Recensioni per
La strada che porta a te
di MissAdler

Questa storia ha ottenuto 56 recensioni.
Positive : 56
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/04/20, ore 00:29
Cap. 4:

Mi piace cominciare le mie osservazioni con quella porta del bagno, praticamente sbattuta in faccia a John da uno Sh che, secondo me, è molto vicino ad un’ondata di panico per aver intuito ciò che la sua razionalità non riesce a controllare. Il rumore secco e la barriera posta senza esitazione da Holmes costituiscono per John come un’indecifrabile risposta alle sue domande. Infatti, riprendi l’immagine e fai virtualmente riaprire ciò che gli è apparso come un muro invalicabile, per farlo entrare in un mondo di emozioni e sentimenti che lo travolgono e lo lasciano senza fiato. È bastato davvero solo un passo per ritrovarsi trascinato da una corrente forte ed impetuosa.

Questo capitolo è ricco di sviluppi, anche d’azione, nella parte che riguarda l’attività del consulting. C’è, a mio avviso, tutto. Tutto l’esprimersi di sentimenti fino ad allora tenuti muti e nascosti, tutto ciò che ciascuno di loro due si raccontava in silenzio, ascoltando la voce dei propri desideri, vale anche per Sh, certo, tutto l’abisso improvviso di un tragico avvenimento che serve da catalizzatore per il fluire libero e, finalmente, lo scambio delle emozioni e di ciò che si prova nel profondo del cuore.

Uno dei punti di forza del capitolo è il momento in cui descrivi John che diventa per Sh uno stupendo barbiere che, più che usare forbici e rasoio, usa la sua anima per gustare anche un solo attimo di quello che sta facendo. Sono gesti affettuosi e di un vero e proprio “curarsi” dell’altro che Sh, mostra di scegliere e di accogliere, sicuramente con il bisogno di sentirsi amato ed accudito da qualcuno di cui si fida. Quando descrivi la scena in cui lui mostra a John il motivo per cui non riesce a rasarsi, cioè quelle “mani tremanti”, almeno per me, è stato un passaggio narrativo breve ma di una grande intensità, commovente, come il vedere, con gli occhi della mente, John che assiste Sh durante le sue crisi d’astinenza, e rimane vicino al grande consulting ridotto ad una fragilissima creatura dal fisico “molle e leggero come un abito usato”.
La tua precisione e la tua capacità di dare valore ed importanza anche a particolari, apparentemente non fondamentali ai fini dello svolgimento della trama, ti portano a mettere in luce, soffermandoti quasi con affetto, per esempio, su quelle “ciocche scure” che John, sta radunando con la scopa per metterle nei rifiuti, titubante e dispiaciuto di dover eliminare, in un modo tanto sommario, qualcosa che per lui è diventato un oggetto di silenziosa venerazione perché appartiene alla persona di cui è innamorato. Un appunto originale, questo, che rivela la tua propensione a dare, anche alla quotidianità, la magia di un’atmosfera unica e memorabile. Infatti, quando, in seguito, Sh si addormenta con la testa appoggiata sulla sua spalla, John vive questo momento come l’avvicinarsi di una grande felicità.
E così ci si avvia a quella che, sempre a mio avviso, è la parte più coinvolgente per la carica di tensione, e non solo perché c’è di mezzo una sparatoria, e cioè all’agguato mortale in cui i nostri due vengono coinvolti. Protagoniste sono, in un primo momento, le sensazioni che travolgono John, quasi in una sbornia di dati tattili, olfattivi, visivi: Sh è praticamente incollato a lui che desidererebbe non vedere mai la fine di quell’istante magico che sta vivendo. Ma la razionalità si fa strada e John comprende, oltre ad avere la conferma “sensoriale” che la presenza di Sh lo travolge senza possibilità di difesa, che Holmes gli ha appena salvato la vita.
Lo scarno dialogo con cui comunicano, durante il viaggio di ritorno a Baker Street, è carico di significati e di messaggi lanciati verso l’altro. Una cosa è certa, Sh, con quel “lo sai perché”, rivela, inaspettatamente, che la motivazione del suo aver rischiato la vita per salvare John, non è affidata al caso, al trovarsi semplicemente lì durante un’operazione pericolosa. Il “perché” è, evidentemente, quell’ “errore umano” che ormai è diventato il motivo di vita di Watson. E si presuppone, con certezza, anche per Sh.
La sequenza d’immagini che segue, al 221b, viene da te descritta trasmettendoci lo stupore attonito di John che vede se stesso, come in un film, desiderare, fare e scoprire ciò che pensava non fosse più possibile. Splendido quel tuo attribuire, al passo che John muove verso Sh, in piedi davanti al camino spento, tutto il valore di una vita intera, di qualcosa di indescrivibile che ha la dimensione dell’infinito. Bellissima la lenta successione di gesti e di movimenti, dell’uno e dell’altro, che fotografi con accuratezza ma illuminandoli con un riflesso attenuato e morbido, quasi ad evitare di infrangere l’incantesimo.
E John travolge letteralmente le insicurezze di Sh, comunicandogli, con tutta l’immediatezza e la passione di cui è capace, che no, non ha certamente paura di toccarlo ma la paura di perderlo, quella sì.
Tu, ad un certo punto, fai dire ai pensieri di John che le sensazioni, che li accomunano in un’unica, meravigliosa entità, appartengono alla “pura poesia”. È esattamente l’impressione che mi ha lasciato in particolare quella sequenza di gesti e di emozioni che hai fissato con parole preziose e dense di significato. Pura poesia.
Purtroppo il capitolo si chiude con uno sparo che squarcia improvvisamente l’atmosfera di quello che sembra un sogno.
Comunque, quella frase “…Io sono Eurus…”, per me ha avuto un effetto ben più devastante del dubbio riguardante la sorte di John perché ha evocato le scene angoscianti di TFP, in cui i due di Baker Street vengono travolti dalle ombre minacciose del passato.
Un’ultima osservazione: mi piace molto la tua tecnica narrativa, usata in questa long, che non si serve di molti fatti, soprattutto nei capitoli precedenti, cioè dello scorrere di varie vicende. Infatti, se si guarda alla trama è piuttosto scarna, ma il punto forte diventa il tuo sguardo introspettivo ad un’interiorità, in questo caso quella di John, che si colora di mille sfumature diverse, a seconda di ciò che avviene attorno a lui. Così, nelle tue pagine, diventa fondamentale, e struttura portante della narrazione, il fluire dei pensieri e le “conversazioni” che il cuore fa su stesso, scoprendo nuovi, splendidi orizzonti.

