Recensioni per
Lumos Maxima
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/01/22, ore 12:21
Cap. 1:

Eccomi a recuperare anche questa çç, mamma mia questi due, anzi questa intera famiglia, è proprio sinonimo della parola angst. Per maggiori informazioni si veda alla voce Paciock. Una famiglia spezzata in una maniera inverosimilmente crudele, a testimoniare che ci sono cose molto peggiori della morte, anche se Voldemort non lo riesce a comprendere. Cose peggiori sono l'aver vissuto la gioia più completa, totale, quel meraviglioso matrimonio descritto nella prima drabble, e poi la nascita di Neville, ovviamente, anche se non viene citata sappiamo che è comunque nel cuore di Alice. E sono l'averlo dimenticato, il ritrovarsi strappati dal sole e immersi in questa nebbia fumosa che cancella tutto, che cancella il calore e il tramonto, trasportandoci in posto fatto unicamente di albe fumose. Ma l'amore persiste, a indicare che era profondo e sincero, Frank e Alice in qualche modo non si abbandonano mai a vicenda e non vengono abbandonati dalla loro famiglia. Mi sono piaciuti da morire, per questo, gli accenni alle carezze gentili di Augusta, e alla carta delle caramelle che Alice regala a Neville. Credo che quello sia uno dei pochi punti del libro dove ogni volta mi ritrovo con gli occhi gonfi e lucidi come avviene a tutti i personaggi coinvolti.
Hai sempre il dono della delicatezza e della poesia nel raccontare queste scene ♥

Niente, ti faccio di nuovo tantissimi complimenti e ti mando un abbraccio!

Bennina

Recensore Master
12/04/21, ore 12:29
Cap. 1:

Recensione Premio per il contest "Ignotus - Indovina chi (Edizione Deluxe)"

