Recensioni per
Love is an open door
di MissAdler

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/01/20, ore 17:58
Cap. 2:

Arrivo, eccomi ritornata nel meraviglioso mondo freddo di Arendelle, gelido ma così affascinante. Come lo è la storia dei fratelli Holmes che hai ideato sulla falsariga di “Frozen” ma, tutto sommato, preferisco leggerti senza riferirmi costantemente al film. Sì, perché quello che racconti è autonomamente piacevole, ben costruito e dallo stile curato e coerente. Sei sempre tu, insomma, con la tua originale capacità di scrivere spaziando dalla contemporaneità di una gif come “Your guardian angel” al contesto magico che c’è qui.

I due fratelli Holmes sono veramente scolpiti in modo efficace nelle loro personalità che spiccano nello scenario fiabesco che li circonda.

Mi azzardo a dire che Mycroft e Sh sono le due facce della stessa medaglia, perchè, secondo me, esprimono, con i loro comportamenti ed il loro modo di essere in generale, ciò che è una persona privata, fin dall’inizio delle sue esperienze di socialità, dell’affetto di chi è più vicino, dei familiari in particolare.

Sh, quando succede il fatto tragico per cui viene allontanato dal fratello, e viceversa, è più piccolo, ancora fiducioso nei confronti degli altri, senza pregiudizi e, quella porta chiusa, per lui diventa causa di un doloroso disorientamento anche perché lo separa dal fratello maggiore, il suo punto di riferimento, la sua sicurezza. Come scrivi bene tu, è allo sbando dal punto di vista affettivo ma anche in balia di una mente già brillante, vivace, che lo trascina in un vortice di confusione e di sovrabbondanza di stimoli provenienti, senza un filtro adeguato, dal mondo che lo circonda. Dunque, emerge netta la sua carenza d’affetto, che ne mina la personalità, scavando in essa delle voragini di fragilità e di sofferenza.
 Anche per Mycroft il problema è il vuoto affettivo che, nel suo caso, è il frutto dell’eccesso di controllo sulla sua vita. Controllo, non amore. Questo è il suo dramma, speculare ed opposto a quello del fratello minore.
 Entrambi, comunque, vittime di disastri educativi terribili.
Leggendo la tua storia, emerge nettamente la particolarità dello stile che usi qui: come ho già scritto sopra, tu sei un’Autrice eclettica che sa muoversi egregiamente in contesti narrativi diversi. Quindi, anche il tuo modo di scrivere, si avvolge all’argomento di cui ti stai occupando. Qui siamo in un mondo magico, favoloso, lontano da noi ma in cui si agitano passioni umanissime anche se si parla di poteri magici, di difficili equilibri tra genitori e figli, di giochi di potere, di personalità che assorbono il loro modo di essere dall’ambiente che le nutre.
Lo stile di scrittura che usi in questa storia segue un ritmo lento, non convulso, conduce il tuo raccontare respirando quasi l’avvicendarsi delle stagioni, il ticchettare del tempo che passa.
Mycroft diventa un gelido erede al trono, bacchettando persino sua madre sull’uso improprio del suo nome (“…Mycroft è il nome che mi hai dato…”) e mi suscita molta pena. Sh è come un uccellino impazzito che sbatte le ali, svolazza qui e là senza trovare una risposta ai suoi bisogni.
La storia prosegue e ci fai ritrovare uno Sh ventenne, una guerra che sconvolge il regno e la scomparsa del re e della regina.
Qui inserisci una scena toccante e davvero coinvolgente che suscita emozione. Mi riferisco al tentativo del principe più giovane di comunicare con il fratello, se non altro per trovare insieme una consolazione a quanto accaduto e per vedere se, almeno la morte, possa smuovere l’animo reso gelido di Mycroft. Struggente l’immagine dei due che si parlano appena attraverso la porta sempre drammaticamente chiusa ma sono vicino con il loro atteggiamento, entrambi appoggiati allo stesso modo. In questo contesto introduci la mitica frase “Caring is not an advantage” che, ormai, per noi sherlockiani è entrata nel mito.
Arriva il giorno dell’incoronazione dell’erede al trono e chi ci fai trovare in biblioteca…
Ovvio che se la connotazione IC di Moriarty l’hai conservata, Sh anche qui dovrà guardarsi da lui, tanto più che ne sembra veramente colpito.
Ed è IC anche questo, secondo me, perché s’intuisce fin dalle prime due mitiche Stagioni BBC che, tra i due consulting, c’è un’attrazione che, sempre per quello che ne penso io, sicuramente è intellettuale ma con “ingerenze” di diversa natura.
Quindi concludi il capitolo, bellissimo, lasciando sul tavolo da gioco un asso inaspettato: Moriarty.
Brava.

Recensore Junior
09/01/20, ore 00:08
Cap. 2:

Poveri Mycroft e Sherlock. All'inizio del capitolo sono l'incarnazione di quanto possano fare male i genitori, pensando di fare bene. Non si possono completamente criticare i sovrani. Non sanno come gestire il potere dell'etere al trono, quindi fanno quello che credono sia giusto. È che così facendo, condannano entrambi i figli alla solitudine e all'isolamento dal resto del mondo.
Bellissima la scena della porta, quando i fratelli si trovano seduti in terra, in posizione speculare. Sherlock non sa che Mycroft sta soffrendo. Non può sapere che quella neve sono le lacrime che il futuro re non può versare.
No, dico... James???? Sherlock incontra James e ne rimane affascinato???? John, corri subito a salvare quell'incosciente di Sherlock dalle grinfie di James!!!!!!!
Ok, avendo visto Frozen (il film Disney) so che esiste il principe cattivo, ma non vedo l'ora che arrivi John.

