Beh, parto con il complimentarmi per il tuo modo di scrivere, per l’ironia e soprattutto per la schiettezza.
Io so bene quanto possa sembrare pericoloso parlare con qualcuno di noi stessi, perciò ci si rifugia nelle storie degli altri o si comincia a scrivere attribuendo i propri mali ad un personaggio che deve subite tutto quello che nella nostra vita va storto.
La scrittura e la lettura sono un rifugio e uno sfogo, spesso anche una salvezza.
La possibilità di fare una libera confessione pubblica, anonimamente, offrendo su un piatto d’argento il proprio animo senza esporlo ai rischi della derisione, fa bene, fa tanto bene. Più di una seduta dallo psicologo. Ed è gratis.
Ti dirò che mi ritrovo molto in questa storia. A tratti mi sembrava quasi di averla scritta io (questa sensazione è stata inquietante).
Anche io sono procrastinatrice, timida, ossessionata dal valutare minuziosamente tutto e perciò non mi butto mai in niente (specialmente nei sentimenti, di cui mi sono convinta di non aver bisogno). E lo so che non mi fa bene, eppure continuo. Non so, io penso di aver bisogno di una svolta dall’esterno, ma non capita mai o se capita non me ne accorgo.
Comunque, detto questo, affermo una cosa: casi come il nostro non sono poi così rari. Qua su efp penso che sia pieno. Ma mi è capitato di scovarli anche nella “realtà”: gente che sa di non rientrare nei modelli convenzionalmente accettati della società e perciò si chiude in sé pensando di non essere capito. Nel mondo di oggi è importante “piacere”. Troppo importante. Perciò alla fine si finge. E si indossano maschere.
Va beh, dopo questo discorso un po’ pirandelliano e un po’ sconclusionato, concludo.
Seguirò il tuo diario, perché oltre ad essere reale e sincero, mi fa riflettere. |