, le strade dei tre personaggi si dipartono dopo un troppo breve momento di rilassamento. I tre riescono, in varie condizioni, a ricongiungersi ai rispettivi eserciti.
Edwin è il primo a essere gravemente ferito e mutilato tanto che perfino l'insistente tenente inglese che avrebbe voluto interrogarlo si ritira impietosito.
Jurgen paga la sua dedizione al dovere con una grave ferita, rapidamente seguita dall'esplosione di una granata di artiglieria.
Charles va incontro al suo destino in un momento in cui dolore e terrore si fondono assieme trasformandosi in un momento di esaltazione.
Il finale resta comunque aperto, la morte dei tre protagonisti non viene esplicitamente descritta, ma le aspettative che crea sono comunque che il destino cui andranno incontro non sarà molto diverso da quello delle decine e decine di commilitoni e di avversari dei quali hanno visto le spoglie.
Il lavoro è molto pregevole per il suo crudo realismo e per la ricerca storica che lo sostiene.
MaxT :)

Recensore Master
16/07/21, ore 12:23
Cap. 3:

Ciao, Star_Rover,
il cammino dei soldati attraverso la foresta rivela sempre nuovi orrori, odori sospetti e insidiose trappole preparate per aggiungere qualche nemico in più al lungo elenco dei morti.
Dopo la foresta, le trincee e la galleria, lo scenario si sposta in un paese devastato e popolato solo di cadaveri, nel quale Jurgen riconosce il suo superiore. Difficile pensare che, se non fosse stato catturato, ora giacerebbe morto vicino a lui.
Nella notte la fragile tregua si spezza, e il tentativo di fuga fallito fa ripiombare Jurgen nello stato di prigioniero.
Se la lettura di questo racconto richiede un po' di coraggio, documentarsi e scriverlo deve averne chiesto ancora di più.
A presto
Max :)

Recensore Master
15/07/21, ore 11:51
Cap. 2:

Ciao Star_Rover,
ho continuato il tuo drammatico excursus tra gli orrori della Grande Guerra.
Tre soldati sbandati di nazioni diverse precariamente assieme, stretti tra la paura e la diffidenza, per trovare una via di uscita da una foresta costellata dai segni della morte e della violenza.
Resta in sospeso come i tre si comporteranno quando un'evoluzione della situazione smuoverà quel fragile equilibrio: di che parte saranno i prossimi soldati vivi che incontreranno?
Mi par di riconoscere in 'la divisa di un altro colore' un riferimento alla famosa canzone 'La guerra di Piero' di De Andrè.
A presto
MaxT :)

Recensore Veterano
29/12/19, ore 20:21

Ciao, piacere di conoscerti :)
e complimenti  davvero per questa storia. Sono solo quattro capitoli, ma sono quattro capitoli densi e potenti, che mi hanno trasmesso un mix di immagini e sensazioni in quell'inferno attraversato dai nostri soldati. Di recente non ho più cercato letture nella sezione "storico", ma sono lieta di averlo fatto questa sera, mi mancava leggere una storia del genere e ho apprezzato in particolare la minuzia su alcuni dettagli, senza che questo inficiasse in alcun modo la lettura, anzi.
In effetti la frase che mi ha colpita maggiormente è l'ultima, certo ovviamente la cosa è voluta, e ho sorriso alla sensazione di ansia e leggera malinconia che mi hanno accompagnata leggendola: Continuò ad avanzare insieme ai suoi compagni, corse incontro al nemico scomparendo nella terra di nessuno tra le fiamme e il fumo delle esplosioni.

Complimenti!

