Recensioni per
Surya Namaskara
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 125 recensioni.
Positive : 125
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/01/24, ore 12:00
Cap. 3:

Ciao ♥︎
 
Forse ti stupirai di vedermi di nuovo qui a così breve distanza dall’ultima recensione, ma ti assicuro che è tutto vero. Sono qui. E ho letto un altro capitolo di questa bellissima storia.
 
Allora, questo capitolo ci porta ancora più all’interno delle vicende che legano Ole e Homer, ma gli interrogativi aumentano invece che diminuire, e la curiosità è sempre altissima.
L’idea dell’Accademia di Arti Magiche mi è piaciuta molto. Cecilia Landmann mi sembra una donna affascinante e interessante, mi piacerebbe conoscerla meglio, ma so che magari questa non è propriamente la sede più adatta, avrai di certo altre tematiche da affrontare. Anche Aline Castro, la scultrice pupilla di Cecilia, non mi è dispiaciuta.
 
“E fu un silenzio giusto, privo di imbarazzi e della voglia di riempirlo con qualsiasi cosa.”: ora capisco perché hai apprezzato il dettaglio sul silenzio tra Teddy e Vic nella mia fruitcake. Che belli questi parallelismi non voluti ♥︎
 
Tornando nel vivo del capitolo, quando Aline invita Homer a ballare, Ole rimane solo in mezzo alla folla, e mi sembra un po’ gelosetto quando Homer lo raggiunge. Riemerge ciò che li rende diversi, le loro diverse scelte di vita: uno è un (quasi) Guaritore, l’altro studia per diventare un medico (tra i Babbani). Sembra che Homer ci sia rimasto male per le scelte di vita di Ole, soprattutto quella di vivere tra i Babbani e studiare tra loro (anche se poi Ole in quel mondo non si è del tutto integrato, continua a scegliere di rimanere solo, non tesse alcun tipo di legame con gli altri, non ha interesse nell’approfondire i rapporti con i suoi coinquilini, e nemmeno con altri colleghi all’università). E, abbandonando il mondo dei maghi, è come se avesse abbandonato Homer, in fondo. Ma Ole è soltanto scappato da un mondo che lo opprimeva, e da una famiglia che non l’ha mai accettato, e non ha mai accettato la sua diversità. A questo punto della narrazione, sembra quasi che Homer non abbia compreso fino in fondo le scelte di Ole, e le sue esigenze. In ogni caso, i due sembrano sempre ritrovare molto in fretta la loro solita complicità, e scappano da quella festa che ormai stai diventando rumorosa.
 
Il dettaglio sul luminare di Singapore mi porta a dire: voglio saperne di più. Vorrei saperne di più sulle vicissitudini di Homer da quando lui e Ole si sono separati. Così come vorrei sapere tutto di quella volta sulla spiaggia in Inghilterra, quell’ultima estate insieme, poco prima che le loro vite cambiassero per sempre. Il ricordo di Ole sembra un po’ dolceamaro, vedremo.
 
Ti rinnovo i miei complimenti per questa storia, sono contenta di averla ripresa.
 
A presto ♥︎

Recensore Veterano
16/11/22, ore 19:30
Cap. 3:

Ciao Greta!
Continuo il viaggio in questa tua storia. Intanto, il primo elemento che volevo segnalare è il cagnetto pestato di Madama Piediburro. ADORO.
Ma tornando seri (e specificando) adoro i dettagli che hai disseminato – che dissemini sempre – perché rendono la storia ricca di una semplicità che sembra quasi “naturale” ma che capisco che comporti dietro un lavoro di accuratezza, di fantasia e di conoscenza profonda della saga (ma ormai i tuoi riascolti/riletture ti precedono e quindi nulla più mi stupisce). Mi dispiace leggere nelle note che scrivendo questa storia non ti sentissi soddisfatta: ci sta, quando amiamo tanto due personaggi, volere per loro il “meglio” e sentirci a volte non in grado di darglielo. Trovo che qua, però, tu abbia messo tanto del tuo meglio (che è smisurato) e non solo nel delineare la storia e i loro caratteri ma anche nelle parole, nella scelta della lunghezza delle frasi, nel modo in cui questa storia scorre rapida da una riga all’altra e noi la inseguiamo. Davvero, credo che ad ogni recensione io finisca a scrivere le stesse cose e per questo ti chiedo di perdonarmi ma per me è una sorpresa nuova ad ogni capitolo, questo tuo modo di scrivere che ammiro e ti invidio. Mi viene naturale ribadirtelo e ribadirtelo. SORRY.
Comunque Ole un po’ mi spezza il cuore: mi spezza il cuore come Homer sia alla fine il suo unico vero amico, quello che lo ha costretto a tenere gli occhi su un atlante e immaginare le sue varie tappe nel mondo; Homer che sorride svelto, che volteggia in un ballo, che è perfetto nel suo completo viola e che è così “irraggiungibile” nella sua completezza. Perché Ole è tutt’altro: si sente noioso, come quel suo appartamento, e incapace di competere (così come lo era a scuola) e ha paura che ci torni in quelle poche stanze e che Homer si accorga che non ha fatto grandi passi avanti da quello stesso giorno sulla spiaggia in cui sono lasciati. Gli strati di timidezza e paure e incapacità di relazionarsi che solo lui è riuscito a sfogliare, sono ancora lì, uno sull’altro, ancora più saldi, alimentati dalla “fuga” lontano. Da Hogwarts, dall’Inghilterra tutta, da suo padre, da “voi maghi”. Un mondo di cui lui è estraneo – ogni mondo gli è estraneo. Tranne la medicina Babbana, tranne Homer. Homer a cui non riesce però a non lanciare comunque qualche battuta stizzita perché è sopraffatto; come non comprendere la sua solitudine, la sua incompletezza, il suo sentirsi fuori luogo sempre e mai davvero a posto? E forse rimpiange anche il fango sul suo zerbino, la casa noiosa, perché Aline è bella, profuma, ha le guance fresche e lui è lì, con i piattini in mano come un idiota, ad attendere arrivi “il suo turno” con il caldo che lo mangia tanto quanto l’inadeguatezza. Ad aspettare di fuggire, ancora, come sempre.
Spero ci racconterai di più di quella giornata in spiaggia di molti anni prima (bello che lo dico come se la storia non fosse stata scritta due anni fa!) e scusa questa recensione che è mezza pippone, mezza riassunto e probabilmente non dice nulla di più di quello che c’è già scritto nelle tue righe ma tant’è, volevo solo dirti che è bellissima. Volo al prossimo capitolo.
Ti abbraccio

