Recensioni per
Il senso della vita
di GladiaDelmarre

Questa storia ha ottenuto 187 recensioni.
Positive : 187
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
16/04/24, ore 19:30

Ciao Gladia,

mi fa piacere leggere nelle tue storie di un Aziraphale diverso, un po' meno giudicante e un po' più spontaneo di come lo troviamo nella serie. Un angelo che non ha tutte le sue sovrastrutture mentali incasinate per le quali continua a trattare Crowley (Crawly) come un demone con una vena quasi sprezzante.

Anche se...quando ha sfidato Crowley dandogli del vigliacco, ci sono rimasta un attimo male XD

Poi va beh, non commento la parte sul volo che fa sognare, a prescindere.

Brava come sempre.

Ciao
RKM

Nuovo recensore
23/02/24, ore 07:16

Sono le 7:15 di mattina e non posso piangere di tenerezza già da ora. Forse questa è una delle mie oneshort preferite. Azi che sfida Crowley per farlo nuovamente volare e crowley che finalmente può sentirsi un po' più libero, un po' più leggero. E insieme che volano fino a toccare le nuvole. Muoio di tenerezza.

Recensore Junior
14/02/24, ore 21:26

Sto recuperando questa raccolta, e pensavo di leggere tutto prima di commentare, ma questo episodio mi ha totalmente sciolta. La dolcezza e la naturalezza con cui interagiscono, e la delicatezza dei pensieri dell'ambientazione della scogliera, la scelta delle parole, tutto così perfettamente misurato. E la tematica delle ali è una di quelle che più mi sta a cuore per loro, sulla quale anch'io mi soffermo spesso quando scrivo, perciò non posso che farti i miei complimenti. Senza ovviamente nulla togliere a ciò che è venuto prima: lo stetoscopio, il the, l'eden... tutti piccoli momenti preziosi della quotidianità che semplicemente ho adorato. E questa scelta di suddividerli secondo i cinque sensi è fantastica. Continuerò con piacere a leggere, e aspettati altri commenti, perché di sicuro non riuscirò a non lasciarli strada facendo. ✨

Recensore Master
15/05/20, ore 22:42

Ciao cara Gladia! Il tatto era uno dei pochi sensi che ancora non compariva in questa raccolta, anche se qui forse più che in altri capitoli i sensi si mescolano e si alternano, culminano in quel prendersi per mano finale. Ho percepito in maniera forte il richiamo alla seconda oneshot, quella dell'Eden: se lì si erano guardati senza incontrarsi davvero, qui in un tempo cronologico posteriore i loro incontri sono consapevoli. Per Aziraphale è intatta quell'accettazione di Crawley come parte della meraviglia del creato (come ben mostri nel momento della visione delle ali), mentre il dialogo tra loro tocca una profondità di significato squisita. Mi è piaciuto molto lo scambio in merito al concetto di volare (e del suo contrario, strisciare) correlata al diverso punto di vista sulla caduta: per Crowley non è più possibile tornare indietro, per Azi volare (e dunque metaforicamente cambiare vita, innalzarsi) è del tutto possibile, per cui strisciare non è un obbligo ma una scelta. Il ruolo di Aziraphale diventa allora dirimente e le parole fondamentali: quell'Andiamo finale è sintomo di una consapevolezza e un'accettazione che passa proprio attraverso lo sguardo dell'altro e che sono possibili solo stando insieme. Anche questa Oneshot mi è piaciuta davvero tanto, e come già sai adoro le ambientazioni storiche che riesci a ricreare brevemente anche in testi prevalentemente introspettivi. Bravissima. A presto!

