Recensioni per
Nel nome del padre
di Dark Sider

Questa storia ha ottenuto 391 recensioni.
Positive : 391
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
12/04/21, ore 18:22

Ehy!

A me, personalmente, interessa Mordhen, probabilmente perché è molto umano avere grandi ambizioni, credere di poterci riuscire, mollare tutto e poi ricevere un crudele colpo basso chiamato realtà che ci ricorda che non importa quanto ci proviamo: possiamo solo accontentarci di ciò che ci viene offerto, piegare la testa e tenerci stretto quel poco che ci resta.
Forse sono un po' cupa, ma Mordhen rappresenta l'uomo comune, che ci prova ma non riesce. Se continui a scriverlo così bene probabilmente diventerà trai miei personaggi preferiti!

A presto!

Recensore Master
07/10/20, ore 09:36

Beh, non si puó dire che Mordhen non abbia provato.
Se è vero che una mela non cade lontana dall'albero, lui è senza dubbio il frutto che più distante. Ha lasciato un'intera città ai Demoni? No, non proprio. Sarà pure egoista di costituzione ma fino a prova contraria se Syrdin ha rantolato per altri diciotto anni di vita è merito suo; Thoan in due minuti ha fatto l'unica cosa che avrebbe dovuto NON fare.
Non piangerò una città che ormai si è scoperta marcia fino al midollo. Poteva esserci anche brava gente onesta, ma il seme della follia dilagava già; perché pura follia è, attaccare Demoni come degli imbecilli.
Ha ragione August: quando serpeggia il panico, l'irrazionalità abbaglia.
Per intenderci, non è che sia uno stinco di santo, Mord, ma vuoi metterlo con Rowen che dice in faccia al suo salvatore che a contrario non l'avrebbe fatto; o Nerya, che a questo punto è un miracolo non abbia dato anche Rowen in pasto ai Demoni?
Nah, qui sto esagerando: è evidente che nel loro istinto c'è spazio per il sacrificio, ma per una sola persona cara. Per Nerya, finché la testa ha aiutato, era Row.
E così salpa anche Mord per l'avventura. Circa. In verità, il contrappeso di chi lotta per sopravvivere è che, se non gli metti parafrasando il pepe dove sappiamo, non ha un vero scopo se non la giornata.
Rowen scappa da Mano che vuole "amichevolmente" fare quattro chiacchiere; e non lo sa neppure.
Mord fugge verso un guaritore.
In tutto questo, due considerazioni:
Finché non vedo il cadavere di Nerya, non la considero morta; solo nata str..
August si è ucciso per paura di Mordhen o perché sarebbe stata la morte più dolce, visto l'andazzo?
Non voglio avventurarmi in qualche strano trip che vede Nerya o una terza persona uccidere il guaritore per x motivo.
A presto!
Spettro94

P.S.
Scusa per qualche errore di battitura nelle precedenti recensioni. Ho perso l'abitudine a scrivere su tastiera o sul cellulare e l'Ipad non è sempre disponibile D:
(Recensione modificata il 07/10/2020 - 10:13 am)

Recensore Master
02/10/20, ore 20:11

Okay, ma che roba triste e squallida la famiglia di Mordhen e Nerya! Questo ragazzo era un adolescente che non voleva null'altro che evitare un lavoro che gli era imposto per tradizione, e quandi ha deciso di andarsene per miglior fortuna, la sorella non gli ha mai più rivolto la parola? Per anni? Con pure quell'apocalisse di mezzo? Ma che accidenti, se n'era andato a vivere per conto suo, non aveva mica ammazzato qualcuno, ne avrebbero avute di possibilità di stare ancora insieme! Ma no, Nerya doveva rinunciare a tutto con la sua testardaggine, e Mordhen si ritrova al suo capezzale per darle l'eutanasia senza mai aver avuto la possibilità di dirle quanto le volesse bene. Una cosa di una tristezza assoluta.
E poi gli crepano tutti davanti! L'amico che voleva fare l'eroe ... così adesso il povero Mordhen ha il migliore amico agonizzante da curare in qualche modo, senza la minima idea di come fare. Anvedi che allegria.
Davvero un bel capitolo, complimenti!