Recensore Master
01/04/20, ore 00:00

Riprendo il cammino da quel significativo “se non ora, quando” che chiude il capitolo precedente. Cioè dal concetto, che condivido perfettamente, per cui non ha alcun senso il tempo perso a girare attorno ad un qualcosa che ci attira irreversibilmente. L’idea è chiara, John sa che è innamorato di Sh e che si tratta di un coinvolgimento totale ed assoluto. Perciò deve fare qualcosa, ora sa che non può più tornare indietro, non potrebbe continuare a vivere senza un motivo valido. Ed il motivo valido è Sh.
Ora, però, il problema è arrivare “all’altra sponda” in modo da compiere il percorso completo. Ed il capitolo inizia con un piacevole elenco che John scrive idealmente nella sua testa, delle possibili variazioni riguardanti il “come”. Chiaro è, e tu lo fai emergere nettamente nel testo, che per John il problema è comunicare la sua “scoperta” ad un uomo come Sh in grado di leggere perfettamente la realtà “scannerizzandola” senza pietà ma che, di fronte a dei sentimenti, diventa un soggetto alquanto particolare e sfuggente. Le sue difese, le ombre del suo passato, il suo non ritenersi apprezzabile agli occhi di qualcuno, abituato com’è ad un autoimposto isolamento difensivo, in effetti diventano ostacoli impervi. Saporita ma dolcissima quella frase in cui John, arrovellandosi, appunto, sul “come”, nomina anche la possibile “versione per soli uomini”, e ciò significa che, davvero, i pregiudizi si sono sciolti di fronte al calore forte di ciò che prova per Sh.
Nell’esprimere il corso dei suoi pensieri, mantieni un che di maschile, di lontano dai “fronzoli” che una mente femminile può aggiungere ad un’idea. Mi riferisco alla risata sincera che mi ha provocato la (temporanea soluzione) del conflitto sull’ipotesi di tentare di decifrare i pensieri di Sh: no, questo sarebbe stato uno sforzo inutile e deleterio, tanto vale struggersi, anche fisicamente, facendo tutto da soli.
Troppo grande è per lui la posta in gioco e la paura di sbagliare aumenta sempre, lo sappiamo tutti perfettamente, quando siamo coinvolti in sentimenti totalizzanti come quello che John prova per il suo “coinquilino”.
Uno dei momenti che, secondo me, ha il carattere prezioso dell’originalità nel descrivere il dilagare in John della consapevolezza di non poter più recedere dal lasciarsi andare al suo amore per Sh che, per ora, rimane nascosto in lui, e del suo sentirsi quasi un uomo diverso da quello di prima, è quello in cui, mentre si sta facendo la doccia, guarda in particolare le sue mani e gli sembra di essere rinato. Una persona diversa, estranea a quel John di prima.
Anche uscendo da casa, la sensazione di essere travolto da “una ventata di vita”, è netta e travolgente e la descrivi, diversamente dal resto del testo, con tratti leggeri, simili a quelli usati nel linguaggio poetico. Parole come “carezza”, “tepore”, “profumo”, che contrastano decisamente con il linguaggio scarno e decisamente più maschile di John, vengono da te usate proprio per rappresentare concretamente che, in lui, è successo qualcosa di veramente importante. E penso che non sia tanto l’essersi innamorato di Sh, perché questo non è certo un fatto nuovo, ma l’averne preso coscienza, l’averlo accettato come parte integrante e necessaria della sua vita.
Rimane il problema più grande e cioè il comunicare tutto ciò al consulting, consapevole della difficoltà di capirne il modo giusto.
Intanto cerca di non isolarsi completamente nelle sue “fantasticherie romantiche”; a questo proposito trovo formidabile il suo paragonarsi al palloncino di Rosie che, lasciato libero, vola un po’ dappertutto. Nel caso di John, più in alto del soffitto del 221b, non gli riesce di salire. E, a dire il vero, forse, nemmeno gli interessa…
Nel turbinare incessante dei pensieri che ruotano intorno a Sh ed al suo mondo, come ho scritto immediatamente sopra, John cerca di impegnarsi anche in qualcosa che non riguardi ciò che prova per lui. Arrivi così a citare il “terzo Holmes”, argomento che ha trovato il suo sbocco drammatico nella S4, in modo chiaro in TFP.
Questo accenno ad Eurus, che ancora non si conosce, sinceramente, getta un’ombra sinistra sullo stato d’animo di John che, comunque sia, fa ruotare tutti i suoi pensieri attorno al consulting e, nella faccenda del misterioso altro membro della famiglia Holmes, affiora netto il senso di protezione nei confronti della persona che ama. Però, continua ad ossessionarlo anche il timore di fare qualche passo falso che possa allontanare Sh da lui. Ipotesi insopportabile, certo.
