Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Junior
07/08/22, ore 02:57

Mi è piaciuta questa ricostruzione alternativa che hai fatto della distruzione della Bastiglia.
Oscar ed i soldati la cingono d’assedio, lei come al solito con la spada sguainata, ma per sottrarla non al re bambino, ma alla follia di Saint Just che ha deciso di farsi esplodere portandosi dietro tutta la città.
Mi sono piaciute le caratterizzazioni dei personaggi, dal paranoico e disumano Robespierre, alle prese con la santa inquisizione e con la morte dolorosa della sorella, al rozzo e schietto Danton, fino ad arrivare al folle ed esaltato Saint Just ed al “normale” Augustin de Robespierre.
Robespierre è arrivato al capolinea, è divorato dalla paranoia, sospetta anche dei muri e si è separato persino dall’adorato cane perché i suoi abbai gli urtavano i nervi. L’inquisizione gli è addosso e la morte della sorella gli ha mostrato che anche lui è fallibile e che, pur ritenendosi incorruttibile, è in grado di commettere le peggiori ingiustizie come tutti gli altri. E’ un uomo comune suo malgrado.
Mi è piaciuto in tutto ciò vedere come la gentilezza e l’umanità di Oscar abbiano ammansito la fiera che era nel giacobino, salvandole la vita mentre la ruvidezza di Danton che usa parolacce e toni perentori ha fatto scattare la molla finale e più tragica.
Ho adorato il dialogo tra Saint Just e Danton. Il secondo è un uomo corpulento e sgraziato, ma con un maggiore spirito di sopravvivenza. Egli dice senza mezzi termini a Saint Just che le sue sono le idee di un folle e che tra lui e Théroigne de Méricourt hanno rinchiuso in manicomio la persona sbagliata.
Mi è piaciuta la strategia di Oscar, aprire una breccia nella torre per annacquare i barili e renderli inservibili, con i mortai che fanno da copertura ed è straordinario il crescendo di emozioni e di eventi che hanno portato ad un ingresso in stile “arrivano i nostri” (l’artiglieria pesante de Les Invalides preceduta dal messo della regina) ed alla deflagrazione finale con quella Bastiglia che viene giù in un’immensa nuvola di polvere e di detriti mentre Oscar e gli altri corrono via verso la salvezza.
Stupenda questa compagnia della rosa bianca che si ritrova un’altra volta per salvare la vita ai parigini.
Coinvolgente e molto umano è Augustin de Robespierre che tenta di salvare il salvabile, purché voglia essere salvato ed il fratello non vuole, rinchiuso com’è in se stesso e rifiutando ogni forma di contatto umano. Spiazzante e di forte impatto scenico è il brano in cui Augustin de Robespierre entra nello studio del fratello e scopre i cadaveri.
Alla fine tutto è andato a posto e sebbene per vie traverse, hai riportato ogni cosa nei binari. La Bastiglia, rimasta in piedi nel 1789, è stata rasa al suolo in modo rocambolesco e Robespierre e Saint Just non sfuggono al loro fato del 28 luglio 1794, ma vanno incontro al tristo mietitore non grazie alla democrazia egualizzante della ghigliottina, ma in modo diverso e congeniale al modo di essere di ognuno di loro.
Il capitolo si conclude con la vittoria dei “buoni”, ma pur sempre con una nota amara. Alain non ci è proprio riuscito a perdonare se stesso per l’uccisione – da lui non voluta – del cugino e partirà volontario in guerra per dimenticare ed espiare, non prima di avere affidato le sue donne alle cure solerti e discrete di Oscar e di André.
Un capitolo coinvolgente e strepitoso che chiude un’epoca. Resto in attesa del prossimo che ne aprirà un’altra.
Green Tourmaline

Recensore Master
04/04/21, ore 08:13

Quando ho letto "Maximilien, aprite! Sono Augustin!" per un attimo ho pensato che il padre di Oscar gli volesse parlare e che questi due avessero un trascorso. Sarebbe stato divertente :)
Il capitolo è ricco, come ci ha ormai abituato: torna alla carica Saint Just, occupa la Bastiglia, Oscar organizza un piano per espugnarla, la Storia si ripete, ma suppergiù.
Oscar è proprio in grande spolvero :)

Robespierre è in crisi, ma prima fa fuori le sue vittime illustri - la Storia se la ride.
Alain si arruola - Eroica?