Nuovo recensore
16/05/20, ore 16:48

Ciao cara, eccomi qui **
Ti dirò, a me ha fatto stra piacere tornare a Syrdin e leggere di Mordhen, anche perché poi, come hai scritto tu nelle note, tutte le linee temporali si sono riallineate, quindi era comunque un capitolo importante e necessario – anche perché ora la fuga di Mordhen dalla città implicherà sicuramente nuovi sbocchi, un nuovo sviluppo della trama.
Che poi, io dico tanto che sono felice di leggere nuovamente di lui e per carità, lo sono eccome, but questo capitolo è stato una gran bella batosta, sia per lui che per me!
Innanzitutto devo dire che il suo background mi fa comprendere ancora di più il Mordhen di adesso: quest'uomo che ormai si è lasciato andare, un tempo era un ragazzo con dei sogni e delle aspirazioni e poco importa se fossero visti male dal resto della famiglia, lui ha perseguito nella sua strada e non si è mai voltato indietro.
O meglio, gli è importato soprattutto per Nerya, che ha ben mantenuto la sua promessa per tutti quegli anni: l'abbandono di Mordhen gli è costato caro, tanto che non ha più avuto alcun tipo di rapporto con lei.
Ed è vero che Mordhen se ne è andato e non è comunque riuscito a coronare il suo sogno, ma in un certo senso sono felice anche se gli è andata male: se fosse rimasto è vero, avrebbe avuto ancora oggi rapporti con la famiglia e magari certe dinamiche sarebbero andate in tutt'altra direzione, ma è anche vero che Mordhen non sarebbe stato l'uomo che è ora.
Il fallimento gli ha aperto gli occhi, gli ha fatto capire di quanto tremendo sia il mondo ed è proprio nella disgrazia, nella miseria più assoluta che ha incontrato Thoan, l'amico più caro che ha da una vita intera.
Thoan che, per la miseria, torna a farsi sentire l'Eren Jaeger prepotente, eh.
Okay, allora, chiarisco subito una cosa: concordo sul fatto che la disperazione renda l'uomo irrazionale, sono istinti e stimoli che una persona non dovrebbe neanche provare perché la disperazione incarna tutto ciò che c'è di brutto, marcio e spietato al mondo.
Ma è anche vero che ci sono consapevolezze che si dovrebbero avere – e mettere in atto – per contrastare questa disperazione: dubito che il barlume di speranza dovuto a un possibile riscatto contro i demoni fosse dovuto all'ignoranza, cioè al non aver messo in conto che era tutto un piano orchestrato dai demoni stessi per divertirsi e spargere altro sangue come solo loro sanno fare.
Insomma, mi trovo divisa tra il dare ragione a Thoan che diamine, proprio non si arrende mai e il volergli dare uno scappellotto in testa come a dirgli “MI SCUSI, MA NON L'HA CAPITO CHE STA FACENDO IL GIOCO DEI DEMONI, NON MI FACCIA VENIRE LÌ, EH”.
Ad ogni modo, tutta la parte incentrata su Mordhen che trova Thoan accasciato al suolo, che lo soccorre e lo porta via con sé mi ha spezzato sia il cuore che il respiro.
Ovviamente è stato un altro di quei momenti che ho letto a frammenti perché a ogni frase avevo una paura immensa che Mordhen venisse notato e fermato dai demoni.
Ciò non avviene, ma le speranze di salvare Thoan affievoliscono sempre più quando, tornato alla casa di guarigione, Mordhen scopre che August si è suicidato con lo stesso composto che molto probabilmente ha somministrato anche a Nerya.
Non ci è dato saperlo, almeno per ora (e secondo me è ancora viva), però intanto August se ne è andato, a Thoan non resta molto da vivere e Redivivo, per la miseria, quel cavallo è una benedizione.
E proprio grazie a Redivivo, Mordhen dice addio alla città di Syrdin.
Sarà un addio definitivo o un giorno tornerà?
Per il momento opto per la prima opzione, ma non si sa mai.
È stato un capitolo davvero intenso e il colpo di scena del suicidio di August proprio non me lo aspettavo.
Magari rileggendo il dialogo che ha avuto con Mordhen a inizio capitolo coglierò delle sfumature che prima non avevo notato – cioè, magari lo ha lasciato intendere in un qualche modo, in ogni caso resta un colpo di scena che mi ha scossa particolarmente, mi ha proprio lasciata spiazzata.
E ora che anche Mordhen è in viaggio, sono davvero curiosa di scoprire cosa accadrà – spero che Thoan si salvi, almeno quello.
Tantissimi complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Veterano
11/04/20, ore 21:07

Ciao, tesoro, ciao! Avrei voluto passare ieri, quando ho letto il capitolo, ma ma avevo a disposizione solo il cellulare e odio a morte recensire da lì, quindi ho slittato a stasera. 

Siamo tornati alla città sfigghy!! Ti avevo anticipato che ero davvero curiosa di sapere cosa stesse succedend, quale fosse stata la sorte di Nerya (ci tornerò) e di tutti gli abitanti di questo luogo così nero e sventurato. Non so perché, mi aspettavo un capitolo quasi di passaggio, invece credo di aver letto uno dei miei preferiti in assoluto finora. Mordhen mi affascinava parecchio come personaggio ma non avevo messo in conto che sarei finita per amarlo davvero! Ha seriamente brillato in questo capitolo e siamo venuti un po' più a conoscenza del suo passato, del rapporto complicato con la sorella, soprattutto. Sapevamo che da giovane era un'idealista, pieno di sogni di gloria e con infinite pressioni da parte del padre. Non biasimo del tutto questo aspetto del genitore, credo che all'epoca qualunque adulto avrebbe desiderato una professione sicura per un figlio, piuttosto che vederlo con la testa tra le nuvole a romanticizzare la vita del guerriero. Al tempo stesso, trovo che Nerya sia stata così egoista a togliergli la parola, a rinnegarlo solamente perché il fratello aveva grandi aspirazioni; aspirazioni subito schiacciate dalla cupa realtà di Syrdin, nonché dell'ingenuità di un giovane con troppi sogni e troppo distacco da ciò che davvero accade intorno a sé. Questa cosa mi parla anche all'anima, sinceramente, dal momento che l'ho vissuta un po' sulla mia pelle e ciò mi ha fatto capire che nella vita bisogna svegliarsi, prendere ciò che ci viene offerto e tentare di migliorarsi da lì. Un personaggio abbruttito dagli eventi, ancor prima della tragedia di Syrdin che lo ha -comprensibilmente- traumatizzato nel profondo. La scena in cui si congela sul posto in preda ai flashback è di una potenza unica e mi ha molto sorpreso, non me l'aspettavo. Un vero e proprio attacco da PTSD che di sicuro nessuno potrebbe diagnosticargli eppure è lì, sotto la pelle, i ricordi della distruzione della propria città che gli accavallano i pensieri, che lo immobilizzano, che lo spaventano. Il che mi fa sempre rimarcare il meraviglioso realismo dei tuoi personaggi <3 

