Recensioni per
Undici solitudini
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 62 recensioni.
Positive : 62
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
08/08/20, ore 13:39

IL VIAGGIO DEGLI SPIRITI DI BLACKJESSAMINE

Grammatica e coesione del testo: 9.75/10
Complimenti, non ho trovato errori grammaticali, né di punteggiatura, che disturbassero la lettura e la rendessero meno scorrevole. Ti segnalo però delle accortezze di stile che mi hanno fatto decurtare qualcosina
Solo allora, solo quando il castello era tornato ad essere una prigione come tutte le altre, privo di sguardi pieni di dolore da affrontare, mi concessi il lusso di scivolare fra la pietra di quelle mura. – “Solo allora […] mi ero concessa il lusso di…”
La ripetizione “la ragazza/ragazzina con gli occhiali spessi” so che è una scelta voluta, stilistica, e io in genere apprezzo questo tipo di stile perché lo trovo poetico, però bisogna stare attenti sempre nel dosaggio. Infatti se inizialmente ho trovato la ripetizione calzante, poi è diventata pesante perché troppo presente e mai sostituita né da sinonimi, né da altri epitaffi, e poco anche da pronomi. Ad un certo punto la piacevolezza del vedere sentire queste parole è scemata.

“Io alla mia morale ho rinunciato quando l’amore mi ha soffocato la gola con una manciata di sangue.

C’è una ragazzina che strilla ogni notte: dicono che si senta in colpa .
Io dico che la colpa ha contorni sfumati: non può mai ricadere su una sola persona, ma nessuno ne è immune.
Questa ragazzina ha l’orrore negli occhi, e il mio cuore sanguinerebbe per la pietà davanti al suo sguardo distrutto, se solo la pietà non mi fosse stata strappata da un sorriso d’acciaio.” – qui non c’è una vera ripetizione, ma il fatto che la parola “sangue” e il verbo “sanguinerebbe” siano così vicine ma non collegate da una frase toccante o altro (riguardano cose diverse tra loro) le rende quasi una ripetizione. Non so, in questo caso forse è una mia sensazione, ma avrei usato qualche parola diversa. In più tra “colpa” e il punto fermo c’è uno spazio di troppo. In generale poi ti sei concentrata molto sul cuore di Helena, lo ripeti spesso, ma questo lo capisco perché cerchi di dimostrare quanto sia straziato dal dolore.



Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10
Helena Corvonero. Non la conosciamo in maniera approfondita, ma se c’è qualcosa a cui ci possiamo aggrappare nelle nostre fanfiction è proprio la sofferenza, il dolore, la solitudine, il cuore spezzato e malinconico. Direi che la malinconia non manca, il suo dolore si sente tra le righe e ciò che è peggio è la rassegnazione che ne consegue. Quel che non ho compreso al massimo è il motivo che la spinge così fortemente ad avvicinarsi a Mirtilla. Un loro incontro, e chissà un loro legame, lo vedo probabile e anche molto interessante. Tuttavia il modo in cui hai descritto Helena non riesce a farmi cogliere a pieno la motivazione di questa connessione con Mirtilla. Forse le ricorda sé stessa? Eppure sono così diverse. Certo, sono morte giovani, ma è abbastanza per allontanare un fantasma tormentato dalla sua solitudine? Diciamo che questo è l’unico punto che non mi ha completamente conquistata, essendo però un punto fondamentale per la storia decurto 0,5
Mirtilla la vediamo un poco meno, all’inizio forse è un po’ troppo triste e meno pazzoide di come la vediamo noi come fan di Harry Potter, ma si narra dei suoi primi momenti come fantasma e quindi è plausibile che sia stata, anche se per poco, silenziosa e non lamentosa tanto da meritare il nome “Malcontenta”. In più, quando parla con fare pazzoide della madre, sebbene sia molto inquietante, l’ho trovata un po’ più ‘sé stessa’, un po’ più simile a come la conosciamo abitualmente, quindi penso tu abbia interpretato bene questo momento della sua non-vita.