Recensore Veterano
09/03/21, ore 22:13
Cap. 3:

Ciao, eccomi per l'ABC! Sono davvero felice di avere un'occasione di tornare, non immagini quanto mi abbia fatto piacere trovare il tuo commento!
In tutto il tempo che ci ha separate, questa storia mi é rimasta nel cuore, riemergendo ogni volta che beccavo sui social due parole scritte da te.
Già solo le prime righe mi hanno riportata in atmosfere che mi hanno riempita di una grande nostalgia, come se rivedendo questo Ole scarmigliato e impacciato nei riflessi della grande festa rivedessi un vecchio amico. I dettagli con cui lo descrivi contribuiscono in maniera davvero molto attiva a parlarci di lui come persona. Sono oculati e non convenzionali, non solo mostrano ma raccontano e l'ho apprezzato tantissimo.
Le vicende sulla licenza di Materializzazione sono passaggi davvero molto divertenti, che si adattano bene all'angoscia un po' "da cartoon" di Ole.
L'idea delle guide origami é stata meravigliosa. Il contesto in cui é nata, poi, mi ha fatto innamorare ancora di più dell'eccentrica signora Landmann e del suo umorismo, combinato a un gusto e un carattere che la rendono una personalità interessante e carismatica quanto il figlio. La mela non cade mai lontano dall'albero!
Aline compare come rappresentata da un aesthetic. Le parole che hai scelto per introdurla sembrano tutte molto coerenti con il suo aspetto, combinando bene i Fatti e l'idea di persona che vuoi trasmettere. Perfino nei brevi flashback in casa Landmann riesco a immaginarla in un mare di luce arancio, tra le sue "inquietanti" statue.
Fa sorridere che, dopo tutta la fatica fatta per entrare, Homer inizi relativamente presto a cercare di svicolare, quasi fosse davvero un imbucato infiltratosi solo per gli stuzzichini. Il suo spirito da cavaliere, tuttavia, pare prevalere un po' su tutto, a vantaggio di Aline (e qua mi permetto di abbandonare ogni serietà e sfoderare un tifo da stadio immenso: un giro di applausi a quella che é riuscita ad arrivare dove noi lettrici abbiamo solo sbavato ✨)
La discussione tra lui e Ole, poi, cambia tono in maniera davvero dolorosa.
Il cambiamento di registro da una frase all'altra é un contrasto che mi ha dato gli stessi brividi che hanno fatto nascere quella lunga e triste tela di giustificazioni. Ed é una trafila un po' dolceamara, perché i rimproveri di Homer nascono da un affetto che, si vede, é sincero e profondo, corredato di un gran desiderio di mostrare al mondo il valore di Ole, quello che nasconde sotto alla convinzione di non essere portato e non appartenere a un mondo di smaterializzazioni e inviti-origami-viventi.
Ma c'è anche una sorta di "rispetto" per la sua natura. La paternale che gli fa, infatti, dura fino a un certo punto. É quasi più un input, una innocente provocazione, qualcosa che spera che l'amico elabori per conto suo. Riesce poi, tra l'altro, a farsi perdonare alla grande. Dopo una serata di tribolazione, in un mondo che é molto più suo che di Ole, cambia completamente la situazione, creando un contesto molto più "introvert-friendly": già solo nel cortile dell'accademia, il nostro dottore non solo sembra riuscire a seguire meglio il flusso dei suoi stessi pensieri, ma pare tornare proprio a vivere, abbandonando le vesti ingessate del party per essere di nuovo sé stesso, senza paura di giudizi. La descrizione della spiaggia, in particolare il tuo sottolineare come sia "un luogo di villeggiatura in una stagione sbagliata" mi ha dato in maniera molto vivida l'idea del tipo di luogo, del silenzio, dei colori mangiati dalla salsedine e inghiottiti dal buio. E poi, crea proprio una bella atmosfera. Le dinamiche di Ole e Homer mi sono particolarmente care e vicine, quindi non mi é stato per niente difficile cercare di immedesimarmi nella sensazione di voler stare fuori un po' a tutti i costi. Con la persona giusta, infatti, notti così diventano sempre piccoli ricordi da custodire con cura e non ho dubbi che Homer sia proprio una di quelle.
Tornare da te é sempre un piacere immenso. Le tue atmosfere e i tuoi personaggi mi sono mancati tantissimo e non vorrei più far passare tutto questo tempo. Chissà, magari proverò a sfidare la Catena, se sarò abbastanza veloce 👀
Nel frattempo ti auguro tutto il meglio, a presto 💖

Recensore Master
05/02/21, ore 18:23
Cap. 3:

Ciao, questa volta sono riuscita a beccarti 😊
E mi ributto assolutamente volentieri in questo ritorno al presente dove veniamo catapultati immediatamente in questa festa sfarzosa che con Ole ha ben poco in comune.
Devo dirti la verità, trovare la parola “assembramento” mi ha fatto un po’ strano per via di tutte le volte che l’abbiamo sentita nell’ultimo anno XD
Sei riuscita bene a rendere l’atmosfera di un evento mondano di tale portata e le sue dinamiche. E’ stata divertente la scena in cui il buttafuori si è imposto nel non volerli fare entrare senza una conferma ufficiale, mi è anche piaciuta particolarmente la scelta dell’utilizzo degli origami volanti per comunicare ma ancora di più il focus che hai voluto puntare sulla differenza di abbigliamento fra Ole e gli invitati, con quello sfoggio di abiti eleganti da mago che hanno saputo ricreare perfettamente l’atmosfera dei libri di Harry Potter (cosa che nel film si è persa miseramente).
L’arrivo di Alina è un po’ il trigger che fa precipitare la già scarsa voglia di essere lì di Ole che, con la sua empatia (che amo moltissimo), capisce immediatamente che l’attenzione che gli rivolge è solo di circostanza e che il suo reale interesse è per l’affascinante e cresciuto Homer. La danza che lei riesce a rubare all’amico è la goccia per il suo travaso di bile che lascia intendere che forse, forse Ole ci tiene ad essere il centro dell’attenzione di Homer. Quella frase che gli esce di bocca senza nemmeno rendersene conto (voi maghi) che cerca di sminuire sotto ad una battuta, in realtà, nasconde molta amarezza per quel mondo in cui il ragazzo non si sente di fare parte ma, allo stesso tempo, non è al 100% neanche parte del mondo babbano, insomma un bel casino. E un pochino l’irritazione di Ole la capisco perché, per quanto possiamo comprendere le buone intenzioni dei nostri amici, a volte abbiamo solo bisogno di starcene per i fatti nostri e non essere trascinati in luoghi dove non vorremmo essere. Tuttavia, sul finale diventa chiaro che anche Homer volesse avere del tempo per stare da solo con il suo amico e alla faccia se gli ha fatto prendere una bella boccata d’aria fresca. Sono volata a vedere come fosse il luogo da te descritto ed è estremamente suggestivo e bellissimo da vedere, magari di giorno e in una stagione più consona XD (Per il freddo eh, il mare ha sempre il suo meraviglioso fascino in qualsiasi stagione. Abito in una città di mare e senza mi sentirei persa).
Mi è piaciuto molto come tu abbia voluto soffermarti ancora una volta sui pensieri di Ole che ribadiscono quanto i due siano assolutamente diversi fra lui che a malapena parla con i suoi compagni di stanza e l’altro che si destreggia fra feste mondane e smaterializzazioni fra Stati e quel brindisi, carico di malinconia, per quel distacco che avverte imminente racchiude in sé, in realtà, il desiderio di non volere che quelle strade si dividano ancora. Un finale di capitolo molto amaro ma spero vivamente che il proseguire di questa storia possa portare Ole dalla parte del torto e che le loro vite non ci mettano così tanto ad intrecciarsi di nuovo.
Per quanto riguarda le note, io credo che quando i personaggi di cui si scrive escono dagli schemi che ci siamo imposti sia sempre un buon segno perché significa che non siamo più noi a farli muovere ma loro che semplicemente vivono e la reputo una cosa bellissima (anche se magari ci struggono un po’ il cuoricino).
Complimenti e alla prossima
Cida