Eccomi.
Spulciando nel tuo profilo, ho scovato questa storia sulla famiglia Paciock e ho deciso di fermarmi qui per la prima recensione che hai vinto.
Ultimamente sono in fissa con i componimenti brevi in sequenza, sarà che essendo testi brevi secondo me necessitano di una cura maniacale e di uno stile mai troppo semplice o si rischia di non avere proprio sostanza, sarà anche per quella necessità in più di usare molto percezione quando si leggono questi testi brevi, perché ogni singola parola diventa importantissima, fatto sta che mi piacciono moltissimo. E sono piaciute anche queste tre drabble.
A partire dal titolo della raccolta e dai tre sottotitoli, di cui innanzitutto ho apprezzato il filo conduttore: la luce, il sole.
Il "Lumos maxima", se non ricordo male, è quell'incantesimo che Harry utilizza nel terzo film per poter leggere di nascosto dai Dursley (ancora qualcuno deve spiegarmi perché questa magia il Ministero non gliela segnala, ma vabbè), quella luce che esplode, e mi piace moltissimo associarla per l'appunto al sole, la luce per eccellenza. Sole e luce sono il filo conduttore dei titoli e delle percezioni che aleggiano nelle drabble, è una sostanza che sa avere mille sfumature e che può essere benefica o nociva, può dare calore o bruciare, può confortare o tormentare. Mi è piaciuto moltissimo che questo semplice incantesimo diventi una prima bellissima metafora: la luce che illumina il buio, la luce più grande, che rischiara le tenebre, che disperde le nebbie.
Confesso che ho trovato il secondo titolo non esattamente in tono con gli altri due, per una mera questione di coerenza poetica, ma comunque è anch'esso forte, risalta proprio per contrasto, e forse era questa la tua intenzione: dare un titolo più sintetico e forte all'evento più doloroso, mentre le drabble che parlano di momenti più piacevoli, dolci hanno sottotitoli più soavi, più poetici per l'appunto.
Il primo titolo è un'immagine bellissima, che io trovo sempreverde, ed è di una delicatezza unica che perfettamente si adatta al ricordo e a quella metafora immensa del matrimonio che caratterizza la prima drabble.
Il sole tra le ciglia sembra quello che si vede quando si iniziano a socchiudere gli occhi, quando la nebbia si dirada e si viene baciati dal sole. Sembra quasi di vedere Alice risvegliarsi in un prato, il mondo intorno a lei riempirsi di colori e di allegorie, e sempre con quell’impalpabilità data dal mondo onirico, vivere il giorno del matrimonio. E sì, sei riuscita a creare perfettamente uno stile onirico perché le descrizioni passano attraverso poesia, immagini disconnesse, surreali a volte, eppure riferimenti inconfondibili.
Non so perché, ma quel primo posso mi dà un’idea così dolorosa:
Posso avere corone di fiori e lunghi capelli. -> quando dici “lunghi capelli” in qualche modo io immagino la Alice del presente con i capelli più corti, più scarmigliati, più sciupati, e istintivamente mi dà il senso di pazzia, e questo soffermarti su questi “lunghi capelli” non lo so, è come immaginarla in un momento di ordine, di pulizia interiore e mentale. Eppure, allo stesso tempo “corone di fiori” mi crea una doppia immagine in testa: la coroncina di fiori che adorna il capo delle spose, tipica di alcuni decenni fa, ma allo stesso tempo mi fa pensare a un senso di leggerezza e allucinazione in cui versano le persone nei manicomi, quel loro vagare felici e persi nei corridoi, quel loro toccare, abbracciare, sorridere tanto vuoto quanto pericoloso. In tal senso, anche la seconda frase che segue mi rafforza questo sentimento inquietante, Sarà suggestione, senz’altro, ma questo è il mio modo per dirti che ho davvero trovato intenso il tuo lavoro qui.
L’immaginazione, il ricordo – che in questo caso sembrano la stessa cosa – si fanno specchio della pazzia in cui abita perennemente la protagonista.
Della prima drabble, stilisticamente, ho apprezzato l’anafora – che io forse a torto considero un tuo marchio, comunque è qualcosa che ritrovo spesso nei tuoi scritti, e l’ossimoro finale (credo che sia un ossimoro, ma al momento potrei sbagliare figura retorica), comunque quel “l’oro del sole che bagna” qualcosa che dovrebbe seccare invece inumidisce, dà morbidezza, le scivola addosso.
Del secondo sottotitolo ho apprezzato la pluralità, come a dire che i momenti in cui il dolore si fa sentire, in cui la pazzia diventa frenetica e incontrollabile e si perde quella patina di pazzia dormiente e innocua, sono diversi e frammentano spesso quel vuoto di nebbia in cui Alice vive, o ancora meglio “incendiano la nebbia”. È un dolore che per Alice non ha nome, non ha neanche il profumo di immagini oniriche, confuse ma comunque una parvenza di ricordo. L’incendio è odore di bruciato, e sensazione inspiegabile e dolorosa, è una voce fuori campo. Le parole diventano più dure e secche, le immagini si fanno aride, e il campo semantico adoperato mi richiama il sangue e l’aridità. In tutto questo l’immagine finale è come acqua che spegne il fuoco, e sembra udire l’urlo straziante di Alice tramutarsi in estasi. L’immagine finale del parto, della dolcezza di tenere un figlio tra le braccia è di una tenerezza disarmante. È l’aria che torna nei polmoni è come un riprendere una boccata d’ossigeno dopo una lunga e bruciante apnea. Bellissima, davvero.
Di questa seconda drabble ho apprezzato da morire quel “ch’è” stroncato così, perché ha dato l’idea di qualcosa di duro e tagliente, ha reso più graffiante quelle due frasi. Le metafore che la fanno da padrone sono impregnate di potenza, e le due riflessione alla fine, sembrano davvero una lucidità nella pazzia, mi hanno conquistato, perché sembra assurdo immaginare Alice che riflette durante un momento di dolore in cui la immagino urlare e contorcersi e immagino accorrere i medimaghi (si chiamano così, spero) e di colpo in qualche modo calmarsi, fermarsi di botto. Quel “è curioso, il dolore” e “è straziante, il dolore” danno proprio quest’idea di riflessione durante un momento di frenesia assoluta. Folle, ma potentemente lucido da far paura.
Il terzo titolo è quello che mi ha stretto di più il cuore. Perché la terza drabble è fatta di momenti differenti al contrario della prima che ripercorre un unico momento, un unico ricordo, e della seconda che invece è composta da sensazioni e pensieri. La terza drabble è fatta di volti, e sembra quasi che con quei volti Alice vada a farsi una passeggiata. Sembra camminare in distese infinite di prati, sembra camminare nel sole. E il sole, che di solito lei associa alla felicità, alla serenità, viene per un attimo battuto dagli occhi del figlio.
Mi è piaciuto moltissimo come rendi quell’idea di felicità confusa con la nebbia che resta ai margini per smussare gli angoli. Forse perché ricordare tutto sarebbe troppo doloroso, sarebbe crudele, mentre quello stato di confusione, dove i volti non hanno nome ma vengono associati a delle immagini (l’avvoltoio, la carta delle caramelle) sembra quasi proteggerla, alleviarla. È quella serenità in cui la immagino durante le visite di Neville, un po’ quella che lei insegue nel quinto libro quando va a consegnare un’altra carta al figlio. Ogni cosa ha una dimensione e una consistenza surreale, immaginifica (becchi di rame, gemme, lingua di gesso). Simili allucinazioni si portano addosso sempre quell’inquietudine, a me fanno paura, perché sono immagini entrambe fredde, finte, che lei affronta approcciandosi con curiosità. È come vedere attraverso i suoi occhi il mondo, e mi ha davvero inquietato, scusami se mi ripeto, ma ho trovato queste immagini davvero molto belle.
Di questa terza drabble ho amato quindi le parole, questa creazione di associazioni artificiose eppure vivide, reali.
Ho adorato l’amore verso Frank che aleggia, quell’amore che durante la tortura sembri dire le ha impedito di morire, di perdersi del tutto. Forse è stato un amore crudele, questo, forse se sarebbe morta sarebbe stato meglio. Eppure l’amore è anche questo: è crudeltà, darsi completamente. E credo che questo effetto sia stato ambivalente, nel senso che anche Frank si sarà costretto a rimanere vivo, ad abbraccia la pazzia pur di non lasciare Alice, e questo loro stare vicini anche senza più potersi chiamare per nome fa malissimo. Altrettanto struggente, infine, è l’amore per il figlio. Neville, che è associato al dolore più bello, Neville, che non ha un nome ma che risplende più del sole, risplende come la cosa più amata, la cosa per la quale è ancora viva, la cosa che ha protetto, la cosa di cui andare più fiera.
Basta, sto soffrendo. È bellissima questa raccolta, e io probabilmente ho a stento sfiorato la superficie con questa recensione, ma non ho altre parole. Non esistono parole per esprimere, per disegnare le emozioni che sto provando io leggendo queste drabble. Complimenti, è tutto quello che so dire, è stupenda.
A presto!