Recensore Master
12/05/20, ore 10:55

Ciao, allora questa volta volo (letteralmente e ogni riferimento è puramente casuale) su questa storia, attirata non tanto dal fatto che sia consequenziale a quella che ho letto l'altra volta, ma più che altro dalla data. Quel Zante, 3200 a.C. mi ha attirata come un'ape al miele. Sono molto affascinata, oltre che dall'ambientazione in sé che io particolarmente adoro, anche dai due ineffabili se collocati dentro a un qualsiasi contesto storico, meglio se antico come in questo caso. Attirata dalla data, ma anche dal titolo che richiamava, poi ho scoperto, il tema della storia, eccomi qui a lasciarti una recensione. Intanto devo dirti che è credo la storia più bella tua che ho letto, di una delicatezza unica e di una bellezza quasi eterea. Pur essendo ambientata molto tempo prima dell'Apocalisse e quindi due due Crowley e Aziraphale più consapevoli del loro legame (specialmente il primo dei due), sei stata capace di ritrarre le loro essenze nella giusta maniera e di collocarle nel giusto contesto storico. Storico rispetto alla serie, più che rispetto alla storia dell'umanità. Non è passato molto tempo da quando Crawly, qui ancora col nome strisciante, si è unito alla rivolta di Lucifero ed è caduto assieme agli altri demoni, lasciando per sempre il Paradiso. Non è passato molto tempo, ma pare che la faccenda ancora gli pesi. Già nel libro e nella serie viene detto molto chiaramente che si è unito più che altro per noia (?) Crowley la descrive così, non aveva niente da fare e gli hanno detto: sai stiamo pensando a ribellarci... lo ha fatto ed eccolo qui, è ancora un angelo tecnicamente le ali le ha, ma non è più un angelo come prima. Ora è anche un serpente, si è trasformato in una creatura infernale, in un serpente tentatore, simbolo del demonio, che ha tentato Eva nel giardino terrestre... Crowley è uno che rimugina molto, anche su se stesso, e qui lo fa in una maniera che sembra appesantirgli i pensieri. Pensa a quello che ha fatto, forse non se ne pente o forse invece sì, ma ora non importa saperlo sa che da una parte gli dispiace. Non essere più un angelo e non volare. C'è qualcosa di molto poco diabolico in Crowley, io l'ho sempre pensato, a dispetto dell'aspetto esteriore e dei poteri demoniaci, i pensieri che fa sono molto poco diabolici. In questo caso c'è un netto controsenso. Le ali le ha e un qualsiasi demone se ne fregherebbe del fatto che non sono più candide e bianche come quelle degli angeli del Paradiso, ma sono invece nere e sporche, come un segno del tradimento, del fatto che sia stato rifiutato e cacciato via dagli altri angeli, oltre che da Dio ovviamente. Questo senso di colpa che prova, questa vergogna che ha nel mostrare le ali nere sono atipiche per un qualsiasi demone, ma non per lui che sappiamo già dalla serie essere molto poco un "comune demone". E questo mi è piaciuto, hai riportato il suo carattere alla perfezione, con le giuste sfaccettature che poi assumono altre sfumature nella seconda parte, quando arriva Aziraphale.

Aziraphale è lui in una maniera davvero deliziosa. Il suo essere infinitamente buono sappiamo essere atipico anche per un angelo, penso a Gabriel o Sandaphone che sono tutt'altro che il pensiero di angeli buoni e puri e candidi. Aziraphale riesce a trovare del buono persino in un demone, e qui riesce un po' a fregarlo e lo fa con la psicologia inversa, che non era ancora stata inventata, ma loro sono angeli e sono avanti di millenni rispetto a tutti i comuni mortali. Mi è piaciuto come se lo rigira tra le mani, come usa il suo orgoglio puntando sulla vigliaccheria, che non ha affatto, per far colpo sul suo punto debole. Aziraphale è furbo e sagace, svelto nel rigirare le cose a proprio vantaggio e lo fa, questo è straordinario da parte sua, per il bene di un amico. Che sarebbe un demone, ma dettagli e che sarebbe lo stesso "amico" che impiegherà seimila anni ad accettare come tale e ad ammettere che lo è, un amico per lui. Ma dettagli anche qui, così come il fatto che pare avere una freccia che gli punta su Crowley, facendogli sapere sempre dove si trova. C'è un qualcosa di anime gemelle in questo pensiero e l'ho amato tantissimo.

Complimenti anche per lo sfondo, la Zante della poesia "A Zacinto" che non so se l'hai scelta di proposito o se è stato un caso, la Grecia nella sua descrizione paesaggista più classica, con i profumi, il mare, le scogliere, gli odori e il quadro perfetto che fa da sfondo a una storia che io ho trovato stupenda. Devo farti i complimenti, anche per come l'hai descritta, questa Grecia, parole adatte e una sintassi calzante.

