Recensioni per
Roots - Le radici di famiglia
di Melanto

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
02/04/24, ore 17:06
Cap. 10:

Ed eccomi arrivata anche alla fine della terza parte della serie, complice un week end pasquale decisamente bagnato!
“Radici” chiude davvero quel cerchio che in qualche modo era rimasto aperto alla fine di Malerba, o meglio, lo riempie di quella parte importantissima di storia che non ci avevi ancora raccontato.
Ho tifato spudoratamente per la riconciliazione tra padre e figlio, sappilo! Quando Mamoru, però, in uno degli ultimi capitoli, ha elencato gli errori, le mancanze di Akio per un attimo le mie certezze (proprio come quelle di Izawa) hanno tentennato: sì, viste nero su bianco, elencate in modo asciutto e brutale le colpe di Akio mi sono sembrate enormi, ingiustificabili. È stato difficile continuare a pensare che quel padre meritasse una seconda possibilità, meritasse di essere perdonato. Perché gli errori commessi da un padre verso un figlio, o meglio gli errori commessi da un adulto nei confronti di un bambino non hanno e non possono avere lo stesso peso degli sbagli di un ragazzino ribelle.

Ma il desiderio di veder cessare la guerra da parte mia era ed è rimasto fortissimo: “non era resa, non era vittoria, era PACE”. Trovo che queste tue parole abbiano una potenza enorme e riassumano in modo perfetto e sublime quello che sei riuscita a creare nell’ultimo step del tuo capolavoro.

Il taglio che hai deciso di dare al finale è stato semplicemente perfetto. Ripaga Shuzo completamente di quel disequilibrio che aveva caratterizzato il loro rapporto e da un senso pieno a ciò che fino a quel momento sembrava non averlo un senso, non poterlo avere.
I tentativi abbozzati di Akio negli ultimi capitoli (il suo volersi avvicinare a quel mondo che aveva sempre rigettato con violenza) sembravano destinati a naufragare (anche per la sua continua incapacità di parlare, di dare voce ai suoi sentimenti). Shuzo ha continuato a chiudere tutte le porte, a non voler sentire ragioni. Qui si è davvero palesata in modo esplicito la somiglianza tra questi due personaggi che è alla base di questo complicatissimo rapporto: la stessa ostinazione, la stessa intransigenza, la stessa ottusità in certi frangenti, e soprattutto il medesimo dolore che affonda le radici nella stessa terra. Non era scontato l’happy ending e io ho temuto realmente che avessi optato per un finale amaro.

E invece tu sei stata geniale per l’ennesima volta nel portarli al riavvicinamento: sei stata capace di ribaltare i loro ruoli, ponendoli finalmente uno nelle scarpe dell’altro.

Ho riso con le lacrime agli occhi e i crampi alla pancia nel momento in cui Mori è entrato al commissariato di polizia per recuperare il padre molesto e ubriaco: ti giuro, mi sembrava di vederlo con la faccia da c**o, il sorrisetto ironico e con tanto di telefonino in mano a riprendere la scena. Esilarante.
Mi sono commossa nel loro ultimo confronto nella serra, quando Malerba elemosinava quell’unica parola: «scusami». Anche io fremevo e supplicavo Akio di smetterla di girarci intorno, di trovare il coraggio di gridarle le sue scuse: è vero che spesso i gesti valgono più delle parole, ma è vero anche che a volte bisogna trovare il coraggio di dirle ad alta voce certe cose.

Tra le tante cose che so di aver dimenticato di scriverti alla fine di Malerba c’è sicuramente questa: ci sono autrici a cui riescono bene le scene comiche e meno bene quelle drammatiche, autrici invece predisposte all’introspezione e meno a far spuntare la risata sulle labbra del lettore. Tu skippi da un registro all’altro senza la minima fatica facendo magie: riesci a spappolare cuori e far sgorgare cascate di lacrime e sangue, e sei strepitosa nelle scene comiche. I tuoi personaggi sono dotati di un umorismo sottile e fuori dal comune.
Devi averli amati proprio tanto tanto tanto questi due (anzi, questi tre, ci metto pure il buon Yuzo che sono sicura avrà apprezzato come me il finale della storia) per renderli dei personaggi cosi veri, profondi, INDIMENTICABILI.