Ora capisco il tuo odio per Thoan ed effettivamENTE CHE CAZZO FAI FIGLIOLO MA CHE TI DICE IL CERVELLO. Okayokay. Personalmente, tendo a essere impulsiva io stessa, molto spesso, e sono anche dell'idea che sia meglio avere una morte in battaglia piuttosto che vivere il resto della propria vita in catene -che poi, facile dirlo: l'istinto di sopravvivenza è pur sempre forte, nell'essere umano, lo vediamo con Rowen e lo vediamo anche qui con Mordhen. Purtroppo, questa è una scelta dettata maggiormente dalla stupidità che dal valore, perché nel secondo caso dovrebbe comunque esservi la percentuale di riuscita. Cosa OVVIAMENTE impossibile quando ci si rivolta contro una legione di Balor. 

Il mio personaggio preferito del capitolo, comunque, è Redivivo <3 La sua presenza si dimostra una vera e propria manna dal cielo nel salvataggio di quella testa calda di Thoan. 

La morte di Nerya, invece, mi puzza. Una parte di me vuole darla davvero per morta perché BOH sarebbe quasi strano sapere che si sia ripresa così in fretta tanto da costringere August a bere il veleno e poi darsi per dispersa. Tuttavia, decenni di serie tv mi hanno insegnato che se non vedo il cadavere ho il diritto a rimanere in dubbio per sempre. Ma anche se lo vedo, soprattutto quando mi parte il denial. Non so, ho come la sensazione che la parte di Nerya non sia ancora finita, in questa storia, a livello lineare... 

Ti mando un bacionissimo, come sempre <3 Scusa se per caso questa recensione è un sacco raffazzonata, ultimamente scrivo alla velocità della luce perché ho il terrore mi si spenga il computer da un momento all'altro. 

Recensore Master
06/04/20, ore 14:22

E invece sono contenta di aver letto di Syrdin. Mi aspettavo che questo capitolo fosse su Rowen o sull'incontro fra Rowen e Mano (anche se non credo perché Mano è appena stato convocato da suo padre e penso che la ricerca di Rowen sarà una cosa lunga, quel ragazzo si sa nascondere bene nella foresta). Invece era su Syrdin e va bene così, perché c'erano delle questioni irrisolte lì. Come sai, Mordhen mi piace come personaggio, e mi piace vedere che nonostante già in passato abbia dovuto scendere a compromessi (si capiva già prima di questo capitolo), adesso stia riuscendo a scendere *ancora più in basso*. Ok, da ragazzino voleva fare l'eroe ed è finito a fare il fabbro. Poi da fabbro è finito a fare *quello che si interfaccia con i demoni, facendo da pseudo-sceriffo di una città in rovina*, ma almeno, anche se lui stesso non si riconosceva questo merito, quella era ancora una forma di interesse verso la città. Ok diciamo che non era un eroe, era quasi un niente, ma era un niente con delle responsabilità. Adesso scende ulteriormente la china dell'egoismo e scappa per salvare il suo unico amico e sé stesso. Vedo molto di Rowen in lui.
E' stato molto interessante poter fare un tuffo nel suo passato e vedere come aveva scelto di condurre la sua vita quando ancora c'era la possibilità di vivere in modo normale. Aveva scelto di non fare il vasaio, e io non lo biasimo per questo. Noi, gente del 2020, capiamo (o comunque pensiamo) che ognuno abbia il diritto di scegliere la propria carriera, ma all'epoca le cose erano diverse, un padre vasaio sicuramente voleva tramandare la professione al figlio. Forse voler fare l'eroe era un'idea infantile e stupida, ma sai cosa, almeno ci ha provato. E' finito a fare una professione normale, non il vasaio ma il fabbro, quindi non è uscito troppo dal seminato della "vita da popolano", però ci ha provato. Come avrebbe vissuto quegli anni di pace, se avesse scelto di non provarci nemmeno? Io penso che avrebbe vissuto comunque nel rimorso e nella frustrazione. Insomma non se ne scappa.
Trovo che Neyra sia stata egoista. Ok era piccola, ma poi è cresciuta. Perché nemmeno da adulta ha capito che suo fratello aveva il diritto di farsi la sua vita? Neanche fosse andato a stare dall'altra parte del mondo poi...
Mi dispiace che lei sia morta prima di poter fare pace con Mordhen, ma comunque negli ultimi anni era impazzita, non avrebbe avuto modo di farlo comunque.
Io però... noto che Mordhen non ha guardato il suo cadavere. Non so se fosse lì, implicitamente, e se la sua assenza sarebbe stata descritta, oppure se il suo cadavere avrebbe dovuto essere in un'altra stanza rispetto al guaritore e Mordhen non abbia avuto il cuore di andare a controllare. Perché nel secondo caso, magari lei non è morta. Magari si è svegliata all'ultimo, ha lottato per la propria vita e ha costretto il guaritore a bere il veleno e poi è fuggita. Lo so, è molto molto molto improbabile, ma non si sa mai, io sono una di quelle che "finché non viene descritto il cadavere, quella persona potrebbe essere viva".