Mi è piaciuta tantissimo, complimenti.
Koa

Recensore Veterano
11/05/20, ore 10:51

Eccomi qui, di ritorno a questa raccolta. E per fortuna. Eccola qui la storia che preferisco finora. Leggera e comunque piena di significati, sempre con quella legge del non scritto che regna sovrana nelle tue storie. E qui, tra le righe, c'è tanto. Soprattutto amore. Perché il gesto di Azi nei confronti di Crawly è forse il più sintomatico del vero amore. Portare una persona a vedersi con gli stessi occhi di chi l'ama senza condizioni né remore. Accettati, poiché in quelli che tu pensi siano difetti si nascondono i motivi per cui t'amo. Un messaggio che supera addirittura i confini dell'amore, divenendo allo stesso tempo carnale, fraterno e profondo. Un qualcosa che esula da ogni definizione. Un collegamento talmente forte da risultare spaventoso, in alcuni sensi.
Un gesto che tante volte subliminiamo, desideriamo ardentemente, perché ci vorrebbe nella vita di ogni persona della terra un Azi. Qualcuno che ci spinga a non guardarci soltanto con i nostri occhi, dandoci in prestito i suoi per un momento.
E, come tuo solito, sei stata un'abile narratrice di questa storia. Che, per quanto mi riguarda, scava ad una profondità tale che la eleva (perdona il paradosso: scavare per elevarsi) su un altro piano rispetto alle altre.
Continuo ancora un po' -poco- su questo punto, perché è veramente quello che mi ha fatto più piacere. È una storia di accettazione e rassegnazione, ove Crawly deve arrendersi alla sua stessa versione, amata ed accettata, di Azi. Io proprio boh, come ti escono. Sono storie di una purezza disarmante. Sì, lo dico proprio a te che ti senti esattamente come il demone delle tue storie, quanto di più distante da un essere puro da non potervici nemmeno essere accostato. Ma c'è tanto di puro qui, un candore sincero, quasi fanciullesco, e tutto traspare attraverso le tue parole. E tu condividi il colore dei capelli e dell'animo, con il tuo protagonista.
Anche se hai tuoi occhi può sembrarti livido e scuro, sono certo che non sia altro che una visione di te stessa con cui ti sottovaluti. Hai una forza pura (lo so, non faccio altro che ripetermi, ma sono ancora un po' intontito da questa storia) nell'uso della parole che è quasi accecante.
Il passo che preferisco di più è [...] i corvi hanno le ali nere, eppure volano [...], un segmento che mi è rimasto nel cuore.
Mamma mia cosa non è questa storia.
Grazie di cuore per la lettura, cercherò di ripassare un pochinino più spesso da te appena ne avrò la possibilità.
Intanto, come al solito, ci leggiamo presto.

Recensore Master
09/04/20, ore 21:38

Ciao cara! Eccomi qui finalmente per lo scambio libero e per continuare questa fantastica raccolta! *^*
Ogni volta rimango sempre più incantata non soltanto dalle situazioni, dal tuo stile così aulico e dalla caratterizzazione praticamente perfetta dei personaggi, ma anche dai piccoli, geniali spunti da cui partone tutte le OS, uno più profondo dell'altro!