Non ho lasciato la recensione a Jikan (ma già sai che di quella ff ho ADORATO il capitolo in cui Shuzo e Genzo si conoscono).

Cosa posso dire ancora, cara Autrice? Ho scoperto l’altro ieri che nei tuoi nobili intenti la serie “MORI NO KOKORO” non finisce qui. Non nascondo che leggerei molto volentieri quel prequel intitolato Mori o quel sequel chiamato Cannibals, ma perché di leggere di questi due non mi stancherei mai. Ma preferirei DECISAMENTE la versione originale e cartacea della storia letta fin qui da mettere sullo scaffale della mia libreria 😍😍

Sono debitrice a vita di quelle due "svalvolate" che mi hanno convinta a leggere queste MERAVIGLIOSE 1800 (?? davvero ??) pagine sostenendo che "NE VALE LA PENA💕 "!!!

È stato così: un viaggio lungo, ma bellissimo. E sapere di essere arrivata alla fine lascia parecchia tristezza. Mi mancheranno quei due, mi mancherà il Kokoro, mi mancheranno tutti i suoi pazzi avventori, e i tuoi splendidi personaggi.
Mi mancherà la tua scrittura che a questo fandom ha davvero regalato un gioiello di storia. Complimenti! 🧡💛💚💙💜

Recensore Master
05/09/20, ore 10:25
Cap. 10:

Finito anche questo! In realtà l'ultimo capitolo me lo sono riletto con calma ieri, anche se l'avevo già letto ai tempi della pubblicazione.
Mi sono fatta un sacco di risate con Shuzo ed Akio ubriaco, anche se ho condiviso la perplessità degli agenti del koban: se non avessi visto tutto il percorso di Shuzo, non misarei fidata a farlo ortare a casa Akio, sembrava più "suonato" del padre ubriaco.
Mi è piaciuto comunque il ribaltamento dei ruoli, forse era l'unico modo per far comprendere a Shuzo le fagilità del padre, vederlo in un momento di debolezza, sbandamento estremo. E poi, come si dice, in vino veritas.
Ed in ogni caso è impressionante vedere come i due si somiglino: stesse reazioni. Se Akio se ne fosse accorto prima....
I due non saranno mai la famiglia modello, ma forse sono arrivati a capire il perché dietro certi atteggiamentied a sancire una pace, che non cancella il passato, ma permetterà un futuro più sereno ad entrambi.

Recensore Master
30/07/20, ore 18:45
Cap. 10:

Nonostante avessi sempre tifato per la NON riconciliazione direi che questo finale mi ha piacevolmente sorpreso.
A parte che mi son o sganasciata per il padre in carcere e lui che lo va a prendere...
Giuro ho riso così tanto da mal di pancia, ci stava da dio un bel rovescio di medaglia Shuzo se lo meritava tutto.
Le radici sono davvero difficili da spezzare e estirpare del tutto, è come la gramigna che ne basta una puntina e torna a vivere più rigogliosa di prima.
Akio ha compreso dove fosse il nocciolo della questione e ne ha fatto tesoro riuscendo a capire i sui mastodontici errori.
Che mi sia di esempio come madre visto che mi scontro con il piccolo di casa perché... SIAMO UGUALI.
E me lo ha gridato più volte durante i nostri numerosi litigi.
Ovviamente non farei mai cose stile Akio, ma mi fa riflettere su come prenderlo.
Alla prossima e spero davvero che un giorno possiamo leggerti sulle pagine di qualche libro famoso, perché il talento non va sprecato e TU devi provarci.
Forza!
Sanae77