Recensore Master
20/12/19, ore 11:18
Cap. 1:

Ciao!
Ho questa raccolta nella lista delle storie da recensire da quando l'hai pubblicata, quindi ho sfruttato l'occasione per precipitarmi a leggerla. Recensire appena terminata la lettura è sempre complicato, soprattutto quando il testo scatena tante emozioni, ma tenterò di scrivere qualcosa che abbia un senso.
Ho veramente amato questa tua raccolta di drabble, tutte di cento parole, poi, le ho adorate! Hai scelto uno dei personaggi su cui leggerei a oltranza, sarà che dove c'è un residuo di Neville ci sono io.
Di nuovo, torna il tuo rapporto con la mente, la memoria, il confine tra conscio e inconscio. Di nuovo le tue righe, questa volta improntate al simbolismo, suscitano una marea di riflessioni sulla coscienza di un individuo, sul suo rapporto con la realtà. È come se tante tue storie appartenessero a una macro-trama fatta non di personaggi e avvenimenti, ma di concetti astratti, cui si ascrivono in varie declinazioni e forme. È un tratto, forse involontario, che mi piace molto, è come se la tua scrittura avesse il suo mondo di riferimento, i suoi tòpoi! Nel caso di questa raccolta, ho poi apprezzato molto il lessico volto al simbolismo e lo stile evocativo, tesi a disegnare un mondo dai contorni indefiniti, confusi, irrisolti, è il mondo come lo vede Alice, ormai preda di una mente cui la razionalità sfugge, di un caos fatto di immagini del presente e sprazzi di passato uniti in una sagoma disarmonica, che non le consente di razionalizzare e comprendere, ma solo di sentire qualcosa qui e ora, senza possibilità di metterla in relazione con passato e futuro. Una condizione dell'esistenza più che drammatica, per la quale temo nessuna parola sarebbe sufficiente, e proprio per questo la struttura sussurrata del tuo testo è a mio parere vincente.
Molto bello anche il modo in cui hai scandito i momenti di vita, ognuna delle tre drabble ripercorre un momento fondamentale dell'esistenza della tua protagonista – e posso confermarti che tutti i riferimenti sono più che chiari anche senza le note! –, a partire dal matrimonio, gioia, per arrivare alla tortura, dolore, al parto, gioia dolorosa, sino al presente fatto di avvoltoi e occhi che sorridono, caos. Il tratto che mi ha emozionata di più è stato quello dove citi la nascita di Neville, la messa in relazione di due tipologie di dolore così differente l'ho trovata geniale e assurdamente giusta: da un lato mostra la mente ormai folle che si trasporta da una sensazione all'altra senza logica alcuna, dall'altro mostra che l'amore puro vince su tutto e trova sempre la strada per palesarsi.
Il titolo, lo confesso, mi sembra non renda giustizia alla bellezza della storia, non ha quell'armonia che ritroviamo nelle tue righe, però comprendo il suo significato e il motivo per cui l'hai scelto!
Gli altri personaggi che sono sullo sfondo, sia pure sussurrati attraverso il punto di vista della tua protagonista, riescono a trovare il modo di emergere, a essere caratterizzanti per se stessi e per Alice, che si specchia in loro a livello inconscio e raccatta brandelli di sé. I riferimenti a Frank e a Neville sono emozionanti e sprigionano luce nonostante il buio in cui è calata la storia e la sorte di ogni singolo personaggio citato.
Una raccolta bellissima, per me che amo le drabble è stato un tuffo in uno scritto fantastico. Direi che tu e la brevità siete ormai in ottimi rapporti, non vedo l'ora di leggere qualche altra tua raccolta di drabble o, perché no, drabble singola!
Complimenti come sempre, a presto!
(Recensione modificata il 20/12/2019 - 11:21 am)

