Recensioni per
Secretly
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 22 recensioni.
Positive : 22
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
01/04/21, ore 17:25
Cap. 3:

Rieccomi qua. Sono andata a leggere il commento che avevo lasciato al capitolo precedente per verificare chi avevo pensato potesse essere corso dietro a Victor e avevo detto John. Ho indovinato! Cosa ho vinto? A parte gli scherzi, anche se c’era un’alta probabilità di riuscita, è gratificante averlo capito ed essere entrata in sintonia con quanto raccontato.
John Watson compare e Victor è diviso dal piacere e dal dispiacere dell’essere stato scoperto durante la fuga. Incoerente e bipolare? Forse. Umano sicuramente. Un personaggio rappresentato in maniera brillante, con tantissime sfumature che lo rendono realistico.
Alla fine questa storia racconta dell’amore travagliato di Victor Trevor, è lui il protagonista. Ci sta che sia un po’ “egoista”, chiuso nel proprio dolore, tanto da non accorgersi fino in fondo di quello degli altri. Trevor voleva essere capito, scoperto e rassicurato. Però nel momento in cui si è chiuso la porta alle spalle ed è uscito per strada, secondo me, ha davvero compreso che era la fine. Forse si è pure vergognato un po’ per non aver trovato il coraggio di affrontare a viso aperto la situazione e aver fatto partire un’astuta macchinazione che comprendeva anche l’aiuto della madre. A questo punto, quando è stato raggiunto, avrà capito che era troppo tardi per le scuse e i chiarimenti.
 
La comparsa di Sherlock non è stata una gran sorpresa: non poteva non essersi accorto proprio di niente. Spettacolare, non c’è che dire, con i suoi soliti modi teatrali e maestosi, ma era normale che ad un certo punto si facesse avanti. Comprendere che sapeva tutto del piano di Victor è stato più inaspettato. E mi sono anche arrabbiata, probabilmente trasportata dalle emozioni di Victor stesso, perché Sherlock è un macello con i sentimenti e i discorsi sui sentimenti. Il fatto che, non sapendo in quale modo gestire la situazione, lui abbia razionalizzato tutto rendendolo un caso da risolvere lo trovo sensato e in linea col personaggio.
 
Alla fine, lo devo ammettere, l’unico tra i tre uomini con un po’ di sale in zucca mi sembra proprio Victor. Sembra una barzelletta uscita male: Sherlock pensa che Vic si sia innamorato di John; John pensa che Sherlock ami da sempre Vic; Trevor è l’unico a sapere che quelli innamorati tra di loro sono Sherlock e John. Incomprensioni a non finire ma decisamente da loro!
Il finale è straziante. Forse, a dire la verità, non ce ne sarebbe potuto essere uno migliore. Non ce li avrei visti tutti e tre a chiarire e tornare allegramente a casa assieme. Anche perché, come avevamo detto precedentemente, nei primi due capitoli è spiegato in modo chiaro che non riescono a creare una relazione diversa dalla coppia.
 
I punti di forza, quelli che ho apprezzato infinitamente in questo capitolo, sono le descrizioni di Londra e i dialoghi.
Le descrizioni hanno una lunghezza appropriata, non annoiano e non sono di contorno perché servono a creare l’atmosfera giusta. Tutto il freddo del paesaggio urbano innevato rispecchia pienamente lo stato d’animo del protagonista della vicenda.
I dialoghi li ho trovati decisamente calzanti ai personaggi. Servono in primo luogo a comprendere quello che passa per la testa di Sherlock e John, ma anche per mostrare alcune sfaccettature di Victor, come il suo lato più sfacciato, quello coraggioso, quello arrabbiato e così via. Lati di Victor che non sarebbero usciti fuori completamente solo attraverso il racconto dei suoi pensieri.
 
Questa storia mi è piaciuta molto, così tanto che ti invito a continuare a scrivere su di loro tre anche in altri contesti, se ti venisse l’ispirazione. E nel frattempo la inserisco tra le preferite, posto che avrebbe dovuto occupare già mesi fa, ma non è il caso di parlare del mio ritardo cronico.
Alla prossima,
K.

Recensore Junior
16/08/20, ore 16:24
Cap. 2:

Ritorno qui dopo un po’. Ho riletto il primo capitolo prima di affrontare il secondo, anche per evitare di perdermi qualcosa che poteva essere sfuggita alla mia memoria già di per sé labile.
Victor continua a ragionare per coppie. È indubbio che tutti e tre provino dell’affetto e della stima reciproca, ma evidentemente non sono portati per avere una relazione amorosa diversa da quella canonica formata da due individui. Victor ama Sherlock; Sherlock ama John; John ama Sherlock. L’unico che rimane fuori dall’equazione è il povero Vic che decide di farsi da parte.
In realtà non riesco a trovare una soluzione alternativa a quella che il protagonista ha pensato. Trasferirsi a Roma, lasciare gli altri, potrebbe davvero dargli un attimo di pace. L’unico errore, se proprio vogliamo attribuirgliene uno, potrebbe essere quello di essersi tenuto tutto dentro, di aver organizzato il trasferimento e il resto di nascosto. Non avrebbe risolto un bel niente parlando con i coinquilini, questo no, però almeno avrebbero chiarito, avrebbero avuto la possibilità di salutarsi in maniera decente. E invece per come è terminato il capitolo prevedo fulmini e saette: uno scontro non indifferente. Fossi in Sherlock o in John sarei bello che incazzato per il comportamento ambiguo di Victor. Forse l’avrei interpretato come una sorta di tradimento. Boh, vedremo… intanto si apre il toto ‘chi avrà seguito Vic alla fine’, e io voto per John Watson.
Non so di preciso cosa me lo faccia credere. Forse è per il fatto che lungo tutto questo secondo pezzo Sherlock è stato in qualche modo assente, mentre sono stati fatti dei parallelismi tra il protagonista e John: entrambi nascondono un segreto; suppongo infatti che John voglia mettere al corrente Vic dei sentimenti nuovi e più importanti che sta provando, ma non per quello si sognerebbe di cacciarlo di casa a mio avviso.
Voglio soffermarmi in ultimo sulla fragilità di Victor che in maniera anche poetica esce fuori di notte. Vic reprime tutti i propri sentimenti, soprattutto il dolore. Direi quasi che sta vivendo una specie di lutto, perché si rende conto che non potrà mai concretizzare il sogno di sposare Sherlock. Ecco, tutta la sofferenza che prova si materializza in lacrime e incubi solamente quando nessuno può vederlo, al buio, da solo, nella propria camera da letto. E, sempre di notte, decide di sgusciare via e partire.
Non ho apprezzato da parte di Victor di aver chiesto aiuto proprio alla madre. Ricordo che la famiglia ha sempre provato ad ostacolare qualsiasi tipo di rapporto un poco più intimo che il ragazzo poteva avere con il giovane Holmes. Certo, a chi altri chiedere una mano per sbrigare le ultime faccende se non hai nessuno? Però è stato quasi meschino. Un po’ come se si stesse auto-punendo, perché me la immagino la donna gongolare e pensare/dire “te lo avevo detto io che quell’Holmes portava solo guai” o qualcosa del genere.
Come al solito un altro capitolo veramente ben scritto e impegnativo dal punto di vista emozionale. Sei stata veramente molto brava a comporlo!