Scrivi bene e la lettura scorre piacevolmente. L'osservazione che posso fare (e non farò più) è che ogni puntata è sempre autoconclusiva - hai 2000 trame e potresti farne una saga :)

Recensore Master
09/02/21, ore 10:16

Ciao Agrifoglio. In questo capitolo i protagonisti sono Robespierre e Saint-Just. Mi è piaciuta l'alternanza nel descrivere la loro fine. Ora inizierà una nuova parte della storia e sono curiosa di vedere cosa accadrà e quali personaggi ci saranno. Credo che la scelta fatta da Alain abbia un significato che scopriremo in seguito. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 09/02/2021 - 10:18 am)

Recensore Master
06/08/20, ore 00:21

Un capitolo incentrato su Robespierre che, a questo punto, mi ha fatto veramente molta pena. La sorella non mentiva, non era incinta, era il tumore al fegato ad ingannare.
Hai descritto davvero bene il suo stato d'animo che lo porta a chiudersi in sé stesso e a diventare assassino, prima, e suicida, poi. Nemmeno il fratello può più fare nulla per lui.
Intanto la Bastiglia viene presa e André salva Oscar da morte certa sotto una scarica di proiettili, cosa che invece avviene realmente altrove, come noi sappiamo.
Alain è talmente pieno di rimorso da preferire la guerra alla sua vita che non è più la stessa, ormai.

Recensore Master
10/02/20, ore 14:53

Ho finalmente letto questo capitolo qualche giorno fa e, dopo averlo fatto ben decantare, posso dire a ragione che è uno dei tuoi che mi è più piaciuto.
Ricorderai il mio iniziale scetticismo per la tua virata verso l'ucronia... ebbene, ormai mi sono più che ricreduta! Pur lavorando di fantasia, ho apprezzato e trovato verosimile la rilettura dell'assalto alla Bastiglia, con la fine ''scoppiettante '' di Saint Just, senza dimenticare il profondo spessore e la discesa verso l'inferno di Robespierre, che non trova la morte per mano dei suoi oppositori, ma un po' come nella realtà storica ( in cui fu vittima del sistema da lui creato), viene fagocitato da se stesso, come risultato dei propri errori e della propria intransigenza.
In tutto ciò, la Leonessa si dimostra tale fino in fondo, dando prova delle sue abilità di stratega e soldato, in uno dei brani più rocamboleschi e cinematografici della tua storia.
A proposito, leggo che qui si conclude la seconda parte... aspetto con curiosità la futura evoluzione, in uno scenario quanto mai incerto.
Un saluto
Silvia
PS come non ricordare il crollo del tempio? Sono orfana del Trono di spade!
(Recensione modificata il 10/02/2020 - 02:55 pm)

Recensore Veterano
20/01/20, ore 23:19

Mia cara madame Agrifoglio,
in questo capitolo io compaio troppo poco, però sono risolutivo. Se io non avessi condotto con me l'ex governatore della Bastiglia, con annessa planimetria dettagliata, vergata su carta ingiallita dal tempo e rosa dai topi, ora saremmo in un bel guaio.
Quindi, per questa volta, soprassiedo sulla mia scarsa presenza, perdonandovi per la mancanza.
Attendo di leggere un capitolo dedicato alla mia persona.
A presto, amica mia!
(Recensione modificata il 23/01/2020 - 05:47 pm)

Recensore Master
20/01/20, ore 00:42

Che capitolo! Pregno di colpi di scena, di atti eroici e di atti meschini. Un luglio veramente tragico. Le ombre che ossessionano Robespierre mi sembrano la metafora del crollo di tutti i suoi ideali. Molti "cattivi" sono fuori combattimento ma sono ancora in circolazione Maxence e la cara mamma. Ottimo lavoro come sempre, a presto.

Recensore Master
19/01/20, ore 22:32

Ciao carissima,
ho dato una lettura veloce, e mi riprometto di leggere con calma nei prosismi giorni, ma devo comunque rinnovarti i miei complimenti. Stai usando la Storia (quella con S maiuscola) con maestria, commistioanndo fatti reali ad altri che sarebbero potuti essere tali. Hai interrotto la line atemorale che fu per farne una nuova, tutta tua, molto credibile e realistica. Sarebbe potuto andare anche così .....
Dunque, complimenti e a presto!

