Recensioni per
Una morte di mille tagli
di heulwen_mai

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 9 (guarda)


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Nuovo recensore
02/02/20, ore 22:27
Cap. 1:

Oscar e André , due nomi che non riescono comunque a rendere riconoscibili questi due individui che racconti . Neanche Agosto 1789 , neanche un mese dopo la decisione , un mese dopo il coronamento di un amore . E questo amore, ora , diventa solo un capriccioso errore da parte di una snob viziata annoiata che è andata a letto con il suo ex attendente nonché sottoposto nei soldati , e ora si rende conto che lei non appartiene a quel mondo di morto di fame .( Il richiamo all'infanzia dove racconti un André portato a casa sua come una sorta di regalo, un giocattolo per lei , che lei non voleva più , capricciosa allora come oggi )
Una storia dove vedresti più una figlia di papà che va a letto con uno sbandato mezzo tossico, si ritrova in una casa occupata/centro sociale e si rende conto che le manca la TV al plasma da 50 pollici e la vista dal suo attico . No, non ci siamo. I personaggi sono talmente stravolti che fanno veramente pena , in tutti i sensi. Provo a vedere come continua , ma già intuisco.
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 05:33 pm)

Recensore Master
02/02/20, ore 16:51
Cap. 2:

Una storia che assomiglia alla trama di un'altra, ma non scritta con la stessa intensità.
La tua Oscar è una donna amara che rimpiange le sue scelte, gli agi e le comodità della propria classe sociale, contro cui ha combattuto.
È legata alla sua divisa quasi fosse il suo unico legame al mondo.
André è un uomo distrutto, compatito dal suo amore, cieco , solo un ubriacone.
Alain che vorrebbe menarla perché si trova a contatto con una nobile snob.
Possibile che vada così di moda stravolgere i personaggi?
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 12:56 pm)

Recensore Veterano
02/02/20, ore 16:15
Cap. 2:

Ciao,
ho letto velocemente i tuoi due capitoli, e giusto per accordare i giudizi degli altri lettori credo anche io che qui c'è un certo "stravolgimento" dei personaggi.

Noto in tutti quanti i personaggi una sorta di insofferenza latente.
Ma soprattutto, una sorta di inconsapevolzza nei due protagonisti.

Oscar ha seguito il popolo, ha scelto di amare André e di lasciare la nobiltà.
Ma qui mi sembra di vedere una donna pentita delle sue scelte.

Una donna che, dopo aver liberato la Francia dall'antico regime, ancora ricorda con triste nostalgia il suo palazzo, i bagni caldi e profumati, le serate al ballo, il suo pianoforte, le conversazioni davanti al the e le lunghe cavalcate.

Ma la cosa più strana è questa ossessione per la divisa: perché?

Oscar durante le scene dell'anime sapeva bene che la rivoluzione avrebbe portato ad una guerra civile: cosa credeva di trovare, al comando della Guardia cittadina?
Prodi battaglie e combattimenti eroici al fronte? Forse per quelle cose doveva arruolarsi nell'esercito!
Qui siamo a Parigi!

Spendo poche parole per André, il quale somiglia più a un apatico infermo che ad un uomo innamorato.

Praticamente qui vediamo tutta la passione d'amore della notte delle lucciole svanire nel nulla.
Due giorni prima questo due innamorati si erano giurati fedeltà e amore in un boschetto.
Adesso vediamo solo un uomo e una donna che vanno avanti di inerzia e ripensamenti.

Dove sono finiti i personaggi veri?
(Recensione modificata il 02/02/2020 - 04:17 pm)
(Recensione modificata il 02/02/2020 - 04:18 pm)

Recensore Master
02/02/20, ore 16:04
Cap. 2:

Oscar forse non si rende conto che cercano di salvarla, spacciandola per morta; ma ha ragione: la scelta è sua, avrebbero dovuto almeno dirglielo.