La parte centrale del capitolo vede i due a casa, uno impegnato nelle consuete attività riguardanti le indagini e l’altro a guardarlo, di sottecchi, senza perdersi nulla di lui. Quello che ci descrivi con “gli occhiali protettivi”, intento a trafficare con le sue “cianfrusaglie” (termine quanto mai azzeccato, che esprime perfettamente il POV di John), è uno Sh decisamente IC, di poche parole, caratteristica questa che riconosciamo in lui quando non deve esibire la sua saccenteria o percepisce qualcosa che turba l’atmosfera intorno a lui.
In effetti lo scarno dialogo tra lui e John esprime efficacemente la tensione che sta diventando palpabile al 221b. Watson sa perfettamente che a Sh basta uno sguardo per intuire i suoi pensieri e, decisamente, lo spera con tutto il suo cuore, per non essere costretto a rivelarsi per primo, in quello che tu gli fai definire “un salto nel vuoto”. Decisamente ben riuscita e frizzante la sequenza serrata di botta e risposta tra i due che tu ci fai seguire dal punto di vista di John e quindi ci ritroviamo piacevolmente in mezzo a speranze, all’attesa spasmodica dello “scoppio” tanto desiderato della deduzione fondamentale che lo riguarda. Ma una così grande attesa e travolgente speranza s’infrange, ahimè, contro la conclusione logica che il consulting snocciola al coinquilino: lo vede sicuramente diverso, più curato, meno coinvolto nella semplice quotidianità come il mangiare, dunque…
”Beth sembra interessante”: qui mi è scappata un’altra risata perché immagino come sia compressa la carica interiore di John e come si ritenga effettivamente un fallito anche nello sperare che Sh capisca ciò che sta succedendo. Gli immediatamente seguenti suoi “progetti” su Beth, in effetti, sfociano in immagini decisamente colorite, su cui ho riso di gusto e che ho ritenuto coerenti con il personaggio in questione, in più soldato e dunque abituato ad un certo lessico.
Riguardo a ciò che pensa Sh, non vorrei prendere una cantonata, ma credo proprio che lui sia combattuto, e che abbia capito che qualcosa di serio sta capitando a John e, secondo me, ha paura di comprendere fino in fondo che l’oggetto del particolare stato d’animo di Watson è lui stesso. Affiorano così i suoi problemi legati al non sentirsi all’altezza, al non saper gestire ciò che riguarda il cuore. Dunque cerca di non guardare in faccia a ciò che, secondo me, ha dedotto benissimo e, anche lui, prende tempo. Il solito gioco a chi è più duro di comprendonio, insomma.
Nella penultima parte del capitolo fai entrare in scena il buon, vecchio (in senso affettivo, ovvio) Greg, sempre disposto ad ascoltare ed a consigliare John. Davvero, questo personaggio, in tutte le ff, assume giustamente un ruolo equilibratore, rasserenante. Riporta il punto di vista dell’umanità, della generosità, del valore, più praticamente comprensibile, da assegnare alle cose. O, almeno così spera John che vorrebbe sentirsi dire cosa fare. “Un solo passo”: nel titolo riassumi significativamente la filosofia di Greg che è, in effetti, un consiglio dettato dal buon senso, senza troppi svolazzi sentimentali.
Così, tra i dubbi e quell’ input che Lestrade gli ha lasciato in mente, ci fai ritrovare John con la fronte appoggiata alla porta del bagno, in attesa di un qualche segno o dal Cielo o proveniente da chi sta dall’altra parte.
Ed il passo viene compiuto con la sua richiesta di seguire Sh per un caso. Immediata la reazione del consulting che non aggiunge molte parole all’indicazione dell’ora in cui uscire di casa e di cosa portare. Forse non aspettava che il “passo” di John…
Una scena, anche questa, calibrata e ricca di suggestioni che ci fanno entrare direttamente nella testa, in corto circuito, di Watson e guardare Sh dal di fuori, ripeto, uno splendido Sh IC.
La tua storia continua ad essere avvincente e mi ha riaccolto, dopo tanto tempo, con la sua atmosfera così viva e ricca di sfumature che tu sai focalizzare con ottima capacità descrittiva.
Sempre efficace il mantenerci “dentro” a ciò che prova John, ci riesce meglio capire anche le motivazioni ed i suoi comportamenti che tu ricostruisci con una convincente credibilità e verosimiglianza.