Recensore Master
28/07/20, ore 14:06
Cap. 3:

Ciao Koa, sono molto contenta di terminare questa minilong che ha avuto il pregio sicuramente di dare spessore e potenziale a un personaggio molto marginale nella serie ma anche scavare a livello introspettivo nella dinamica di un triangolo destinato a traballare.
Ammetto che, nel leggere l’interruzione alla fine del precedente capitolo, ero convinta che il nuovo arrivato fosse Sherlock, eppure la comparsa di John ha perfettamente senso. Nonostante l’apparente estraneità e disinteresse che aveva deluso Victor, arriva  in ritardo ma in modo più pratico a capire che c’è qualcosa che non va. Ed è da lui affrontare di petto la questione, con il cambiamento drastico di emozioni che tu hai sottolineato – dalla rabbia allo stupore sincero e anche smarrito nel rendersi conto che il trasferimento è definitivo e anche di ampio raggio. Mi è piaciuta la cura che hai avuto nella prosa nell’appoggiarti a rimandi esterni e interni, in particolare le metafore di John che si muove come un soldato anche se “soldato non era se non nello spirito”. Ma anche il rimarcare la contraddittorietà dei pensieri e dei sentimenti di Victor (qui in rapporto a John, ma nel primo capitolo era invece presente come qualità a sé stante nel definire il suo modo di essere), venendosi dunque a creare una sorta di coerenza di immagine (sebbene poggi sull’incoerenza e la contraddittorietà appunto) tra il Victor bambino e il Victor adulto.
L’entrata di scena di Sherlock è altrettanto perfetta per il personaggio: all’apparenza calmo e ben vestito, esordisce con la previsione di ogni mossa anche se nonostante tutto gli sfuggono i perché forse più elementari (e di fatti, man mano che il confronto procede, è lentissimo a capire che Victor è innamorato di lui e non di John – dettaglio che ho amato davvero soprattutto quando si ritrova ad ammettere che “non aveva capito niente”). Così sa esattamente come è arrivato lì – e tutte le sequenze che ce lo hanno condotto – ma non sa dire il perché. Il confronto che ne segue è doloroso perché quel non sapere che sia John che Sherlock ostentano è a una certa estensione sincero: Victor si ritrova così non solo a essere tradito, ma anche a svelare egli stesso le carte che aprono gli occhi agli altri due. È una sottile mossa che rende il dramma di Victor più forte. In un certo senso, Watson è stato il collante tra Sherlock e Victor, ma allo stesso tempo Victor si rivela essere il collante tra John e Sherlock anche se per privazione – li porta a svelarsi e poi fa un passo indietro proprio per permettere loro di stare insieme.
Questa conclusione amara mi è piaciuta davvero molto, l’ho trovata in linea con i sentimenti che hai descritto pian piano in tutta la storia ma ha anche offerto l’unico confronto soddisfacente tra i tre. Sherlock e John che vengono messi faccia a faccia con la natura del loro rapporto e Victor che sceglie di fare a meno del dolore e di ricominciare lontano, forse iniziando a mettere sé al primo posto.
In conclusione ci tengo a ribadirti due cose: la prima è la maniera profonda e accuratissima in cui hai condotto il punto di vista narrativo, la seconda è il modo in cui hai saputo bilanciare le scelte lessicali nella prosa, rendendole adatte alle situazioni e ai personaggi.
Ultimo commento sul titolo che retrospettivamente assume molti significati e che quindi descrive pienamente la storia.
Alla prossima e davvero complimenti ancora!

Recensore Master
14/07/20, ore 11:37
Cap. 3:

Chiaramente avevo letto già da tempo il finale, ma ho aspettato un momento non tanto depresso, per me, perché diamine! Victor ne esce una palla di stracci, ma d'altro canto il contrario sarebbe stato peggio. Cioè, almeno un contrario in cui dall'equazione uscivano John o Sherly, mentre il triangolo, hum... come "principio" non sono affatto contraria ma qualcosa non avrebbe funzionato. (Ma ciao, Sweety! il Dolcezza della pirate torna prepotente e io lo amo molto)
Le loro relazioni non sono equivalenti, ognuna si basa su un principio diverso e c'era sempre Sherlock al centro. John e Victor hanno un bellissimo rapporto, ma ognuno dei due ama davvero solo Sherlock. E non c'è nessuno che li possa dividere, - o condividere, infine.
John non è certo stupido ed è stato subito cosciente di cosa stesse accadendo, ma non del motivo. In amore si può essere davvero ciechi, o spaventati anche da un'ombra, un dubbio piccino. Così come Sherlock, che crede , malgrado il suo genio, che Victor di geloso soprattutto di John. Perchè loro, come hai detto, sono stati tutto uno per l'altro. E per assurdo, tutto è anche niente. Voglio dire che in effetti sembravano più fratelli che innamorati, ma non era neppure quello. Era una comunione di anime, ma questa si infrange contro il calore solare di John. Un John che sveglia Sherly fisicamente e mentalmente, che lo stimola, più che assecondarlo. E' che lui è quello che gli ci vuole, è quasi nato per questo scopo. Mentre il rapporto di Vic e Sherlock ha conservato tanto dell'infanzia, quindi anche un tocco di irrealtà - non credo sia a caso che quando si danno un mezzo addio la cosa più bella che torna in mente sia il veliero di Lego con le videocassette di film d'avventura - l'arrivo di John è stata la maturazione di Sherlock, l'educazione sentimentale, se vogliamo.
victor è stato anche un signore, eh! ci faccio caso a queste cose: non so se al suo posto avrei pensato ai due mesi di affitto etc. Ma lui lo fa, intanto perchè li ama - anche se in modo diverso - a poi perchè ha questo ruolo di colui che si prende cura. E' come se arrivato john avesse dovuto smettere di fare la tata "coprilo, dagli la pappa due volte al giorno"...mi sembro io quando parto a ffido i miei gatti randagi!
Li ha visti fare l'amore e non ha potuto non capire. Lui ha un'altra strada, nella vita. (l'indirizzo di Roma è disponibile? ^__^) Non sarà felice, ma ci proverà. E meglio che marcire li contorcendosi nel suo dolore e farla pagare anche a loro per la sua sofferenza, non aveva altra scelta. Questa non è una fuga classica, è una chance per tutti e tre. Piccolo mio...
Ogni parola vola dritta come una freccia nel cuore, che è quello che volevi, credo... ci sei riuscita!
Victor in qualche modo "muore" nelle storie di Sherlock, è così. E' come se non potesse andare avanti con il suo compagno "pirata" fino in fondo. Non è certo morto fisicamente, ma questo rimando è straordinariamente IC
bravissima, tesoro, nessuno ti raggiunge sulle introspettive!
baci nella neve,
Setsy