Recensore Master
21/07/20, ore 00:29
Cap. 10:

Bene bene, Shuzo ha stravinto, ha battuto Akio su tutta la linea. Eppure non riesce a gioirne. Ha scoperto suo malgrado quanto sia vero un concetto vecchio come il mondo: se cerchi qualcosa con tutte le forze, ciò che conta davvero è la ricerca, perché alla fine avere ottenuto ciò che cerchi si rivela un piacere effimero, sempre.
Poi ci si Mette Mamoru, vero e proprio grillo parlante a fargli notare quanto sia discordante da sé stesso. La acoperta della scomparsa di suo padre arriva a scardinare tutto, ma soprattutto la scoperta di dove si trovi, e in questo momento è Mamoru ad affondare la lama (e fa benissimo a prendersi questa piccola soddisfazione), ma poi non resiste e abbraccia il suo scemo, ricambiato (ma chi li divide ormai questi due... 🤩)
E finalmente Shuzo la sua rivincita se la prende. Vedere Akio in quelle condizioni e scoprire cosa abbia combinato per lui è veramente un momento di gioia pura. Scoprire che, dopotutto Mamoru aveva ragione, ma che la loro somiglianza è nel saper essere pessimi è una vera epifania, tanto da ringraziare sentitamente i due poliziotti, anche se in modo ironico. Akio ormai ai suoi occhi è un povero fantoccio che giocava a fare il grande, una sorta di mago di oz che millanta di essere un gigante ma è solo un omino dimesso.
Ma questa è davvero LA sera, quella in cui tutti i nodi vengono al pettine, e dopo la solita serie di battibecchi e frecciate al vetriolo arriva l’unica cosa che Shuzo non si sarebbe mai potuto aspettare. Suo padre che gli parla da padre, che in pratica chiede perdono, anche per quel gesto che Shuso aveva sempre ritenuto il peggior spregio ma che in realtà suo padre aveva fatto per impedirgli di ricordare il fratello come un corpo freddo e inanimato, ma che, come sempre, era stato incapace di spiegare. E Shuzo si trova, per la prima volta in vita sua, a tacitare in malo modo il suo personale cannibale.
E dopo tutto questo rollercoaster è giusto che Shuzo si trovi a chiedere a Yuzo e a sé stesso se quello che sta facendo sia la cosa giusta. Di sicuro, la sua crescita è stata enorme, anche grazie alla stabilità che ha avuto grazie a Mamoru e che lui stesso ha dato al compagno (quanto è bella e sentita quella quotidianità che traspare dalla telefonata nel cuore della notte).
E dopo la sfanculata di sua moglie (ampiamente meritata), Akio si trova a fare definitivamente i conti con Shuzo.
“non era resa, non era vittoria, era PACE.” Ecco, tutto si concretizza semplicemente in questa frase, perché ora hanno trovato un modo di viversi, diverso da quello che avrebbe potuto essere, ché nessuno dei due è più quello che era, ma aver accettato di essere cambiati, cresciuti, può finalmente portare ad accettarsi. E come la sera precedente Shuzo aveva parlato con suo fratello, in un certo senso anche il mattino dopo entrambi si sono trovati assieme a parlare e pensare a (e di) Yuzo.
La guerra è finita ed entrambi i cannibali possono finalmente richiudersi nel proprio bozzolo e dormire sonni tranquilli; ormai sono sopravvissuti alla loro utilità.
Bello lungo, bello complicato e BELLO, semplicemente.
Però lasciare Obuchi e dintorni spiace assai.
...e dopo aver letto la nota finale (si, ho recensito in corso d’opera, altrimenti chi riusciva a scrivere qualcosa che sembrasse sensata 😊), grazie per averci portato in questa baraonda emozionale e a presto, qui o nella nuova incarnazione. ❤️
(Recensione modificata il 21/07/2020 - 12:32 am)