Recensore Junior
18/01/20, ore 21:08

I due ultimi capitoli sono quelli delle uscite di scena Nel penultimo abbiamo detto addio a Théroigne de Méricourt messa fuori uso dal calcio del cavallo di Andrè e da una brutta botta in testa mentre in questo cinquantesimo capitolo se ne vanno Robespierre e Saint Just ma anche Danton Desmoulins ed un altro personaggio storico .
Di Robespierre abbiamo contemplato la discesa agli inferi della pazzia Vittima di un complesso di accerchiamento in piena regola pensa che tutti ce l'abbiano con lui e quindi li allontana,Se ne va dalla reggia ,poi si tappa in casa e non ne esce più perché , secondo lui,tutti lo spiano e gli parlano alle spalle ed alla fine manda via pure la fantesca ed il cane che con il suo abbaiare gli urta i nervi. Il tradimento di Mirabeau, di Talleyrand ed anche di André lo ha lasciato di stucco e delusissimo perché non si aspettava la scorrettezza e la doppiezza di queste tre persone né l'avvedutezza di Maria Antonietta che per la sua mentalità gretta e chiusa era soltanto una donna, per giunta ignorante e frivola La santa inquisizione avrebbe potuto condannarlo per via del culto dell'essere supremo e ciò avrebbe comportato la perdita della carica di ministro, l'impossibilità di mandare avanti le riforme ed anche una possibile carcerazione più o meno lunga . Dulcis in fundo c'è la vicenda della sorella che lui reputa una svergognata perché non aderisce alla visione puritana della vita che lui si era fatto. Una sorella incinta senza matrimonio gli ricordava l'irregolare situazione familiare, l'irresponsabilità del padre ed anche il libertinaggio dei nobili e lui,che aveva passato la vita a dimostrare di essere diverso e superiore , non poteva accettarlo Arriva il fratello Augustin e gli rivela la verità : la poveretta non è in attesa, ma è malata terminale di cancro al fegato ed è ricoverata in una struttura caritatevole per bisognosi. Tutto ciò fa sprofondare il castello di carte che Robespierre si era costruito e gli mostra di essere un uomo ingiusto , irrazionale , meschino ,gretto ed anche fallibile perché, nonostante il culto nevrotico ed esasperato della ragione, era soggetto a prendere abbagli e granchi come tutti i comuni mortali In più, nel volto e negli occhi spenti della sorella legge un rimprovero muto che però rimbomba in una insistente e martellante eco pure nelle chiacchiere delle vicine di giaciglio. Bello tra l'altro il rimando alla vicenda vera di Lady Flora Hastings Robespierre vorrebbe stare solo ma ecco che arrivano Oscar e Danton a disturbarlo e se la prima si salva in extremis con parole di comprensione e di gentilezza ( da notare che l'incorruttibile aveva già aperto il cassetto..) , Danton col suo linguaggio aggressivo e volgare fa scattare la scintilla nella testa di Robespierre che commette il triplice omicidio Solo e con la mani sporche di sangue Robespierre sa che lo verranno a prendere e che è soltanto questione di tempo Non trova conforto nella presenza del fratello Augustin ed in quel braccio teso verso di lui che respinge con uno sguardo di ghiaccio ed anzi anche il fratello per lui è un potenziale traditore Prende quindi la decisione di spararsi (alla mascella tra l'altro che nella realtà storica fu davvero colpita da un proiettile alla vigilia dell'esecuzione ) e così miseramente esce di scena.
Saint Just invece fa l'angelo della morte fino in fondo Molto significativa del Saint Just pensiero è la frase 'Muoia Sansone con tutti i filistei' che ben lo rappresenta Poiché non può propagandare il verbo rivoluzionario ed anzi questo gli è stato scippato , decide di farsi esplodere portandosi dietro gente inerme ed innocente Se il tempo degli eroi è tramontato che arrivi quello dei martiri.. Anche in questa circostanza colpisce il linguaggio scurrile e duro di Danton che del resto era noto per essere una persona istintiva e senza peli sulla lingua. Soltanto un piano ottimamente orchestrato di Oscar fa sì che i sotterranei della torre si allaghino e che le polveri diventino inservibili Saint Just però aveva portato di sopra dieci barili sufficienti a fare crollare la Bastiglia.. E' davvero monumentale la scena di Oscar di André e degli altri che fuggono con la Bastiglia che crolla sullo sfondo e le nuvole di polvere che si stagliano dalla terra al cielo. Ho notato la ripetizione delle scene e delle parole dell'anime in cui Oscar comanda i cannonieri davanti alle mura della Bastiglia con la spada in pugno ed i capelli sollevati dallo spostamento d'aria Viene presa di mira dai fucilieri ( che in questa storia rovesciata sono quelli di Saint Just e non quelli di de Launay ) ma 'sta volta , accanto a lei, c'è Andrè che con la sua accortezza la salva e tutto finisce bene.. Ho trovato anche interessante il triplice braccio di ferro in un campionario di meschinità e di egoismi : quello con Saint Just che non vuole sentire ragione , quello con Robespierre totalmente abulico e ripiegato su se stesso e quello con l’Hôtel des Invalides che non vuole cedere i cannoni, della serie : i cannoni sono nostri , ci servono e voi arrangiatevi da soli E' stato necessario l'intervento della regina per rimetterli in riga.
Alla fine assistiamo di nuovo al dramma di Alain che non si perdona di avere sparato seppure per giusta causa al cugino, non regge i sensi di colpa né lo sguardo della madre e decide di mettere migliaia di miglia fra sé ed il suo passato partendo per la guerra.. Spero che torni illeso e rassegnato..
Un altro bel capitolo molto molto corposo mia cara Agrifoglio I miei più sinceri ed entusiastici complimenti!

