Ciao, cara!
Sono davvero felicissima di avere l’occasione di tornare da queste parti: purtroppo da settembre in poi la mia vita si è assai incasinata e ho perso un po’ tutto il giro degli scambi, ma insomma, questa storia me la ricordo bene, ed è stato proprio un piacere riuscire a recuperare un pochino di tempo perduto e tornare a svelare parte del mistero che affliggeva Elsa, soprattutto perché mi ero fermata in un punto estremamente significativo e che mi aveva lasciata piena di ansia.
Ecco, mi ha fatto moltissimo piacere tornare nella radura di Granpapà, perché, so che questa è un po’ un’opinione impopolare, ma io quei Troll li adoro, e mi diverte sempre tanto vederli in azione. Insomma, credo che oltretutto fossero proprio l’espediente perfetto per tornare a immergersi nelle storie di magia che sono un po’ l’antefatto di tutte queste situazioni. E, ecco, io non avevo proprio pensato allo specchio della Regina delle Nevi, anche perché avevo totalmente rimosso di conoscere quella fiaba, ma insomma, tu non puoi saperlo, ma hai sbloccato tutta una serie di ricordi di quando ero piccola e di un bellissimo libro illustrato con delle fiabe in versione non proprio infantili, delle fiabe che credo mi abbiano tolto il sonno per settimane (insomma, c’erano anche le sorellastre di Cenerentola che si tagliavano le dita dei piedi, con illustrazione annessa XD). Insomma, perdona la divagazione, ma è stato proprio un momento alla Proust XD. In ogni caso, ho trovato davvero geniale utilizzare proprio questo espediente narrativo, perché in fondo Frozen prende le mosse anche da quella fiaba, e “tornare alle origini” così è interessantissimo.
Ed è stato molto bello veder ripercorrere quello che è stato un po’ il punto centrale del primo film, con Elsa che non riesce a controllare la propria natura, e Anna che si mette in pericolo pur di ricondurla alla ragione proprio tramite l’affetto e l’amore che le lega. Soprattutto perché poi tu fai una mossa a mio parere molto intelligente, facendo un passo in più e spostando il piano della narrazione su un gradino un po’ più alto, non limitandoti a risolvere tutto in questo modo, che è sì molto bello, ma è anche un meccanismo che abbiamo già visto. Perché, nei fatti, le cose sono più complesse, e con gli spiriti le cose non funzionano (o non sembrano funzionare) come per gli esseri umani.
Ho molto apprezzato la scena ambientata a Arendelle, dove, seppur velocemente, si mostra anche la situazione “sociale” del regno, dove è chiaro che anche un periodo di buon governo non è bastato a far dimenticare del tutto quanto accaduto con Elsa, e appena si presenta una nuova difficoltà, è facile per il regno cominciare a dubitare. Anche se Elsa, da brava regina, ha subito saputo fare la cosa giusta e dimostrarsi la persona adatta a fare il possibile per difendere il proprio regno.
Mi ha fatto molto piacere vedere gli spiriti ed Elsa unire le proprie forze, anche se non riesco a non preoccuparmi per Jack.
Insomma, come sempre il tuo è uno stile molto leggero, che sa trascinare il lettore e coinvolgerlo in una storia vivace e piena di colpi di scena, dove la leggerezza delle scene più divertenti è perfettamente bilanciata da un racconto più maturo e dai risvolti potenzialmente preoccupanti.
Davvero, sono contentissima di essere tornata qui!
A presto! |