Recensore Master
29/01/21, ore 13:31
Cap. 3:

Ciao, scusami se passo solo ora ma mi sono presa un po' di tempo per rileggere i primi due capitoli siccome era da tanto che non leggevo. Così sono rientrata bene in contatto con i personaggi.

Io sono 100% Ole perché mi sento a disagissimo nelle serate mondane, le feste e cose simili. In mezzo a gente. Gente ben vestita. Gente che fa parte di un mondo che lui non frequenta da anni, il mondo magico con la sua cultura aliena al mondo babbano (e ci tornerò, su questo). Perfino le persone che aveva conosciuto di persona a volte non lo riconoscono, come Aline, la quale lo fa pure sentire poco importante mentre fa la carina con il suo ragaz il suo futuro rag il suo amico con cui io lo shippo tantissimo. Grrrrrrrr.
Capisco tutte le sfaccettature del suo disagio. Ole uno di noi. In confronto a quella serata mondana, passare la serata sulla poltrona ad ascoltare musica sembra un paradiso perduto e pure l'alcol gli viene portato via dalla cameriera T_T ok Ole non è un gran bevitore, ma io al posto suo avrei trovato il vino di grande conforto.
L'unica cosa che fa rimettere nella giusta prospettiva l'appartamento dove Ole vive in auto-reclusione è la presenza di Homer: Homer ricorda a Ole che la sua vita solitaria non è solo il comfort di stare lontano dalla scena pubblica, ma è anche una realtà un po' triste e deprimente. Una realtà che magari a Ole va anche benino, ma che non vuole condividere con Homer, perché Homer vive in modo diverso, più dinamico ed estroverso, e anche se è capacissimo di rapire un amico per passare una serata da soli sulla costa di un mare in inverno, non è comunque tipo da nascondersi in una stanzetta con solo la compagnia di se stesso e i libri.
Quello che fa Homer con la smaterializzazione è... uhm... francamente inaspettato. Se ricordo bene, Voldemort aveva dovuto farsi in volo un bel po' di strada quando era stato richiamato in Inghilterra da (mi pare) la Germania?, prima di essere abbastanza vicino da potersi smaterializzare. Attraversare gli Stati Uniti da costa a costa è... boh, o Voldie eccelleva in tutto ma non nella smaterializzazione (ci sta, è un'abilità minore, specie se vivi in una nazione piccola, quando mai ne avrai bisogno), oppure sono le grandi masse d'acqua che in qualche modo interferiscono con quel potere, come il canale della Manica. Oppure, ci sono delle leggi magiche che impediscono di materializzarsi in un altro Paese, questo spiegherebbe la lunga distanza perché è pur sempre entro i confini degli USA. Boh, scusa la divagazione.

Comunque, vogliamo parlare del fastidio di Ole quando Aline prova a mettere le manacce sul suo rag su Homer? Quella era gelosia, lo so, me lo sento! ^---^ Io spero che i due riescano davvero a recuperare quella confidenza che Ole spera di recuperare, ma spero anche che scoprano qualcos'altro ^__^ secondo me starebbero bene insieme, perché sono abbastanza diversi.

Il momento in cui Ole ha detto "voi maghi" ho capito subito che quello si sarebbe rivelato un problema. Non tanto l'opinione di Ole sulla magia di guarigione, che comunque è un binario parallelo rispetto alla medicina babbana, ma proprio il fatto che Ole non si senta davvero un mago. Homer l'ha capito. Ma è vero, io capisco benissimo Ole, essere un mago vuol dire avere un lavoro meh in una comunità molto chiusa, mentre invece scegliere una carriera babbana vuol dire avere aperte infinite possibilità. Non è limitato dal fatto di essere "un mago mediocre", può usare il suo intelletto (e magari il suo potere di empatia) per costruirsi una diversa professionalità.
Insomma può tranquillamente vivere fra i babbani e usare pochissimo la magia, tipo usare Accio solo per attirare la carta igienica quando te la dimentichi, che è molto utile XD

Ma quanto cazzo è bello il mare d'inverno. Quando il rumore delle onde è solo il rumore delle onde, senza chiacchiericcio di stupidi turisti caciaroni, senza il sole aggressivo, e restano solo l'umidità e il vento, a volte il freddo, la puzza di sale e quell'atmosfera contemplativa. Non mi spingo a dire che sia romantico, secondo me non lo è, è pure un po' disagevole, ma è il posto perfetto dove bere con un vecchio amico e magari recuperare i rapporti, magari farli evolvere <3


Ultima nota, ti segnalo un typo: "la possibilità scivolare tra la folla" e ne ho visto uno anche nel capitolo 1: "sempre sul punto si sfaldarsi"
(Recensione modificata il 29/01/2021 - 04:45 pm)

Recensore Master
03/11/20, ore 16:07
Cap. 3:

