Recensioni per
Stracci
di E niente

Questa storia ha ottenuto 28 recensioni.
Positive : 28
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
26/07/21, ore 10:42

Stavolta salto i convenevoli (anche se, lo ammetto, sono davvero fiera di me per non aver fatto trascorrere un paio di mesi prima di tornare^^) e affermo subito che ho adorato questo brano, così pregno di concretezza (ti ci sono volute pochissime righe per immergere il lettore nella scena descritta: sembra proprio di sentire l'odore di soffritto e il rumore dell'olio che sfrigola sul fuoco!). È un brano che definirei particolarmente plastico – mi ha fatto pensare alle nature morte, sin dalle primissime righe. Ma quello che ho adorato ancora di più è come tu abbia saputo avvalerti della materia per scavare in un legame che va ben al di là del piano materiale. Sembra di essere accanto a una madre che guardi sua figlia e, nel farlo, come tutte le madri, non può non vedere oltre il presente, al momento dell'indipendenza di colei che ha generato (indipendenza e crescita che, nel corso naturale della vita, non può che implicare infine l'assenza dello stesso genitore – un po' come se il cordone ombelicale venisse realmente reciso solo con la morte). È uno sguardo, quello materno, che abbatte i piani temporali o, volendo, li abbraccia tutti in un'unica occhiata: passato, presente e futuro assieme (che è da capogiro, in effetti) ed è un modo di mettere in prospettiva che se, da un lato, non può che incutere legittimamente timore, dall'altro alimenta e fortifica l'affetto e l'orgoglio e anche un po' di speranza di immortalità e continuità in quel "Perché sarai mamma /Di te stessa/E mi farai vivere/Nei tuoi gesti" (che, davvero, è una parte bellissima, complimenti!). E forse la madre, con i suoi timori e le sue speranze, anticipa di troppo i tempi, proiettandosi sempre oltre il presente (credo che l'angoscia/ansia della propria assenza sia l'elemento imprescindibile nel rapporto genitore-figlio); perciò, alla fine, lo sguardo materno non può che aggrapparsi all'attimo condiviso, a questa cucina che sa di soffritto e cipolle e pesce che è intimità presente, è un momento in cui l'altro non ha ancora "spiegato le ali". Ecco, in quel "però guardami" ho avvertito tutta l'esigenza di chi, abituato a precorrere i tempi della propria assenza, senta la necessità di ancorarsi all'attimo che si sta vivendo, alla purezza di questo attimo di semplice, concreta intimità. Che dire, come al solito, nelle recensioni a questa raccolta, mi faccio un po' prendere la mano dalle considerazioni, ma – come dicevo su – questo brano mi ha colpito tantissimo. Bravissima, come sempre. Un abbraccio!

Nuovo recensore
07/07/20, ore 19:05

Da come scrivi ci sarai sempre anche per me recensore che non ti conosco.COn affetto.
Pasta 7/7/2020