Ciao!
Eccomi qui: ormai, lo sai, sono un caso perso, ma questa raccolta me la sto godendo tutta al contrario, e ho pensato di non interrompere il flusso (e lo so, ho ancora due poesie da recuperare, per non lasciare troppi pezzi in giro: le ho lette e amate, ma per uno scambio non me la sentivo di passare di lì, perché sicuramente non sarei riuscita a scrivere una recensione un minimo sensata).
Questa storia mi ha conquistata da subito, sin dalle atmosfere che hai creato prima ancora di cominciare a scrivere: la citazione di Dickens è assolutamente perfetta per loro, per il loro rapporto, e While Your Lips are Still Red è una delle mie canzoni preferite in assoluto e, di nuovo, credo che tu abbia saputo utilizzarla in maniera perfetta per partire da lì ed evocare un'atmosfera tanto voluttuosa.
È un racconto breve, questo, ma che conserva una coerenza interna fortissima: questa pioggia che apre la narrazione e poi torna sul finale a richiuderla, cedendo sempre il passo a un amore potente, fatto di carnalità e di molto altro. Perché la pioggia può essere l'elemento che accompagna la narrazione e le dà una struttura circolare, ma la vera essenza di tutto, come sempre, sono Albus e Gellert. E poco importa che la pioggia che nel finale si fa voce di così tanti amanti che sono venuti prima di loro sia citata anche all'inizio, perché in realtà la storia comincia con tutt'altra dichiarazione. Con una dichiarazione lapidaria, che già dà la misura di quanto Albus e Gellert siano presenti, qui. Perché la pioggia può aver osservato decine di amanti, ma nessuno, nessuno è come loro. E su questo, non posso che confermare: nessuno è come loro, e nessun autore più di te riesce a caratterizzarli in maniera tanto efficace, riuscendo a condensare ogni loro complessità in testi che, nella loro brevità, hanno davvero la forza di un proiettile.
Perché tutta la particolarità del loro rapporto è già qui, già nel loro svegliarsi nel medesimo istante (come mossi dallo stesso istinto, come se non ci fossero barriere tra di loro, come se fossero a tratti la stessa persona).
E nel loro volersi assoluto, bellissimo, di cui non mi stancherei mai di leggere, c'è tutta la tua raffinatezza di autrice: questa storia è impregnata di passione in ogni sua riga, ed è una passione concreta, fatta di corpi che si cercano senza alcuna barriera, ma è anche una passione elegante, bellissima, che non ha mai cedimenti stucchevoli o al contrario volgari.
Il modo in cui riesci a far dialogare Albus e Gellert, pur senza mai scrivere un dialogo, è qualcosa di sublime, perché anche una parola, una sola, viene ad assumere un significato e una portata immensa. E tu riesco a farlo ogni volta, ogni volta dai un significato tutto nuovo alla parola "comunicare". O meglio, mi viene da dire che recuperi un significato meno recente, perché per Albus e Gellert comunicare significa davvero essere comunione, completa e totale, l'uno con l'altro. Ed è bellissimo, perché c'è sempre una naturalezza assoluta in questo tuo muoverli così.
Alla fine, quel ricominciamo, mio blu mi ha completamente commossa, perché davvero, con una sola espressione hai saputo richiamare tutta la struttura che sostiene questo progetto.
Bravissima, davvero. Io ogni volta che ti leggo vorrei solo avere giornate composte da un centinaio di ore, per poter continuare a leggerti e rileggerti di nuovo.
Un abbraccio! |