Ciao mia cara <3
Sì però non è possibile, ogni volta che torno su questa storia – che mi sta piacendo tantissimo, non dubitarne – ne esco fuori con il cuore ridotto ad un colabrodo. Non perché quel che leggo sia tanto drammatico, ma perché c’è sempre una sottile malinconia in quello che scrivi; inoltre, come ho già avuto modo di esternare la volta scorsa, davanti a un personaggio come Ole non si può fare a meno di provare l’istinto di abbracciarlo e stringerlo forte. Che poi credo sia anche l’impulso che in sua presenza avverte Homer, ma posso facilmente immaginare i motivi che gli impongono di trattenersi.
Comunque, nonostante il tono sempre molto introspettivo della narrazione, non ho potuto fare a meno di ammirare la tua capacità di mettere in scena un ambiente tanto sfavillante e verosimile come l’Accademia di Cecilia Landmann: ti assicuro che mi è sembrato di essere lì, in mezzo agli ospiti, a girare come una trottola, disorientata e un pochino fuori posto, esattamente come si sente Ole. Sarà che condivido con lui la totale incapacità di affrontare i luoghi affollati, ma ho empatizzato molto con lui in quel momento. E quell’Alina è veramente troppo bella e perfetta per essere anche simpatica, ecco, l’ho detto >.< Capisco che davanti a uno come Homer la voglia di mettergli le manine addosso sia forte, però Ole ha tutta la mia solidarietà e, per quanto mi riguarda, la sua stizza è più che giustificata. Se è vero che Homer lo conosce bene, deve anche sapere quanto poco lo mettano a proprio agio determinate situazioni, e insomma, lasciarlo lì da solo come un pesce lesso non mi sembra che possa migliorare il mood della serata XD Però a Homer si perdona tutto, perché davanti al suo sorriso e impossibile non sciogliersi. Immagino comunque che anche, lui a modo suo, sia estremamente sensibile agli umori dell’amico, e non mi stupisce il fatto che nella “battuta” di Ole colga immediatamente un sottinteso molto più serio, che va a toccare proprio l’essenza di Ole, i suoi punti più deboli. Questo suo essere a metà fra due mondi e non riconoscersi in nessuno di essi è veramente straziante, perché credo che non ci sia niente di più angosciante che non riuscire a chiamare “casa” nessun posto nel mondo – e Ole non è come Homer, non è e non può essere il mondo intero la sua casa. Lui ha bisogno di “appartenere” a qualcosa/qualcuno, anche se al momento ancora non se ne rende pienamente conto. Si sta costruendo un futuro però, non è che rimane in un angolo a languire: il lavoro che si è scelto e che ha tutta l’intenzione di riuscire a portare avanti è degnissimo, a prescindere dal fatto che sia babbano o meno. Forse è in quello che un giorno troverà la sua appartenenza, in quello e nel legame che, nonostante le inevitabili separazioni, permarrà tra lui e Homer. D’altra parte anche quest’ultimo, lungi dall’essere una foglia al vento, ha degli obbiettivi ben precisi: è che sono ancora tanto giovani, e probabilmente le prospettive per il loro futuro sono un po’ falsate dall’insicurezza per uno e – azzardo, prendi questa considerazione con le pinze – dall’eccessiva sicurezza per l’altro, e anche il loro rapporto risente in un certo senso di questa dicotomia. Aiuto, mi sa che mi sono ingarbugliata da sola @.@
Resta il fatto che anche la sottoscritta ha tirato un gran sospiro di sollievo quando i nostri dolcissimi koala hanno lasciato la festa. Allora, il desiderio di stare un po’ insieme da soli era evidente e reciproco fin dall’inizio, per cui è chiaro che la tensione emotiva è salita fino a raggiungere il suo culmine su quella fredda spiaggia del Maine (occhio, che da quelle parti non è che si stia molto sicuri eh, maghi o no, si rischia sempre di incappare in una certa signora che, per la propria incolumità, sarebbe meglio non incontrare – perdonami, non ho resistito XD). Almeno adesso ci sono solo loro e chissà che molti nodi non vengano finalmente al pettine.
Adesso la finisco di tediarti con i miei sproloqui e mi raggomitolo vicino alla stufa, per cercare di capire se ho ancora un cuore, dopo questo capitolo.
Ma è perché tu sei troppo brava, e, insomma, da te – e da loro – il cuore me lo lascio anche portare via volentieri <3
Un bacione e a presto :*

padme

Recensore Master
01/10/20, ore 15:21
Cap. 3:

Credo di essere mezza malaticcia, quindi spero mi perdonerai se questa recensione finirà per essere un’accozzaglia di frasi sconnesse – più del solito, sì –, ma dopo un periodo un po’ meh sto cercando di riprendere a leggere e recensire su EFP e se non partivo oggi, avrei rimandato per un’altra settimana. Mi conosco, come direbbe il buon Oliver… ma torniamo in carreggiata, ripeschiamo il giusto fandom e parliamo di questo capitolo.

Ah, questo capitolo! Io non so, più vado avanti con questa storia e più quello che mi viene in mente è che sia semplicemente adorabile sotto ogni punto di vista: ha personaggi adorabili, uno stile adorabile, un’introspezione adorabile, un’impostazione narrativa adorabile e un’originalità adorabile. Cioè, la amo, si è capito?
Da questo capitolo poi spicca la tua capacità di ampliare la scena e non ridurre la narrazione soltanto ai due protagonisti, ma dare spazio anche al mondo che li circonda e farcelo sentire. È una cosa che avevo notato anche nei capitoli precedenti, ma che qui spicca di più per tutti i luoghi ancora diversi che tiri fuori (l’Accademia di Arti Magiche, Brighton e Hogwarts sullo sfondo della memoria di Ole e poi il Maine. IL MAINE! Ma quanto adoro Homer? Ecco. XD), che riesci a descrivere senza mai strafare con le informazioni, ma in modo oculato, elegante e sempre piacevole. In un modo che, anzi, fa venire voglia di saperne di più, mette sete come il bicchiere di Homer tra le mani di un Ole costretto ad aspettare che l’amico smetta di ballare con l’ennesima ragazza che il suo charme ha conquistato.
E qui colgo l’occasione per soffermarmi su Aline, ma in generale sui personaggi secondari (la mamma dalla personalità vispa e stravagante di cui già mi sono innamorata e il buttafuori che manda messaggi magici con animali a forma di gru, LOL). Adoro il modo in cui li tratti, come li spennelli anche qui senza strafare, con poche frasi ma che dicono tutto, che li rendono così chiari, aggiungendo in questo modo più vita al mondo di Ole e Homer. È una storia su di loro, ma al di fuori di loro esistono anche altre persone, altri luoghi, altre cose e tu non ti limiti all’isoletta che rappresenta Ole e il suo amico, allarghi la visuale a tutto, colori il quadro nella sua interezza e di questo te ne sono immensamente grata. Non è una cosa in cui io sono particolarmente brava, quindi non posso che apprezzare chi ci riesce così bene.