Questa volta, ci spostiamo ancora nel tempo e nello spazio, finendo su un'isola che personalmente amo tantissimo e su cui ho passato ben tre estati della mia vita: Zante. Amo la Grecia in generale e la descrizione che ne hai fatto, mi ha riportato con la mente un po' su quelle spiagge paradisiache e quel mare cristallino: è stato un regalo bellissimo, soprattutto in questo periodo in cui pagherei per essere lì, all'aria aperta e non rinchiusa in quattro mura! ^^''
Protagonista della storia questa volta è Crowly che, seduto su una scogliera, ricorda i tempi in cui era ancora un angelo e le sue ali erano bianche e splendenti. La cosa che mi ha colpita di più è che nonostante al principio il demone sembri avere nostalgia di quella sua natura angelica, parlando poi con Azi si scopre che non è questo che gli mette malinconia, ma l'impossibilità di attuare un gesto un tempo semplicissimo per lui, come quello di spiegare le sue ali e librarsi nel cielo.
Crowly è fiero di ciò che ha fatto, della guerra che ha combattuto e difende le sue scelte con vivo orgoglio e senza alcun rimpianto, tuttavia adesso, solo su quella scogliera, davanti all'infinita del cielo e del mare, comincia a rendersi conto di quanto tutto ciò gli sia veramente costato.
Il fatto che Azi percepisca sempre il suo disagio e corra ad aiutarlo, lo trovo un concetto sublime: da angelo qual è, Azi non si cura mai del fatto che Crowley sia un demone, la personificazione del male e della tentazione, per lui è solo un essere in preda al turbamento, da salvare e da aiutare!
Azi lo sprona verso il bene, verso quella che è poi la versione migliore di se stesso e se ci penso, trovo questo dettaglio così bello e così romantico che mi innamoro ancora di più!

Questa raccolta mi è veramente entrata nel cuore ed ogni nuova OS è una scoperta meravigliosa! Ti faccio i complimenti perché il modo in cui riesci a descriverli e trasmetterli è davvero unico!
Non vedo l'ora di continuare!
Un abbraccio virtuale, Violet :D

Recensore Master
20/01/20, ore 12:01

Ed ecco che oggi si piange. Speravo che non sarebbe mai arrivato questo momento ed invece eccolo. Lacrime di gioia e di commozione per questa coppia diversa ma così connessa e legata da un sentimento forte e reciproco. Crowley e Aziraphale combaciano alla perfezione: sono l’angelo ed il demone, il bianco ed il nero, il bene ed il male; sono gli opposti che non possono vivere se l’altro non esiste. Me ne rendo conto sempre di più man mano vado avanti con questa raccolta di one-shot.

Oggi troviamo Crowley in balia dei ricordi di un tempo, quando era ancora un angelo ed era in grado di spiccare il volo con le sue immense ali bianche e trasvolare i cieli. È nostalgico di un passato che c’è stato e che non potrà più esserci ma non è pentito della scelta che ha fatto. È cosciente di ciò che ha perso e ciò che ha ottenuto a causa della sua scelta. Questa consapevolezza di Crowley mi piace tantissimo. Non si piange addosso ma è sicuro e convinto di ciò che ha fatto.

E adesso si entra nella parte che più preferisco:

“Aziraphale sapeva sempre, in qualche modo, dov'era Crawly.”

Con questa frase mi sono sentita appagata ed ho quasi toccato il cielo con un dito. In un certo modo anche io ho potuto constatare il “senso” che fa da protagonista nella raccolta odierna. In questa frase c’è proprio tutto. Avresti anche solo potuto pubblicare tale affermazione per scatenare una miriade di emozioni. Per me rappresenta l’essenza del capitolo e la connessione tra i due.

Il loro incontro è come sempre avvincente, coinvolgente, suggestivo e appassionato. Interagiscono con naturalezza e ciò che più amo è che tra loro vi è sempre sincerità. Nessuna bugia o inganno. E penso che sia proprio questo ciò che li lega profondamente. Ho trovato Aziraphale molto intraprendente, mosso dalla convinzione che anche Crowley fosse ancora in grado di volare. Quest’ultimo non ha compreso il fine e lo scopo dell’angelo ed ha ceduto alla sua provocazione, rendendosi conto in un secondo momento che le sue ali gli avrebbero permesso ancora una volta di volare nel cielo.

“Quasi non si accorse quando Aziraphale gli prese la mano. “Andiamo” disse l'angelo. “Andiamo a toccare le nuvole”.”

Qui siamo nel momento di pura poesia. Come si fa a non emozionarsi di fronte ad un gesto d’affetto così semplice ma forte allo stesso tempo? Sei una persona cattiva! Non puoi lasciarmi così, in balia delle lacrime. E mo come la mettiamo? Devo attendere un’altra settimana per continuare? Mi sa che non aspetterò tanto xD
Complimenti ancora per l’eleganza del tuo stile, per il cuore che ci metti tutte le volte e per le emozioni che riesci a suscitare. Grazie di cuore. Ci leggiamo presto!