Recensore Master
13/07/20, ore 11:20
Cap. 2:

Ciao di nuovo, come ho già avuto modo di dirti capito davvero raramente nel fandom quindi, conoscendomi so bene che - a dispetto dell'interesse del primo capitolo - avrei finito per dimenticare la storia. Eccomi dunque a prosegurie immediatamente, anche per non spezzare il portato di angst che lega le tre parti.
Riprendendo direttamente da quella scoperta - la scoperta dell'amore inconsapevolmente esclusivo tra John e Sherlock - ci vengono mostrate le reazioni a caldo (e a freddo) di Victor. Hai analizzato benissimo i meccanismi che vengono messi in atto plausibilmente: pensare al chiodo schiaccia chiodo, attuare l'evitamento (non rientra quasi mai a casa, facendosi sommergere dal lavoro; ma anche evita un contatto fisico con entrambi), inventare scuse (la stanchezza e il lavoro appunto). Le emozioni di Victor sono forti, seppure taciute, forse proprio perchè taciute e nascoste - e anche qui mi ha colpito il rapporto con Sherlock e soprattutto con Watson (non può incolparlo in quanto sa che non ha colpe, non può smettere di trovarlo adorabile, eppure fa male che potrebbe essere il nuovo sè e lo delude il modo in cui crede facilmente a tutte le sue scuse). Infine c'è il progetto dell'allontamento definitivo - un volo diretto a Roma e la fuga senza parole nel bel mezzo della notte - soluzione che sembra essere alla fine l'unica plausibile e giusta. L'ultimissima frase però lascia itnravedere uno stop al progetto e, forse, il momento di un confronto.
Mi prendo una pausa adesso prima del culmine di angst, intanto ti rinnovo i miei complimenti. Mostrare la relazione Johnlock attraverso gli occhi di un terzo ferito (e non un terzo qualsiasi, ma un Victor che vive) è una prospettiva molto interessante.
A presto!

Recensore Master
13/07/20, ore 10:59
Cap. 1:

Ciao Koa, finalmente riesco a passare da te. Non frequento praticamente per nulla il fandom di Sherlock, ma ricordavo con molto piacere il tuo stile quindi ho colto la palla al balzo degli scambi per tornare a farci un salto. Normalmente preferisco recensire le oneshot autoconclusive se non sto già leggendo una long, ma questa prima storia del tuo profilo - pur essendo a capitoli - mi ha intrigata un po' per l'introduzione, un po' per la presenza di Victor Trevor (tramite qualche stato di facebook avevo capito che tu ne stessi scrivendo e come figura mi sembra molto interessante, sebbene si muova qui in un AU).
In questo primo capitolo hai creato le basi per la situazione, mostrando il rapporto complesso e difficilmente definibile tra Sherlock e Victor che risale al periodo dell'infanzia a Musgrave, e successivamente l'inserimento di John nel quadro a complicare ulteriormente le cose. La dinamica tra i tre sfugge a spiegazioni o categorizzazioni e si mostra spesso precaria, fin dall'inizio quando nel presentare l'ingresso di John lo si viene paragonato letteralmente a un cazzotto. Il ruolo di destabilizzatore se lo contendono tutti e tre (questa è una cosa che mi ha colpito molto): dapprima John, appunto; ma poi anche Sherlock in quanto portatore di sentimenti per Victor (mentre John può essere considerato uno "scopamico", Sherlock rappresenta l'amore, l'amore che fin da otto anni lui aveva professato in modo ingenuo di voler spsoare - "Amavi Sherlock e volevi bene a John"); e infine - tragicamente - è Victor a sentirsi gradualmente elemento di disturbo, perchè si accorge di quanto John e Sherlock siano presi l'uno dall'altro e di quanto sia alla fine proprio lui a essere inadeguato. Tutto questo, sottilmente non avviene a parole, bensì la comprensione passa semplicemente vedendoli amarsi in un modo che a lui è precluso. Di qui, il sentimento controverso di amore-odio che Victor prova - in senso differente - sia verso Sherlock che verso John.
Per quanto riguarda lo stile, anche qui l'ho apprezzato molto: sei capace di usare espressioni e parole di un lessico elevato senza tuttavia mai perdere di riferimento il quadro in cui vanno a collocarsi. C'è infatti un'alternanza ben equilibrata nei livelli di lessico e della lunghezza del periodare e ne risulta una lettura ricca e non semplicissima, eppure ttutavia scorrevole. Non è da tutti e di questo ti faccio davvero i complimenti. Inoltre ho un debole per la seconda persona e qui, per entrare nella mente di Victor e mostrarci tutto attraverso i suoi occhi, è stata particolarmente efficace.
Alla prossima!