Mi ha fatto tenerezza Ole in questo capitolo. La sua timidezza si è, questa volta, unita a una punta di gelosia a cui ancora non ha dato nome (tesoro, se vuoi te lo dico io come si chiama e ora che lo sai, chop chop, che io voglio la ship!), mentre si è ritrovato a fare da tappezzeria a un evento in cui nemmeno era stato invitato. Pover’anima, mi sono sentita molto vicina a lui… tartine a parte che mi han fatto venire fame e al posto suo le avrei mangiate, alla faccia di Homer che balla insieme a belle artiste!
Il passaggio su Ole che guarda in faccia alla sua inadeguatezza come mago (owww ç_ç) e poi ammette di essere fuggito, mi ha rattristata tantissimo. Però da una parte c’è anche il fatto che la medicina babbana lo affascini e che, dopotutto, forse, l’aver percorso quella strada – fuga a parte – potrebbe essere stato un passo verso la direzione giusta, chissà.

“questo era Homer Landmann, l’uomo che vedeva un depliant pubblicitario e decideva di attraversare gli Stati Uniti così, per fare un salto.” Ma io mi chiedo, come si fa a non innamorarsi di una caratterizzazione così? Mi ha uccisa tutta l’ultima parte e ovviamente Homer che decide di smaterializzarsi a dieci stati di distanza perché sì! Un genio, lo amo XD
Ti dirò, quel suo tirare fuori i vecchi tempi non me la racconta tanto giusta. Forse è davvero solo perché è stata l’ultima volta per loro e poi entrambi sarebbero andati ognuno per la sua strada, ma ora brucio di curiosità e mi chiedo se non vi fosse stato… altro? Chissà.
Che dire, per quanto questa storia non ti stia uscendo… fosse uscita… vabbeh… non sia esattamente come l’avevi immaginata, io non posso che ribadirti i miei complimenti ad ogni capitolo.
E quindi ci si ribeccherà al prossimo! <3

Recensore Master
13/09/20, ore 22:02
Cap. 3:

Homer mi fa troppo ridere con la sua folle spontaneità! (Come ha detto Ole, che sarà mai fare una smaterializzazione di tipo 1000km per festeggiare una serata assieme - chissà quanto se la sognava Homer?!) E Ole si vede che gli è davvero tanto affezionato, ma quanto?

Recensore Master
31/07/20, ore 01:08
Cap. 3:

Eccomi a leggere questo terzo capitolo. Oramai sono profondamente innamorata di loro due. Mi è piaciuto un sacco incontrare Cecile e Aline e sospetto che ci siano dei trascorsi, che quell'estate sia successo qualcosa (o forse dopo) o che Aline sia innamorata di Homer. Ma io shippo troppo Ole e Homer, sono una coppia meravigliosa!
Quel "voi maghi" di Ole mi ha impressionato. Abituata come sono a scrivere di Mangiamorte, sentire un mago che preferisce vivere da Babbano mi è sembrato strano, ma poi le riflessioni di Ole mi hanno spiegato il perché e riesco a capire il suo punto di vista e so che anche lui ha capito che è sbagliato, ma Ole è bello così, con i suoi limiti.
Sono sempre più curiosa di vedere dove ti condurranno questi OC fin troppo indipendenti dalle tue idee, ma credo che sia tutta colpa di Homer. Insomma, da uno che dalla Portland dell'Oregon va in quella del Maine ci si può aspettare di tutto! Pronto a partire per Singapore e partecipare a un progetto sperimentale.
Al prossimo capitolo!
Sev

Recensore Master
25/07/20, ore 10:26
Cap. 3:

Ciao, Greta! E ciao anche a Ole e Homer! 💜 Mi scuso in anticipo per questa recensione, che temo arriverà in blocco compatto, ma mi sono ritrovata, con sommo disappunto, a doverla scrivere da telefono (maledetti siano i treni senza prese e la sottoscritta che non mette in carica il pc) e non so se sarò in grado di mettere a capo o altro. E già che ci siamo mi scuso anche per quanto potrebbe essere sconclusionata. Ma comunque, dicevamo… cosa è questa storia che ci liberiamo di Eloise per un momento (eh, io non ho ancora detto niente, ma vogliamo parlare della sua minaccia di comparire più avanti? Capisco non sia Corvonero, ma potrebbe capire che il suo interesse nella vicenda è nella coppia non è richiesto. Ecco, io lo dico, poi veda lei) e ci ritroviamo con questa Aline? Le vogliamo spiegare che non va bene puntare al figlio della propria mentore, se questo figlio è Homer e mi deve abbandonare il povero piccolo Ole in un angolino con un piatto di tartine? Sì? Ti ringrazio in anticipo se le farai un bel discorsetto esplicativo della faccenda, ché qui ho iniziato a shippare i due fanciulli e non esiste che compaia un'artista a scombinare i piani. Ma comunque, tornando seria (o quasi) arriviamo al punto della storia: è normale che io li stia shippano tantissimo, questi due? Perché, non lo so, mi sento un po' sciocca, ma ogni due parole che si scambiano sono lì che aspetto che si dicano qualcosa, o che facciano qualcosa, e niente, sul più bello tu mi talgi il capitolo, arriva una Aline dal nulla a chiedere di ballare (l'ho già detto che Aline possiamo accompagnarla all'uscita, sì?) e tra loro due resta tutto in sospeso. E io non posso che shipparli ancora più per questo (ha senso? , non lo so, nel caso la "colpa" è tua che me li stai facendo amare tanto!). Ma a prescindere da questa mia nuova fissa, qualsiasi cosa sia il loro legame mi piace sempre di più: si legge in ogni dettaglio quanto sono affini e profondamente legati, a partire da questa certezza che il silenzio tra loro non sia mai imbarazzo o scomodo vuoto, ma un silenzio giusto perché si è perfettamente a proprio agio accanto all'altro e si sa che, quando da soli, avranno ore e ore per parlare e dirsi tutto come se non fossero mai passati tutti quegli anni. E quanto è fantastico Homer che ha organizzato tutta la serata in anticipo e niente, vede una spiaggia su un dépliant e ci porta Ole per passare la serata insieme, in onore dei vecchi tempi (e poi io non devo leggerci segnali… Cosa è successo quell'estate?? 👀 Non mi fregate, eh, non mi faccio distrarre nemmeno dal sorriso del signorino Landmann). Ecco, nel momento della loro piccola "incomprensione", con quella battuta di Ole che fa tremare tanto Homer, ho tremato anche io. Perché non si può non sentire sulla propria pelle quel senso di spaesamento e non appartenenza che Ole ha davanti al mondo magico, a quella che è anche la sua stessa natura, e quindi non sentire una fitta al petto. Ma è interessante anche vedere Homer vacillare, perché davanti a quel "voi" anche la sua sicurezza si perde, e si trova a sbattere davanti a questo sentimento di estraneità dell'amico. A mio modesto parere stai facendo davvero un meraviglioso lavoro di caratterizzazione con questi due personaggi, sono qualcosa di stupendo e così vivido, e ti travolgono con le loro personalità: sembra proprio di averli davanti e poterli incontrare, tanto la loro costruzione, mondo magico a parte, è realistica. Niente, te l'ho detto, mi sono innamorata di loro due e di questo legame. Ho adorato tantissimo anche la madre di Homer, così originale, fantasiosa, dalle ampie vedute e poco amante di formalità e convenzioni. Poi il dettaglio degli origami a forma di animale adatto a ogni membro dello staff è qualcosa di tanto adorabile e divertente che sto ancora ridendo (e cercando di capire quale toccherebbe a me). Niente, come detto questa recensione è particolarmente sconclusionata, ma ormai mi sto affezionando sempre più a loro e a questo mondo! Non vedo l'ora di saperne di più di questa chiacchierata, e di quell'estate, ci risentiamo al più presto (sperando magari di poterti lasciare una recensione ordinata, ma l'html da telefono mi è sconosciuto). Non c'entra niente, o quasi, ma devo dirtelo: l'altro pomeriggio mio fratello mi cambiava canali alla tv, ma pensando di farmi un dispetto ha messo su un documentario sui koala 💜! Ti ho pensata tantissimo (anzi, vi ho pensato!) e me lo sono guardata tutta contenta XD. Un grandissimo abbraccio e a presto, Maqry