LL

Recensore Master
24/12/19, ore 18:40

Carissima, eccomi qui con un po' di ritardo, a concludere la lettura di questa storia. Siamo alla vigilia di Natale, e non si può non ricordare come, durante la Grande Guerra, furono molti gli episodi di fraternizzazione tra combattenti delle opposte trincee (tra Austriaci e Italiani, in particolare).
Momenti di tregua e di calore, che inducono a riflettere sul fatto che in entrambi gli schieramenti, in fondo, c'erano uomini dalle vite semplici e molto simili. La tua storia colpisce perché mostra come, nonostante questi brevi momenti di vicinanza, la guerra riprenda il suo corso non tanto costringendo gli uomini a combattersi, bensì e ancor prima infondendo nello spirito dei combattenti la propria follia. Jurgen e Charles s'incontrano, tra loro si instaura un rapporto basato, come vediamo in questo capitolo, anche sulla reciproca stima, al punto che il tedesco onora il coraggio dell'inglese donandogli la propria decorazione. Charles, dal canto suo, ha sempre provato nei confronti di Jurgen una compassione mista al desiderio di protezione. Ciò non impedisce che entrambi, una volta ritornati ai propri schieramenti, tornino ad essere risucchiati dalle ragioni e forse anche dal fascino della guerra. Significativo è, a questo riguardo, il punto in cui si dice che Charles "aveva perso il controllo di sé, la guerra aveva preso il sopravvento sostituendo la paura con un’irrefrenabile e primordiale sete di sangue."
Questo è esattamente ciò che la guerra fa a chi la combatte, e l'altra immagine speculare è quella di Erwin, ferito, mutilato, sfigurato, che lotta per sopravvivere. La sua lettera alla moglie è assolutamente straziante e la sua conclusione, "ti ho amata dal primo istante in cui ti ho vista e ti amerò per sempre", è qualcosa che in questo contesto spreme le lacrime dagli occhi. Fatto sta che il giovane tenente della Scottish Division che viene a visitarlo, al di là delle parole di circostanze, sente scendere su di sé un'infinita malinconia. Ed è proprio in quel suo allontanarsi "indifferente a tutto", scomparendo alla vista del lettore tra i rumori della battaglia, che è condensato l'altro lato della guerra, quello che assale quando l'adrenalina scende. Il senso di malinconia, l'aggirarsi in mezzo ai fantasmi.
Complimenti infiniti per questa preziosa storia, che si attiene al realismo senza "inventare" niente: né sconti, né momenti falsamente soft per risollevare il lettore. In guerra si resta "umani", e qui l'umanità dei personaggi, intesa come fragilità e limite ma anche slancio, appare in pienezza. Grazie per la dedica, veramente. Ma non ho detto nulla che questa storia non meritasse pienamente.
A presto e buon Natale, di cuore.

Recensore Master
12/12/19, ore 12:21
Cap. 3:

Eccomi, in ritardo ma... ma... con una grande commozione una volta giunto alla fine di questo capitolo. Lo spettacolo della guerra, quella vera, senza tanti idealismi e - come hai scritto tu, senza onore - si spalanca davanti ai nostri occhi, simile a un mostro di ferro e fuoco che fagocita, distrugge, sovverte tutto quello che gli capita a tiro, senza alcuna distinzione. Il capitolo è tutto un susseguirsi di visioni infere, da incubo, che mostrano tutti i modo in cui un essere umano può essere fatto a brandelli. Uccisi come topi in trappola da una bomba caduta su una ridotta, sepolti nelle trincee, travolti da frane, tagliati in due dalle schegge di una granata, questi spettri che una volta erano uomini si svelano e si mostrano senza lasciare nulla all'immaginazione. E in parallelo si susseguono, nell'anima dei nostri protagonisti, sentimenti contrastanti che parlano di pietà, paura, disorientamento, ma anche fratellanza perché ognuno ritrova, nell'altro che gli sta a fianco o che giace morto ai suoi piedi, una parte di se stesso. Il tedesco Jurgen e l'inglese Charles incontrano, come discendendo un girone infernale, i propri morti e quelli del nemico, gli uni falciati dalla mano feroce dell'altro, e tra questi morti non c'è distinzione di nazionalità, di lingua, di ideali. Le divise sono così infangate che quasi non si distinguono, i fantasmi sussurrano, da una parte e dall'altra di uno schieramento ormai inesistente, con voci di analoga intensità il medesimo monito.
Anche tra i vivi sembra, almeno per un attimo, che non ci sia differenza: due giovani ruzzolano in un fosso come fosse per gioco, si lasciano andare al riso dei loro anni un attimo prima di tornare incolori, guardinghi, spaesati, persi in quella terra di nessuno così simile al loro cuore, divenuto quella pietra "così fredda, così dura, così prosciugata, così refrattaria, così "totalmente disanimata" in cui il pianto c'è ma non si vede, non è che una goccia che scivola su una superficie amorfa.
Ci sono momenti di commovente dignità e intensità, come quello in cui Erwin, il soldato più esperto e dotato di maggior sangue freddo, consegna al giovane Charles le sue ultime volontà. C'è la diffidenza che torna a farsi sentire, il forte richiamo a ritrovare i propri commilitoni, Jurgen che scivola nella foresta di notte ma suo malgrado non riesce ad andare troppo lontano. E senza tanti discorsi patriottici e propagandistici ecco che torna improvvisa la divisione, i due schieramenti si ricompongono. I tre alleati diventano di nuovo due inglesi e un prigioniero. Edwin, il più disincantato, ha sempre dubitato della buona fede di Jurgen in quanto tedesco. Jurgen, dal canto suo, ha razionalizzato la sua situazione, ha cercato di analizzarla dal suo punto di vista, ha tentato la fuga. Il sentimento che li aveva accomunati sin qui lascia spazio di nuovo ai ruoli imposti dalla guerra, che vorrebbe tenere questi uomini lontani l'uno dall'altro anni luce in nome di ideali che sono solo parole, nutriti dal sospetto e dal bisogno di proteggersi, di farcela, di sopravvivere. Questo spirito di divisione si mostra magnificamente attraverso le diverse reazioni dei tre al tentativo di fuga: per Erwin cessa ogni possibilità di comunicazione che non sia filtrata da un linguaggio neutro (l'uso del francese), come a tagliare fuori dal gruppo quel terzo elemento che ha dimostrato di non meritare fiducia (e il sospetto, Erwin ce l'aveva da un pezzo). Charles si trova nuovamente diviso tra la propria innocenza e una realtà dei fatti che sembra senza scampo. il tedesco neppure era convinto di farcela, non nutriva intenzioni ostili, voleva solamente ricongiungersi ai suoi. Dal punto di vista dei rapporti, superata l'emozione angosciosa provata alla vista dei morti, il terzetto sembra aver fatto marcia indietro. Vedremo come proseguirà la loro storia. Non ci lasci indizi di sorta che possano far intuire uno sviluppo prevedibile, sicché il lettore resta, come i tre protagonisti, sospeso in una terra di nessuno senza riferimenti, senza sbocchi apparenti, senz'altra presenza umana che quella, quasi irriconoscibile, dei morti.

Recensore Master
10/12/19, ore 15:39

Eccomi finalmente alla fine.
È difficile trovare le parole per commentare questo racconto, perché... tutto quello che c'era da dire è già contenuto tra le sue righe.
Peraltro ho apprezzato tantissimo, in quest'ultimo capitolo, la totale assenza di qualsivoglia retorica: i soldati combattono per fare il loro dovere, si trovano catapultati in un contesto di guerra totale - spietata, efferata - ma ciò non impedisce loro di vedere il lato umano del nemico. Sono due fronti opposti che si incontrano e si scontrano in una perenne lotta alla sopravvivenza, come guidati da un istinto primordiale.
E ti dirò, ci ho visto molto di Jünger in queste pagine: la guerra acquisisce potenza lirica, riconfermandosi come un'esperienza di vita che, per quanto brutale, fa emergere il vero lato degli uomini.
La sorte di Edwin è stata straziante, ma spero per lui che riesca comunque a sopravvivere al conflitto e a tornare dalla sua famiglia.
Jürgen e Charles si ritrovano di nuovo su due schieramenti contrapposti, ma nessuno dei due ha dimenticato il precario legame che si era instaurato tra loro: ho apprezzato molto il parallelo tra le loro due figure e le loro riflessioni speculari, che qui appaiono più che mai legate a filo rosso.
Complimenti per questa bellissima storia, già schizzata a pieno diritto tra le preferite!^^
Alla prossima! :)

Recensore Master
10/12/19, ore 15:06
Cap. 3:

Ciao carissima^^
L'alleanza tra i nostri tre commilitoni è sempre più precaria: non me la sento di biasimare Jürgen per il suo tentativo di fuga, ma la diffidenza di Edwin è comprensibile e ben giustificata. Ciascuno di loro ha le sue ragioni, non c'è giusto o sbagliato, né buoni e cattivi; solo due schieramenti in lotta. Questo è ciò che mi piace di questa storia, oltre alla mirabile ricostruzione dello scenario, dalla conformazione delle trincee alle strategie belliche.
Complimenti anche per questo splendido capitolo, vado subito a leggere il prossimo!