Recensore Master
04/07/20, ore 20:17
Cap. 2:

oh, bè. Victor ormai è un frullato di angst che di più non si può, ma lo scopo della storia era questo. sviscerarlo e osservare ogni anfratto, ogni pensiero. Ma ciao, eccomi qui, non tardissimo, per cambiare!
L'ho capita la sensazione di Victor che ama/non ama Sherlock nel senso pieno del termine. Cioè vuole essere amato, ma poi non vorrebbe gestire quella storia d'amore. Non è certo carenza di sentimento, passione fisica, complicità, amicizia e comprensione. E' che resta - secondo me - il fatto che fosse nato come amore d'infanzia, poi adolescente, che credo abbia avuto dall'inizio un solo destino: arrivare ad un termine, almeno nel modo in cui lo vivevano. Infatti non è stato a lungo un vero triangolo, ma si è diviso in una serie di tre coppie: Sherly/Victor, sherly/John, John/victor, con delle differenze essenziali. Infatti, John e Sherlock si "frequentano" intimamente mentre Victor non c'è, e chissà se Sherlock, col suo genio, davvero non sa che sono stati scoperti. Lui è quello che resta più in ombra, come motivazioni, o come sentimenti espliciti. Certo, perché il pov è di Victor ed è Jhon che analizza di pù in questa fase, perchè lo sta capendo adesso. E credo di certo che la voce che lo richiama alla fine sia proprio il nostro dottore. Victor è incerto, ma poi per me prende una decisione coraggiosa, non "facile" come una fuga sembra essere. Li sta lasciando liberi. Forse con questo sentirà anche di recuperare il suo oroglio(ha capito di essere di troppo. Probabilmente ora gli verrà detto qualcosa di più dolce. meno netto, specie se sta per parlare John, però di base la coppia vera sono loro). crede di soffrire di meno, si fa illusioni sulla presunta salvaguardia che la distanza geografica dovrebbe offrire. Roma ha il suo fascino, ma non gli farà scordare Londra. La vita che ha avuto fino a quel momento.
i momenti passati a baciarsi con Sherlock, ne il sesso con John , che lo appaga totalmente. Si è rotto qualcosa che non si può riparare. certo che per quanto si possa tifare Johnlock qui viene da prendersi cura di questo povero piccolo Victor, col suo senso di rifiuto, di inadeguatezza, il suo rammarico. Spero che non muoia, alla fine... non penso, l'avresti indicato! lo stile è sempre poetico,ma questo ormai lo sai. L'introspezione di Victor è trattata con delicatezza, per quanto sia una vivisezione, nel contempo: ma so che tu puoi
baci, a prestissimo
Setsy

Recensore Master
02/07/20, ore 22:03
Cap. 1:

Ciao, sono Meiou "ritardo è il mio secondo nome" Setsuna ù_ù
chiarita questa cosa, hem..hem... posso proseguire ^^
SO che l'angst ti piace, so che Victor sotto sotto lo ami poco meno dei Johnlock, per cui sono preparatissima; e d'altra parte, per quanto il povero Victor sia spesso un essere sfortunato - il che poi lo rende IC rispetto al canone: peggio gli va, più è realistico, in qualche modo - non avrei potuto tifare perché si avverasse un triangolo invece di una storia romantica nel senso più tradizionale. Almeno tranne che in qualche AU specifica... quindi mi sono avviata alla lettura con una certa serenità.
Nel rapporto infantile di Sherly e Victor c'è tanta sincerità, importanza. Infatti, anche se in un'altra età questo è cambiato, credo che come per tutti gli esser umani, anche se sono geni, chi conosce qualcuno da bambino lo conosce veramente. Lo Sherlock piccolo era legato a Victor con tutto se stesso, mi pare, erano - giustamente - la coppia di piarati, di "childhood sweatheart" che resterà intaccata dal tempo. Ma questo passa, e apporta mutamenti. All'inizio sono relativi, perchè i ragazzi restano la versione grande di loro stessi, solo con discorsi e interessi più ampi. Però se si baciano e si amano, resta una resistenza per Sherlock, come se non avesse tutto quello che serve a farlo specchiare in qualcun'altro e cercare nei suoi occhi un mondo nuovo, diverso.
Forse perché Victor, per quanto rubacuori gli somiglia, in fondo, mentre John è una provocazione, uno che pare distante. Lo sportivo "non sono gay", che sembra avere molti amici e popolarità: quella in senso positivo, da capitano, da golden boy, direi.
Per poi scoprirsi anime affini più di quanto sembrasse. Victor, che è molto sensibile, fiuta il pericolo, lo sente che John cambierà le cose, non sarà "solo" un'aggiunta alla situazione precedente, ma avanzerà come un carroarmato nell loro vita.
E se all'inizio sono fisicamente vicini e abbastanza complici tutti e tre, presto sopraggiunge la verità. Victor è il tezo. Forse non ci andrebbe ancora aggiunta la parola "incomodo", ma gli altri due sono una coppia completa, e particolarmente perfetta, che era quasi destinata a incontrarsi. E' l'inizio della fine. Mi sono piaciuti anche Mycroft che col suo solito sguardo lungimirante ha capito tutto, svergogna il frratellino ma poi lo aiuta - eh sì, è proprio lui! - e Lestrade, che tiene a bada le avances di Victor mi ha fatto sorridere.
Infine , la scelta della seocnda persona per la narrazione: mi pare che sia quella dei tuoi protagonisti, per cui intuisco che tutto resterà pov Victor, giusto? bè, lo saprò prestissimo..
un piccolo gossip (per scherzare, perchè in realtà nella storia va benissimo quello che hai detto): Martn freeman se li sogna i 170 cm..se sono 165 va già bene XD, ma lo amiamo lo stesso!
un bacio malinconico,
Setsy

Recensore Junior
22/06/20, ore 16:51
Cap. 1:

Non so da dove cominciare: ho mille cose in mente e non so come esprimerle tutte, e in maniera ordinata.
Credo sia la prima volta che non leggo una tua ff appena l’hai pubblicata. È che non ero dell’umore adatto. Sapevo, grazie agli indizi che hai lasciato nei tuoi post, che non ci sarebbe stato un happy ending e in questo primo capitolo si capisce benissimo la direzione che prenderà la storia. Sicuramente aiuta per la comprensione anche il video della canzone che ho guardato prima di cominciare la lettura. Non ho memoria del brano, eppure il video non mi è totalmente sconosciuto. Da quanto ho compreso hai tratto ispirazione solo per la dinamica amorosa, ma la vita sregolata del trio non è riportata all’interno del racconto.
 