Recensore Master
02/02/20, ore 15:57
Cap. 2:

Ciao heulwen_mai, devo dire che sono sempre più sconcertata dal comportamento di Oscar che vede coloro che le stanno appresso solo come dei carcerieri senza porsi la domanda sul perché stiano agendo in questa maniera. Lei per il momento si vede solo in trappola, con un odio profondo verso tutti che sta montando sempre più. Sembra non ricordare più cosa e chi siano state le persone che la attorniano e che fino a poco tempo prima ascoltava con trasporto, mentre ora quelle stesse persone nel bene o nel male si stanno occupando e preoccupando per lei. Mi fa male leggere i sentimenti che albergano nella mente frastornata di Oscar nei confronti di André, pare non rammentare più nulla di ciò che è stato per lei, di cosa hanno vissuto insieme negli anni e in particolar modo cosa hanno deciso di condividere facendo la scelta di smarcarsi dalla nobiltà e combattere per la libertà e l’uguaglianza del popolo. Quella che sembrava una libera scelta pare essere diventata una costrizione a vivere una vita non sua e quel che è peggio a rimpiangere la vita che aveva prima con tutto ciò che comportava. L’unico desiderio cui ultimamente anela è il poter indossare la sua vecchia divisa, che sembra essere divenuta una ragione di vita, per poterci essere seppellita, perché è questo quello che pensa, che presto o tardi morirà e potrà così andarsene da quel mondo che non sente per nulla suo e del quale comprende di non riuscire a farne parte. Anche verso Alain, cui ha sempre guardato con rispetto, in questo frangente prova un senso di fastidio perché forse inconsciamente gli dà ragione per le rimostranze che le fa quando parla male di André come mai avrebbe potuto pensare che avrebbe fatto. Rosalie, in questo passaggio, risalta per risolutezza, da donna pratica quale è diventata, cercando di far sentire la sua voce sopra tutte le altre che la circondano ma che parlando non dicono nulla. Poi casualmente le giungono alle orecchie le parole di Bernard che annuncia la morte di Oscar de Jarjayes e qualcosa in lei si ribella: lei è viva, non è ancora morta, e tutti coloro che cercano di zittirla non hanno capito ciò che lei vuole, ma vogliono al contrario decidere per lei credendo di farle un favore. Ma decisamente Oscar non può accettare questa situazione poiché i contorni sono ancora non ben delineati. Sono curiosa di sapere dove vuoi condurci con questa narrazione cruda e disincatata, ma spero di poter rivedere i personaggi nella loro autenticità che momentaneamente vivono in una bolla di delusione e di sconfitte personali. A presto.

Nuovo recensore
25/01/20, ore 13:22
Cap. 1:

La prima cosa che voglio dirti è che scrivi molto bene. Sono rimasta conquistata dal tuo stile narrativo e per questo ti faccio i miei complimenti.
Ho però trovato la caratterizzazione dei personaggi estrema, in negativo. La scelta di Oscar di unirsi al popolo con André è diventata una gabbia opprimente dalla quale lei sembra voler fuggire per tornare a quella che tu definisci la sua vera vita, quella da nobile.
Non sarà sicuramente una storia facile, ma proprio perché c'è una grande abbondanza di storie facili anche fino all'inverosimile, la seguirò per capire come la svilupperai.
Buona giornata

Recensore Master
20/01/20, ore 23:49
Cap. 1:

Buona serata,
Avevo iniziato a il primo capitolo, nonostante le tante svariate versioni lette sull' argomento post 14 luglio .
Mi sono incuriosita ma non continuerò la lettura.
Più tragica del manga, è difficile da mandar giu'questi character di Oscar e André sopravvissuti
Dicevo, non continuerò la lettura , anche perché se non ricevo risposta della mia recensione, non leggo più l' Autore.
Peccato. Buonanotte
(Recensione modificata il 20/01/2020 - 11:59 pm)

Nuovo recensore
19/01/20, ore 00:46
Cap. 1:

La tua storia è ben scritta e mi incuriosisce, e per questo l'ho messa tra le seguite, ma non mi sento ancora di lasciare un'opinione completamente positiva. Attendo. Voglio prima capire come evolveranno i personaggi; perché, paradossalmente, io mi aspetto che Oscar torni ad essere Oscar e André si faccia riconoscere. Perché in questo racconto non sono pienamente credibili, non sono loro.
Apprezzo il realismo: la loro era una situazione durissima, erano "malati", figli di un tempo altrettanto difficile, feroce, doloroso, e davanti a loro si apriva un futuro incerto. Me lo sono chiesta anch'io molte volte: come avrebbero affrontato le sfide di una nuova vita insieme? La Ikeda li ha fatti morire. A me, invece, piace pensare che Oscar e André erano "tosti", non avevano paura del rigore, del sacrificio, di una vita che avrebbe loro sottratto qualcosa (comodità, privilegi, benessere...), perché avevano dentro passione e ideali e tutta la forza di un tenace poderoso amore. Il loro, poi, non era un sentimento romantico, si conoscevano bene, anche negli aspetti più torbidi della loro personalità. Avevano già affrontato la prova della vita, sperimentando reciproci tradimenti, delusioni, ferite, egoismi. Certo, sarebbero cambiati ancora ma, secondo me, rimanendo sempre fedeli a se stessi.
Questa, ovviamente, è la mia visione, la tua, sicuramente, sarà diversa, ma anche in questo caso ti auguro buona continuazione.

Recensore Junior
18/01/20, ore 18:52
Cap. 1:

La domanda è una sola: perché?  
La elaboro: perché concedere loro di sopravvivere alla presa della Bastiglia per poi descriverceli così?
Una storia che ce li raffigura irriconoscibili perché scippati della loro umanità, dove sopravvissuti e malati non servono più a nessuno, neanche a se stessi.

Sto cercando di capire quale potrebbe essere stato il punto di rottura, questa  Oscar è palesemente cosciente della possibilità di poter morire ma questa non dovrebbe essere una novità o una “epifania” per un soldato quale ella è; la morte è sempre stata dietro l’angolo e non credo che Oscar abbia mai pensato di andare a fare una scampagnata sotto la Bastiglia quando vi ha puntato i cannoni contro.
Cos’è che la rende improvvisamente così incapace e malata da non poter decidere, ella stessa, quale sarà la via della sua salvezza fosse anche soltanto il luogo dove andrà a morire?
È un controsenso per una come Oscar che è sempre stata risoluta ed in grado di prendere qualsiasi decisione giusta o sbagliata che fosse, essere dipinta così, malata non solo nel fisico ma nello spirito, anche quello morto e sepolto! 
Non ho capito e non accetto quel pensiero espresso in quella sorta di ricordo-sogno-limbo in cui Oscar si ritrova ad inizio capitolo dopo essere stata colpita e forse in bilico tra vita e morte, cioè quell’anelare ad andare a fondo ed annegare. 
Non la riconosco nel pensiero di morte perché fino alla fine, all’indomani della “notte delle lucciole”, il cartone ci mostra un’alba tersa dove loro vanno incontro al nuovo giorno, ad un futuro migliore consapevoli del loro amore e di contribuire al grande cambiamento. 
In tal senso credo di non dover ricordare a nessuno in questo fandom il discorso consapevole, sincero, volitivo e di speranza di Oscar ai suoi soldati.
La loro decisione è conscia e non dettata da cecità e tubercolosi. Quando lei è con lui si sente di vivere!
Ora non può ritrovarsi delusa di essere sopravvissuta e di averlo fatto con André. Può sentirsi incerta e spaesata ma il suo punto di forza dovrebbe essere André! Lui è lì ed è vivo!
Ed invece no, André è descritto come un ossimoro ambulante.
È un peso per Oscar quando invece è sempre stato la sua forza e, anche adesso che è “inutile” nella “consapevolezza” della propria “inutilità”, ha la voglia e la forza di volerla salvare, lei che non lo vuole e che immagina di morire con quella divisa addosso che lui crudelmente le sottrae per mancanza di fiducia, con un sotterfugio infantile e l’appoggio di chi, come lui, reputa accettabile lasciarla umiliata ed in camicia!
L’immagine di André nascosto dietro la bottiglia la trovo esagerata e non calzante, richiama quella di un alcolizzato e non mi sembra questa fosse e sia la patologia di André.

Non mi è piaciuto neanche il distinguo fatto tra i “congedati” Alain ed André e il “disertore ” Oscar. La colpa è la stessa, l’unica differenza è la nobiltà di Oscar, ai tre forse spetteranno pene differenti per la medesima colpa ma non annullerei quel primo elemento di Uguaglianza non scritta che li unisce nello stesso gesto. 
Un po’ alla volta, pezzo per pezzo, a me sembra che si stiano sottraendo a questa storia, in un processo di smembramento, tutti i suoi  capisaldi e le caratteristiche fondamentali che l’hanno resa magnifica ed immortale.