Recensore Master
07/12/19, ore 17:32
Cap. 2:

Ciao carissima^^
Dulce et decorum est, la "old lie" che mandò centinaia di migliaia di soldati infiammati dalla propaganda a morire nelle trincee... ci ho rivisto molto di quella poesia in questo capitolo, non so se è un riferimento voluto ma le atmosfere sono le stesse.
Mi sono piaciute un sacco le interazioni tra i tre, la loro precaria alleanza e le loro differenze caratteriali. Edwin sembra già temprato dalla guerra, si sforza di essere insensibile (ma senza riuscirci del tutto), mentre ho trovato molto "dolce" l'ingenuità con cui Charles si prende cura di Jürgen. Ed ecco che su quest'ultimo si scopre qualcosa in più: non un nemico, ma solo un ragazzo smarrito e spaventato in questa foresta che genera visioni dantesche, costretto a consegnarsi nelle mani dei suoi avversari per aver salva la vita.
Credo di essermi già affezionata a loro, sai?
Un capitolo molto bello e pregno di significato, che descrive la guerra in tutta la sua brutalità e potenza lirica: sei sempre bravissima a scavare nell'umanità di questi soldati, senza mai perdere di vista la drammaticità dello scenario in cui si muovono.
Alla prossima, non vedo l'ora di andare avanti :)

Recensore Junior
04/12/19, ore 22:07

Buonasera.
Un epilogo molto triste in un certo senso, in cui gli spunti di riflessione ancora una volta non mancano.
Ti posso dire che l’azione di Charles nella foresta in fiamme con Edwin disperso chissà dove è molto realistica: probabilmente anche io mi sarei comportata così in una situazione del genere. Si parla sempre di istinto di sopravvivenza e mi è piaciuto il fatto che questa storia rimanga sospesa tra amicizia e senso di ”fratellanza” e la realtà, fatta anche di esigenze personali.
Inquietante e suggestiva allo stesso tempo l’immagine di Charles alla fine, in preda ad una crisi isterica: mi ha ricordato molto Full metal jacket.
Questa storia l’ho apprezzata molto perché è vera, senza filtri di alcun tipo, fatta di amicizia e sopravvivenza e, insomma, una piccola perla. Grazie per averla condivisa!
AF

Recensore Master
04/12/19, ore 20:27

Ciao carissima^^
Finalmente inizio a leggere questa storia, che tenevo d'occhio già da un bel po' di tempo (ok, forse così suona un po' male xD).
Ci presenti tre bei personaggi, molto diversi tra loro, ma in fondo accomunati dallo stesso istinto di sopravvivenza. Charles è la recluta infiammata dai discorsi patriottici, Edwin è lì solo per fare il suo dovere, e Jürgen... di lui non sappiamo ancora niente, se non che è stato fatto prigioniero dagli inglesi e che ha tentato una mossa disperata di sfuggire ai suoi nemici. Un finale aspettato (o meglio, tre finali), che lascia col fiato sospeso: cosa succederà a questi tre giovani? Come si incontreranno?
Peraltro devo farti i complimenti anche per come hai ricreato lo scenario della battaglia: descrivi la guerra così com'era, senza sconti né abbellimenti retorici. La paura, il dolore, la fame sono qualcosa di vivo e tangibile, che il lettore riesce a sentire insieme ai personaggi.
Bello, molto bello. Non vedo l'ora di proseguire!
Alla prossima :)