Trama e originalità: 10/10
La trama vede semplicemente l’incontro tra due fantasmi Corvonero, ma c’è tanto dietro a questo incontro. C’è tanta disperazione e quindi introspezione, c’è una lunga riflessione di Helena. L’idea dell’incontro tra loro due, anche se come detto prima non giustificato al 100% dalle modalità in cui è avvenuto, è una scelta molto apprezzata (da me, si, ma credo in generale dal fandom perché sono due personaggi interessanti e entrambi Corvonero, entrambi imprigionati, entrambi fantasmi ricolmi di dolore), è interessante e questo ti fa guadagnare punti. Lo svolgimento è plausibile e ben scritto, coi silenzi di Helena e le pazzie di Mirtilla. Le riflessioni sono cupe e non solo accennate, ma ben indagate.
L’originalità: è originale la scelta dei personaggi. meno originale risulta il discorso classico del fantasma che sceglie di rimanere sulla Terra a tormentarsi e tormentare i propri cari, a infestare i castelli e piangere lacrime che non ha. Decurto un quarto di punto per questo, ma non di più perché mi collego al prossimo parametro con questo discorso e ti dico cosa ho invece apprezzato di questa tua scelta.
Coerenza storia-titolo: 5/5
Il viaggio degli spiriti, non c’è titolo più azzeccato… aspetta no, non c’è storia più azzeccata per questo titolo! Dunque hai centrato la richiesta del contest, ovvero quello di dare narrazione a un titolo anonimo. Il viaggio degli spiriti lo potevi interpretare liberamente, quindi potevi essere letterale, o guardare questo viaggio da fuori, e invece hai scelto di parlare di un argomento molto dibattuto: la scelta del rimanere sulla terra. Quello che mi è piaciuto però, e che ti fa vincere pieno punteggio nel parametro, è la maniera particolare di come hai inteso questo viaggio. Non è il viaggio verso la morte, né soprattutto quello che ci si sarebbe aspettati: il viaggio dello spirito errante sulla terra, il viaggio infinito. È piuttosto quello che lo spirito non intraprende, quello verso l’aldilà, un viaggio su una strada interrotto, perché non vai oltre la curva e torni indietro. Tornare indietro è anche un viaggio, dopotutto, ma questo accento sul “dopo la curva” l’ho apprezzato in merito a questo titolo perché hai scelto di parlare di due viaggi insieme: quello interrotto e quello per tornare indietro.

Totale: 34.25/35

Recensore Master
19/05/20, ore 13:42

Ciao :-)
Wow. Bellissima! Sinceramente non ho parole: è scritta benissimo, commovente e originale (non credo di aver mai letto delle sensazioni di Mirtilla dopo la sua morte, meno che mai del tentativo di Helena di guidarla).
Mi è piaciuto molto anche perché sembra incastonarsi perfettamente con la saga: è come se finalmente avessi compreso le strilla e i pianti continui di Mirtilla nei libri, una verità dolorosa che la Rowling ha a malapena accennato. La sorte di Mirtilla mi causa una profonda tristezza: non è stato il bullismo a ucciderla, ma lei non sembra interrogarsi su Riddle e il basilisco, perché quello che l'ha uccisa nel profondo è stata la sua compagna. Ed è una tristessa infinita. Sarebbe interessante scoprire la reazione dei compagni: Olive ha capito? Si è sentita in colpa? E gli altri? Naturalmente negli anni '40 del '900 non ci si ponevano certe domande, così come i professori non si saranno sentiti toccare se non dalla fatalità (o forse Silente era abbastanza sensibile).
Ho apprezzato molto l'uso anaforico di piove che ha contribuito a creare un'atmosfera tetra e di profonda mestizia.
Complimenti!
In bocca a lupo per il contest ;-)
A presto,
Carme93

Recensore Master
18/05/20, ore 18:59

Ciao cara Greta, ho puntato questa tua storia appena ne ho visto la pubblicazione e ora che torno ad abbracciare il tempo libero ho deciso di passare di qui come prima cosa!
Sul tuo stile di scrittura e sulla tua capacità di introspezione non ci sono dubbi: ti riconfermi eccezionale in entrambe le cose. I fantasmi non sono nuovi per te - e non lo sono in questa raccolta: Mirtilla era già comparsa come protagonista, mentre qui ha un ruolo distinto ma indiretto, mentre quello principale è retto da Helena. Trovo che tu abbia parlato della morte e della condizione speciale di essere fantasmi con una delicatezza degna di nota: le emozioni non sono esasperate, sembrano galleggiare in una nostalgia senza nome e in un'incapacità di comprensione che segna quel limbo in cui gli spiriti sono intrappolati.
Colpisce il percorso di maturazione che i fantasmi hanno dopo la morte: Helena ci ha messo tempo prima di accettare il suo ritorno a Hogwarts - luogo che è descritto meravigliosamente come casa e insieme prigione per lei; e Mirtilla si nasconde, sfugge allo sguardo perfino degli altri fantasmi, non ancora consapevole del tutto del fatto di essere morte, del fatto che il diploma per lei che non ha futuro non ha appunto significato. Ho adorato questa porzione di vita post portem di Mirtilla: è un fantasma spiritoso e dispettoso, ma si nasconde e credo che per lei sia stato difficile accettare la sua nuova nuova - anzi in un certo senso lo è ancora. Il rapporto che hai creato tra le due è stato interessante e secondo me originale.
Questo è allora il viaggio degli spiriti - l'ho inteso leggendo più come interiore - e si esplica in una frase con cui hai saputo rendere davvero bene la peculiarità della condizione: Tutti noi vogliamo essere visti, a un certo punto: forse non lo ammetteremo mai, ma se decidiamo di compiere un viaggio al contrario è proprio perché speriamo di essere visti. I fantasmi in fondo sono quelle anime che decidono di restare perchè non erano pronte ad andarsene, perchè credono di avere ancora altro da dire, perchè vogliono vedere e sì essere viste. Incisiva questa idea del diventare fantasmi come quello di compiere un viaggio al contrario, dalla morte alla vita - sebbene poi il ritorno sia inevitabilmente sbarrato.
E poi cos'altro dire? Per chi sta leggendo la tua raccolta "La morte è la curva della strada", quell'ultima frase con la metafora della morte come curva che i fantasmi non hanno il coraggio di svoltare è un vero colpo al cuore. Insomma, complimenti per questa storia: mi è piaciuta davvero molto. 
In bocca al lupo per il contest e alla prossima! Baci!