Nuovo recensore
31/03/20, ore 20:29

Devo ammettere che questa Fanfiction è una gioia per il mio cuoricino angosciato, soprattutto in un periodo delicato come questo, dove sento seriamente il bisogno di qualcosa di assolutamente melenso.
Sono davvero felice che tu stia continuando ad aggiornare la tua storia, tra le altre cose volevo complimentarmi, oltre che per la storia troppo carina, soprattutto per la suggestività con cui riesci a rendere le tue descrizioni. Riesci infatti a cogliere quei dettagli piccoli che ti permettono di focalizzare gli odori, i sapori, a partire dal modo in cui descrivi i boccoli di Sherlock fino ad arrivare al sentore del cloro che gli resta sulle labbra quando sono in piscina, una cosa che a parer mio non è affatto semplice, e che a te sembra venire estremamente spontanea.
Non vedo l'ora di continuare a leggerti, fino ad ora mi hai dato solo gioie!
(Recensione modificata il 31/03/2020 - 08:30 pm)

Recensore Veterano
29/03/20, ore 12:31

Ehi! Eccomi, finalmente mi sono rimessa in pari, e fortunatamente avevo interrotto la lettura poco prima dell'inizio di questo filone fuori porta, perché è stato veramente stupendo!
Allora, partiamo innanzitutto dal capitolo sulla degenza in ospedale: mi sembra di aver letto nelle tue note che come capitolo non ti è piaciuto molto, e un po' si vede: tutti gli altri mi hanno tenuta incollata alla lettura riga per riga, mentre in quello ho saltato qualche paragrafo. Non che non fosse ben scritto, intendiamoci, ma mancava dell'intensità che invece traspira da questi altri e dai precedenti. Capisco il suo ruolo di cerniera, ma forse avresti potuto accorciarlo parecchio e inserire giusto l'indispensabile per far filare la storia.
Superato quel capitolo, invece, è stata una meraviglia costante! Partiamo dal presupposto che io adoro letteralmente i paesaggi e le ambientazioni bucoliche, perchè mi fanno veramente impazzire, e sommiamoci anche il fatto che è quasi aprile, e quindi questo contesto sembra quasi reale, e allora hai trovato il mix perfetto per scrivere storie che adoro! Ho letto questi ultimi capitoli in terrazzo, ed è stato veramente come essere lì con loro.
Non so se hai letto visto il film "Chiamami con il tuo nome" perchè francamente almeno la metà delle scene di questi ultim capitoli me lo ha ricordato: Sherlock in camicia aperta e pantaloncini, la piscina, la casa immersa nel verde. Se non l'hai visto o letto ti consiglio in questi giorni di quarantena di leggere almeno il libro, perché merita veramente.
Per il resto che dire, mi hai talmente tanto rapito con questa ambientazione piena di pesche, salici e campanule che attualmente non mi viene in mente quasi nient'altro da dirti, sono ancora con la nostra amata coppia tra le colline del Sussex! Però ho letteralmente adorato che Sherlock abbia spedito i suoi in Sud Africa stile pacco di Amazon, è così terribilmente da lui!
Comunque ribadisco quello che ti accennai nella prima recensione: questo racconto è molto più compatto e molto più fresco di YGA, non so a cosa sia dovuto, ma mi è piaciuto veramente moltissimo!
A presto per la conclusione!
Vedra

Recensore Master
29/03/20, ore 12:26

Cara MissAdler,
Non solo c’è la quarantena, ma è pure cambiata l’ora. Come non consolarmi con un altro capitolo che direi stupendo di questa storia? Quando ho letto l’altro ho pensato che non avresti davvero fatto sparare da Eurus a John, ma devo dire che il coraggio di questa scelta è stato ben ripagato da un capitolo introspettivo bellissimo. Mi è piaciuto il lento perdere coscienza di Watson, i pensieri sconnessi che segnano il coma e la sua riabilitazione faticosa e resa possibile dall’intervento di un colpevole Mycroft. Non viene mai sviscerato quanto il maggiore degli Holmes c’entri in questa storia, sebbene sapesse tutto, ma è evidente come il ferimento di Watson necessiti un intervento da parte sua che probabilmente è anche per dimostrare quanto è capace ed efficiente. Il modo oserei dire inglese in cui Sherlock si prende cura di Watson è altresì molto toccante.