Nuovo recensore
04/12/19, ore 17:27

Ciao! :)
Siamo alla fine di questa storia, e quindi vorrei lasciarti qualche parolina per dirti quanto abbia apprezzato il tuo lavoro (cercherò di essere sintetica xD).
Dunque, questa storia è scandita da ciò che ci governa in quanto animali sociali, ovvero il senso di appartenenza. E la guerra ovviamente è sempre stato il mezzo attraverso il quale si esplica contemporaneamente l'estraneità e l'appartenenza ad un gruppo sociale.
I nostri tre soldati infatti non dimenticano mai i loro rispettivi fronti, sono ben consapevoli della reciproca diversità, e ognuno desidera solo ritornare dai "propri" compagni. Eppure, paradossalmente è proprio l'incontro e la necessaria vicinanza con "l'altro", la condivisione degli stessi tormenti, degli stessi rimorsi, delle stesse paure a infondere sia in Charles sia in Jürgen un nuovo significato alla loro guerra. Ciò a cui giungono entrambi infatti è un reciproco riconoscimento della dignità umana, propria e altrui, che nonostante tutto non è perduta e verrà sempre rispettata, anche quando ci si trova in schieramenti opposti e ci si prepara ad uccidere il nemico.
Concludo, parlando del mio preferito, Edwin. Lui infatti mi è rimasto nel cuore, il suo essere con i piedi per terra, la sua maturità, il suo distacco che non è mai sfociato in crudele freddezza… e infatti ho apprezzato moltissimo che alla fine ci hai voluto mostrare ciò che lui tentava di allontanare durante i momenti più atroci e violenti, ovvero la sua infinita dolcezza che si intravedeva già nel modo in cui guardava all'ingenuo Charles, e poi esplode nella sua forse ultima lettera per la moglie.
Bene, è stata una magnifica storia. Grazie per averla condivisa e brava come sempre nell'aver trattato il tema della guerra in modo vero, obiettivo e soprattutto umano ^^
Un abbraccio,
LaraBennet

Recensore Master
04/12/19, ore 07:16

Buongiorno.
E' stato un finale molto commovente...
Quando pensiamo a guerre, riconoscimenti al valore militare, ecc, ormai non ricordiamo più quanti orrori essa comporta... la guerra segna chi l'ha vissuta.
E Noi dobbiamo sperare solo di non viverla mai.
Complimenti per non aver creato il classico eroe che prosegue nonostante tutto. I tuoi personaggi erano di carne e ossa, pieni di sentimenti e dilaniati sul campo di battaglia. Hai scritto di uomini, non di carri armati.

Recensore Master
23/11/19, ore 20:14
Cap. 3:

Buona sera.
Quando leggo il tuo racconto, provo rabbia... per quello che è accaduto... per quello che accadrà ancora... per quello che accade...
E' una spirale senza fine, l'essere umano.
Però apprezzo che tu cerchi di descrivere tutto così come era senza filtrare nulla. La realtà era terribile e immagina il trauma di vedere cose così quotidianamente.
Il tuo racconto mi fa arrabbiare, emozionare, tutto quanto... quindi trasmette molto... mi trasmette tanto.

Recensore Junior
23/11/19, ore 18:09
Cap. 3:

Buonasera.
Un capitolo molto forte e sentito questo: quella guerra così voluta, ironicamente, si presenta ai tre nella sua faccia più degradante e inetta, tra corpi smembrati e occhi rivolti al cielo, forse unica salvezza.
“Mostri di ferro erano ritenuti responsabili di morte e distruzione. Bombe anonime colpivano casualmente uomini abbandonati al loro destino, lasciando vittime agonizzanti distese al suolo.”. È la frase che forse mi ha compito di più in questo capitolo. Penso sempre che la guerra non è di vinti e vincitori ma di morti e la cosa più surreale è pensare che noi stesso creiamo strumenti di morte. Mi viene in mente sempre La guerra di Piero di De André leggendo questa storia: per quanto ci siano diversi colori sul campo di battaglia, sotto ci sono sempre ossa.
Questa storia è una grande lezione, si sente il bisogno di ricordare gli orrori di quando tutto manca, persino il buonsenso. Spero che aggiornerai presto, le vicende che riguardano i tre soldati continuano ad intrigarmi un sacco perché, anche se tra varie diffidenze, in loro si scorge il lato più umano della guerra: non fatta da macchine di morte, ma da gente comune.
Aspetto un aggiornamento e ti saluto!
AF

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