Recensore Master
18/01/20, ore 16:27

Che capitolo! È successo di tutto!
Il titolo: Luglio rosso sangue " rispecchia tutto ciò che hai narrato.
Oscar è stata come sempre formidabile. Robespierre e i suoi scagnozzi hanno fatto la fine che meritavano.
Alla prossima!

Recensore Veterano
18/01/20, ore 08:51

Carissima Agrifoglio, ogni capitolo è una fonte di sorprese. Questo è veramente spettacolare, pieno di azione, adrenalina, ma anche introspezione e dramma. Oscar è fantastica, un grande comandante, è supportata da tutti e riesce a compiere l'impresa. Quello che salta agli occhi è la totale uscita di testa di Robespierre, sembra che non sia più collegato alla realtà, la scoperta, poi, che la povera Eulalie era malata gravemente e non incinta, è il colpo di grazia che lo porta ad uccidere tutti i suoi compagni di rivoluzione e infine a rivolgere l'arma contro sé stesso. L'ho trovato un capitolo di forte impatto emotivo. Bravissima, buon weekend.

Recensore Master
16/01/20, ore 21:19

Ciao Agrifoglio, Innanzitutto grazie per questo nuovo aggiornamento Ma lo sai che questa volta ho sentito il sapore del " The End" Mi è dato come l' impressione che questo tuo racconto storico potesse completarsi nell' anno in cui si è concluso " Lady Oscar " il 1794. Pare che finalmente, quasi tutti i personaggi malvagi hanno avuto il giusto castigo e la fine che meritavano per la loro empieta' e scelleratezza. Ringrazio Francoise 14 che per prima mi fece balenare il dubbio sulla sorella di Robespierre riguardo la sua condizione, che nulla aveva a che vedere con la gravidanza. Infine ho temuto dal profondo che Robespierre stesse sul punto di uccidere Oscar! Alla fine ho sperato si suicidasse ma non certamente avesse intenzione di assassinare i suoi stessi seguaci e compagni! Mi sembra sia impazzito come quella megera, la furia rossa. Un capitolo denso di suspense e adrenalina ove la figura della nostra beniamina primeggia in intelligenza, raziocinio e rapidità d' azione. Molto facile perdere il sangue freddo in un frangente così delicato e pericoloso eppure la nostra leonessa non demorde e non si arrende. In alcuni momenti della narrazione, non so perché, ma ho ricordato alcune scene agghiaccianti del film Titanic soprattutto quando alcuni membri dell' equipaggio perdono la testa e iniziano a volare le pallottole. Dunque, da parte mia,complimenti vivissimi, questa storia è spettacolare.

Recensore Master
16/01/20, ore 15:23

Robespierre, diciamocelo, ha avuto quello che si meritava.
Il ministro ha avuto una vera e propria débâcle.