Pensavo di essere preparata, ma mi sbagliavo! E sai perché soffro tanto? Il motivo risiede nel fatto che amo i tuoi personaggi. Quelli che hai creato e che ho imparato a conoscere nelle millemila parole su di loro. Sì, sono storie diverse, le altre, ma la concezione che hai di Sherlock e John è unica e si ripete in maniera abbastanza similare in tutti i racconti. Bisogna fare un discorso a parte per Victor.
Victor in Sherlock BBC non esiste. O per meglio dire c’è, ma appare per sessanta secondi ed è il ricordo sbiadito di un bambino. Di lui non sappiamo niente di niente. Affermerei senza troppi scrupoli che Victor è un personaggio al novantanove virgola nove periodico per cento originale.
Ce lo hai presentato nella Pirate e già lì ci sono delle dinamiche da “triangolo amoroso” (semplifico ovviamente). Credo che l’esigenza di scrivere Secretly possa nascere soprattutto dal vedere finalmente compiuto il rapporto tra i tre protagonisti, o magari è stato questo il desiderio di chi ha insistito affinché tu ne parlassi.
Inizialmente mi sono detta che la differenza sostanziale tra la Pirate e questa storia qua, sta proprio in Victor: nel primo caso l’uomo non è interessato in maniera sessuale a Sherlock, nel secondo sì. Poi mi sono resa conto che c’è un altro elemento che rende diverse le dinamiche: nella Pirate Sherlock ama Victor e qui invece no. Almeno a me sembra più che palese che sia così.
 
Attraverso i ricordi dell’infanzia di Victor vediamo come egli abbia conosciuto gli Holmes e come abbia deciso fin da subito che da grande avrebbe sposato Sherlock. È quel tipo di decisione assimilabile a qualsiasi altro capriccio infantile, ma che invece è un desiderio serissimo che viene coltivato nel tempo. Purtroppo per il povero Victor, i vari tentativi di incasellare e definire a tutti i costi il rapporto che lo lega a Sherlock, così come quelli di portarselo a letto, falliscono.
Capisco il motivo per il quale tenti a tutti i costi di capire “cosa” sono: non farlo significa non porsi delle regole e non avere nessun tipo di sicurezza. Potrebbe arrivare un tizio qualunque e infilarsi in mezzo a loro, che non sono fratelli e sono più di migliori amici, ma non possono definirsi fidanzati o un amanti. E, sorpresa delle sorprese, è proprio quello che succede. Ok, John non è affatto un “tizio qualunque”, ma è per dire che non gli si può dare la colpa di nulla.
Anzi, nel momento in cui Victor specifica che non ci sono né ci saranno implicazioni sentimentali, quando finiscono a letto insieme, sta inutilmente tentando di mettere una barriera tra Sherlock e John. Perché lo capisce da subito che Sherlock è interessato a Watson.
Il finale con la cacca di piccione e il fango a sporcare i pantaloni di Victor sono l’espressione esterna del subbuglio e dello schifo che sta provando il suo personaggio. Sarà stano ma adoro questo tipo di particolari.
Intraprendere una relazione a tre non è una cosa semplice e che tutti possono portare avanti. Credo che, se ci fossero i presupposti, i protagonisti della Pirate riuscirebbero a gestirla, al contrario di questi.
 
Ho trovato una marea di riferimenti alla Pirate, soprattutto sulle caratterizzazioni dei personaggi, con Victor che già all’inizio viene descritto “Estroverso ma timido. Forte e fragile. Dolce, ma molto più che vagamente sarcastico.” Oppure Sherlock: “A quel bambino mancava soltanto un galeone da comandare e sarebbe stato perfetto nel suo ruolo di capitano”. E per quanto trovi più approfondita, per forza di cose, la descrizione di Vic, è quella di John ad avermi stupita. Sì, perché lasciando da parte una serie di aspetti evidenti e comuni, come la rabbia, la solitudine nella folla, il fascino, il carisma o la fame di adrenalina, in una manciata di parole hai descritto uno dei punti fondamentali di Barbagialla: “Lui era come voi, ed era stato questo ad attrarvi.”
Mentre invece altre situazioni, sarà per l’ambientazione universitaria, così come il resto dei personaggi presenti (i genitori, Mycroft, Sebastian…), mi hanno riportato alla mente quel gioiellino di “Non sarà Amore e Psiche”.
 
Ci tengo a dire due paroline sullo stile di scrittura utilizzato, per quanto io sia la persona meno indicata per parlarne. Ma sono dotata di occhi e gusti personali anche io, quindi voglio farlo lo stesso.
Quando ho aperto la storia e mi sono accorta che è scritta utilizzando la seconda persona singolare ho avvicinato ancora di più a me il pacchetto di fazzoletti che ho sulla scrivania. Perché quando scrivi in questo modo tu non stai semplicemente raccontando un fatto, tu stai rimproverando e accusando il malcapitato protagonista della storia. Chi ti conosce un minimo sa che la tragedia è dietro l’angolo.
Mentre per quello che riguarda l’introspezione so che ci hai lavorato, e la differenza l’ho notata. Questo è un approccio più snello, meno barocco. Non hai mai scritto una sola parola in più del dovuto, ma in certe occasioni ti sei dilungata a ribadire il concetto o a fare qualche deviazione per affrontare in mezzo per in mezzo altre faccende scottanti. Ecco, qui invece vai diritta al punto, i sentimenti di Victor sono spiegati in maniera chiara e lineare, e il capitolo scivola via in un istante. Questo non vuol dire che ti soffermi alla superficie. Per carità, non è affatto così, altrimenti non avrei lo stomaco in subbuglio tanto quanto è sconquassata l’anima di Victor. Personalmente non preferisco un modo di scrivere all’altro, ma sono del tutto favorevole al cambiamento quando si tratta di un’evoluzione positiva.
 
Devi perdonare se sono la solita prolissa ritardataria.
A presto sotto ai prossimi capitoli,
K.