Ora, Thoan. Si conferma la mia convinzione: è un completo idiota. Quelli sono balor coglione, demoni potentissimi! Che pensi di fare con il tuo forcone e la tua spada vecchia come il cucco??? Ok questa rivolta è servita a una cosa: a dare alle persone una morte rapida. Forse è stato anche meglio. Ed è servita a far divertire i demoni, che essendosi sfogati ora forse avranno meno frustrazione da riversare sui sopravvissuti, e quindi forse le torture sui sopravvissuti dureranno meno. Ah, sempre che ci siano dei sopravvissuti.
Comunque, egoisticamente: tutte le persone a Syrdin che conoscevamo per nome sono morte o fuggite, quindi possiamo salire su Redivivo con Mordhen e abbandonarci questa città alle spalle senza altre questioni irrisolte, per questo dico che questo capitolo è utile ed è stato un bene piazzarlo in questo punto della storia.

Ora mi chiedo che accadrà a Mordhen, e mi chiedo se Thoan sopravviverà, se riuciranno a raggiungere un'altra città... Thoan non mi interessa di per sé, ma mi interessa perché Mordhen ha bisogno di lui. E spero DAVVERO che questa sonora e dolorosa sconfitta gli abbia insegnato un po' di fottuto buonsenso.

Mi chiedo anche cosa stia accadendo nel frattempo a Rowen e a Mano!

Recensore Veterano
01/04/20, ore 15:23

Ti dirò, questo ritorno a Syrdin non mi dispiace affatto. Spezza bene la tensione dei capitoli precedenti, creando aspettativa per i prossimi avvenimenti; al contempo permette di vedere cosa sta accadendo agli altri personaggi, rimasti indietro rispetto ai due protagonisti principali.
Mi è piaciuto che questo sia un capitolo principalmente incentrato su Mordhen, perché è un personaggio dall'aria solida, di cui avrei voluto davvero sapere di più.
Il modo in cui si preoccupa di Nerya, anche se lei è ormai condannata, è qualcosa di straziante. Il suo è un dolore pieno di cose non dette, gravato dal peso di un'incomprensione mai sanata. E' molto triste vedere fino a che punto possano trascinarsi i vecchi malumori.
Ho trovato interessante la rapida carrellata di ricordi della sua vita a Syrdin. Ora comprendo meglio il motivo per cui appaia così legato a Thoan, nonostante quest'ultimo abbia un carattere diametralmente opposto, e perché il suo rapporto con Rowen fosse stato meno affettuoso di quello che avrebbe potuto essere tra zio e nipote, anche in un frangente cupo come quello in cui si muovono i personaggi.
Posso capire quanto possa essere straziante, per lui, l'idea di lasciare andare Nerya. In un certo senso è come chiudere la porta al passato, tagliando definitivamente i ponti con ciò che è stato.
Un'altra parte che mi è piaciuta particolarmente è il breve colloquio con Augustus.
Questo vecchio guaritore, dopo l'ultimo attacco, sembra davvero essere sprofondato nella più nera rassegnazione. E' ancora padrone di sé stesso, è ancora lucido, ma c'è qualcosa che nasconde e che non promette niente di buono.
Il momento in cui Mordhen capisce che qualcosa non va mi ha dato i brividi. Avevo capito che Thoan fosse un po' una testa calda, ma che cercasse davvero di fare qualcosa di così sciocco come organizzare un attacco contro i demoni. E' un suicidio, e nemmeno uno dei migliori perché si capisce subito che i demoni non li uccideranno sul colpo, ma si prenderanno del tempo per provocare agli abitanti di Syrdin quanto più dolore possibile.
Ed effettivamente, è questo che accade. Forse la scelta del vecchio guaritore, di togliersi la vita prima che potessero farlo i demoni, è stata più dignitosa di quella dei suoi concittadini, che si sono gettati in battaglia con la disperazioni delle bestie morenti. La fuga dalla città, per Mordhen, è davvero l'unica cosa che resta.
Complimenti per il capitolo, ancora una volta mi ha tenuta incollata fino alla fine.
Alla prossima <3