Recensore Master
15/12/19, ore 23:05
Cap. 1:

Ciao, Jess! Scusami tanto se non mi sono palesata prima ma questa è stata una settimana che dire densa sarebbe poco! Inoltre, devo ammetterlo, questa raccolta di drabble ha avuto il potere di mettermi in ginocchio emotivamente parlando. Non mi vergogno a dire di aver pianto come una bambinetta, le parole sono strumenti potenti e nelle tue mani colpiscono dritte al cuore!
Il tema trattato non è per nulla facile ma tu sei riuscita a catturarne la confusione, il dolore lacerante e l'amore in un modo così stupefacente che non posso non farti tantissimi complimenti.
La prima drabble è stata carica d'amore e io sono riuscita a figurarmeli bene Alice e Frank immersi nella natura a giurarsi amore eterno e qui avevo gli occhi lucidi ma ho resistito. Il mio problema sono state la seconda e la terza: quel dolore che ti piega e ti distrugge, solo tremo al pensiero di ciò che la maledizione le ha inferto, e quel suo rifugiarsi nel parto (nonostante il suo incastrarsi inesorabilmente nei ricordi, come tu hai suggestivamente evocato con lo sporco del tempo sotto le unghie, ho i brividi solo a rileggerla questa frase) mi hanno veramente scossa.
Il colpo di grazia è arrivato con l'ultima, soprattutto nel ricollegare il tutto a Neville. Devi sapere che da sempre nutro un profondo affetto per Neville e che la scoperta di ciò che è capitato ai suoi genitori è una cosa che mi ha sempre profondamente toccata, immaginare una visione nebulosa ma ugualmente intrisa d'amore (seppur non esente dagli strascichi di quel dolore imperante), sentire ciò che sente lei, attraverso le tue parole mi ha davvero emozionata. Grazie mille per il magnifico regalo, davvero. A presto,
Anne

Recensore Master
12/12/19, ore 11:40
Cap. 1:

Ciao!
Eccomi qua per lo scambio a catena su Il giardino di EFP :)
Dunque, io adoro come scrivi. Ogni testo che ho letto è pieno di poesia anche scritto in prosa. Riesci ad essere evocativa anche in poche parole, come in questo caso. Oltre alla correttezza c'è da dire che usi uno stile semplice ma non scontato che rende le tue storie piacevoli e trainanti, di quelle che ti portano ad arrivare fino in fondo tutto d'un fiato e a pensare "ehi, ma è già finito. Che peccato, ne avrei voluto ancora"
Oltre a questo, mi piace che tu scriva di coppie non "famose", se mi passi il termine. Girare sul tuo profilo per me è uscire dalla mia comfort zone, è avere la possibilità di leggere altro ed è veramente bello ampliare i propri confini.
In questo caso, Alice e Frank sono una di quelle coppie di cui pochi scrivono e di cui io personalmente non leggo. Non che mi restino antipatici, solo che non mi vengono mai in mente.
La delicatezza con cui, in tre scritti brevissimi, provi - e riesci, a parer mio - a descrivere i sentimenti di Alice prima, durante e dopo le Cruciatus è meravigliosa. Bellissimo il confronto-sostituzione del dolore della tortura con quello del parto, che trovo azzeccatissimo.
Bello anche l'ultimo pezzo, con Frank principe biondo e muto ma comunque familiare, con gli avvoltoi del cappello di Augusta che sono buoni e non cattivi come nell'immaginario collettivo, con l'appiccicume di sciroppo fruttato delle carta di caramelle che Alice regala a Neville ad ogni visita.
Tutto è impregnato di un senso di infantile, perfetto se ricordiamo lo stato di Alice.
Mi è piaciuto tantissimo e sono veramente contenta di aver scelto questa storia per lasciarti la recensione.
Alla prossima, cara, con complimenti rinnovati.
Un bacio e a presto, Lagertha