È una presenza discreta e costante, tranquilla. La sua preoccupazione è John, la sua disperazione è in quella camicia che spesso non cambia e nell’evidente stanchezza e mi piace questo modo di dosare spiegazioni e introspezioni e presentare i fatti. Poi mi hai spezzato il cuore con Al di là dei sogni: MissAdler, quello non era un semplice film, era una roba straziante che lo vedi una volta e piangi per giorni, solo al ricordo XD! Un momento tenerissimo e molto ben reso è anche il bacio che viene scambiato tra i due, che, lo ricordo, sono un ex soldato e un consulente investigativo dalla ben nota freddezza. C’è una ritrosia nel loro gesto che trovo appropriata in quanto adulti – di nuovo, si vede quanto tu conosca le reazioni umane, bilanciando anche le dimostrazioni d’affetto all’età e al posto nella società. Un uomo come Watson, che solo in un letto d’ospedale si fa toccare la faccia per farsi radere, ha un modo consono di vivere l’amore, anche se questo amore è di un’intensità spiazzante. Insomma, bravissima come al solito, è proprio il caso di dirlo!
Un abbraccio forte,
Shilyss

Recensore Master
29/03/20, ore 10:32

Ciao, dovrei andare avanti con la mia ma chissenefrega... voglio lasciarti subito un commento a questo capitolo. In effetti è da quando l'ho letto, anche se era incompleto, che ho voglia di dirti un paio di cosette. La prima, ma questo lo sai già, è che mi è piaciuto tantissimo e che ne avevo tanto, ma tanto bisogno. Ultimamente non riesco a tollerare l'angst, sarà la quarta settimana di quarantena che inizia a pesare, non so... fatto sta che ho amato ogni riga di questo capitolo. Si intravede la fine, ma non mi dispiace. Anzitutto perché sai che sono dell'idea che le storie debbano avere una fine, anche se mi dispiacerà non avere più nuovi aggiornamenti, la storia sarà sempre qui da leggere e puoi star certa che la leggerò ancora tante volte. E poi perché ha un finale meraviglioso, che non è ancora arrivato, ma le cui premesse sono tutte in questo capitolo. Il modo in cui Sherlock e John si trovano è meraviglioso. Su tutto quello che voglio sottolineare è il percorso emozionale che ha fatto John, adesso la faccenda del seitan ma anche lo stesso sparo in testa sembrano fatti lontani anni luce. Sembra non sia mai esistito niente di tutto quello. Dovranno tornare a Londra, certo, ma per ora questo paradiso che si sono trovati ha rinfrancato a entrambi lo spirito. Non ci si è messa solo la pigrizia delle giornate, il buon cibo, lo stare all'aria aperta, c'è anche l'amore che è nell'aria e io mi chiedo come faccia la signora Lyndt a non accorgersi di niente perché che il dottore è innamorato di Sherlock, e viceversa, è evidentissimo. John sta benissimo, rispetto a qualche capitolo fa è un cambiamento davvero notevole che però come ti ho detto ha un suo significato. Chiunque starebbe bene con una vacanza come questa e in un luogo tanto favoloso. Ci sta benissimo anche Sherlock, che certamente sentirà la mancanza dei suoi casi e di Londra, ma se non ha problemi lui a gestire la noia... di sicuro non ce l'ha John. Mi è piaciuto molto come hai descritto la sua aspettativa. Nella scena in piscina sembra non riescano a fare nient'altro che saltarsi addosso, specialmente John che dei due è quello che mostra più irruenza. Sherlock, come nota John stesso "Non vede l'ora" anche se lo nota dopo che l'hanno fatto la prima volta, ma il concetto resta quello. Eppure la scena s'interrompe lì, poi capiamo il motivo e non c'entra con Thomas o l'imbarazzo, non soltanto almeno. Sono abbastanza sicura che abbia a che fare col fatto che non era solo la loro prima volta, ma la prima volta di Sherlock. Lo si intuisce, ma ne siamo certi solo quando ne parlano, dopo. Mi pare naturale l'aver rimandato il loro incontro, voleva un letto, voleva la comodità e forse voleva anche gestire un po' di nervosismo. E poi questa attesa non fa che aumentare il desiderio di entrambi, alla fine si trovano e tutte le lemon in questo senso le ho trovate bellissime. Roba che ti rimette in pace col mondo proprio. Mi sono piaciute molto le loro chiacchierate tra una seduta di sesso e l'altra. Vanno su territori che prima, vuoi per imbarazzo o perché erano ancora indietro in questo senso, non si azzardavano nemmeno a sfiorare. Scopriamo che Sherlock era vergine prima di John, ma veniamo a sapere anche che non ha mai pensato di farlo con qualcuno che non fosse lui. Su questo sono molto d'accordo. E poi c'è questo stupendo concetto che Sherlock esprime con molta naturalezza, gli sembra di averlo sempre dentro. Io ho amato alla follia questa frase. Il voler diventare l'altro. Il non avere più confini. John ne ha bisogno, lo si intuisce, ma credo che quello di Sherlock sia un desiderio più feroce e disperato. Lui l'ha amato in silenzio per così tanto tempo, che è naturale il suo bisogno di avere la certezza che tutto questo sia vero. Lo vuole ricordare anche dai piccoli gesti, da una richiesta di farlo la prima volta, dello stare insieme, l'affrontare certi discorsi come dicevo anche prima. Sherlock mi è sembrato il più disperato dei due, quello che sicuramente ha sentito su di sé un cambiamento più forte. John si è calmato, è sereno e non più paranoico. Certamente è felice, ma Sherlock è diverso e lo si intuisce dal modo in cui si comporta. Fino allo scorso capitolo non era nemmeno sicuro che John volesse dormire con lui nello stesso letto... insomma, ha fatto bene a tutte e due e si percepisce. Il resto è stupendo, l'atmosfera, Rosie pasticcera... l'olio di mandorle dolci... le pesche, che mi sono sembrate quasi una citazione a "Chiamami col tuo nome". Anzi tutto il capitolo in generale ha quelle atmosfere. Io non amo quel film in maniera particolare, diciamo che non ci stravedo, ma qua ho apprezzato anche perché c'è una lentezza in ogni cosa che non posso non ammirare.