Recensore Master
25/03/20, ore 10:05

Buongiorno <3
La citazione di questo capitolo mi piace moltissimo, e penso calzi a pennello con quanto appena letto **
Ho amato il modo in cui hai iniziato il capitolo, parlandoci del rapporto fra Mordhen e Nerya e caratterizzando entrambi molto bene. Leggendolo mi sono innamorata di Mordhen, trovo sia un personaggio stupendo e dalla caratterizzazione impeccabile. Non è stato un problema non vedere né Rowen né Mano insanguinata, però non vedo comunque l'ora di leggere ancora di loro e vedere come gli vanno le cose e che diavolo stanno combinando. 
Hai scavato dentro alla storia di Mordhen e Nerya in modo sublime; ora è possibile vederli come personaggi davvero a tutto tondo, con il loro passato alle spalle e un rapporto che si è logorato nel tempo. Hai dato modo di capire le motivazioni di entrambi. Nerya se l'è presa perché Mordhen l'ha abbandonata, ma d'altra parte per Mordhen era necessario andare via, inseguire i suoi sogni per non essere costretto a una vita da vasaio che gli sarebbe stata stretta. Crudele da parte tua non fargli poi nemmeno realizzare i suoi sogni, ha solo inseguito un'utopia, ma quantomeno ha fatto un lavoro più interessante. Solo che ora si ritrova con un pessimo rapporto con Nerya, sono diventati quasi due estranei... e se consideriamo che lei ci lascia pure le penne a fine di capitolo, posso affermare che la tua crudeltà pare non avere mai fine XD
Le introspezioni di Mordhen sono qualcosa di meraviglioso. In particolare questa mi è piaciuta davvero tantissimo: "Era sempre stato il suo modo di difendersi quello di seppellire ciò che poteva fargli del male, impedendo che lo raggiungesse. E c’erano così tante cose sepolte dentro di lui, che ruggivano e scalpitavano e graffiavano, che se solo fossero riuscite a dissotterrarsi, a tornare alla luce, lo avrebbero annientato, riducendolo in cenere."
Ho adorato il modo in cui hai gestito la sua 'chiacchierata' non troppo allegra con August, una figura che sa più di quello che dice e che mi è parsa tremendamente enigmatica e ambigua proprio perché ci ha impiegato un'eternità a tirare fuori ogni parola, sotto la pressione di Mordhen. Oltretutto August l'ho un po' odiato quando ha chiesto il permesso di uccidere Nerya - no, ma vai tranquillo, sicuramente Mordhen ti dirà 'sìsì, uccidi pure mia sorella!'
La battaglia l'hai descritta benissimo, i demoni che distruggono tutto e fanno scorrere fiumi di sangue, l'atmosfera lugubre e tutti i corpi che vengono fatti a pezzi, è stato un capitolo incredibilmente forte sotto ogni aspetto, dalle scene che Mordhen si trova di fronte ad anche i semplici dialoghi che ha prima con August e, ancora, alle sue introspezioni. Ho adorato che pur riconoscendo qualche viso non si sia fermato ad aiutare nessuno, occupato solo a cercare Thoan in mezzo a quel casino. Pensavo che non sarebbe riuscito a trovarlo, invece lo trova eccome, ma in pessime condizioni... quando ha detto di non voler morire mi hai fatto venire gli occhi lucidi, con questo capitolo sei riuscita a farmi provare moltissime emozioni. 
E se all'inizio avevo odiato August per i suoi pensieri estremamente pessimisti, quando si è avvelenato l'ho odiato ancora di più. E' un uomo che ha totalmente perso le speranze, terrorizzato da quello che sta succedendo e che si rifiuta di lottare ancora e di vedere ciò che sta succedendo. Mi è dispiaciuto troppo per Mordhen, che ha trascinato Thoan fino a lì per permettergli di salvarsi e, invece, ora non ha nemmeno qualcuno in grado di rimetterlo in sesto. A questo punto spero con tutto il cuore che Mordhen riesca a salvare almeno Thoan, viste le ultime svolte. Sei stata davvero crudele con questo personaggio, lasciamelo dire xD
Ti faccio i miei complimenti per lo splendido capitolo e spero di leggere presto il prossimo *^*
fumoemiele

Recensore Veterano
06/03/20, ore 14:05

Ed eccoci tornati da Mordhen! Devo dire che mi era mancato, trovo che i capitoli a lui dedicati siano sempre molto profondi e interessanti da leggere, si vede proprio che nutri un grande affetto per questo personaggio. Nonostante ciò apprezzo il fatto che non cerchi di edulcorarlo e dipingerlo come un santo, anzi: in questo capitolo abbiamo modo di conoscere la sua storia, il motivo di questo allontanamento dalla sorella e quindi dal nipote, ignaro di tutto. Come molti giovani, Mordhen si è scontrato con suo padre circa il suo futuro, sognando avventure e immaginando di fare fortuna contando sulle proprie forze. Ma come lui stesso ammette, ha fatto male i conti e questo errore gli è costato l'affetto e la stima di sua sorella, che evidentemente ha sofferto moltissimo per la sua partenza, al punto da non rivolgergli mai più la parola. Spesso ci accorgiamo di quanto le persone siano importanti solo quando le perdiamo ( Solomon Blake, su da bravo, prendi notaXD) e per questo Mordhen passa la vita a vegliare silenziosamente sulla famiglia che ha perduto, come a voler in qualche modo rimediare al suo errore. Eppure è troppo codardo per rompere quel muro che lo separa non solo da Nerya (la cui mente è ormai troppo martoriata ed è quindi l'ombra di sé stessa), ma soprattutto da Rowen, che ha cercato di proteggere tenendolo lì con lui, anche a costo di farsi detestare. Mordhen è un antieroe, un uomo spezzato dalla vita, che lotta continuamente con i suoi demoni, non meno aggressivi di quelli che assediano Syrdin: vorrebbe essere il capo di cui quella gente ha bisogno e merita, ma è consapevole di essere troppo debole, troppo stanco, troppo codardo per esserlo a pieno e sente che il controllo sulla situazione gli sta rapidamente sfuggendo dalle mani. Bello anche il confronto con August, che si presenta come un uomo di scienza calcolatore e pragmatico, nonostante anche in lui stia evidentemente avendo luogo una battaglia tra etica, buon senso e desiderio di rivalsa. Thoan, da brava testa calda ci tiene proprio a morire insomma XD e spada sguainata e vessillo al vento (cit, da Shrek) sta andando incontro a morte certa, incurante del fatto che i demoni (che saranno anche delle bestie feroci, ma di certo non sono tonti) non stiano aspettando altro che un pretesto futile per dare sfogo alla loro sete di sangue, che fino ad ora sembra tenuta a freno dal terrore verso il ricettacolo. Gli umani per loro sono praticamente dei giocattoli e decidono di stare al loro gioco solo per sadico divertimento. Ho tenuto il fiato sospeso assieme a Mordhen durante la sua corsa disperata per salvare l'amico, la sua smania di fare qualcosa, di tentare l'impossibile nonostante la certezza che ci sia ben poco che possa fare contro quei mostri. Questo dimostra quanto forte sia il sentimento di amicizia che nutra per quel testone di Thoan: un tempo era stato lui a salvare un immaturo Mordhen dalla miseria offrendogli un lavoro e una nuova casa ed é bello come adesso sia Mordhen a fare lo stesso per l'amico. Ed è proprio il desiderio di ripagarlo a spingerlo finalmente all'azione, ritrovando quella determinazione di un tempo. Davvero complimenti, ho adorato questo capitolo, hai saputo calibrare bene i momenti di riflessione e quelli più movimentati.Come sempre torno a dire che mi piace moltissimo il tuo stile di scrittura, in particolare le descrizioni, sempre estremamente efficaci. Cercherò di andare più spedita in questi giorni perché vorrei riuscire a mettermi in pari al più presto. Alla prossima!
(Recensione modificata il 06/03/2020 - 02:21 pm)
(Recensione modificata il 07/03/2020 - 01:28 am)