Recensore Master
10/06/20, ore 14:59
Cap. 3:

Ciao! Scusa il ritardo, so che ci metto sempre una vita a passare, ma mi pare superfluo precisare che leggo sempre appena pubblichi, o comunque nel momento in cui mi accorgo degli aggiornamenti.
Sapevo che per il povero Victor non sarebbe finita bene, ci acevi avvertito dall'inizio e, conoscendo il video a cui ti sei ispirata, non immaginavo nulla di diverso. Salvo il fatto che hai comunque apportato delle modifiche molto efficaci per adattare i fatti ai personaggi.
Come giustamente facevi notare anche tu nelle note, uno Sherlock che non si accorge di niente e un John che non fa nulla per provare ad impedire l'inevitabile sarebbero molto proprio credibili. Insomma, per me hai fatto benissimo ad aggiungere questo confronto.
Dunque, abbiamo Vic che scappa nel cuore della notte e John che lo raggiunge di corsa. Mi avevi proprio fregata nel capitolo precedente, perché ero convinta che fosse stato Sherlock ad andargli dietro. Complimenti per avermi infinocchiata.
Ma quanta "soldatitudine" (neologismo appena creato da me, temo) c'è in questa parte della storia?! Indubbiamente John non è mai stato nell'esercito e dubito che lo farà mai, adesso, ma tutto in lui trasuda rigore e risolutezza militari, dall'atteggiamento allo sguardo. Il modo in cui parla, resta immobile o avanza, è come affrontare una battaglia vera e propria. E lui lo fa come il soldato che non può fare a meno di incarnare.
Victor è ovviamente sconvolto e sofferente, eppure nonostante questo non si trattiene dallo sbattergli in faccia una verità che sembra essere il solo ad aver compreso per ora.
Sherlock e John si amano e per lui non c'è più posto.
Ciò che colpisce è comunque il suo sentimento per John, che non è affatto traducibile in odio o gelosia, come aveva temuto lui stesso in certi istanti di disperazione, ma si potrebbe riassumere in un affetto e un'ammirazione sconfinati, dati dalla consapevolezza che ha di lui e delle sue qualità.
Trovo la reazione di John molto in linea con il personaggio. Quel "non so e forse è meglio se nemmeno mi sforzo per capire qualcosa che mi ribalterà la vita". Ci sta che in realtà non si sia ancora reso conto di cosa prova per Sherlock e di cosa Sherlock prova per lui.
Sherlock.
In questo capitolo è totalmente inabile a fare o dire alcunché.
Quando appare, conserva ancora una parvenza di autocontrollo che però smarrisce quasi subito, arrivando a non capire assolutamente nulla.
Ecco se John fa quasi finta di non capire, non accetta, non ci si è forse mai davvero soffermato, Sherlock travisa decisamente ogni cosa. Come sai, amo che sia geniale in tutto, meno che nelle faccende sentimentali, di conseguenza ho adorato questo suo prendere granchi come un pescatore armato di cappi nel mare di Bering!
Pensa che Victor sia innamorato di John e la cosa è anche vagamente divertente, perché davvero è chiaro come il sole chi sia l'oggetto di tutti i suoi desideri. Ovvio anche che a un certo punto Vic si senta esplodere e decida quindi di dirgli la verità una volta per tutte.
Quella scena è davvero straziante, la più angst di tutta la storia, e un particolare che ho notato è il modo in cui hai intrecciato il lato introspettivo con quello reale.
I gesti, le azioni, le espressioni dei personaggi vanno di pari passo con i loro pensieri e le loro riflessioni. Diciamo che non viviamo solo nella loro testa, ma li vediamo lì, vivi e tangibili su quel marciapiedi in piena notte. Vediamo le lacrime, Victor che si accascia a terra, le facce deformate dal dolore dell'addio. E il silenzio di Sherlock è così eloquente da stringere il cuore.
Dopotutto sanno entrambi, sia lui che John, che non c'è altra soluzione, che quella relazione a tre non può andare avanti perché non avrà mai un lieto fine. Anzi, finirebbe col rovinare i rapporti tra tutti loro.
John è sicuramente il più risoluto tra i tre, per quanto possa essere tale in una simile situazione, ma Sherlock non può non sentirsi sopraffatto, sconvolto e impotente.
Le raccomandazioni finali di Victor poi... dio, che pugnalate al cuore! Sa tutto di Sherlock, nessuno lo conosce come lui ma è anche vero che John saprà dargli torto ciò di cui ha bisogno, e la consapevolezza di quanto tutto questo sia effettivamente "giusto" (come dice Victor stesso) mi da quel filo di speranza che una scena del genere rischierebbe di far sbriciolare.
Del resto rimango sempre una Johnlocker convinta e non riuscirei a immaginare una conclusione differente, però il modo in cui mi hai fatto empatizzare con Trevor è stato talmente profondo da farmi ritrovare a immaginare una sorta di lieto fine anche per lui, magari con un Bordom romano! (O con me, non si sa mai, siamo pure nello stesso campo.. . ;))
Penso di aver letto solamente un'altra tua storia con un finale così amaro, ed è proprio quella che ho già paragonato a questa, ovvero la Holmescest. Penso che siano delle vere perle, accumunate dalla meravigliosa introspezione ma anche dalle dinamiche impopolari. Curioso che siano forse i tuoi lavori migliori, secondo me ovviamente.
Lascio fuori la pirate consapevolmente, perché secondo me non è paragonabile a nient'altro di tuo e andrebbe fatto proprio un discorso a parte che qui sarebbe OT.
Per ora ti ripeto che hai fatto un ottimo lavoro, che hai trattato magistralmente le emozioni e i conflitti interiori di Victor, descrivendo un uomo in carne e ossa, che soffre, ama e si contraddice da solo, trovandosi in qualche modo sempre decentrato e irrisolto.
Hai raccontato un percorso che non ha un vero punto d'arrivo e che pure forma il protagonista portandolo a scegliere ciò che è giusto. Mi viene in mente una citazione che ho letto su Facebook qualche giorno fa.
"La felicità è meravigliosa. È così meravigliosa che non importa se è nostra o no. C'è un vecchio proverbio: una società diventa grande quando gli anziani piantano alberi, sapendo che non siederanno mai sotto la loro ombra. Le brave persone si danno da fare per altri. Non c'è altro."
Non so, è come se Victor avesse piantato un albero per far sì che altri possano godere della sua ombra, due persone che ama profondamente e che per essere felici hanno bisogno che lui rinunci a tutto. Solo il fatto che lo siano loro gli basta, perché è bellissimo e giustissimo e non può essere altrimenti.
Forse mi sono dilungata e sono finita comunque un po' OT ma lo volevo dire perché ce l'avevo in testa da giorni.
Probabilmente potrei continuare a parlarne per ore, quindi è meglio che mi fermi qui.
Grazie per aver scritto questa storia, avendoti rotto le scatole per un bel po', la considero un regalo anche per me e non posso non esserti grata. Mi hai spezzato il cuore con stile, sappilo.
Complimenti.
S.
(Recensione modificata il 10/06/2020 - 03:01 pm)