Recensore Master
06/01/20, ore 11:43
Cap. 2:

Questa atmosfera fatata continua ad incantarmi.
E' incredibile come tu sia passata dalla fredda logica di Shelock e Mycroft a questa dimensione magica, cristallizzata.
Nonostante ciò hai dato a Mycroft il suo carattere freddo e distaccato, ma gli hai aggiunto profondità e dolore, che lo rendono più umano in qualche modo. Sherlock ha invece una connotazione forse più infantile e innocente, anche se una parte della purezza che mostra qui la ritrovo anche nella serie.
Trovo davvero bellissime tante delle descrizioni che fai, da quelle su Arandelle e il suo mutare dall'inverno alla primavera, dall'alterigia di Mycroft e il suo incedere elegante e schivo, ai riccioli di Shelock (come degli stormi di corvi in volo al chiaro del mattino) al corpo nudo bianco come una distesa di neve. Immagini evocative, che riesco a figurarmi senza alcuno sforzo. Anche in questo caso, il contrasto con altre cose che hai scritto è sorprendente.
Sei molto versatile, ed è davvero un grande pregio.

Mi dispiace un poco di non conoscere Frozen, quindi forse perdo alcuni dettagli (non ho capito il perchè della guerra, nè il principe James), ma questo comunque non mi impedisce di apprezzarne lo stile delicato, la forza descrittiva di tante immagini, l'atmosfera fiabesca, i piccoli riferimenti alla serie classica, ai caratteri dei personaggi e alle loro idiosincrasie.

Vale la pena di seguirti :)

Recensore Master
02/01/20, ore 20:50
Cap. 2:

Ciao di nuovo, aspettavo l'aggiornamento e sono contenta che sia già arrivato il capitolo nuovo. Capitolo oltretutto molto interessante, come ogni cosa scritta da te del resto. Devo confessarti che, leggendo le vicende di questi Sherlock e Mycroft, non posso fare a meno di ripensare a Frozen e tanto che le immagini del film mi girano nella mente intanto che leggo questo o quel passaggio. La trasposizione che hai fatto è davvero molto fedele, ci sono alcune diversità ma questo è doveroso. Anche perché adattare il contesto ai personaggi è importantissimo quando si scrive un AU e poi hai fatto delle modifiche davvero minuscole. Quello che mi piace maggiormente e che trovo calzi a pennello con Sherlock e Mycroft (ma anche con la famiglia Holmes in generale) è proprio il rapporto tra i due fratelli. Mycroft è una Elsa perfetta. Lui veste alla perfezione i panni del tormentato erede al trono, gelido all'apparenza che porta su di sé un peso troppo grande. La correlazione con Sherlock BBC e con quanto si viene a sapere della famiglia Holmes nella quarta stagione c'è tutto, anche se ha ovviamente subito delle modifiche. L'assenza di Eurus cambia le cose, ma fino a un certo punto. Il tormento di Mycroft non è lei e il suo nasconderla al fratello, ma è un potere che non è capace di controllare e che una volta ha rischiato di ucciderlo. Un potere che ha ucciso il migliore amico di Sherlock, Barbarossa. Insomma, l'adattamento è a mio avviso a dir poco perfetto. E mi è piaciuto davvero tanto ciò che ho letto finora, anche perché è molto credibile secondo me.

Come dicevo, il rapporto tra Sherlock e Mycroft mi piace specie per come hai delineato le loro differenze caratteriali. Il primo particolare che salta agli occhi è il fatto che Mycroft sia, di fatto, cresciuto con sua madre. Non ha mai visto nessuno da una certa età in avanti e ha praticamente avuto contatti soltanto con una persona che, da come ce la descrivi, non sembra niente se non distruttiva. Questo è importantissimo perché Mycroft, proprio come Elsa ma a mio avviso in maniera molto più tormentata e angosciosa (e questo dipende da una certa indole caratteriale che rende Mycroft molto meno indulgente con se stesso di quanto non possa esserlo Elsa), non ha subito un'influenza positiva. Non ha imparato ad avere un buon rapporto con se stesso o a gestire il proprio potere. Dal film sappiamo che è l'amore che permette a Elsa di gestire i suoi poteri e di controllarli a dovere. Qua ci salta subito agli occhi che Mycroft è invece cresciuto nell'odio, specialmente quello rivolto a se stesso. Odia se stesso per quanto ha fatto, involontariamente, al piccolo Sherlock e a Barbarossa. Odia e ha paura di se stesso e di quanto di incontrollabile c'è dentro di sé. E quindi tiene il mondo a distanza e si detesta. In questo trovo la figura di mamma Holmes estremamente negativa, ma anche quella del padre, che tu ci descrivi come malinconico e che a me è sembrato anche apatico e arreso a e se stesso e agli eventi. Con due figure genitoriali simili, Mycroft non poteva che crescere complessato...

Dall'altra parte abbiamo Sherlock, che come Anna, è davvero un raggio di sole. Mi ha fatto tantissima tenerezza, l'ho amato. Lui crede di essere lui il problema, povera stellina... giustamente, Sherlock è un bambino all'inizio della storia e crede di essere lui il problema. Lui il motivo per cui Mycroft lo evita. Crescendo si nota come la sua concezione delle cose cambi, si convince che è invece Mycroft ad avere un problema con le relazioni. Che si è chiuso al mondo. Anche per questo amo la sua reazione al risveglio, il giorno dell'incoronazione. Solare, curioso e desideroso di capire com'è il resto del mondo, temo che però Sherlock stia finendo col cadere nella rete del principe James (ovviamente un Moriarty perfetto!). E niente... sono curiosissima di capire cosa succederà nei prossimi capitoli. Intanto complimenti.
Alla prossima!
Koa