Recensore Master
19/02/20, ore 12:15

Tesoro, volevo passare ieri per farti anche gli auguri di buon compleanno, ma ovviamente, siccome sono una persi a stra-disorganizzata, non ce l'ho fatta.
Eccomi quindi qui oggi, con gli auguri (in ritardo) e con la tua recensione pronta.
Questo capitolo, tutto dedicato a Mordhen, mi è piaciuto tantissimo. Ho apprezzato questo tuo farci entrare, seppur brevemente, nella vita di un personaggio che sta sullo sfondo ma che forse è più importante di quello che appare (lo spero, perché a me Mordhen piace tantissimo). Pare una questione complessa, anche se forse non lo è, quella che l'ha portato lontano da Nerya (che tuttora gli porta rancore) e anche da Rowen, ma ciò non gli ha impedito di vigilare su di loro, per quanto ha potuto. Ho adorato come hai spiegato il suo rapporto con Thoan, la loro amicizia, quell'affetto che lo porta a cercare di impedire una cosa suicida come l'attacco ai demoni e a portarlo via anche se in fin di vita. Odioso Augustus, anche se le sue azioni possono essere comprese se si indossano i suoi panni di disperato che non vede una via d'uscita da quella situazione agghiacciante e senza sbocchi. Nerya sembra essere morta, ma non so, ho il presentimento (spero sbagliato) che la sua pellaccia sia stata venduta un po' tropo presto. Mi sono mancati Mano insanguinata e Golgoth (tesori), non mi è mancato Rowen (per nulla). Sono curiosa di andare avanti e vedere se tutti questi personaggi di cui stai delineando la storyline si incontreranno tra poco o se invece le loro vicende li condurranno lontani gli uni dagli altri e si incontreranno soltanto alla fine.
Ribadisco il fatto che stai facendo un lavoro meraviglioso ed esemplare, senza lasciare nulla al caso, curando ogni particolare come se fosse importante.
Complimentissimi perché ogni volta sei una sorpresa u.u
A presto carissima
E un bacio grande
L.

Recensore Master
10/02/20, ore 21:43

Recensione premio per il contest “Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger II Edizione” indetto sul Forum di Efp, giudice Shilyss.

Cara DarkSider,
è con immensa gioia che stasera mi leggerò ben due capitoli della tua bellissima long (uno come premio e uno per altre faccende) ♥. Capisco perché tu ti sia affezionata a Mordhen. È un personaggio imperfetto e umano, di cui cogliamo le idiosincrasie e le problematiche, nonché le passioni. Thoan, per esempio, che gli è più fratello di quanto non lo sia Nerya e il cui atteggiamento suicida ha condotto alla morte i superstiti di Syrdin, potrebbe essere sia l’amico fraterno che un interesse amoroso, vista la foga e i rischi che Mordhen corre per salvarlo. Ho parlato di idiosincrasie perché pur essendo il capo – per ragioni meramente pratiche – della città – per certe cose Mordhen non ha coraggio. In particolare, tutto ciò che concerne Nerya e la sua famiglia d’origine viene chiuso e messo da parte. Trovo che non accertarsi della morte della sorella e far vivere il nipote nell’ignavia sia proprio indice di questa volontà di non agire che fino alla disperata fuga su Redivivo caratterizza coerentemente il personaggio.

Se Mordhen entrasse nella stanza dov’è Nerya dovrebbe constatare di averla fatta uccidere (o di non aver impedito che succedesse) o, viceversa, l’avrebbe trovata ancora viva (ma intanto al lettore rimarrà il dubbio e a te permetterà di rimetterla eventualmente in gioco). Dunque, Mordhen agisce nella stessa maniera con Rowen. Evita di cercarlo e di dirgli la verità, perché se avesse ammesso di essere suo zio gli avrebbe anche dovuto dire perché sua sorella non voleva più vederlo e ammettere che il sogno di una vita era sfumato. A questo punto, però, Thoan rappresenta l’unico brandello di normalità in una vita e in una città scomode.

