Recensioni per
Una morte di mille tagli
di heulwen_mai

Questa storia ha ottenuto 30 recensioni.
Positive : 21
Neutre o critiche: 9 (guarda)


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Recensore Veterano
20/10/20, ore 20:30
Cap. 3:

Oscar che sputa in faccia ad André e gli chiede di farsi usare "solo per i suoi comodi" non l'avevo mai letta.
Una Oscar terribilmente fredda anche nei loro momenti di intima passione, insensibile di fronte all'impegno di lui nel proteggerla dalla perisolosa Rivoluzione.

Mi dispiace dirlo, fatico a riconoscere questi due protagonisti che hanno tutto fuorché tenerezza, amorevolezza e affinità reciproca, perlomeno per le poche righe che ho letto.
Ma mi chiedo più che altro: il messaggio della tua storia qual è?
Che sembianze vorresti dare a questi personaggi?
Cosa vorresti descrivere?

Me lo chiedo solo perché mi sembra di vedere semplicemente una ordinaria coppia di due esseri umani, insoddisfatti, litiganti e polemici, nominati Oscar lei e André lui.
Ma la leggendaria Oscar e il tenero André di Ryoko Ikeda non riesco a vederli.

Per il resto, ti faccio i complimenti sia per l'impegno, che per la stesura perché il tuo linguaggio è davvero molto corretto e scorrevole.

 

Recensore Veterano
17/10/20, ore 21:41
Cap. 3:

Una storia che stravolge e imbruttisce all'inverosimile personaggi che non meritano questo trattamento.
Per quanto potesse essere difficile un futuro per i nostri protagonisti non si sarebbero mai ridotti a due irriconoscibili rottami senz'anima.
Non trovo veramente nulla da poter salvare in questo racconto.

Nuovo recensore
16/10/20, ore 23:09
Cap. 3:

Premetto che ammiro e rispetto chiunque voglia portare un proprio contributo a questa Sezione però, mi permetto di dissentire : Oscar potrebbe prendere qualunque decisione ma sicuramente non quella di voler tornare a Palazzo Jarjayes.
Non riesco a ritrovare Oscar

Recensore Master
03/02/20, ore 08:20
Cap. 1:

Ho tenuto in sospeso la mia opinione l'altra volta, aspettando di vedere come evolveva la storia. Ora te ne metto a parte, più che altro perché un paio di dettagli mi hanno fatto pensare che il proseguo possa prendere una piega ancora più negativa.
Credo che tutte quante noi abbiamo immaginato un post 14 luglio con i nostri sopravvissuti alla presa della Bastiglia ma pur mettendo in conto una situazione non facile per via delle molteplici difficoltà (la tisi di Oscar, la cecità incombente di Andrè, Parigi in subbuglio) nessuno avesse immaginato personaggi così esasperati nella loro inadeguatezza a ricoprire i ruoli a cui le loro decisioni li hanno condotti.
Provo a spiegarmi meglio: ci potrebbe stare un po' di smarrimento da parte di entrambi per la perdita improvvisa di tutto ciò che, fino a poche ore prima era stato il loro mondo ma tu li esasperi sino al parossismo: Oscar è una donna che non fa altroché compatirsi e rimpiagere ciò che era (o almeno io questo leggo nella sua ossessione per la divisa) preda, probabilmente non del tutto accondiscendente, dei desideri di Andrè (questo mi suggerisce la sua riflessione circa il fatto che i vestiti puliti Andrè probabilmente glieli avrebbe fatti togliere). Andrè è divenuto di fatto un alcolizzato che fatica a reggersi in piedi ed Alain un figuro non ben definito che dà della stronz* ad Oscar.
Diciamo che, pur imponendomi di leggere con mente aperta faccio un po' fatica a ritrovare l'uomo e la donna che hanno lasciato tutto per amore, il loro e quello per la giustizia.
Ti lascio un giudizio neutro perché ancora, malgrado tutto, questa storia mi "parla" e questo mi fa sperare in una svolta che cambi decisamente le carte in tavola.
Alla prossima.
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 08:33 am)
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 08:36 am)

Nuovo recensore
02/02/20, ore 22:27
Cap. 1:

Oscar e André , due nomi che non riescono comunque a rendere riconoscibili questi due individui che racconti . Neanche Agosto 1789 , neanche un mese dopo la decisione , un mese dopo il coronamento di un amore . E questo amore, ora , diventa solo un capriccioso errore da parte di una snob viziata annoiata che è andata a letto con il suo ex attendente nonché sottoposto nei soldati , e ora si rende conto che lei non appartiene a quel mondo di morto di fame .( Il richiamo all'infanzia dove racconti un André portato a casa sua come una sorta di regalo, un giocattolo per lei , che lei non voleva più , capricciosa allora come oggi )
Una storia dove vedresti più una figlia di papà che va a letto con uno sbandato mezzo tossico, si ritrova in una casa occupata/centro sociale e si rende conto che le manca la TV al plasma da 50 pollici e la vista dal suo attico . No, non ci siamo. I personaggi sono talmente stravolti che fanno veramente pena , in tutti i sensi. Provo a vedere come continua , ma già intuisco.
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 05:33 pm)

Recensore Master
02/02/20, ore 16:51
Cap. 2:

Una storia che assomiglia alla trama di un'altra, ma non scritta con la stessa intensità.
La tua Oscar è una donna amara che rimpiange le sue scelte, gli agi e le comodità della propria classe sociale, contro cui ha combattuto.
È legata alla sua divisa quasi fosse il suo unico legame al mondo.
André è un uomo distrutto, compatito dal suo amore, cieco , solo un ubriacone.
Alain che vorrebbe menarla perché si trova a contatto con una nobile snob.
Possibile che vada così di moda stravolgere i personaggi?
(Recensione modificata il 03/02/2020 - 12:56 pm)

Recensore Veterano
02/02/20, ore 16:15
Cap. 2:

Ciao,
ho letto velocemente i tuoi due capitoli, e giusto per accordare i giudizi degli altri lettori credo anche io che qui c'è un certo "stravolgimento" dei personaggi.

Noto in tutti quanti i personaggi una sorta di insofferenza latente.
Ma soprattutto, una sorta di inconsapevolzza nei due protagonisti.

Oscar ha seguito il popolo, ha scelto di amare André e di lasciare la nobiltà.
Ma qui mi sembra di vedere una donna pentita delle sue scelte.

Una donna che, dopo aver liberato la Francia dall'antico regime, ancora ricorda con triste nostalgia il suo palazzo, i bagni caldi e profumati, le serate al ballo, il suo pianoforte, le conversazioni davanti al the e le lunghe cavalcate.

Ma la cosa più strana è questa ossessione per la divisa: perché?

Oscar durante le scene dell'anime sapeva bene che la rivoluzione avrebbe portato ad una guerra civile: cosa credeva di trovare, al comando della Guardia cittadina?
Prodi battaglie e combattimenti eroici al fronte? Forse per quelle cose doveva arruolarsi nell'esercito!
Qui siamo a Parigi!

Spendo poche parole per André, il quale somiglia più a un apatico infermo che ad un uomo innamorato.

Praticamente qui vediamo tutta la passione d'amore della notte delle lucciole svanire nel nulla.
Due giorni prima questo due innamorati si erano giurati fedeltà e amore in un boschetto.
Adesso vediamo solo un uomo e una donna che vanno avanti di inerzia e ripensamenti.

Dove sono finiti i personaggi veri?
(Recensione modificata il 02/02/2020 - 04:17 pm)
(Recensione modificata il 02/02/2020 - 04:18 pm)

Nuovo recensore
19/01/20, ore 00:46
Cap. 1:

La tua storia è ben scritta e mi incuriosisce, e per questo l'ho messa tra le seguite, ma non mi sento ancora di lasciare un'opinione completamente positiva. Attendo. Voglio prima capire come evolveranno i personaggi; perché, paradossalmente, io mi aspetto che Oscar torni ad essere Oscar e André si faccia riconoscere. Perché in questo racconto non sono pienamente credibili, non sono loro.
Apprezzo il realismo: la loro era una situazione durissima, erano "malati", figli di un tempo altrettanto difficile, feroce, doloroso, e davanti a loro si apriva un futuro incerto. Me lo sono chiesta anch'io molte volte: come avrebbero affrontato le sfide di una nuova vita insieme? La Ikeda li ha fatti morire. A me, invece, piace pensare che Oscar e André erano "tosti", non avevano paura del rigore, del sacrificio, di una vita che avrebbe loro sottratto qualcosa (comodità, privilegi, benessere...), perché avevano dentro passione e ideali e tutta la forza di un tenace poderoso amore. Il loro, poi, non era un sentimento romantico, si conoscevano bene, anche negli aspetti più torbidi della loro personalità. Avevano già affrontato la prova della vita, sperimentando reciproci tradimenti, delusioni, ferite, egoismi. Certo, sarebbero cambiati ancora ma, secondo me, rimanendo sempre fedeli a se stessi.
Questa, ovviamente, è la mia visione, la tua, sicuramente, sarà diversa, ma anche in questo caso ti auguro buona continuazione.