Concludo il commento annotando e lodando lo stile pulito e scorrevole con cui il capitolo è scritto ma non scevro di qualche sparuto refuso.

Fiammetta1372

Recensore Master
18/01/20, ore 07:11
Cap. 1:

Innanzitutto, bentornata!

Ciò che ho percepito dalla lettura di questa storia è un sotterraneo e strisciante risentimento di Oscar verso André. Oscar, tutto sommato, voleva morire, con la spada in mano e la divisa indosso, inseguendo un sogno di gloria o, perlomeno, di liberazione. Per ascoltare e accontentare André, si è tirata indietro e, ora, Hulin le ha rubato la gloria e Rosalie la divisa. La tengono tutti lontana da quella divisa, quando l'unica cosa che lei vorrebbe è di morirci dentro e di esserci seppellita, perché è tutto il mondo di lei, l'unico che lei vuole ed è anche l'unico legame che le è rimasto con la vita di prima. La divisa, però, è in mano a Rosalie che non finisce mai di rammendarla, quasi fosse una novella tela di Penelope.
André l'ha salvata, così come la salvò dal lago, tanti anni prima, ma anche quella salvezza giunse, tutto sommato, indesiderata, perché la morte l'avrebbe, sì, privata di un vago e inafferrato sogno di gloria, ma l'avrebbe anche salvata da un destino pesante, assurdo, nebuoloso e paradossale e dalle irrealizzabili e folli aspettative paterne.
André percepisce questo risentimento, questo vago rifiuto, questo afflosciarsi del neonato e agognato amore e si rifugia nel bere, dimagrendo, rimpicciolendosi (Soltanto fisicamente? Anche nella considerazione di lei?) e scomparendo. Lei ne nota la magrezza mentre prima si era soffermata sul bel corpo e ha un'epifania: non lo vuole più, così come non lo volle più trent'anni prima, avendolo visto magro, sporco e piagnucoloso.
Indietro, però, non si torna. La casa di Alain è una topaia, teatro di due morti, una per rifiuto di vita e un'altra simile a quella che toccherà a lei. Gli amici la tengono prigioniera, loro sono congedati, Hulin è un eroe o un infame, a seconda di quello che deciderà la storia mentre lei è, sicuramente, una disertrice, per giunta senza divisa e senza spada.
Il risveglio dai sogni è sempre amaro e deludente, quando il Principe Azzurro di cui ci si è invaghiti e ubriacati si trasforma in una vecchia giacca afflosciata, persa dietro una bottiglia e ci si ritrova nella grottesca situazione in cui una tisica deve fare da occhi a un cieco.
Inseguiva la libertà, Oscar, salvo, poi, scoprire di avere ottenuto una prigione: una casa squallida, un futuro incerto in una piccola proprietà lontana che funge da cimitero a due donne, una malattia debilitante e una lenta morte per consunzione. La libertà, paradossalmente, era quella che aveva prima e a cui ha dato frettolosamente un calcio, nella sua vecchia vita di solo due settimane prima, con i suoi genitori, i suoi spartiti, i suoi strumenti musicali, il suo salottino, la torretta, i cavalli, il panorama di Versailles e le bevande.
Ha dato un calcio a tutto, persino all'unica uscita di scena rapida, dignitosa e quasi indolore e tutto per accontentare André. André voleva vivere con lei e lei, per ascoltarlo, si è autocondannata a quel supplizio e, ora, ce l'ha con lui e non lo vuole più. L'unica cosa che vorrebbe è essere seppellita con la sua divisa, ma anche quell'unica consolazione le è stata tolta dal fidanzato e dagli amici che, per troppo amore, per regalarle qualche giorno in più (che lei non vuole) e perché vedono le cose da una diversa prospettiva, la tengono prigioniera e seminuda, diventandone, di fatto, gli aguzzini.

Recensore Master
16/01/20, ore 14:29
Cap. 1:

Mi piace questo inizio: Oscar si ritrova in una vita all'improvviso stravolta, e le premure dei suoi amici per proteggerla diventano prigioni.