Recensore Master
12/01/20, ore 20:45

Eh, ma questa raccolta è fonte di lacrime....
piccolo il demone Crawly che si siede su una scogliera ad invidiare i... pellicani? cormorani? che possono volare liberi da pensieri, presi dalla loro vita così semplice eppure positiva rispetto alla sua.
che poi ha solo ragione: lui ha combattuto per la libertà, non per fare male a qualcuno, e ha pagato troppo
meno male che c'è Azi a ricordargli che non ha perduto la gioia più grande per un essere dotato di qualcosa di meraviglioso come le ali. che sono nere, ma stupende e che se ci crede c'è ancora un senso per tutto.
ma questo funziona solo perchè sono insieme, o Crawly sarebbe ancora li, ad ammirare la bellezza del mare sentendosi bandito da quello che il mondo ha da offrire, invece anche se questa storia sembra poco romantica ma più di amicizia, c'è sempre quel tono lieve che usi che fa capire più di quello che è detto. Ci vuole una grande connessione perché Aziraphale capisca qual'è la cosa giusta da dire in quel momento.
sono adorabili, e anche tu, sei proprio piena di sentimenti delicati
da quando devo leggere in fila? °-°
baci, Setsy

Recensore Master
12/01/20, ore 10:21

Ciao tesoro 😍😍😍
Questa OS è INCANTEVOLE, sono innamoratissima, innamoratissima del tuo Crowley, di come la caratterizzi. È davvero malinconico, me lo immagino ad osservare il mare e il cielo mentre ricorda quand'era un angelo, quando poteva volare lì, tra le nuvole. Poi c'è stata la caduta, eppure un forte componente "angelica" è rimasta in lui. Soffre così tanto e questo si capisce soprattutto nei suoi dialoghi con Aziraphale (a proposito, amo il fatto che quest'ultimo sappia sempre dov'è il suo Crawly ❤️).
Lui può ancora volare, ma le sue ali nere non le sopporta proprio. Però Aziraphale è davvero meraviglioso: sa essere severo il giusto, ma anche molto dolce: loro sono uguali, cambia solo il colore delle ali, ma alla base sono fatti della stessa sostanza ❤️
E io me li immagino questi due mentre volano, si inseguono tra le nuvole, gioiosi come due bambini ❤️❤️
Che devo dirti? Grazie per portare tanta meraviglia 😍😍😍😍
Un abbraccio,

Nao

Recensore Master
02/01/20, ore 19:34

Cara Gladia, buon anno!
Lo scenario delicato di Zante e le piume color notte di Crawly tutte da sfiorare come le nuvole finalmente raggiunte sono solamente alcuni degli elementi di questa shot incantevole. Ciò che mi ha colpito è l’effetto benigno di Aziraphale su Crawly e quanto questo sia in linea con la natura del personaggio. Zante è un luogo dove si consumano liriche e miti e viene splendidamente associata al paradiso dall’angelo, ma subito ci fa pensare anche a Foscolo che la cantò nel suo sonetto. Aziraphale è un emissario della divinità e di fronte al fastidio dell’altro, al disagio per questa condanna che comunque Crawly indossa con una fierezza inscalfibile e che non rimpiange mette in campo delle parole consolatorie spingendo l’altro a scoprire le proprie ali che di diverso hanno solo il colore. Ma quanto è bello questo concetto? Quanto è interessante vedere come il demone e l’angelo siano ancora simili l’uno all’altro nonostante le opposte fazioni? È lui a istigare Crawly a volare, perché il demone non rimpiange la sua scelta, ma la possibilità di volare, ecco, gli mancava, forse lo considera un prezzo troppo alto da pagare.