 

Recensore Master
15/05/20, ore 19:41

Ciao <3
Guarda, ti dirò che questa storia mi è piaciuta un sacco. So – leggendo dalle tue note – che non era quello che avevi in mente, ma secondo me hai fatto un bellissimo lavoro davvero. Tra l’altro hai scritto di due personaggi che non vengono trattati spesso, io ne ho letto raramente.
L’aria malinconica che permea la one shot è molto azzeccata dato che stiamo parlando di fantasmi. In particolare il punto di vista è quello di Helena Corvonero, che poveretta è il mai na gioia continuo. Una cosa che mi è piaciuta molto è la presenza costante della pioggia che da a tutto un’aria ancora più “spenta”. Per farti capire, è come se fosse tutto grigio, ed è ironico come la pioggia, che è acqua e quindi dovrebbe rappresentare la vita, qui venga accostata alla morte o al fatto che i fantasmi non sentirebbero le gocce cadere loro addosso. Come hai descritto Helena mi è piaciuta tantissimo: questa figura leggera ed effimera (e grazie tante, lo so, è un fantasma) che all’improvviso si ritrova a dover fare i conti con una “nuova arrivata”. Attraverso i suoi occhi mi è piaciuta tanto anche la caratterizzazione di Mirtilla, che è stata strappata alla vita troppo presto e che inizialmente cerca di nascondersi. Ed è interessante perché Helena vorrebbe avvicinarsi, dirle qualcosa, ma allo stesso tempo rimanere distante (che è poi quello che effettivamente succede quando le due si ritrovano a dialogare. E non lo so, io adesso ho quest’idea di loro BROTP fortissima, anche perché voglio dire, vivono nello stesso castello, quattro parole se le saranno scambiate, no?
Quindi inizialmente Helena sta un po’ sulle sue, ascolta i lamenti di Mirtilla che è sola e sperduta e mi ha fatto un sacco tenerezza, anche perché come personaggio mi sta simpatica, quindi. Il loro dialogo, ovviamente, è stato tristissimo e malinconico. Dimenticheranno, certo che dimenticheranno, Mirtilla dice che sarebbe ovvio con una persona “noiosa” come lei. Ma pure Helena mi ha dato la sua bella botta di angst. Di solito i fantasmi nei libri, film ecc sono fantasmi perché hanno diciamo dei conti in sospeso. Poi vabbé, in Harry Potter se non sbaglio chi muore può decidere se essere un fantasma o andare oltre, ma di solito chi rimane legato al mondo terreno è per qualcosa di triste, altrimenti non avrebbero motivo di rimanere. Penso che l’idea di essere un “nulla”, un’ombra che aleggia e si tormenta deve essere terribile. Tutti vorrebbero trovare la pace, ma i fantasmi non ce l’hanno. Più di una volta Helena si sofferma a pensare a sua madre o a quello che credeva essere il grande amore che poi invece l’ha uccisa.
Poi è tristissimo il fatto che anche se Mirtilla volesse lasciare Hogwarts, non potrebbe andare a trovare la madre, visto che quest’ultima non crede ai fantasmi e le verrebbe un colpo di sicuro.
A quel punto Helena fa un punto indietro. Mirtilla dovrà imparare a fare i conti da sola con l’eternità che si è scelta e lei se ne rimarrà un po’ per i fatti suoi (e devo dire che questa cosa è molto IC).
“Resterò fino al diploma, e intanto le darò il tempo di dimenticarmi. E poi la seguirò, e la troverò, e le sussurrerò ogni notte le parole che mi hanno uccisa ”. – OKAY, questo è molto creepy, però è anche questo è IC, nel senso è una cosa che direbbe/farebbe la Mirtilla che noi tutti conosciamo. Quando Helena vede quel velo di follia nei suoi occhi, non può che rassegnarsi e basta. Perché vivere eternamente come fantasmi significa per forza di cose anche “dannarsi”, tra i sensi di colpa, il ripensare continuamente a ciò che non è stato/ciò che potrebbe essere.
E direi che i fantasmi in Harry Potter hanno sempre quel qualcosa di comico (tutti tranne Helena, lì lei è comunque #mainagioia) e invece se ci si pensa è una condizione così triste. Da amante dell’angst ho apprezzato tantissimo, e poi anche lo stile mi è piaciuto, è un po’ diverso, non so perché ma l’ho trovato musicale (io e i miei termini belli, mannaggia).
Che dire, mi è piaciuta tantissimo questa storia, in bocca al lupo per il contest tra l’altro 

Nao