Recensore Junior
15/01/20, ore 21:11
Cap. 1:

Ciao, che bella presentazione! Per quel poco che ho letto sono davvero molto interessata a leggere i prossimi capitoli, non scrivo molto altro perchè ho bisogno di leggere altri capitoli per farmi un'idea ben precisa, comunque complimenti! Voglio aggiungere solo una cosa, ma è solamente il mio punto di vista quindi non prenderla come un'offesa, non è la mia intenzione davvero. Non riesco a immaginare un'Oscar che considera Andrè come un peso, quasi inutile, soprattutto alla luce dei loro sentimenti reciprocamente confessati. Forse nelle sue condizioni è certamente comprensibile vedere il mondo in maniera cupa, non so, immagino lo scoprirò nelle prossime puntate ;) a presto!

Recensore Master
15/01/20, ore 19:00
Cap. 1:

Potente!
Era da un bel po' di tempo che non si riaffacciava una nuova ff di questo genere...
Ne sono più che felice!!!
Ancora più felice mi capiterà di essere se ti riuscirà di non abbandonare il campo troppo presto, come
purtroppo hanno fatto le autrici di altri splendidi scritti di questo tipo.
Ci hai raccontato solo a grandi linee la dinamica delle sopravvivenze dei nostri eroi, Andrè addirittura
esentato dall' incontro con una palla di moschetto disgraziata, ma solo per un attacco (inteso come
partenza del racconto) del genere meriti tutti i più sinceri complimenti.
Finalmente un' altra Parigi rivoluzionaria del tutto credibile, così orribilmente adorabile!
Mi raccomando, non cambiare registro (ma chiesto in tutta umiltà).
Ti inserirei già stasera fra i miei preferiti, ma non vorrei anticipare troppo i tempi.
Attendo con vivo interesse la tua seconda pubblicazione.
Un affettuoso saluto

Recensore Master
15/01/20, ore 17:51
Cap. 1:

Gentile Autrice, ho appena finito di leggere questo primo capitolo del tuo racconto e sono rimasta sconcertata per la durezza che vi ho scorto; non riesco a ritrovare i due innamorati che avevano affrontato la battaglia consapevoli di quello a cui sarebbero andati incontro ma così pieni di ideali e di loro stessi appena scoperto il sentimento profondo che legava l’uno all’altra. Ovviamente date le condizioni di salute di tutti e due non si poteva presupporre per loro un futuro sereno e florido, lontano dai tumulti, ma in queste righe ho letto da parte di Oscar una amarezza profonda per la condizione di sopravvissuta che si trova a vivere dovendo sopportare oltre che il suo fardello dovuto alla malattia che non le dà respiro anche quello di Andrè ormai quasi completamente cieco in un ambiente che non può riconoscere come suo. Come ha scritto perfettamente Ardesis che mi ha preceduto nel commentare questo tuo lavoro sarà una autentica doccia fredda che ahimé farà soffrire date queste premesse che sono rese ancora più forti dal tuo stile di scrittura forse volutamente essenziale che ti lascia percepire l’atmosfera che si respira e quale sia realtà che tutti loro stanno vivendo. Non so se riuscirò a commentare ma certamente cercherò di seguire la storia. Un caro saluto e complimenti per il coraggio di affrontare senza fronzoli un loro ipotetico post 14 luglio.

Recensore Junior
15/01/20, ore 17:13
Cap. 1:

Ho appena finito di leggere questo primo capitolo e lascio subito due righe di commento, partendo da una premessa: obiettivamente una favola d’amore tra un cieco e una tisica nel pieno della Rivoluzione non sarebbe stato l’idillio che un po’ tutti avremmo voluto vedere. In effetti la realtà era quella che era, cruda e inevitabilmente tragica. A ben pensarci, per quanta tristezza ci abbia lasciato il finale originale, i proiettili che li hanno uccisi sono stati quasi un atto provvidenziale di compassione, date le premesse che non lasciavano spazio alla speranza. Bernard stesso (mi sembra fosse lui) nell’ultimo episodio ammette che per loro sia stato meglio così.
Ecco, non penso che mi sia mai capitato di leggere una versione così disincantata di un ipotetico post 14 luglio e devo dire che mi interessa molto. Inoltre scrivi davvero bene, quindi non mi importa se questa storia mi farà “soffrire”. Ho l’impressione che sarà una doccia fredda eppure la inserisco subito nelle seguite

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