Perché il ricettacolo ha distrutto Syrdin e se non ci sono i maghi non gli serve a nulla. Molto bello a questo proposito che i demoni si rivelino per quello che sono. Creature feroci che si lasciano colpire per poi divertirsi a massacrare con più agio – o avendo una scusa buona per farlo. Questo atteggiamento sanguinario spiega facilmente anche perché Mordhen resta vivo: non vuole combattere e non ha armi – non è divertente. Concludo dicendo che questo è da intendersi come un romanzo che per necessità tue posti in fieri. Andrebbe letto tutto d’un fiato e, così facendo, il capitolo di Syrdin farebbe solamente (come comunque fa) salire un’ansia ancora maggiore in attesa del prossimo capitolo, certo, ma permette anche di scoprire che fine hanno fatto i secondari. E questo è utile, perché i personaggi secondari non possono finire nel dimenticatoio, quindi… BRAVISSIMA come sempre **! A tra poco,
Shilyss

Recensore Master
01/02/20, ore 18:11

Ciao carissima DarkSider, eccomi finalmente a proseguire la storia. Effettivamente non mi aspettavo questo tuo focus sulla vuota Syrdin e il suo disperato capo, ma l'ho apprezzato molto dato che Mordhen è un personaggio che trovo molto interessante. Il suo rapporto con Nerya viene delineato meglio, attraverso la dilatazione nel passato, e si scopre un legame segnato in quegli ultimi estremi momenti dal senso di abbandono (da parte di lei) e dal rimorso per essersene andato (da parte di lui). Già da bambina, lei lo rimprovera per averla abbandonata ed è davvero tremendamente ironico che lui la abbandoni anche questa volta, solo per ritrovarla praticamente morta (senza avere il coraggio di accertarne, talmente tanto è il dolore). Ma in questo capitolo, Mordhen si scopre di più anche attraverso il legame con altri due personaggi: August, figura che ho trovato piuttosto ambigua soprattutto nel suicidio-omicidio finale, e soprattutto Thoan. Ho adorato davvero come hai raccontato la scena della battaglia davanti all'Accademia di magia dalla prospettiva di Mordhen e l'evolversi di tutte le sue emozioni nella corsa contro il tempo per arrivare e trovare l'amico. E l'amico è proprio il motivo per cui lui corre, è di fatti tutto ciò che gli rimane ora che Syrdin è deserta, che Rowen è scomparso e la sorella morente. Nuovamente, descrivi la figura di Mordhen come quella di un uomo razionale e pragmatico, ma allo stesso tempo tanto emotivo, talmente che all'ultimo momento è pronto a scegliere gli affetti rispetto ai doveri. Lo ha già fatto con Nerya, e lo fa anche adesso. Emblematica è la scena in cui i moribondi della guerra che lo riconoscono lo invocano per essere aiutati solo per ricevere un rifiuto: Mordhen deve salvare il suo amico, non più i suoi cittadini - anche perché sente di non essere più il capo di nulla. Un altro tassello molto interessante e importante in questa storia dove amo la coralità delle voci (Mano Insanguinata, Mordhen e Rowen spiccano su tutti, ma sei molto brava a caratterizzare anche le figure più piccole e minori). Come sempre, amo il modo in cui rendi credibili le sensazioni e le reazioni umani, con descrizioni molto vivide ed emozioni intense. Bravissima veramente. Sono davvero curiosa di scoprire come evolverà la storia su tutti i molteplici fronti in cui la mostri. Alla prossima. Un bacio!

Recensore Master
31/01/20, ore 00:18

Cara **
Infine ce l'ho fatta, e sono immensamente felice di esserci riuscita!
Dici che l'ultima cosa che volevamo era tornare a Syrdir, ma la verità è che io amo i tuoi personaggi e Mordhen è uno dei miei preferiti come penso di averti già detto, quindi leggere di lui mi ha fatto immensamente piacere!
È stato un capitolo straziante, a dir poco. Non solo ci racconti la storia di Mordhen e il suo allontanamento da Nerya – triste ma uno di quei corsi della vita che sono attuali, che succedono. Sorelle e fratelli che smettono quasi di esserlo, a causa di eventi che li dividono inesorabilmente. Ci racconti anche di come Syrdir ormai abbia perso tutto, Mordhen non ha mai avuto la possibilità di prefissarsi degli obiettivi e raggiungerli, e ora è nel pieno del ciclone degli eventi.

Empatizzo molto con Mordhen, ne comprendo il dolore ma il desiderio di porre fine alla vita di sua sorella, ormai su un filo troppo corto e fragile, ma contando che non ci hai detto chiaramente se è morta o no, aspetterò prima di trarre le mie conclusioni, anche se sono convinta, dentro di me, che Nerya abbia ancora qualcosa da dire e da fare. E magari, che ne so, un giorno lei e Mordhen ritroveranno un equilibrio...
Per quanto riguarda invece Thoan, è un impulsivo che ragiona un po' a modo suo, anche se non mi sento di dargli totalmente torto: il suo ragionamento parte da una base più o meno nata dalla speranza, un po' come i ribelli di Star Wars, che combattono ben sapendo che forse non ce la faranno, ma se tanto la morte è l'unica strada, tanto vale provarci, no? Mi rendo conto che si sono messi contro un esercito troppo superiore, e quando Mordhen lo trova ho avuto paura che fosse già morto, e invece no... e un po' ho tirato un sospiro, un po' ho temuto che Mordhen ci rimettesse le penne nel tentativo di salvarlo, ma so che lui ha ancora troppo da fare e quando se lo porta via, e poi tenta di salvarlo, lasciando indietro tutto, non ho potuto fare a meno di pensare che fosse la cosa migliore.
Nerya in fin di vita, Syrdir è solo il nome di una città fatta di polvere e perdite, l'unica soluzione è riuscire a raggiungere un posto dove guarire Thoan e magari, con un po' di speranza, trovare una salvezza.
Nel frattempo Rowen e Mano Insanguinata proseguono il loro viaggio in parallelo con Mordhen, e ti devo fare i miei complimenti come sempre per come riesci a tessere una trama lineare, dal ritmo perfetto, che incastra perfettamente ogni evento anche se questo viene raccontato da occhi diversi o in posti diversi!
Adoro questa storia, mi lascia sempre la sensazione addosso di aver appena concluso il capitolo di un ottimo libro destinato a entrarmi nel cuore.
Complimenti come sempre **
Miry