Recensore Master
11/12/19, ore 17:59
Cap. 1:

Ciao ^^
Ho letto questo piccolo capolavoro appena pubblicato, e ne sono rimasta folgorata. Era solo questione di tempo prima che arrivassi finalmente a farmi sentire 😊
Devi sapere che io ho una passione folle per le drabble, adoro scriverle ma soprattutto leggerle, mi danno un piacere che spesso non riesco a percepire attraverso componimenti magari più lunghi. Ritengo che saper “fotografare” un momento particolare, restituendolo al lettore con la chiarezza immediata di un’istantanea, sia una capacità non solo da apprezzare, ma anche da incoraggiare. Mi emoziono sempre moltissimo quando, in una manciata di parole, trovo racchiuso il mondo intero.
Perché è esattamente questo che descrivi, il mondo di Alice, per la maggior parte del tempo avvolto nella nebbia per via dei danni causati dalla maledizione Cruciatus; eppure ci sono momenti in cui nel grigio si fa strada la luce, una luce purissima che avvolge ogni cosa e la fa risplendere di nuova vita. Alice vede accanto a sé il marito e per lei è bello come il giorno del loro matrimonio, può percepire ancora la sensazione della seta del vestito da sposa sulla pelle, il caldo della fede d’oro sull’anulare. Con la lucidità però possono tornare anche ricordi dolorosi, l’eco della tortura atroce cui è stata sottoposta riaffiora vivido ed è quasi annichilente, devastante nella sua disumanità. Ma Alice è madre, e trova il modo per contrastarlo, e lo fa attraverso il ricordo di un altro dolore, un dolore che toglie il fiato e annienta la ragione ma porta con sé la gioia più grande del mondo (so di cosa parlo, ci sono passata due volte). Infine, il destino, che tanto si è accanito con lei, sembra mostrarle il suo volto un po’ più benevolo quando, nei giorni in cui Neville e la suocera vengono a farle visita, lei è abbastanza presente a se stessa da esserne cosciente, da godere di quegli istanti preziosissimi.
Ci sono tantissime cose che ancora vorrei dire, sottolineare, a partire dallo stile, così raffinato ed evocativo, e adattissimo a questo tipo di componimenti, quando a parlare sono innanzitutto le immagini. Alice vive rinchiusa in un ospedale eppure c’è così tanta luce intorno a lei… ho amato veramente moltissimo questo particolare, perché il male non è riuscito, nonostante tutto, a offuscare il sole che era in lei, a spegnere l’amore immenso per il marito e il figlio.
Credimi, mi hai profondamente commossa <3
Spero che avremo modo di incontrarci presto ancora!

Alla prossima :*

padme

Recensore Veterano
10/12/19, ore 17:30
Cap. 1:

Ciao cara Gee,
credo di avere letto questa triplice perla non appena l'hai pubblicata, ma come sempre ho bisogno di un pochino di tempo per elaborare una recensione non dico all'altezza (arduo compito, in questo caso), ma almeno come si deve.
Non credo di poter commentare, non questa volta, passo a passo questa tua creatura, perché ciò che ho provato e provo nel leggerla è una malinconia sorda e profonda tanto quanto il dolore provato da Alice. Sei stata di un'intensità indescrivibile, quindi per una volta mi limito ai complimenti senza tentare di lanciarmi in goffe analisi che non aggiungerebbero nulla.
Posso solo ringraziarti per avere dedicato proprio l'ultimo verso a lei che, in qualche modo, riesce a ricordare il suo Neville.
Bravissima.
Ale

Recensore Master
08/12/19, ore 19:04
Cap. 1:

Ciao Blackjessamine!! ultimamente recensisco davvero poco, ma quando ho visto che una storia così meravigliosa non aveva recensioni non ho potuto far a meno di lasciartela!! è davvero una bellissima shot...ogni drabble ha il suo significato, hai fatto bene a scrivere le note dell'autore, ma ti assicuro che sono perfettamente comprensibili e tristi pensando che sono scritte dal punto di vista di Alice che è bloccata nella sua mente. Non saprei dirti quale mi è piaciuta di più, quella dove hai paragonato la tortura al parto è tristissima mentre la prima e la terza sono a loro modo dolci... è bellissimo che tu abbia saputo dare un valore anche ad un gesto banale come le carte di caramelle, ma dal quale si riesce a capire che a modo suo riconosce il figlio...perchè una mamma è sempre una mamma... così come riconosce in Frank l'amore della sua vita!! scrivi davvero bene!! complimenti ancora!! un bacione!!