Nuovo recensore
07/06/20, ore 16:22
Cap. 3:

Ciao! Eccomi a provare a recensire anche l'ultimo capitolo. Ci ho messo molto tempo a scrivere questa recensione, l’ho scritta e riscritta, perché c'erano così tante cose che ho amato, che non riuscivo a far venire fuori qualcosa di coerente. Per cui probabilmente ci sarà qui dentro molto meno rispetto a quanto mi piacerebbe dire, e mi scuso di questo.
Inizierò dal fatto che, come in tutti gli altri capitoli, ho amato molto l’introspezione. Ma la cosa che mi sono trovata ad apprezzare di più, che ha reso questo capitolo bellissimo, così come gli altri due capitoli, sono i particolari. Io ho sempre amato molto trovare nelle storie piccoli particolari che esprimano qualcosa di molto più grande e complesso sui personaggi, e questa storia è piena di piccoli passaggi che ho amato per la loro delicatezza e semplicità: un cambio di espressione, un sentimento velato, una parola, un'esitazione, un arrossamento, una parola non detta, la voce rotta. Piccoli particolari che mi fanno empatizzare con i personaggi, che mi fanno entrare nei loro sentimenti, e che mi fanno pensare che tu riesca a rendere la caratterizzazione di tutti benissimo allo stesso modo. Mi andava di dirti prima di tutto questa cosa, perché ci sono tante cose che mi sono piaciute, ma questa attenzione ai particolari me l'ha fatta amare particolarmente.
Questo vale per la caratterizzazione di John, che mi è piaciuta tantissimo, come ho detto anche per altri capitoli, ma particolarmente in questo: anche lui si è incrinato, si è sbilanciato, ha espresso più di quanto non avesse fatto prima, e il confronto con Victor è stato definitivo, doloroso e molto bello. Mi ha incuriosito molto la loro dinamica attraverso tutta la storia, e per questo sono stata contenta di sentire parole sincere e dirette l’uno verso l’altro. Non mi aspettavo che il primo confronto sarebbe stato con lui, ma era inevitabile che ci sarebbe stato, le cose andavano dette.
Inutile dire, poi, che la caratterizzazione di Victor sia stata meravigliosa, personaggio che mi hai fatto amare sin dal primo momento, con cui ho empatizzato e per il quale ho provato molta tenerezza. In questo capitolo ancora di più: ha ammesso davanti a John e Sherlock, ma soprattutto davanti a se stesso, cose che per lui erano terribili da dire, verità che sono inevitabilmente venute a galla e con cui ha dovuto necessariamente fare i conti. Ha dichiarato il suo amore per Sherlock e in un modo così genuino, così sincero, ma anche così sofferente che sono rimasta incollata alle tue parole. Una dichiarazione che arriva tardi, purtroppo, e Victor lo sa, forse anche per questo è stata una dichiarazione così vera. Perché era al limite. Noi lettori l’abbiamo letta fin da subito, ci ha accompagnato fino a qui, ma Sherlock la sente solo ora che è tardi. Ho sentito tutta la complessità, la contraddizione, la paura, la rabbia, l’amore, tutto questo attraverso le parole e i gesti. Davvero, un personaggio che ho apprezzato tanto e di cui hai creato un’introspezione bellissima.
Ma forse la cosa che mi è piaciuta di più di questo capitolo è Sherlock. Prima di tutto, non mi sarei mai aspettata che Sherlock pensasse che l'amore di Victor fosse rivolto a John, ci sono rimasta di sasso tanto quanto Victor, probabilmente. Ma è una cosa molto da Sherlock, che certe cose non le riesce a capire e a interpretare.
Sherlock in tutto questo ha parlato poco, ha espresso poco in parole di quanto sentiva, ma proprio qui ho trovato nella resa dei particolari di cui parlavo prima una caratterizzazione perfetta e ancora più evocativa. C'è stato un crescendo graduale, che è culminato con il finale, per cui io credo di non avere parole per esprimere quanto mia sia piaciuto. Una serie di silenzi, pieni di domande poi increduli poi sofferenti, tutto attraverso particolari. E credo che questo abbia fatto davvero una descrizione di Sherlock efficace è molto più bella di tante parole che si potrebbero dire.
Mi ripeto, so che ci sarebbe tanto altro da dire, e che questo rende poco il mio pensiero, ma ti voglio sinceramente ringraziare per questa storia. Ti faccio ancora una volta i complimenti, per lo stile, per l’introspezione, per le descrizioni. Tornerò a leggerla più volte, questo di sicuro.

Vale

Recensore Veterano
06/06/20, ore 01:16
Cap. 3:

Maledizione... Pur sapendolo, ci hai avvisato in tutte le salse, lo sapevo, lo sapevo perfettamente che per Victor finiva così, ha fatto un sacco male lo stesso: sarà perché di threesome ne ho vissuta una per anni, ma era tutto troppo coinvolgente per mantenere la giiusta distanza emotiva  😭

Non ho tante parole da dire, tranne che il confronto in mezzo alla strada di notte e l'addio sono tanto intensi che un pochino ho pianto. Ma non per modo di dire, eh, mi sono trovata fisicamente gli occhi pieni di lacrime che sono traboccate da sole. Non mi capitava da tanto tempo leggendo una fic... Sei stata davvero brava. Spietata, ma brava 😢
 
La prossima volta però mi faccio promettere un happy end, o col cavolo che ti lascio ancora suonare sulla mia tastiera emozionale. *risatina umida* 

Complimenti, veramente 😘

Recensore Veterano
06/06/20, ore 00:43
Cap. 2:

Ciao Koa, ci ho messo un bel po' a trovare il coraggio di finire la tua storia, ma alla fine eccomi. Io non ho proboemi con le threesome, ma sappi che invece sto sanguinando per il povero Victor... farebbe meno male se non l'avessi scritta tanto perfettamente, se ogni suo sentimento non fosse descritto così straziantemente bene 😢

Se il prossimo è ancora più angst di questo posso solo dire che avrei meno problemi con una scena di tortura, ma sospendere a questo punto non è un'opzione possibile. E' troppo bella, troppo intensa per non gustarsela fino alla fine ❤ 

Recensore Master
05/06/20, ore 13:24
Cap. 3:

Ciao ^^
Dire che ho sofferto è poco, mi si è spezzato il cuore, ma ne è valsa decisamente la pena. Perché alla fine mi è rimasta una sensazione dolce amara, come dolce e amaro è il sentimento che lega Victor a Sherlock e John. E' vero, quest'ultimi due non potevano non andargli dietro, cercare di capire, provare almeno a convincerlo a restare. E' incredibile come Victor sia passato all'essere calmo, a parlare con sarcasmo, a poi esplodere completamente quando si ritrova a dichiarare a Sherlock il suo amore. E in nome di quest'amore avrebbe fatto la qualsiasi, ma sa che non è possibile, sa che John e Sherlock si amano (sono i diretti interessati che non se ne rendono pienamente conto fino a quel momento) e che lui non può incastrarsi tra loro. Victor sa di essere una contraddizione continua, i sensi di colpa che prova nel pensare che ha odiato John, magari anche Sherlock, perché ha sofferto in un modo che nessuno può capire, però sa anche che loro insieme sono la cosa più giusta. E giuro, per un momento ho sperato che Victor rimanesse, però è giusto così... non credo sia il momento per loro, magari quando si rivedranno in futuro le cose saranno davvero migliori. Alla fine John ha capito. E a proposito, lui è stato proprio meraviglioso, è stato forte e comprensivo e Sherlock mi ha fatto tenerezza nel suo sentirsi in colpa per non aver capito. Alla fine non c'è nessuno da incolpare, queste cose succedono, fanno male e feriscono. Mi ci sono ritrovata molto in Victor e anche se il protagonista vero e proprio in un certo senso è stato lui, anche Sherlock e John mi sono piaciuti tantissimo. Loro ci provano, ci provano a convincerlo a rimanere, a riattaccare i pezzi, però poi capiscono che Victor deve andare, che ne ha bisogno lui, loro. Mi piace pensare che se un giorno si rivedranno potranno andare d’accordo senza sofferenza da parte di nessuno. Il loro addio (direi più un arrivederci) è molto malinconico. Si può dire che è un finale aperto, perché noi non sappiamo cosa ne sarà di loro, possiamo solo immaginarlo. Grazie davvero per averla scritta, io poi con storie di questo genere ci vado a nozze, quindi non poteva non piacermi, il tutto condito da questi personaggi che hai reso così umani da farmi soffrire con loro, con Victor in primis. Davvero, ottimo lavoro <3

Nao

Recensore Master
03/06/20, ore 13:55
Cap. 2:

Ciao! Finalmente passo a recensire anche questo capitolo. Ovviamente l'ho letto appena ho visto che avevi aggiornato, ma come al solito mi sono presa qualche momento per rimuginarci un po' e per rileggerlo una seconda volta con calma.
Una cosa che mi è piaciuta particolarmente di questa seconda parte è il fatto che Victor rifletta molto su John e sul suo rapporto con lui.
È un resoconto illuminante e molto ben delineato.
Si autoanalizza e svela al lettore come si sente di fronte a un uomo che l'ha aiutato a ottenere ciò che voleva più di tutto, che stima e a cui vuole bene, e che nonostante ciò, in qualche modo, lo ha reso di troppo nella sua stessa vita.
Senza di lui, probabilmente, Victor non avrebbe mai varcato la soglia dell'amicizia con Sherlock (sebbene fosse un'amicizia più che particolare), ma lo stesso tempo lui e Holmes si troverebbero nella situazione di partenza, da soli, loro due contro il resto del mondo. Mentre invece adesso sono in tre e lui è certamente quello non indispensabile.
Victor ha sperimentato cosa si prova a tenere Sherlock tra le braccia, a prendere tutto di lui, per poi vederlo allontanarsi subito dopo e perderlo una volta per tutte.
Trevor, come tu hai sottolineato più volte, e in ogni tua storia, è un uomo pieno di contraddizioni e anche qui lo è nei suoi sentimenti per John. Gli vuole bene, gli è grato e sa che per Sherlock è la persona giusta, ma allo stesso tempo non può non odiarlo un pochino e si sente tremendamente in colpa per questo. Del resto è stato proprio lui a spingerli uno tra le braccia dell'altro, un po' per altruismo, un pope egoismo. Strano ma vero.
Sapeva che non avrebbe mai fatto l'amore con Sherlock senza di lui, eppure aveva iniziato a capire quanto una terza persona li avrebbe allontanati.
Ora sa che Sherlock non potrebbe più vivere senza John, che ne è innamorato e ricambiato, che non sarà mai più felice di così.
Nella sua autoanalisi, Vic osserva minuziosamente le differenze del loro rapporto, il modo in cui lui si è sempre rapportato a Sherlock e il modo in cui lo fa John. Capisce che non c'è un modo giusto e un modo sbagliato, sono semplicemente approcci diversi e probabilmente quello di John ha fatto più presa.
Non si può spiegare perché una persona sia più giusta rispetto a un'altra, quali meccanismi chimici e psicologici, e forse anche spirituali, entrino in gioco per stabilire che due persone sono destinate a stare insieme.
Per John e Sherlock è così e non c'è nulla che lui possa fare per cambiare le cose, oltre al fatto che, in fondo, nemmeno lo vorrebbe.
Non riesco a immaginare quanto debba essere doloroso, perché una cosa del genere non l'ho mai sperimentata, ma l'empatia che ci fai provare, grazie anche alla stupenda introspezione, rende tutto molto più reale e tangibile.
Probabilmente l'allontanamento è l'unica strada possibile e il modo in cui lo fa stringe davvero il cuore. Non poter dire addio è una cosa che effettivamente potrebbe rimpiangere per sempre. Comunque ho amato moltissimo che per quella scena tu ti sia attenuta al video, per me è il momento più angst e significativo e me l'ero immaginato proprio così quando ne avevamo parlato.
Non so chi sia stato dei due a fermarlo, anche se suppongo si tratti di Sherlock, perché solo di lui può conoscere la voce come nessun altro.
In ogni caso spero in un chiarimento che nonostante l'angst lasci un minimo di speranza, quantomeno per un'amicizia futura.
Rinnovo i miei complimenti per l accurato lavoro di analisi psicologica e per la caratterizzazione di Victor, che qui è protagonista indiscusso, oltre che l'occhio da cui vediamo ogni cosa, inclusi i suoi pensieri e le sue emozioni.
Oltretutto, la sua incoerenza è tanto umana quanto realistica, quindi l'ho davvero apprezzata.
Grazie ancora per star continuando questa storia e a presto per pultimo capitolo.
Non vedo l'ora!
S.

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