Ciao mia cara!
Gironzolando nel tuo profilo, mi sono resa conto che mi mancava questo terzo e ultimo capitolo per terminare questa mini-long, quindi ho colto l’occasione al balzo per terminarla.
Devo ammettere che prima di procedere con la lettura, sono andata a vedermi l’equazione di Dirac perché non la ricordavo. Ho trovato veramente interessante che, se due sistemi interagiscono tra di loro per un certo periodo di tempo, quando vengono separati, non si possono più descrivere come due sistemi distinti, ma, in qualche modo, ne divento un unico sistema. Leggendo anche la tua nota autore, mi piace molto l’interpretazione che ne fai tu, utilizzando i sistemi complessi e non le semplici particelle.
Mi piace che, partendo dal presupposto che tutto quello che esiste può essere spiegato con la fisica e la chimica, basta semplicemente studiarla e spingersi oltre, per parlare del salto del vuoto che Aziraphale e Crowley hanno fatto fin dal momento in cui si sono conosciuti. Effettivamente è così: quando conosciamo qualcuno, qualcuno che, in un modo o nel altro, ci stravolgerà la vita, compiamo un vero e proprio salto nel vuoto, non sapendo che cosa ci aspetterà e cosa troveremo una volta atterrati.
Da qui, non si può non pensare alle varie cadute che, per forza o destino, hanno avuto i due personaggi. Ovviamente, la caduta più eclatante di Crowley è avvenuta quando è stato scaraventato giù dal Paradiso ed è diventato un demone, nonostante l’inferno non sia mai stata una vera casa per lui, come invece lo è stata la Terra. Quella di Aziraphale, più che una caduta, è stata proprio una discesa nel Creato, ovviamente molto traumatica e rovinosa di quella del altro.
Naturalmente, durante tutta la storia dell’umanità, hanno continuato a cadere un’infinità di volte, ma il loro legame è andato sempre più a intensificarsi, diventando indissolubile.
Mi piace questo riferimento al nastro di Moebius, per spiegare che le loro esistenze vanno avanti seguendo un sentiero ben delineato, imposte dalle loro nature di angeli e di demoni. Ma, nonostante questo, prima o poi, le loro strade sono comunque destinante a incontrarsi, a rincorrersi, non riuscendo mai a stare veramente lontani.
È bellissimo che, nonostante il luogo dove si trovino, nonostante l’epoca storica, presto o tardi, sono comunque destinati a incontrarsi.
Per questo motivo, hanno dovuto imparare a comprendersi ed accettarsi.
Ormai le loro esistenze sono si sono così aggrovigliate insieme, da aver formato un unico sistema indistinto, che non si può spezzare neanche se si dovessero allontanare per un secolo.
Mi piace che utilizzi l’immagini delle loro mani che si stringono per suggellare la loro scelta per spiegarci quanto ormai le loro vite siano fuse insieme.
È bello vedere come adesso siano diventati l’uno il polo attrattivo dell’altro: se uno cade, anche l’altro lo seguirà.
Mi piace anche l’immagine che utilizzi delle due stelle binarie che percorrono una traiettoria a spirale per spiegare quanto sia forte la loro attrazione, tanto da essere intrinseca nella loro stessa natura.
Ed bello vedere che, alla fine, dopo tutti i secoli che hanno trascorso insieme, arrivano a capire che, il senso dell’esistenza, è proprio l’amore.
È proprio bello come, partendo da qualcosa di concreto e razionale come la fisica e la chimica, si sia arrivato a capire che il senso di tutto è l’amore, forse una delle cose più irrazionali che ci sono.
Questo capitolo mi è piaciuto veramente tanto, tanto da avermi fatto venire quasi la pelle d’oca quando sono arrivata alla fine.
Penso che hai utilizzato alla perfezione l’equazione di Dirac per parlarci di come le esistenze di Aziraphale e Crowley siano unite insieme.
Anche questa volta devo farti i complimenti per la grande maestria con cui hai usato un postulato fisico per parlare di loro due. Si vede chiaramente quanto ami questa coppia e quanto ti piace raccontargli agli altri, e questo si vede benissimo dalla cura che metti nello scrivere di loro e nel uso che fai delle parole.
Spero di poter leggere presto qualcos’altro di tuo perché hai un vero talento.
A prestissimo mia cara,
Jodie |