Recensore Master
16/01/20, ore 14:19

Robespierre ha avuto quel che meritava, per colpa del suo distorto concetto di probita' ha anche ucciso la sorella: non si rendeva conto che la rettezza morale sta innanzitutto nel rispettare la dignità di tutte le persone, senza depravate e blasfeme distinzioni in base a ciò che si ha sotto la cintola o in base a ciò in cui l'anima crede. Quello che mette i brividi è il tuo Saint-Just, folle fino all'ultimo gesto della sua vita, anche se gli si deve riconoscere la coerenza.

Recensore Master
16/01/20, ore 11:24

Ciao Agrifoglio, come ci avevi annunciato ci hai accompagnato alla fine della seconda parte della tua storia diventata sempre più rutilante e coinvolgente. Abbiamo assistito decisamente esterrefatti alla debacle del ministro di Giustizia, quell’incorruttibile Robespierre che aveva messo tutto se stesso nella causa in cui credeva salvo poi accorgersi di essere semplicemente un uomo, e che come tale, poteva peccare di presunzione considerandosi al di sopra dei suoi simili, come dimostra in modo plastico la vicenda che ha coinvolto la povera sorella, lasciata morire da sola incolpata di qualcosa che non aveva fatto, senza prendersi nemmeno il disturbo di indagare e di ascoltare la voce accorata e disperata della sorella stessa, la cui morte è stata per Robespierre la goccia che ha fatto traboccare il vaso, i suoi principi completamente svaniti, il terrore di venire in qualche modo punito dal tribunale della santa Inquisizione e di perdere tutto ciò per cui aveva lavorato cercando di distinguersi e allontanarsi dalla figura della sua famiglia, hanno fatto il resto. A nulla sono servite le esortazioni rivoltegli da parte di suo fratello di recarsi dalla sorella che, spirata prima che loro potessero parlarsi, gli ha lasciato con i suoi occhi spalancati un muto rimprovero dal quale l’avvocato di Arras non è stato capace di sfuggire. Si è suicidato in un delirio totale pensando che tutti ce l’avessero con lui e non è riuscito a sopportare il peso delle sue responsabilità che non ha neanche tentato di affrontare, quando anche Oscar si è presentata per chiedergli aiuto per parlare con quel pazzo sconsiderato di Saint Just che voleva far saltare la Bastiglia e che avrebbe provocato oltre che distruzione la morte di chissà quante persone innocenti che vivevano nei pressi della fortezza. Anche in questo caso Oscar, appena venuta a sapere del folle piano, non ha avuto cedimenti e subito si è predisposta per proporre un piano d’azione per contravvenire quello di Saint Just, supportata dal suo intero entourage nonché dalle persone a lei care e vicine. Un’idea ben congegnata che ha presentato non poche difficoltà nell’attuazione ma che è alla fine andata in porto. Mi è sembrato di rivedere la Oscar dell’anime quando si trova di fronte alla Bastiglia e con la spada alzata verso il cielo incita i suoi soldati a fare fuoco con i cannoni, mentre, per i colpi andati a segno, i suoi capelli si sollevavano in aria. E come non dimenticare anche la figura di André sempre presente, e sempre preoccupato per le idee della moglie, che però non lascia mai sola, e in questo frangente è quanto mai di aiuto salvandola dalla gragnuola di colpi che dall’altura della fortezza Saint Just aveva ordinato di spararle contro. E sul finale anche l’addio di Alain e la sua richiesta ad André di vegliare sulle sue donne mentre lui va a combattere. Lo ritroveremo nuovamente? Spero di sì. Insomma un capitolo che ha chiuso un’epoca e che è pronto per essere riaperto su un altro momento che sicuramente ci donerà nuove avventure, con nuovi eventi e nuovi personaggi, reali o di fantasia, che vorrai rappresentare sul palcoscenico del tuo racconto e che siamo tutti curiosi di sapere dove potrà mai condurci questa, che più che una storia, sta diventando una vera e propria saga, che si muove di vita propria con agganci che ci riportano alla storia canonica e anche alla Storia vera e propria quando prendi in esame personalità veramente esistite e le fai interagire con gli altri attori in questa finzione sempre più accattivante. Ti aspetto presto con il prosieguo piena di curiosità e lieta di poter continuare ad immergermi nelle atmosfere che vai creando. Un caro saluto.