Hai fatto come sempre un ottimo lavoro, alla prossima.
Koa

Recensore Junior
28/03/20, ore 23:23

Forse è un'impressione mia, ma questo capitolo mi richiama tantissimo le atmosfere di quello spettacolo di film che è Chiamami con il tuo nome. Belle scene, brevi ma intense, e il fatto di averle moltiplicate piuttosto che soffermarti solo sulla prima è stata una scelta originale e molto interessante! Grazie per questo nuovo capitolo, lungo come piacciono a me e coinvolgente. Aspettiamo allora la conclusione!!

Recensore Master
28/03/20, ore 23:00

Tesoro 😍😍❤️
Ma cosa è questo capitolo? Io l'ho amato troppo, ti giuro. Amo troppo quest'ambientazione, la campagna, gli alberi, la tranquillità, ma Sherlock e John non possono tipo trasferirsi lì? XD
E poi... Questo capitolo è estremamente caldo.
Lo sai, io ho un debole per le tue scene lemon e qui ho volato tantissimo. A partire dalla loro scena in piscina, caspita se mi è piaciuta. Ma poi quanto sono belli loro così innamorati, con le farfalle nello stomaco, pieni di adrenalina? Sono sensazioni che conosco e che mi fa piacere ritrovare qui.
E poi lo fanno, quasi di nascosto e silenziosamente perché non possono farsi sentire, e ho amato anche lì.
Ma ciò che più di tutto ho amato è stata la gita di Sherlock e John tra gli alberi. E hai capito Sherlock che vuole essere preso senza alcun riguardo, ma che bravo 😜😜😜
È stato stupendo, John e Sherlock non si possono tenere più, e poi quest'ultimo ha delle uscite così dolci... Mi ha sinceramente commossa.
E poi mi finisci il capitolo con John che dice quella cosa e io MMMMMMMMAAAAAAAAH capito?
Non c'è la faccio.
Non vedo l'ora di leggere l'ultimo capitolo. Perdona la recensione sclerata, mi sa che l'orario non aiuta 😂😂

A presto ❤️

Nao

Recensore Master
23/03/20, ore 21:40
Cap. 4:

Cara MissAdler!
Certo che far finire un capitolo così è semplicemente crudelissimo! Il modo in cui hai palesato Eurus e in cui hai creato questa dichiarazione muta e intensissima mi è piaciuto moltissimo, tanto che non avrei mai detto che erano così tante parole, perché ero presa dai ragionamenti di Watson, nel suo arrovellarsi sulla domanda che ha avuto tanto posto nei primi capitoli: se non ora, quando? Watson deve cogliere l’attimo fuggente e necessita di farlo perché ne ha bisogno e la lontananza da Sherlock è dolorosa. C’è sofferenza mentre gli taglia i capelli (che cosa intima: io, per esempio, detesto che mi vengano toccati a meno che non sia una persona vicinissima a me), mentre Sherlock si espone a fatti – la maniera che preferisco – per dirgli che lo ama e lo salverebbe salvandogli la vita (che modo ic di far venire allo scoperto il sentimento dell’algido e impassibile consulente investigativo). Le esperienze visive e tattili prevalgono ed è proprio il contatto insperato nel vicolo a convincere Watson non d’amare Sherlock, quella è una cosa già assodata, ma che quest’ultimo per lui farebbe qualsiasi cosa.

Con questo escamotage che ho amato molto hai ricollegato la primissima (o una delle prime, vado a braccio) frasi della storia con questo capitolo centrale, dato che i due si trovano, si amano, si confessano. Del tuo stile ho detto già molto, ma ci tenevo a dire come qui abbia un ritmo particolarmente incalzante, che si mescola con la passione esplosa nel momento in cui John anziché baciare Sherlock, lo tocca. E niente, è un momento diverso dal solito e bello perché tutta l’impalcatura introspettiva che hai creato prima lo rendeva necessario. Sì, c’è un senso di necessità crescente di cui siamo spettatori noi e i vari fantasmi che popolano la coscienza di John; il sergente, la dottoressa, Greg e la sua faciloneria, Mary. Tutti in attesa che ciò che deve compiere si compia. L’arrivo di Eurus col suo occhio freddissimo, però, rompe l’incanto. Non vedo l’ora di proseguire e sei stata bravissima. Un abbraccio forte, senza frullini, senza chiodi, senza lavori di manutenzione,
Shilyss, da qualche parte sul GRA (che un po’ mi manca)

Recensore Veterano
23/03/20, ore 18:56
Cap. 1:

Ciao! Dopo qualche mese sono tornata a fare capolino su questo fandom! Non vi ho certamente dimenticate, ma la mia fantasia è stata ultimamente distratta da altri personaggi (complice tre maratone in successione: Harry Potter, il Signore degli Anelli e la Marvel). Tuttavia non potevo evitare di ritornare per aggiornarmi un po' su quello che state facendo voi ragazze qui <3. Curiosando nelle ultime cinque o sei pagine della sezione mi sono imbattuta nel tuo nome, e l titolo della storia mi ha attratta. Leggendo questo primo capitolo ho notato che il tuo stile di scrittura è cambiato sensibilmente dai primi capitoli dell'altra long, e decisamente in meglio. Ha acquisito uno spessore maggiore, meglio di così non saprei spiegarmi: è come se fossi riuscita a comprimere dei pensieri che prima esprimevi in quattro o cinque righe in una sola frase, con conseguente miglioramento dell'impatto sul lettore.
Per quanto riguarda la trama riesco già a intravedere dove vuoi andare a parare, ma come sempre il punto centrale delle fanfiction è scopire il viaggio pindarico che farai fare ai nostri protagonisti per arrivare alla tanto agognata fine! John è irrimediabilmente perso, e ce lo siamo perso già da parecchi anni a quanto vedo. Ho apprezzato la spiegazione che hai dato al suo fidanzamento con Mary: il fatto che lui si sia ritrovato travolto dagli eventi è un fatto molto realistico, che forse fin troppe persone sperimentano senza ammetterlo. Sherlock è stato meno trasparente, ma si capisce ugualmente che è bello perso anche lui, e molto più intraprendente del solito, il che forse rispecchia anche di più la sua caratterizzazione nella serie.
Mi ha fatto troppo sorridere il modo in cui hai impietosamente liquidato Mary, prima o poi il personaggio uscirà dalle pagine di Doyle per venire a picchiarci tutte con una clava, siamo davvero tremende certe volte.
In ogni caso con la quarantena che incombe spero di riuscire a ritagliarmi un altro po' di tempo per leggere tutti i capitoli di questa long, e spero vivamente anche di riuscire a rimettermi in pari almeno con le vostre storie!
A presto
Vedra

Recensore Master
21/03/20, ore 19:52
Cap. 6:

Come ho detto poco fa commentando il post su Facebook: una meraviglia. Il capitolo, l'ambientazione scelta, i personaggi di contorto, ma anche l'avvicinamento stesso di John e Sherlock. Mi ci voleva una storia di questo stampo, in cui Sherlock e John trovano il modo di parlarsi, capirsi e accettarsi. Una boccata d'aria fresca. Amo questo tuo John che è passato attraverso la negazione e il rifiuto per Sherlock e per ciò che provava per lui, ma che adesso invece accetta, sa, conosce e soprattutto desidera e non lo nega. Vuole Sherlock anche fisicamente, lo vuole attorno a sé e nel proprio letto e patisce questa situazione di stallo formatasi quasi naturalmente dopo "l'incidente" (che chiamerò così per comodità dialettica). Non credo che Sherlock avesse particolari problemi con se stesso, non credo che l'edificio fosse crollato, il problema forse era che era tutto appena successo. Si erano appena trovati, che poi succede una cosa di questo genere. La sfera che rotola sull'ormai famoso piano inclinato aveva semplicemente rallentato. I dubbi e le paure di John, per altro lecite in una situazione come questa, erano del tutto infondati. E quindi si ritrovano e per farlo arriva questo posto da sogno. Avevo visto su Facebook le fotografie di un bellissimo cottage inglese e ho pensato che potesse essere la sorpresa di Sherlock per John. Con quelle immagini davanti agli occhi, non ho faticato a vedermi questo posto da sogno. Sherlock e John ci stanno benissimo, e poi con Rosie e Mrs Hudson, con questa bellissima e dolce coppia di anziani signori che portano avanti una vita che sembra essersi fermata a cinquant'anni fa. Non ci sono stress, non ci sono problemi di alcun genere, solo arnie, alberi da frutta e orti. Naturalmente è anche un posto di gran lusso, la villa è grande e c'è una piscina, un laghetto, un parco... sembra la residenza di Mr Darcy in Orgoglio e Pregiudizio (ce l'ho in mente solo perché l'altro ieri l'ho intravisto per caso su La5, ma me l'ha ricordata moltissimo). Mi sono piaciuti molto questi due OC che hai inserito, io ho una particolare fissazione per i personaggi originali di contorno a una storia, a mio parere l'arricchiscono di molto. Questi due anziani signori con tratti caratteriali appena abbozzati, ma che si intuiscono mi hanno ricordato addirittura due persone che conoscevo e che per me erano come dei nonni. Lui più taciturno, legato alla terra, all'orto e alla frutta colta direttamente dall'albero. E lei che impasta e fa torte in casa. Una coppietta adorabile, sono contenta che tu abbia allungato la storia.