Recensore Master
16/07/20, ore 12:46
Cap. 3:

Ciao cara,
non posso che confermarti quanto io sia felice di leggere e gustarmi con calma questa storia: è più che evidente quanto tu tenga a questi personaggi — quanto di tuo tu abbia messo nella creazione di Ole e come ti sia spinta fuori dalla comfort-zone per la creazione di Homer —, ma soprattutto quanto il legame tra loro due sia speciale. Credo che, in questo capitolo più che nei precedenti, tu abbia saputo mettere in luce quanto davvero questo legame possa trascendere lo spazio e il tempo: perché con i legami davvero importanti trovo che nella vita sia così. Sono convinta che non serva vedersi o sentirsi tutti i giorni per sentirsi legati a qualcuno, spesso sono le persone che magari siamo costretti a vedere meno quelle con cui ci troviamo più a nostro agio — e questo di sicuro vale per Ole, che a suo agio si trova solo con Homer, credo.
Ammetto che mi rendo conto che avrei commesso lo stesso errore di Homer, se mi fossi trovata al suo posto, perché non avrei voluto vedere Ole a disagio, nonostante combattere le sue battaglie non sia comunque propedeutico alla sua maturazione — ma soprattutto nonostante non sia scritto da nessuna parte che Ole debba diventare più disinvolto in situazioni che lo mettono a disagio. Te l’ho già detto e mi ripeto, ma io e Homer ci somigliamo davvero tanto, meno il suo fascino esotico e la sua estrema brillantezza accademica s’intende.
Tra l’altro ho avuto l’impressione che in questo capitolo Homer sia sembrato ancora più abbagliante che nei precedenti, per poi cedere lo scettro di Sole a Ole nella parte finale — sotto a quel pontile puzzolente così simile, eppure così diverso, da quello legato ai loro ricordi da adolescenti. È stato assolutamente piacevole vedere Ole lasciarsi andare e decidere di seguire l’istinto, farsi guidare dalle emozioni per evitare di annegare nuovamente nei rimpianti. Personalmente ho sempre pensato che i rimorsi fossero meglio dei rimpianti, perché avere rimorsi significa comunque aver avuto il coraggio di buttarsi, mentre avere rimpianti poteva solo significare non aver seguito il proprio cuore. Certo, è vero che buttandosi ci si mette a rischio di delusione, ma credo che una vita priva di delusioni sia una vita priva di emozioni e probabilmente non appagante.
Un dettaglio che ho apprezzato particolarmente è stata la tua scelta di affrontare, anche se solo parzialmente, la sensazione di essere sbagliato in entrambi i mondi che Ole prova; credo che solo parlandone con qualcuno che lo capisce davvero potrà superare questa situazione, perché trarre il meglio da entrambi i mondi sarebbe la scelta più logica, anche se probabilmente la più difficile da perseguire per un introverso come lui. Chissà che l’abuso di alcool in Maine (non sai quanto io abbia adorato l’idea di una Smaterializzazione di così tante miglia per raggiungere un pontile visto in un dépliant) non possa portare il nostro Ole a lasciarsi completamente andare e provare a essere lo stesso adolescente che sono davvero curiosa di rivedere, spero nel prossimo capitolo.
Mi rendo conto che, più che in precedenza, questa recensione è sconclusionata e dettata dalle emozioni che i tuoi personaggi mi hanno fatto vivere; dovresti considerarlo un complimento alle tue doti di scrittrice, perché sei riuscita a farmi entrare in empatia con entrambi, anche con Ole, del resto chi di noi non ha sfruttato un po’ di coraggio liquido per essere se stesso nella vita?
Mi rivedrai presto tra queste pagine, che detto così sembra quasi una minaccia, ahah!
Francy

Recensore Master
13/07/20, ore 21:55
Cap. 3:

Arrivo più in ritardo di quanto abbia voluto. Ci sono giorni in cui il tempo sembra passare così lento e ti dici che puoi fare un sacco di cose, ma quel sacco di cose si accumulano e si finisce a non far proprio niente. Credo che la mia giornata sia passata proprio così, non ho fatto niente. E mi sembra invece di avere addosso la stanchezza di venticinque giorni.
Forse, mi sento un po' come il tuo Ole che ha un mal di testa fortissimo e una incredibile voglia di aria fresca: lasciato da parte, mentre l'Homer che l'ha trascinato lì senza nessuna vera ragione, adesso sta trascinando una affascinante donna sulla pista da ballo. È un goccio di gelosia? Cos'è, tutto quello?
Ma Homer fa in modo di tornare, come è sempre tornato e a riempire quel silenzio che si è formato qualche attimo prima, quel silenzio giusto che avrebbe aperto lo spazio ad una conversazione più avanti, piena di racconti, di aggiornamenti su cosa sono stati senza l'altro. Belli, ecco che sono. Si bastano a vicenda e mi basta leggerli un po' questa sera, per sentirmi meno stanca.
Adoro tutto di questo capitolo, starei persino ore a parlarne e troverei un mucchio di parole per spiegarti quanto sia semplice leggere quello che scrivi, perché fila tutto veloce sotto i miei occhi e sembra quasi una canzone, ma non ho la forza di farlo. Voglio che lo sappia però, che credo a tutto quello che ti ho detto, che sono felice di aver trovato la storia e sono felice di essere qui a leggere di Ole e Homer, come loro sono felici di trovarsi sotto le palafitte, con il sale sulle labbra una notte qualsiasi.
Al prossimo capitolo e perdona la mia brevità,
Sia ❤

Recensore Master
07/07/20, ore 13:20
Cap. 3:

Cara Blackjessamine!

Che bello questo capitolo. Lo sono tutti, però ho appena finito di leggere e ho talmente tante cose da dire che temo di non riuscire a dirle tutte. Homer Landmann brilla come una stella in un cielo notturno. Hai reso il suo vissuto cosmopolita un atteggiamento vero e proprio che mi fa ricordare con un certo dolore il personaggio di Almasy (scritto sicuramente male) de Il paziente inglese, che per inciso è uno dei miei film preferiti di sempre: per Homer casa è ovunque e quindi anche i luoghi sono tutti uguali, tutti magici allo stesso modo, ma tutti fuggevoli (eppure in fondo credo che "casa" non sia semplicemente un luogo, ma la facciano le persone che la abitano e questo rende la vita cosmpolita di Homer più carica di ombre di quanto il suo sorriso svelto non lasci presagire). È uno che vorrebbe, anche, trascinare il vecchio amico di Hogwarts in una sera che, forse, nella mente di entrambi vuole ricalcare un’altra serata vissuta da adolescenti, di quelle indimenticabili, presumo, che con molta grazia hai presentato senza, però, svelare.

Ho trovato lirico, poetico, bello e vero ciò che dici sul fascino del mare d’inverno. Devo confessarti che lo preferisco, che vivo vicino al mare e d’estate lo rifuggo e che quando in spiaggia fa freddo e la sabbia è umidissima è molto meglio che sotto il sole cocente ad arrostirsi. Ma torniamo a loro due. L’unico momento in cui Homer perde quel suo “sorriso svelto” e accattivante che conquista tutti – fuori e dentro la festa – è quando Ole mette un distinguo tra noi e voi, tra babbani e maghi. È un momento molto toccante, perché viene fuori al culmine di una serie di riflessioni di Ole. Credo che Homer la interpreti come una non accettazione della natura dell’amico e come quasi un tentativo di mettere una separazione più netta tra le loro vite, ma considerando anche il contesto in cui tutto viene raccontato parlare di noi e voi è ancora più doloroso e “politicamente” rilevante, soprattutto nel mondo magico.


Ole è impacciato. Il pezzo del bicchiere è molto esplicativo perché la sua timidezza o, più banalmente, la sua incapacità di stare in mezzo alla gente babbana e magica, gli impedisce di farsi portare via il bicchiere. È qualcosa che capita ai ragazzini, a chi fa da tappezzeria, a chi non sa stare al mondo e a chi non sa imporre nemmeno la più semplice delle proprie idee. Ole si è trincerato in una pretesa mediocrità del suo essere mago cui solamente in questa sera riflette: sebbene abbia avuto voti scarsi, avrebbe senza dubbio trovato il proprio posto nel mondo, se solo ci avesse provato. Io credo che abbia scelto una facile fuga per deludere meno persone possibili e sentirsi a posto da qualche parte. Credo che la sua volontà di studiare l’uomo sia un modo per non vivere con l’uomo e trovo molto vero anche quel senso di inadeguatezza che lo coglie quando, per un momento, il discorso col brillante Homer – col riuscito guaritore Homer che segue egregiamente, pare, la fulgida tradizione di famiglia – diventa paternalistico. È un po’ la voce dell’esperienza che parla, e della maggiore sicurezza racimolata nel corso degli anni, ma quella di Homer non è una filippica paternalistica fatta con intenzioni meschine e questo Ole lo sa. La tragedia personale di Ole è che, come succede spesso alle persone molto intelligenti, in lui c'è una dolorosissima consapevolezza dei propri limiti e anche il desiderio di non mostrare questi limiti a Homer, di non renderlo partecipe del "fallimento" della propria vita sociale, soprattutto in riferimento a quanto l'amico abbia affascinato i suoi coinquilini, semplici babbani come altri miliardi al mondo.

Non sono ancora riuscita a capire che tipo di legame affettivo leghi i due oltre alla vincolante fratellanza che, per ora, nemmeno le scelte di vita differenti hanno saputo spezzare. Ho letto di Homer, ma quello che ho incontrato nel secondo capitolo dell’altra long era un medico avventuriero già affermato e non so che vita privata avesse. Resto col desiderio di sapere, ma anche con la consapevolezza che presto saprò – è un capitolo bellissimo di una storia bellissima.