A questo punto vorrei parlare ancora di quanto Azipharale mi sia sembrato divino (solo nel momento in cui guarda gli occhi demoniaci di Crawly mostra un’evidente sorpresa e sussulta, ma c’è il demone che esige parli ancora di lui, ecco. Un elemento che hai espletato in maniera efficace è come Crawly ami stare in mezzo agli uomini in virtù del fatto che per dannarli meglio deve conoscerli da vicino e mescolarsi assieme a loro. Eppure ne apprezza le trovate. Certo, non li ama e li considera comunque come una creatura ultraterrena deve considerare l’umanità, ma si potrebbe dire che è in un ambiente in cui sguazza bene, in cui riesce a trovarsi facilmente a proprio agio. Ed è fiero – ha combattuto e ha perso e paga le conseguenze cadendo, strisciando – e questo aspetto mi piace moltissimo. Come potrei concludere? Non c’è qui traccia di ship, ma c’è qualcosa di ancora più profondo. Un punto di contatto senza cui il resto non potrebbe esistere. Ti faccio tanti complimenti per questo capitolo che ho trovato ricco di suggestioni,
un abbraccio forte e a presto, sei sempre una garanzia **
Shilyss :)

Recensore Master
08/12/19, ore 23:01

Cara,
io non ho parole. La delicatezza, la leggerezza, la morbidezza che metti in ogni parola, rendendo sempre i tuoi testi così solenni, così "antichi", se così si può dire, che raccontano appunto la storia di due esseri eterni.
Quanta malinconia in Crawly? La sua passione per gli umani, che paragoni a bambini – cosa che ho apprezzato e un pensiero che condivido in toto – e il suo bisogno di volare, forte dentro, condiviso da un Aziraphale non solo adorabile, come sempre, ma in questo capitolo di una dolcezza e determinazione spiazzanti, ma così sue.
"Vola", gli dice e sei riuscita a creare un mosaico di emozioni che non hai idea. C'è la rabbia di Crawly, che spalanca le meravigliose ali nere e cerca la battaglia con Azi, che invece sorride... e quella metafora "Gli occhi che sembravano strappati al cilo dietro di lui", è l'essenza di Azi, sia lo specchio dei suoi veri occhi, che quelli della sua anima...

E in un instante ai ribaltato tutto, ai rovesciato la malinconia e l'hai resa libertà. Hai rovesciato il rancore e lo hai reso dolcezza... e il resto è diventato ali, leggerezza e un volo insieme per toccare le nuvole.
Tesoro che dirti? Che dirti? Non lo so... i sentimenti che riesci a trasmettere, che traspaiono dentro ogni riga, che comunicano non solo quanto questi due siano importanti l'uno per l'altro, ma quanto lo siano per te. Non smettere di raccontarmi di loro, per favore. Ne ho bisogno, non farmi scherzi ♥
A prestissimo, e grazie come sempre per farmeli amare così tanto.
Miry

Recensore Junior
06/12/19, ore 21:21

Yes, please, thank you. Amo l'immagine di loro ancora alati.
Nel lasso di tempo fra la Caduta, l'Eden, e il tempo in cui gli esseri umani erano ancora pochi, Crawly/Crowley deve aver elaborato il passaggio da angelo a reietto, da cosa del cielo a creatura abbandonata sulla terra.

Immagino la nostalgia che deve aver provato prima che l'umanità cominciasse a fornire distrazioni degne di questo nome.

E questo è forse il connotato più interessante di questa storia; vediamo sempre Aziraphale e Crowley in contesti molto umani (giustamente, dato che il loro ruolo è in funzione dell'umanità).

Ma quando il mondo era ancora quasi completamente disabitato, come hanno passato i secoli?
Dove hanno vagato soli e pensosi?

Argh, ne voglio ancora.

Recensore Master
29/11/19, ore 09:32

aaaaaaaaaaaaaaaaawwwww io ho un kink per le ali, è cosa risaputa
quindi figurati quanto posso aver amato questa, con Cro che disprezza le sue e Azi che le adora, esattamente come lo immagino anche io, canon puro <3

bellissimo davvero.. e poi le sue ali nere sono davvero stupende <3

Recensore Veterano
28/11/19, ore 23:27

Commovente...
Davvero poetico!!!!
Sicuramente il capitolo più bello di tutti!
Bellissima l'ambientazione e ben descritta.
Il paragone tra crowley e la cornacchia con le ali spezzate è perfetto.
Ho adorato anche la frase della bussola, riferita ad azi che sa sempre dove trovare il suo demone...
E il volo insieme... riesco a vederli se chiudo gli occhi, che si tengono la mano ♡