Recensore Junior
18/01/20, ore 18:52
Cap. 1:

La domanda è una sola: perché?  
La elaboro: perché concedere loro di sopravvivere alla presa della Bastiglia per poi descriverceli così?
Una storia che ce li raffigura irriconoscibili perché scippati della loro umanità, dove sopravvissuti e malati non servono più a nessuno, neanche a se stessi.

Sto cercando di capire quale potrebbe essere stato il punto di rottura, questa  Oscar è palesemente cosciente della possibilità di poter morire ma questa non dovrebbe essere una novità o una “epifania” per un soldato quale ella è; la morte è sempre stata dietro l’angolo e non credo che Oscar abbia mai pensato di andare a fare una scampagnata sotto la Bastiglia quando vi ha puntato i cannoni contro.
Cos’è che la rende improvvisamente così incapace e malata da non poter decidere, ella stessa, quale sarà la via della sua salvezza fosse anche soltanto il luogo dove andrà a morire?
È un controsenso per una come Oscar che è sempre stata risoluta ed in grado di prendere qualsiasi decisione giusta o sbagliata che fosse, essere dipinta così, malata non solo nel fisico ma nello spirito, anche quello morto e sepolto! 
Non ho capito e non accetto quel pensiero espresso in quella sorta di ricordo-sogno-limbo in cui Oscar si ritrova ad inizio capitolo dopo essere stata colpita e forse in bilico tra vita e morte, cioè quell’anelare ad andare a fondo ed annegare. 
Non la riconosco nel pensiero di morte perché fino alla fine, all’indomani della “notte delle lucciole”, il cartone ci mostra un’alba tersa dove loro vanno incontro al nuovo giorno, ad un futuro migliore consapevoli del loro amore e di contribuire al grande cambiamento. 
In tal senso credo di non dover ricordare a nessuno in questo fandom il discorso consapevole, sincero, volitivo e di speranza di Oscar ai suoi soldati.
La loro decisione è conscia e non dettata da cecità e tubercolosi. Quando lei è con lui si sente di vivere!
Ora non può ritrovarsi delusa di essere sopravvissuta e di averlo fatto con André. Può sentirsi incerta e spaesata ma il suo punto di forza dovrebbe essere André! Lui è lì ed è vivo!
Ed invece no, André è descritto come un ossimoro ambulante.
È un peso per Oscar quando invece è sempre stato la sua forza e, anche adesso che è “inutile” nella “consapevolezza” della propria “inutilità”, ha la voglia e la forza di volerla salvare, lei che non lo vuole e che immagina di morire con quella divisa addosso che lui crudelmente le sottrae per mancanza di fiducia, con un sotterfugio infantile e l’appoggio di chi, come lui, reputa accettabile lasciarla umiliata ed in camicia!
L’immagine di André nascosto dietro la bottiglia la trovo esagerata e non calzante, richiama quella di un alcolizzato e non mi sembra questa fosse e sia la patologia di André.

Non mi è piaciuto neanche il distinguo fatto tra i “congedati” Alain ed André e il “disertore ” Oscar. La colpa è la stessa, l’unica differenza è la nobiltà di Oscar, ai tre forse spetteranno pene differenti per la medesima colpa ma non annullerei quel primo elemento di Uguaglianza non scritta che li unisce nello stesso gesto. 
Un po’ alla volta, pezzo per pezzo, a me sembra che si stiano sottraendo a questa storia, in un processo di smembramento, tutti i suoi  capisaldi e le caratteristiche fondamentali che l’hanno resa magnifica ed immortale.

Concludo il commento annotando e lodando lo stile pulito e scorrevole con cui il capitolo è scritto ma non scevro di qualche sparuto refuso.

Fiammetta1372