Un abbraccio e a presto **
Shilyss
(Recensione modificata il 07/07/2020 - 01:39 pm)

Recensore Master
26/06/20, ore 17:42
Cap. 3:

Ciao Greta, eccomi finalmente sul terzo capitolo della storia dedicata a queste tue due preziose creazioni.
Dopo la parentesi dello scorso capitolo in cui ci hai illustrato gli anni a Hogwarts, la narrazione qui torna al presente e in particolare alla festa dell’Accademia delle Arti magiche. Già dal rigo uno le personalità emergono con forza: Homer che si riempie di vol-au-vaunt e si destreggia tra chi cerca la sua attenzione, e dall’altro lato Ole che si sente come un pesce fuor d’acqua e ne trova conferma nel riflesso di sé che gli restituiscono le finestre.
Ma prima della festa, racconti anche dettagli sul come ci sono arrivati: tra la smaterializzazione improvvisa e il dialogo con il buttafuori mi hai strappato più di un sorriso (Homer ha proprio un faccia di ombrello con quel “buon uomo” rivolto al buttafuori, eh?). In ogni caso, riescono a entrare e vengono accolti da Cecilia che è un’autentica diva – profumo opprimente e baci ripetuti inclusi.
Durante la serata è inevitabile che la disparità tra i due ragazzi si vede sempre più perché è l’ambiente più concreto in cui due caratteri così opposti possono rivelare le divergenze; così mentre Homer volteggia in pista, Ole viene lasciato tutto solo con elucubrazioni mentali su quando è o meno appropriato bere e mangiare e che per giunta si ritrova ad essere sommerso da una sorta di predica dell’amico una volta tornato che con molta nonchalance che avrebbe dovuto dire alla cameriera di non portare via il bicchiere. Hai descritto molto bene l’angoscia che si trova nel sentirsi in un ambiente del tutto sconosciuto, e che il dettaglio del bicchiere che viene portato via ha messo davvero meravigliosamente in luce, specialmente con l’enfasi dei “modi garbati” della cameriera: Ole i “modi” non ce li ha, non sa cosa è giusto o no fare, non ha proprio la chiave di quello “schema” sociale a cui lui non è abituato, e certamente si sarebbe ucciso pur di parlare ahah
Nonostante l’irritazione iniziale, riescono però a chiacchierare di nuovo e perfino a scherzare finché una parola rivelatrice di Ole “voi maghi…” pone un nuovo alt. Nuovamente hai fatto riferimento al modo in cui lui intende la magia  e ho apprezzato molto il fatto che quasi con un lapsus abbia lasciato scivolare il suo reale sentire: molto più vicino a un babbano che a un mago, dato che nel mondo dei babbani si è sempre trovato più a suo agio. Però Homer è quel legame al mondo magico che non si è spezzato, che si è ritrovato ora e che lo spinge a osare di più – come ritrovarsi ad attraversare gli Stati Uniti per passare il resto della sera sulla sabbia. Talmente tanto si fida e si lascia trascinare da Homer che è così diverso da lui che è simbolicamente lui a stappare la bottiglia alla fine e a brindare ai vecchi tempi – che riportano in un’altra spiaggia, anni prima. E di questo ricordo ci dici che non sono mai stati così vicini come allora: e io ora pretendo di sapere quanto vicini!
Mi piace sempre più come delinei il rapporto tra loro, l’intesa speciale che hanno a dispetto della loro differenza (o forse proprio per questo). “L’unica eccezione alla sua grande solitudine” : questa espressione per descrivere il valore che Homer ha per Ole mi è piaciuta davvero tantissimo, l’ho trovata perfetta.
Complimenti per questa storia , è davvero sempre più interessante.
Alla prossima, un bacio!

Recensore Master
06/06/20, ore 11:02
Cap. 3:

Ciao cara **
Io boh, ma ship ne abbiamo? Ole e Homer nuova OTP indiscussa, qui poi se me li metti in una spiaggia (tipo una delle mie fissazioni) non posso non apprezzare. Ti devo farei i miei complimenti, forse già fatti, per come stai caratterizzando questi due personaggi: Ole e Homer sono completamente diversi e a modo loro adorabili. Con Ole mi ci immedesimo, ma è Homer che adoro per questo suo essere così allegro e sopra le righe, così sicuro di sé e pieno di idee, direi una personalità perfetta per stare accanto ad un tipo più pacato e come Ole. A parte che rido tantissimo, perché il buttafuori non voleva farli entrare e figurarsi se Homer accetta un “no” come risposta, non sia mai. Mi è piaciuta, nella sua breve apparizione Aline, sarà perché ho un debole per i personaggi “artisti” e per gli artisti in generale. E qui, come al solito, Ole lo avrei voluto abbracciare più del solito, perché è il disagio fatto persona e io lo capisco, lo capisco perfettamente, e me lo sono immaginata benissimo mentre se ne sta lì, tutto solo (nel momento soprattutto in cui Homer viene trascinato via da Aline). Ole si sente fuori posto, si ritrova in un posto pieno di persone con cui sente di non avere molto a cui spartire, ha paura di sbagliare, di essere giudicato, di essere costantemente sotto esame.
Mamma mia, io e lui uguali proprio, CHE BELLO.
Certo, poi con Homer ha anche un’uscita un po’ infelice, quando dice: “Voi maghi…”.
Come avevi accennato anche nel primo capitolo, Ole non si sente un mago, è più a suo agio nel mondo dei babbani, ma in verità lui non appartiene completamente né ad un mondo né ad un altro. Lui è in mezzo ed è come se non riuscisse ad avere una sua identità da questo punto di vista. E’ consapevole di essere un mago mediocre e infatti ha trovato i suoi stimoli in altri studi, ma alla fine che sia mediocre o no, COMUNQUE è un mago, comunque ha la magia nelle vene e non è una cosa che si può ignorare facilmente. E a proposito, ho amato un sacco Homer. Lui mi da proprio l’idea di essere uno di quei tipi che si arrabbia molto di rado ma che quando lo fa è per dei motivi davvero seri. È molto comprensivo nei confronti di Ole e non lo obbliga a parlare di argomenti di cui non vuole.
E poi boh, inizia il romanticismo incredibile. Ma io non me lo aspettavo, ma a TRADIMENTO? Io ci muoio così. Homer che gli chiede se si fida e Ole che risponde “sì, mi fido”, MA CHE SIAMO SUL TITANIC, ALLORA.
No, niente Titanic, però in compenso il mare e la spiaggia sì, e con me vinci facile perché per le spiagge e il mare ho una certa fissazione e può essere usato per combinare le svariate COSE.
Arrivati a questo punto il mio sclero è stato altissimo e io GIURO ero convintissima che Homer volesse baciarlo. La colpa non è mia, la colpa è sua e dei suoi atteggiamenti ambigui, però è stato tenero.
““Allora, ci scaldiamo un po’? Per ricordare i vecchi tempi?”” – VA BENE OKAY. Io sono mezza perversa e mi ero già fatta i film mentali, FORSE qui è un po’ colpa mia, ma comunque li ho trovati adorabile e stanno flirtando inconsapevolmente (Ole, perché Homer secondo me è consapevole ECCOME). C’è pure una bella dose di malinconia e dolcezza e insomma, poteva non piacermi? Chiaramente no, mi ritengo MOLTO SODDISFATTA di quanto ho letto.
A presto 

Nao

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