Recensore Master
30/01/20, ore 16:48

Niente: sono riuscita a passare prima. A volte i miracoli accadono :)
Un capitolo feroce questo, di morte, ma anche di lenta rinascita. Il tuo è un mondo in decandenza.
Leggendo, di tanto in tanto, mi tornavano alla mente le vecchie canzoni di Dalla, quando diceva che estraniarsi grazie alla fantasia permette di sopportare una situazione di vita comunque pesante. Onestamente mi sono chiesta fino a che punto ciò possa essere reale. Perchè la sofferenza, soprattutto quando diventa fisica, cozza in ogni modo con la leggerezza della mente. Impedisce di allontanarsi dalla contingenza e ciò che resta, inevitabilmente, è solo ciò che esiste ed abbiamo.
E’ una situazione difficile quella di Mordhen. E’ vero, forse l’hai bistrattato un po’,ma l’hai reso anche molto umano e reale.
Ti dirò, per come vedo i legami di sangue io, per come li sento forti, credo che lasciarsi alle spalle un consanguineo non so se ce la farei. Vivendo, però, mi rendo conto che spesso molti non la pensano come me, anzi. Mordhen è molto molto ma molto reale. Del resto, è vero che ha fallito su molti di quelli che erano i suoi ideali e progetti. Però è anche vero che ci ha provato in tutto e per tutto, ha modificato i propri sogni quando questi non hanno potuto realizzarsi nella loro formula iniziale. Hanno trovato semplicemente una nuova formula di evolversi. Per cui, su questo fallimento, beh… lo vedo e non lo vedo.
Certo, il mito dell’imprenditore che parte dal nulla e realizza a pieno le proprie pulsioni, emozioni piani e desideri è stupendo. Personalmente, però, ho sempre giudicato bene anche chi riesce a trovare un nuovo modo, un’altra via, un diverso modo di realizzare se stesso. Anzi, forse mi piace anche di più, anche se colpisce meno. Può essere tranquillamente un esempio da seguire, una vita che ha significato e senso. Un’evoluzione perfetta. Oggigiorno gli insoddisfatti lo chiamano accontentarsi. Qui, invece, anche Mordhen, potrebbe invece azzardarsi a chiamarlo ricerca e raggiungimento di altre vie. A volte, infatti, sono solo la fortuna e la realtà contingente a fare il successo di un progetto. In questo caso, direi che la realtà di Syrdin, insomma… siamo onesti… non è che fosse proprio la migliore per vivere di ideali e progetti troppo ambiziosi. Anzi. Forse, in questa fuga con l’amico che Mordhen ha voluto salvare a tutti i costi ho visto un ideale di pallida rinascita che ho comunque apprezzato.
Ti dirò: mi sono anche piaciuti August, che, per quanto vigliacco, ha comunque optato per una scelta che non lo ha lasciato mero oggetto degli eventi. Vero, ha scelto di andarsene, ma almeno non è rimasto a farsi massacrare in attesa dell’ineluttabile. Si è mosso, insomma. Per come la vedo io, le persone coraggiose sono questo. Quelle che scelgono. Come hanno scelto i prigionieri guidati da Thoan di farsi ammazzare. Ecco, questo forse non so se l’avrei appoggiato al posto loro. Da vigliacca, avrei appoggiato più August. O meglio ancora, il tentativo di una fuga, pianificato magari con tutti i particolari immaginabili, se mai ciò fosse stato possibile. Insomma, tutto ma mai fermi in balia degli eventi… o dei demoni. Insomma, mi hai regalato un capitolo che mi è davvero piaciuto cara. Di questo ti ringrazio tanto, nell’attesa di conoscere come se la sta cavando Rowen, povero! Alla prossima :)

Recensore Master
30/01/20, ore 10:33

Eccomi qui!
Allora, in questo capitolo abbiamo assistito ad un improvviso cambio di scenario, lasciandoci dietro le avventure del nostro protagonista e del suo avversario ( anche se non si conoscono nemmeno ) per spostarci su Mordhen e vedere la sua sorte e quella degli abitanti del villaggio attaccato dai demoni.
Se c'è una cosa che mi piace di questa storia è che non lasci niente al caso, le conseguenze di un evento vengono mostrate nei minimi dettagli, non concentrandosi solo sui personaggi principali ma anche su quelli secondari.
Devo dire che in questo cap Mordhen mi ha sorpreso non poco, si è dimostrato molto più freddo e pragmatico di quanto avessi inizialmente pensato. Ha esibito comportamenti che mi sarei aspettato da Rowen, il quale non esitava a sacrificare altri affinchè potesse sopravvivere.
Come lui, Mordhen ha preferito concentrarsi sul suo amico e sulla sorella, e si è lasciato dietro gli abitanti del villaggio.
Certo, anche con la sorella non è stato particolarmente gentile, visto che se l'è lasciata dietro convinto che tanto sarebbe morta comunque, e che quindi sarebbe stata solo un peso.
Certo che questo universo fa un grosso dito medio al Trono di Spade, qui non c'è davvero un briciolo di onore o cameratismo tra i suoi abitanti. E la cosa mi piace assai.
Le scena d'azione, come sempre, sono state serrate e ben congegnate, piene di tensione dall'inizio alla fine.
Ti rinnovo i miei complimenti, e non vedo l'ora di tornare all'arco dell'inseguimento !

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