E poi ovviamente ci sono John e Sherlock, come accennavo prima sono una delizia. Li amo da morire, specie nel modo in cui riescono a trovarsi, finalmente in pace e tutta tranquillità. Non devono ripartire da zero, come John all'inizio temeva. Devono solo trovare il coraggio di fare un primo passo in avanti e succede, in uno scambio di battute che ha dell'adorabile. Romantici, carini, divertenti... li ho amati in ogni riga e grazie, grazie e ancora grazie per questo capitolo stupendo. Ho amato tutto, da Sherlock che suona il violino su un prato, che compone musica per Rosie e John. A John che legge Cent'anni di solitudine (ne parlavamo poco tempo fa tra l'altro!). Sino a Sherlock che guarda P0rnhub! Sono tutti elementi dai sapori profondamente diversi che contribuiscono a delineare un quadro molto completo. Era quel che ci voleva specie dopo l'ultimo capitolo così tragico e sconvolgente dal punto di vista degli accadimenti.

Aspetto ovviamente anche il successivo. Intanto grazie per star continuando questa storia.
Koa

Recensore Master
21/03/20, ore 18:02
Cap. 6:

Ma ciao <3
Questa volta sono super puntuale come non mai LOL
Oddio questo capitolo... mi è piaciuto un sacco T_T
Finalmente John è uscito dall'ospedale, c'è il rientro a casa e poi... santo cielo, Sherlock l'ha portato in un posto bellissimo. L'hai descritto così bene che mi sembrava di essere proprio lì con loro (e magari, di questo tempo ci vorrebbe per tutti). Un posto veramente incantevole dove il tempo sembra fermarsi, tranquillo, dove intanto continua a sbocciare l'amore tra John e Sherlock, tra mille dubbi e incertezze. Inizialmente sono - com'è ovvio che sia - un po' timidi, John stesso si chiede effettivamente se stiano insieme o meno. Beh ragazzi, credetemi, il dialogo e parlare chiaro è la migliore delle soluzioni, in questo caso. Insomma, è un capitolo che mi ha un po' fatto sospirare, un po' mi ha accesa e mi ha rallegrata molto. Specie ho adorato come l'hai concluso. John sembra rinato dopo il coma, e forse in un certo senso è così. Se il prossimo capitolo sarà davvero l'ultimo, sono curiosa di vedere come andrà a finire.
A presto <3

Nao

Recensore Junior
21/03/20, ore 17:55
Cap. 6:

Che bella atmosfera, perfetta per evadere con la mente da questa realtà assurda che stiamo vivendo. Anche io aspetto con ansia il prossimo capitolo. Grazie mille per questa bella storia, che sta diventando quasi stilnovista :)

Recensore Veterano
21/03/20, ore 17:29
Cap. 6:

Ciao, finalmente un nuovo capitolo!
Come i precedenti bello anche questo,mi dispiace però che lo hai tagliato a metà T.T
P.s
Lo so ho un debole per i capitoli luuuuuunghi
Attendo con ansia il prossimo capitolo :)

Recensore Master
16/03/20, ore 01:03

Ma ciao MissAdler!
È notte, siamo in quarantena e ti recensisco, ebbene sì <3 . Mi intriga che tu abbia scelto di ambientare la storia prima di Eurus, quando ancora il terzo Holmes è avvolto nel mistero. Consente di affrontare nuove prospettive non solo nel rapporto tra John e Sherlock, ma anche riguardo a Mycroft e a Greg, che in questo capitolo ha svolto il ruolo di custode delle pene d’amore di Watson: certo, lui non ha capito chi si l’interesse amoroso del dottore, ma ha dato comunque un buon consiglio, quello di buttarsi e viverla. Apprezzo però che ci sia stata una settimana di riflessioni di mezzo e poche conservazioni tra John e Sherlock. Il secondo non ha abbastanza elementi per dedurre che non è lui l’oggetto del desiderio di Watson, ma comprende che c’è un intento volto al corteggiamento da pochi indizi. La cecità dell’investigatore fa arrabbiare John in un modo che ho trovato molto realistico. È un uomo comunque troppo retto e con abbastanza stima di sé da non andare con una persona solo per far dispetto a un’altra, sarebbe degradante per entrambi, ma ovviamente ci pensa, ci pensa con un intento volto alla vendetta, tipico di un innamorato ferito e lecito perché rimane nella sfera dell’es.

La ripresa dei precedenti capitoli è affidata, invece, alla presenza del mantra “se non ora, quando?” che martella John spingendolo a risolvere in qualche modo la questione Holmes, a cercarne la vicinanza, a ritrovare l’equilibrio infranto dopo il pugno. Ogni riflessione o dubbio lecito che metti in campo nel capitolo ci aiuta ad avere una visione a trecentosessanta gradi di un uomo innamorato che sta compiendo un’evoluzione che è passata per l’ammissione di un amore difficile e complicato al tentativo di capire se c’è il terreno fertile per una relazione. E a rendere l’amore tra questi due un delirio non è neanche la relazione omosessuale, ma la difficoltà oggettiva di aprire il proprio cuore di fronte a Sherlock, a un uomo il cui poco tatto è leggendario, da uno che ti capisce con uno sguardo tranne che nella cosa più importante di tutte. Grazie per questa meravigliosa lettura notturna
Shilyss ^^